domenica 29 settembre 2024

Acquafan

A proposito dei ripetuti disastri ambientali causati dal Cambiamento Climatico, Luca Pardi ha riportato sulla sua pagina FB questa considerazione:
“Determinate aree vicine ai fiumi (...) sono difficilmente difendibili dalle alluvioni; ora ci vuole coraggio, il coraggio di dirsi le cose in faccia, il coraggio per chi ha sempre rifiutato l’idea del cambiamento climatico di ammetterlo, il coraggio di smettere di fare polemiche politiche, il coraggio di fare azioni sul territorio drastiche, e il cittadino capisca che qui ci vorranno anni per risolvere in parte i problemi".
Ha pubblicato inoltre questo breve testo di Stefano Materia, che, pur prendendo spunto da un evento specifico (il recente alluvione in Emilia-Romagna), si allarga a considerazioni più generali.
LUMEN


<< Visto che mi girano un po' le scatole, adesso dico anch'io la mia sull'alluvione. Facile sedersi e scrivere quattro scemenze che si leggono su certi blog, senza avere un'idea di come funziona la fisica dell'atmosfera, senza un'idea di statistica di base, o tantomeno di medie climatologiche e variabilità inter-annuale, e senza un'idea di come si dovrebbe gestire un fiume. Facile anche, come hanno fatto certi ministri, chiedere conto dei soldi inviati meno di un anno fa.

Partiamo da un concetto di base: nelle zone alluvionate, le stesse di 16 mesi fa, sono caduti tra i 250 e i 350 mm. di pioggia. Sono i quantitativi di 4-6 mesi, caduti in tre giorni. Per tre volte negli ultimi 16 mesi. Parliamo, rispetto al riferimento dei dati del XX secolo (1900-2000) di valori che superano le tre deviazioni standard. Cosa significa? Significa che sono eventi che dovrebbero verificarsi circa 3 volte ogni 1000 anni. Si sono verificati 3 volte in 16 mesi.

Ora, scriveva Pierluigi Randi che il Mare Adriatico è stato con temperature totalmente fuori scala per più di due mesi, addirittura superiori ai 30 gradi accumulando una quantità di calore che viene rilasciato e dissipato molto lentamente ("l’acqua è pigra", concetto meraviglioso), e messo a disposizione per l’atmosfera.

Questo comporta:
1) maggiore quantità di vapore acqueo all'atmosfera;
2) aria più instabile, poiché meno densa si solleva più rapidamente e poiché più calda contiene più vapore;
3) maggiore energia rilasciata come calore latente, rafforzando i sistemi perturbati;
4) formazione di rovesci e temporali più intensi.

La stessa situazione si può tranquillamente estendere a tutto il Mediterraneo, e anche a tutto l'Atlantico nord tropicale e settentrionale che sperimentano temperature assurdamente alte non da due mesi, ma da ANNI. Ora, chi ha il coraggio di dirmi che i CAMBIAMENTI CLIMATICI non esistono, non c'entrano niente, sono un'invenzione del 'mainstream'?

Chi lo afferma, mi dia una spiegazione altrettanto valida di ciò che successo negli ultimi 16 mesi. Se è normale variabilità atmosferica interannuale, me lo si dimostri con la fisica, non con il ricordo della nonna che ottant'anni fa a settembre usciva con l'ombrello.

Seconda riflessione: chi dice che il problema sono i fiumi che non sono stati "puliti", cosa intende? Sul Senio è stata fatta tabula rasa di vegetazione da Faenza a Riolo Terme, non si trova più un albero. Ho sentito chi si lamentava che però ci sono ancora i canneti, l'erba (!!), che andrebbero tagliati di continuo.

Secondo loro il fiume dovrebbe essere dragato e canalizzato per essere sicuro. Ma un minimo di concetto di idraulica lo avete? In un tubo senza un minimo di scabrosità (attrito) l'acqua scorre rapidissima, e quando non sta più nel letto esce ad una velocità che si porta via qualsiasi cosa.

