Della
possibile abolizione del denaro contante (e non solo della sua
limitazione, come ora) si parla sempre più spesso e la sensazione è
che, prima o poi, gli Stati Europei provvederanno veramente a farlo.
Gli
scopi dichiarati sono nobilissimi, ma il sospetto che dietro ci sia
ben altro è forte.
Proprio
su questo argomento ospito oggi – con molto piacere - le
riflessioni dell’amico Sergio Pastore, che ci mostra tutti i rischi
e le contraddizioni dell’orwelliano progetto. Buona lettura.
LUMEN
<<
“Il complotto per l’eliminazione del Contante” è il titolo di
un libro di un economista tedesco, Hans-Jörg Stützle (Das Bargeld
Komplott), in cui chiama alla difesa del contante. Con la sua
eliminazione scomparirebbe quel che ancora resta della nostra
libertà: saremmo alla mercé delle banche e dello Stato che potranno
espropriaci e tassare a piacimento, ovviamente con le migliori
intenzioni (per es. per salvare i posti di lavoro, per rilanciare
l’economia, per far crescere i consumi, insomma: per salvare la
patria).
La
balla della lotta all’evasione
Innanzi
tutto: esiste davvero un complotto che ha per fine l’eliminazione
del contante? Come l’ha scoperto l’autore? I complottisti
raramente sono noti, operano nell’ombra, all’oscuro, se no che
complottisti sarebbero? Ma per quanto cauti le loro azioni non
passano sempre inosservate, qualche segno della loro attività può
essere avvertito da chi è attento e riflette.
Intanto
tutti vediamo che è in corso una lotta aperta al contante con i più
vari pretesti (mezzo di pagamento antiquato, persino poco igienico –
per i batteri su banconote e monete!). Ma s’insiste soprattutto su
un punto: eliminando il contante l’evasione fiscale sarebbe
finalmente debellata. Infatti ogni nostra operazione col denaro
elettronico sarebbe registrata, anche ordinare un caffè o un gelato!
Niente più sfuggirebbe al fisco, il controllo sull’uso del denaro
– e sulle nostre vite – sarebbe totale.
Ora,
non tutti sanno che il contante costituisce meno del 10% di tutto il
denaro circolante: oltre il 90% del circolante è costituito da
moneta scritturale o contabile (che chiameremo in seguito per
comodità denaro elettronico). Ora che le grandi evasioni avvengano
grazie a quel 10% scarso di contante è semplicemente ridicolo.
Ma
l’argomento tira e addirittura spopola, specie tra la gente
semplice ovvero tra i poveri di spirito. Ma certo: basta con i
pagamenti con o senza fattura dell’idraulico e del dentista, questi
fior di delinquenti! Tutto sarà sotto controllo, l’evasione sarà
se non proprio azzerata almeno drasticamente ridotta. A quel punto lo
Stato potrebbe poi addirittura ridurre le tasse perché i miliardi
una volta evasi andranno adesso a rimpinguare le sue casse. Ma se
allora la lotta all’evasione tramite l’eliminazione del contante
è solo un pretesto, qual è il vero motivo della lotta, quali sono
le intenzioni celate dei complottisti?
Un’esperienza
personale
Con
mia non poca sorpresa (sono anch’io una persona semplice e povera
di spirito, che non specula in borsa) ho constatato che le banche
sono estremamente restie a versare denaro in contanti ai propri
clienti.
Quando
chiesi (per curiosità e per gioco) 200'000 franchi svizzeri in
contanti [ca. 180 mila euro - NdL] fui dapprima deriso e poi
minacciato! Siccome insistevo – volevo in fondo soldi miei – alla
fine acconsentirono (e che altro potevano fare?), ma fui informato
che non avrei poi più potuto depositare questa somma da loro. Oggi
infatti le banche esigono di conoscere la provenienza di una somma
consistente di denaro: non posso presentarmi allo sportello con una
valigetta piena di soldi. È la nuova strategia per la lotta
all’evasione (e dàlli!) e al lavaggio di denaro sporco.
Ma
perché le banche non danno volentieri contante ai propri clienti?
Perché il contante, per quanto costituisca una parte quasi irrisoria
del circolante, è per le banche fondamentale. Tutti conosciamo il
fenomeno della corsa agli sportelli in caso di crisi di una banca o
in seguito a notizie allarmanti sullo sviluppo dell’economia. La
gente ha paura e cerca di salvare il salvabile, i propri depositi. Ma
a questo punto gli sportelli vengono chiusi e i clienti restano con
un palmo di naso (in casi gravi, perderanno i propri soldi per il
fallimento della banca).
Ora
è chiaro che una banca non tiene in cassaforte miliardi di contante
da consegnare ai clienti su loro richiesta. Il contante in cassaforte
è per forza limitato, tanto che il prelievo di una consistente somma
deve essere prenotato (qui in Svizzera, non so come vadano le cose in
Italia). La banca deve procurarsi il contante presso la Banca
nazionale o altre banche. Il fatto è che se molti clienti ritirano i
propri depositi la banca va in crisi: il suo capitale si riduce.
Sembra che bastino pochi punti percentuali di riduzione del capitale
per compromettere l’attività della banca. Perciò il fenomeno
della corsa agli sportelli è tanto temuto dalle banche.
Solo
il contante è reale!
Così
titolava la Neue Zürcher Zeitung un suo articolo (Nur Bares ist
Wahres!). È evidente che anche il denaro elettronico è denaro vero:
posso infatti comprare con esso tutto ciò di cui ho bisogno, anche
case e terreni o una flotta aerea. Ma – diciamo così – il
contante è in un certo senso più vero e reale di quello
elettronico: non per niente le banche se ne disfano così
malvolentieri! Eppure stiamo marciando verso l’eliminazione del
contante senza che quasi ce ne accorgiamo, anzi persino con sollievo
e piacere: ah, com’è pratico pagare con la carta di credito!
La
Svezia sarà il primo paese ad aver eliminato il contante senza che
nemmeno lo Stato l’abbia abolito ufficialmente (ricordiamo che il
contante – banconote e monete – sono tuttora un mezzo di
pagamento legale, che non può essere rifiutato da un esercente). Ma
in Svezia oggi i commercianti praticano quasi tutti il “cash-free”
(niente contanti). Persino le banche fanno le schizzinose se qualcuno
vuol depositare o prelevare contanti. La Danimarca ha già comunicato
che fra breve non stamperà più banconote. Altri paesi seguiranno.
Faccio una profezia: entro il 2025 l’UE avrà abolito il contante.
Per lottare contro l’evasione? Balle!
Il
vero motivo dell’eliminazione del contante
Una
volta sparito il contante tutto il denaro sarà elettronico e rimarrà
nel sistema. I pagamenti avverranno tramite trasferimenti bancari.
Nessuno più potrà prelevare contante e spenderlo come meglio gli
pare senza alcun controllo, cioè liberamente. Tutto sarà sotto
controllo (anche se vai a mignotte lo Stato lo saprà).
L’ingenuo
o povero di spirito dice: “Ma che m’importa, io non ho niente da
nascondere, sono incensurato e non temo nessun controllo o verifica.”
Ma il fatto è che i miliardi di dati raccolti tramite i bonifici
possono essere manipolati o incrociati in modo errato e l’incensurato
risulterà o un critico del regime (“ha versato soldi a Greenpeace
o a Amnesty International”, individuo sospetto) o persino un
delinquente. È facile immaginare le conseguenze.
L’esproprio
e le tasse
Nessuno
sa cosa ci riserva l’avvenire. Alcuni parlano di una inevitabile
nuova crisi peggiore di quella del 2008. Il futuro è incerto, gli
esperti – che non avevano previsto la crisi del 2008 – non sono
molto attendibili. Che fine faranno i nostri risparmi in caso di
crisi, forse acuta e prolungata? Non pochi tengono perciò i soldi
sotto il materasso o in altro luogo sicuro. A dir la verità i soldi
sotto il materasso non sono così sicuri: i ladri non scioperano e un
incendio potrebbe distruggere tutti i nostri soldi. Le cassette di
sicurezza e l’assicurazione costano, e quei soldi non rendono e si
svalutano.
Ma
meglio soldi svalutati che la perdita di tutto per il fallimento
della banca! Non assistiamo già adesso a un parziale esproprio con
i tassi negativi (chiamati anche – incredibile - tassi punitivi!)?
Punizione di cosa? Di tenere i soldi sul conto corrente invece di
investirli, di far girare così l’economia? Eppure la gente tace,
accetta i tassi negativi come una fatalità. Quando tutto il denaro
sarà elettronico e nel sistema le banche, ma anche lo Stato,
potranno prelevare con estrema facilità – qualche clic – i soldi
di cui hanno bisogno: per far quadrare i bilanci, per il bene comune,
per il salvataggio della patria.
Ma
possiamo ancora salvare il contante?
Se
lo Stato italiano o altro stato europeo abolisse oggi ufficialmente
il contante con una relativa legge ci sarebbe probabilmente un
sollevamento popolare, persino in Italia. Lo Stato preferisce che sia
l’economia a far sparire il contante: infatti anche lo Stato è
interessato alla sua eliminazione per prelevare dai conti qualche
tassa straordinaria (ricordate Giuliano Amato?). La gente pian piano
si rassegna a pagare tutto con la carta di credito e domani con lo
smart-phone obbligatorio per tutti. La scomparsa del contante avviene
progressivamente e la gente vi si rassegna, anzi trova i pagamenti
con la carta di credito o lo smart-phone così pratici ed eleganti.