L'Italia è un posto SUPER antropizzato dove è fondamentale avere argini robusti a protezione delle città e dei paesi. È giusto rinforzare gli argini dove ci sono centri abitati, ma è necessario *progettare zone di espansione del fiume*, dove il fiume possa uscire dal suo letto e allagare le campagne circostanti. Solo così l'acqua può perdere parte del suo volume e della sua energia nel viaggio verso valle.

Giusto è anche rimuovere la vegetazione ALL'INTERNO del letto, ma sulle sponde la *vegetazione ripariale* è importantissima, perché è l'unico elemento di disturbo alla velocità dell'acqua in uscita dal letto, e soprattutto la vegetazione riduce il trasporto solido responsabile dei fenomeni erosivi sugli argini stessi.

Quindi il concetto di "pulizia" del fiume va spiegato per bene alla popolazione, e i decisori politici devono smetterla di fornire soluzioni SEMPLICISTICHE E ANACRONISTICHE (per esempio la concessione rilasciata da Arpa Idro-Meteo-Clima per il taglio a raso della vegetazione sul Reno, chilometri di sponde desertificati).

Ultima riflessione che mette insieme i due concetti. Visto che i cambiamenti climatici ci stanno innegabilmente presentando il conto, e visto che le soluzioni per limitarne le conseguenze esistono, basta seguire concetti base di fisica, geologia, chimica e ingegneria, QUANDO INIZIAMO CON L'ADATTAMENTO ?

È cruciale *ridurre il consumo di suolo*, per permettere all'acqua un normale drenaggio ed evitare che scorra all'impazzata su suoli cementati. Trasformare aree dismesse in zone verdi che consentano l'assorbimento delle piogge. Ripensare completamente la gestione dei fiumi. Ci vogliono ANNI di investimenti, non soluzioni tampone. Siamo già in netto ritardo, in Olanda, Francia e Danimarca, solo per citare esempi che conosco, sono anni che si lavora in questa direzione.

Cosa ne pensa il candidato presidente alla nostra regione (Emilia Romagna), Michele De Pascale, che un anno fa disse che la colpa dell'alluvione era degli ambientalisti ? Cosa ne pensa l'attuale ministro della protezione civile Nello Musumeci che oggi chiede conto dei soldi stanziati sei mesi fa ? Secondo te che sei Ministro della Protezione Civile, in sei mesi si risolve il problema ? >>

STEFANO MATERIA

martedì 24 settembre 2024

Uomini e Donne – (3)

Terzo post dedicato ai rapporti (eternamente complicati) tra gli uomini e le donne, scritto dal noto psicologo Umberto Galimberti (dal sito Sicilia Buona).  
A seguire, un breve pensierino del sottoscritto.
LUMEN


<< La donna dall’origine dei tempi è sempre stata vincolata alla natura. Il suo corpo è sempre stato previsto come corpo di riproduzione. La donna è sempre stata pensata legata alla natura, quindi non libera. 
 
Oggi le donne stanno entrando nella storia grazie agli anticoncezionali: la generazione non è più un destino per loro, ma è una libera scelta, e non è un passaggio da poco. Ciò nonostante, nella donna si combatte molto più drasticamente che nel maschio, quel conflitto tra le due soggettività che ci abitano: una è l’”Io” e l’altra è la “specie”. L’economia della specie, a cui è vincolata la donna in quanto genera, è completamente in contraddizione e antitetica all’economia dell’Io.

Una donna che deve generare assiste alla deformazione del proprio corpo, al trauma della nascita (che non è solo del bambino), alla soppressione del suo tempo, alla dedizione totale al nascituro, all’allattamento, alla cura, al sonno, al cambio del pannolino …a tutto. 
 
Probabilmente perderà anche il lavoro, attraverso la perdita del lavoro perde la socializzazione, magari perde anche i suoi amori, che non sono limitati al figlio e al marito. Dal punto di vista dell’economia dell’Io è un disastro, dal punto di vista della specie un guadagno secco! Questo conflitto gli uomini non lo avvertono.