I
giochi sono dunque fatti, inutile opporsi? Una proposta: usare meno
la carta di credito, che oltre tutto induce anche ad acquisti non
veramente necessari. È così facile estrarla e comprare tante
scemenze che sembrano quasi gratis (invece il conto si riduce). Le
banconote e le monete escono invece con attenzione e riserva dal
portafoglio, proprio per la loro materialità: sono proprio vere e
consistenti, dispiace separarsene! Gli Africani sembrano addirittura
più avanti di noi italiani ed europei: pagano già con lo
smart-phone. Anche i Cinesi sono all’avanguardia: pagano con un
sorriso nello schermo (grazie alla registrazione facciale).
Il
nostro autore, Hansjörg Stützle, paga anche le tasse in contanti:
si presenta all’ufficio imposte col contante che gli impiegati non
possono rifiutare! Passerà per pazzo o scemo, lo manderebbero
volentieri al diavolo, ma intanto per il momento devono accettare il
contante e fargli la ricevuta. Sarebbe tutto più facile con solo
qualche clic, e invece il signor Stützle va a rompere le scatole ad
impiegati chissà in che discorsi affaccendati. Diciamolo: questo
signor Stützle è un sovversivo, da schedare! >>
SERGIO
PASTORE
Caro Sergio, il tuo pezzo è ricco di concetti interessanti e condivisibili, ma quello che mi ha colpito di più è stato questo:
RispondiElimina<< la carta di credito, (...) induce anche ad acquisti non veramente necessari. È così facile estrarla e comprare tante scemenze che sembrano quasi gratis (invece il conto si riduce).
Le banconote e le monete escono invece con attenzione e riserva dal portafoglio, proprio per la loro materialità: sono proprio vere e consistenti, dispiace separarsene! >>
Questa considerazione mi sembra una eccellente metafora della società pseudo-virtuale di oggi, che si illude di superare i propri problemi ignorando la materialità delle cose, senza rendersi conto che la materia è sempre alla base di tutto.
Puoi avere tutti i giga-byte del mondo, ma senza cibo fisico non mangi.
L'autore insiste su un aspetto psicologico interessante: per i bambini è importante "maneggiare" monete e magari anche banconote, solo così imparano ad attribuire valore al denaro vero e ad usarlo bene. I bit invece sono dematerializzati, astratti, non l'ideale per i bambini che amano le cose concrete.
RispondiEliminaFino a poco tempo fa andavo a fare la spesa col borsellino e mi è capitato di non avere abbastanza soldi alla cassa (che figura!). Invece da qualche tempo giro anche con la carta di credito. E ho constatato effettivamente che questa benedetta carta induce ad acquisti non preventivati, è una specie di bacchetta magica. Tanta gente s'indebita, spende più di quello che ha nel borsellino. Fra parentesi l'indebitamento diffuso è una vera piaga, specie tra i giovani (almeno qui da noi, ma penso che non sia molto diverso in Italia).
Pensa poi che non solo il contante potrebbe sparire, ma lo Stato potrebbe proibire anche l'acquisto di metalli preziosi (è gia successo negli USA tra le due guerre). Attualmente oro e palladio volano. Lo so perché ho venduto il mio chilo d'oro nel momento sbagliato, qualche settimana prima del boom ...
Il palladio non lo so (magari serve per certi prodotti industriali di altissima tecnologia) ma l'oro - da quello che ho letto con mia grande sorpresa - ha un valore intrinseco limitato, molto inferiore a quello commerciale, che è dato principalmente dell'effetto tesaurizzazione.
EliminaInsomma, investire in oro mi sembra anch'essa una attività di rischio, non molto diversa dall'investire in oggetti d'arte, francobolli rari, o simili.
A proposito di moneta alternativa (fiscale e/o complementare), segnalo un articolo molto interessante di Leonardo Mazzei, pubblicato oggi dal sito Sollevazione.
RispondiEliminaIl link è questo: https://sollevazione.blogspot.com/2020/01/moneta-fiscale-dove-portano-certe.html#more
(Signori, buon Anno, anche se le prospettive in gen.le sono quelle che sono...)
RispondiEliminaIn questo come in casi analoghi (e non avendo una particolare propensione alle teorie complottiste), ritengo che il problema centrale sia costituito dal (potenziale) salto dal carattere FACOLTATIVO a quello OBBLIGATORIO di una determinata misura.
Nel caso del denaro, l'obbligatorietà costringe(rebbe) all'uso della moneta digitale anche i poco tecnologicamente attrezzati/competenti (a cominciare da buona parte degli over 65enni), con le inevitabili e prevedibili criticità anche molto serie di ordine soprattutto pratico-operativo... Saluti
Caro Claude, direi che, in merito alla limitazione del contante, grande sia la confusione sotto il cielo, anche ai massimi livelli.
EliminaE’ notizia di oggi che la BCE (la BCE !!) avrebbe bacchettato il governo italiano per le ultime decisioni restrittive, non solo per non aver avvertito prima l’UE (ubi maior), ma anche perché “Frenare l'uso delle banconote significa solo colpire le classi meno abbienti e i più anziani”.
Buon anno nuovo anche a te.
Salve signora signore
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