Le donne hanno anche un potere assoluto, quello di vita e di morte: possono generare e possono abortire. Questo potere assoluto genera in lei un vissuto di onnipotenza molto pericoloso che si traduce nel fatto di pensare di poter cambiare un uomo. Ma gli uomini sono come pietre, non si lasciano spostare dal loro impianto e concepiscono la donna non come un altro da sé, ma come un loro possesso. Questa dimensione possessiva fa sì che l’uomo percepisca la donna con cui vive come una risposta alle sue esigenze.

Quando questa risposta non arriva più si arriva anche al femminicidio. Il femminicidio si può evitare se le donne non si affidano a questo vissuto naturale, intrinseco di onnipotenza. Non siete onnipotenti potete generare i figli, ma non potete rigenerare gli uomini. Quando questi uomini vi trattano male lasciateli subito, andate via, perché andate incontro a una vita di frustrazioni che, anche quando non uccidono, vi fanno vivere male.

Le donne si innamorano dei narcisisti. Ma i narcisisti sono persone handicappate a cui manca la struttura della relazione, e non la acquistano strada facendo nella loro vita. E’ come se ad una persona mancasse un braccio, non è che glielo puoi aggiungere vivendo con lui. E come si diventa narcisisti? I maschi trascurati dalle madri o che hanno delle madri molto severe, dove non hanno sorbito una dimensione di sentimento, hanno due chance per sopravvivere: o vanno in depressione (quella che gli psichiatri chiamano “anaclisi infantile”) oppure investono su sé stessi.

Investire su sé stessi è la loro salvezza ma è la disgrazia per chi ci vive insieme. Anche se sono belli, affascinanti, non cascate nella trappola, perché non vi daranno niete. Per loro il prossimo, e quindi voi donne, siete il loro applausometro, coloro che conferma le loro scelte, li gratifica con i complimenti, ma al di là di questo non sono capaci di vedere l’altro, quindi non sono idonei alla convivenza.

Tenete presente questa differenza radicale tra maschile e femminile, anche se ci avviamo verso una cultura unisex, la differenza tra uomo e donna è radicale. Le donne hanno qualche chance in più, però devono entrare nella storia fatta dagli uomini, e quando entrano nella storia non si comportino come gli uomini, si comportino come donne, altrimenti le cose non cambieranno mai. >>

UMBERTO GALIMBERTI



VIVA LA DIFFERENZA
Una volta stabilito che le donne devono avere gli stessi diritti degli uomini, nessuno riuscirà mai a convincermi che gli uomini e le donne sono uguali.
Le differenze fisiche le vediamo tutti, ma ci sono anche differenze caratteriali importanti, legate al fatto che le rispettive strategie riproduttive, per motivi fisiologici, sono molto diverse tra loro: le donne sono costrette a seguire la strategia K (pochi figli, da seguire con molta cura), mentre gli uomini, a livello potenziale, sono portati per la strategia R (tanti figli, poca cura).
Data l'importanza fondamentale che la riproduzione riveste nello sviluppo degli animali (e quindi anche di noi uomini) questo basta e avanza per determinare tutte le differenze caratteriali che possiamo notare a livello generale (ovviamente salvo eccezioni).
Tra le tante, vorrei segnalarne una in particolare: che gli uomini tendono sempre a sopravvalutare le proprie capacità, mentre le donne tendono a considerarsi poco adeguate alla situazione, non abbastanza all'altezza.
Ne deriva che i primi si sentono sempre molto sicuri di sé, con la conseguenza di combinare spesso disastri, mentre le seconde si sentono sempre poco sicure di sé, con la conseguenza di non sviluppare appieno le proprie potenzialità.
Ma si potrebbe continuare.
E comunque, visto che la natura ci ha fatto così: viva la differenza.
LUMEN


giovedì 19 settembre 2024

Ognuno vale Zero

Un famoso slogan politico del Movimento 5 Stelle recitava “Ognuno vale Uno”, ma la realtà, anche in democrazia, appare molto diversa.
La teoria elitista (che io seguo da tempo), afferma infatti che le società sono sempre dominate dalle rispettive Elites e che la volontà delle persone comuni finisce per avere (anche nelle democrazie formali) un'importanza modestissima, per non dire irrilevante.
Contro questa situazione si scaglia in modo appassionato Roberto Pecchioli, nel pezzo di oggi, tratto dal sito 'EreticaMente'.
LUMEN


<< Pochi concetti ci sono estranei quanto l’uguaglianza. Gli esseri umani sono terribilmente diseguali, benché ciascuno nasca, viva, muoia ed esistano esigenze e pulsioni comuni a tutti i conspecifici.

Pure, non condividiamo la sentenza di René Guénon, per il quale il parere della maggioranza non può che essere l’espressione dell’incompetenza. La teoria dell’autore de Il regno della quantità e i segni dei tempi conduce alla dittatura tecnocratica. Solo gli esperti (di un pezzetto piccolissimo dello scibile umano) sarebbero in grado di guidare il destino di tutti.

Siamo invece convinti che esista un buon senso popolare, un sentire comune che va ascoltato. Apprezziamo di più il pensiero di Aristotele: “la democrazia ha origine nell’idea che coloro che sono uguali sotto un qualsiasi rispetto sono uguali sotto tutti i rispetti”.

Insomma, l’uguaglianza - di cui la democrazia è l’espressione politica (teorica) - ha senso solo tra uguali. Poiché tali non siamo il principio non funziona.

Gli uomini decidono secondo interesse immediato, in base a una conoscenza nulla o superficiale, trascinati dal baccano circostante. Ne era convinto perfino Jean Jacques Rousseau, che nel Contratto Sociale scrive: “ se ci fosse un popolo di dèi, si governerebbe democraticamente. Un governo così perfetto non è adatto agli uomini”.

Per il ginevrino, meglio la “volontà generale”; il problema è che non è mai esistito il “buon selvaggio” corrotto dalla civilizzazione e che la società uscita dalle idee rivoluzionarie di cui fu l’alfiere si basa quasi soltanto sull’interesse. Il mitizzato cittadino non è che un “buon consumatore” eterodiretto, a cui si attaglia lo slogan produci, consuma, crepa.

Poiché non crediamo nell’uguaglianza, poco ci entusiasma la democrazia, il cui significato etimologico (governo del popolo) è forse la più antica impostura di cui sia vittima l’umanità.

La stessa idealizzata democrazia ateniese nata nel V secolo avanti Cristo non è affatto tale, come capì Benjamin Constant (La libertà degli antichi paragonata a quella dei moderni, 1819). Su una popolazione stimata attorno ai 250 mila abitanti, non più del quindici per cento degli ateniesi decideva per tutti. Erano esclusi i giovani, i metechi (i residenti non ateniesi), gli schiavi e le donne.

Gli stessi storici ellenici riconobbero che il lungo governo di Pericle fu un’autocrazia dominata dalla figura carismatica del grande condottiero e brillante oratore, tra gli inventori della demagogia, l’arte di trascinare il popolo solleticando i suoi istinti più bassi. Già allora avevano grande influenza lo spettacolo – specie il teatro- e la satira politica, sovente pagata dagli avversari di chi ne diventava bersaglio: le prime forme di propaganda.

La democrazia, come metodo di inveramento pratico dell’uguaglianza, nasceva zoppa anche nella forma delle partecipazione diretta. Oggi il rischio – compreso da Constant - è la perdita di interesse della popolazione per i suoi diritti e doveri politici. Anziché uguaglianza, si diffonde indifferenza, un’ulteriore arma di oppressione in mano ai detentori del potere, che la sfruttano a proprio vantaggio.

A ciò si aggiunge la forza del denaro, che svuota la democrazia e rende lo stesso processo elettorale- secondo la narrazione dominante, culmine dell’uguaglianza in base al principio “un uomo, un voto” – una farsa dominata da chi può mettere in campo le risorse per orientare- ossia ingannare- la cosiddetta opinione pubblica.

Si tende inoltre a nascondere un elemento decisivo di ogni luogo, tempo e civiltà: la natura oligarchica del potere. Sempre, in barba alle teorizzazioni sull’uguaglianza e all’enfatizzazione del totem democratico, le decisioni sono prese da minoranze la cui capacità di coesione e di azione concertata supera di gran lunga maggioranze divise o prive di direzione.

E’ la legge ferrea delle oligarchie (che solo raramente sono aristocrazie, potere dei migliori) enunciata da Roberto Michels: tutte le organizzazioni complesse – non solo politiche- evolvono da una struttura democratica a un nucleo dirigente ristretto dominato da una oligarchia. Si tratta di una verità negata attraverso l’inganno.

La differenza tra la struttura del potere contemporaneo e quello di altre epoche è che finge di essere legittimato dalla maggioranza in base al principio di uguaglianza, declinato politicamente mediante il voto.

La maggioranza, secondo tale credenza, vince in quanto espressione quantitativa. Una tautologia che non spiega perché l’opinione maggioritaria – anche di un solo “uguale” in più - sarebbe superiore a ogni altro criterio.

Si è spesso sostenuto che i voti si dovrebbero pesare, non contare. Era la convinzione, ad esempio, del romantico Schiller. Vale ancora nell’ambito delle società di capitali e dei condomini, in cui conta la quota di capitale posseduta o i millesimi detenuti in una proprietà. Purtroppo occorre riconoscere che non esistono metodi accettabili per attribuire valore differenziato a un voto, a un’opinione, a un convincimento. Non esiste il peso specifico delle idee, né, come in chimica, il concetto di “valenza”.

Per questo il cammino storico dell’uguaglianza, in politica ha finito per attribuire a ogni essere umano un voto di valore uguale a quello di ciascun altro. Basta essere” cittadini” - per nascita, sangue o certificazione burocratica- e avere una certa età.

Tutto questo in teoria; nei fatti il potere è più oligarchico che mai, la proclamata uguaglianza è simile al principio della Fattoria degli Animali di Orwell, in cui tutti erano uguali, ma alcuni più uguali degli altri. Nel romanzo i maiali, destinati al comando.

Le trasformazioni sociali e il senso comune maturato nel tempo rendono impossibile opporsi al principio “un uomo, un voto” in termini etici, culturali, pratici.

Tuttavia, i più fieri nemici dell’uguaglianza politica sono precisamente quelli che la proclamano ogni dì h.24, con il sostegno di un gigantesco apparato propagandistico. Più è esaltata nei “sacri “ principi, più è negata, compressa, cancellata nella realtà.

Ci piacerebbe poterla pensare come un giurista e poeta spagnolo del XVIII secolo, José Gerardo Hervàs, : “devo seguire la via dei pochi, poiché mendicare il suffragio della plebe comporta danni assai costosi”.

Bisogna invece ragionare con freddezza e prendere atto che l’oligarchia non ha mai dominato in maniera tanto estesa da quando il metodo democratico e il principio di uguaglianza sono diventati intangibili. Li hanno piegati ai loro interessi e la “plebe” è diventata una turba di schiavi felici convinti di contare qualcosa. (…)

[Ci dicono che] sono i mercati che decidono. Gli basta girare la manopola dello spread e in un paio di pomeriggi…puff!  Il brutto è che dicono così non per deprecare la fine della democrazia reale, ma per prepararci: comandano i mercati, il potere del denaro. E’ inevitabile, non c’è alternativa. Rassegnatevi, anzi applaudite. >>

ROBERTO PECCHIOLI

sabato 14 settembre 2024

Pensierini – LXXVI

SCHERZI DA VILLANO
Avrete notato anche voi che i film e le trasmissioni che parlano di scherzi, anche crudeli, sono seguitissime e molto popolari.
Sembra una cosa divertente, ma è invece molto triste, perchè ogni scherzo è – in ultima analisi - un atto di bullismo, che consiste nel provocare in una persona ignara dei sentimenti ingiustificati di disagio, di ansia o di paura.
E quando si chiede agli autori dello scherzo perchè lo hanno fatto, rispondono “perchè è divertente”, senza rendersi conto che questa non è una vera risposta, ma una semplice tautologia.
Perchè lo fanno, allora ? E perchè quelle fiction hanno tanto successo ?
Per lo stesso motivo per cui vengono commessi gli atti di bullismo: cioè per sentirsi superiori ad un altra persona, senza esserlo.
E se gli scherzi sono fatti da (sedicenti) amici, rappresentano una cattiveria ancora peggiore, perchè rompono il legame di fiducia esistente. Che tristezza.
LUMEN


CURA DEI FIGLI
Sul modo migliore di educare e crescere i figli sono stati versati fiumi di inchiostro e, data la mia inesperienza in materia (in quanto, personalmente, non ho figli) non intendo entrare in un argomento così complesso.
Mi limito però a dire, sulla base delle mie osservazioni personali, che sembra esistere una relazione diretta tra una buona educazione dei figli ed il tempo che i genitori passano con loro.
Nel senso che maggiore è il tempo che riescono a trascorrere insieme, migliore sarà lo sviluppo dei ragazzi.
Purtroppo, le buone intenzioni non bastano, perchè, con la vita di oggi, il tempo disponibile, per entrambi i genitori, è sempre troppo poco.
C'è da stupirsi, quindi, se l'educazione dei figli appare sempre più difficile e problematica ?
LUMEN


ARTE SACRA
Cosa si può dire dell'arte sacra, così come la conosciamo noi che viviamo in paesi cattolici ?
Certo vi sono dei capolavori assoluti, e non potrebbe essere diversamente, visto che, per molti secoli, le opere venivano commissionate ai massimi artisti viventi.
Ma per quanto riguarda i contenuti, se escludiamo le esigenze dei ricchi committenti, dobbiamo ammettere che si trattava solo di propaganda per analfabeti.
Per questo, in genere, risulta così noiosa.
LUMEN


FIDARSI O NON FIDARSI
Qualcuno ha fatto notare che tra i cittadini dei paesi occidentali si possono evidenziare due posizioni di massima, alternative tra loro: da un lato ci sono i seguaci del mainstream (vaccinisti, pro Israele, pro NATO, pro euro, ecc.) e dall'altra gli alternativi (No vax, pro palestinesi, No euro, No NATO, ecc.).
Credo che la distinzione sia antropologica e corrisponda a quella tra 'chi si fida' e 'chi non si fida'.
I primi credono ed accettano tutto quello che proviene dall'autorità, i secondi, invece, non credono e non accettano nulla.
Essendo due posizioni estreme, forse sono entrambe inadeguate.
L'ideale sarebbe poter dare una valutazione specifica e selettiva delle informazioni ricevute (a questo posso credere, a quest'altro no), ma abbiamo troppe poche informazioni sicure per poterlo fare.
Non credo, onestamente, che esista una soluzione.
LUMEN


PREVEDERE IL FUTURO
L'uomo ha il terrore del futuro, perchè gli mette ansia.
E' vero che esiste una certa curiosità per l'ignoto, ma ben peggiore, e di gran lunga più importante, è il timore delle avversità.
Per questo ha imparato a conoscere il ciclo del sole, il flusso delle stagioni e le altre costanti naturali (biologiche , astronomiche, ecc.).
Il futuro però, inteso nel suo complesso, è necessariamente incerto e questo, come detto, mette ansia.
Pertanto qualunque meccanismo sociale possa dare l'illusione di prevedere il futuro, toglie un poco di quella ansia.
In genere si tratta delle semplici furberie di ciarlatani o imbroglioni, che si guadagnano la pagnotta senza lavorare. Ma, a ben vedere, anche il principio religioso della provvidenza divina, che promette dei benefici futuri, opera in quella direzione.
E questo spiega il successo eterno di certi personaggi e di certe attività.
LUMEN

lunedì 9 settembre 2024

Fuori Controllo

E' noto che la UE, con la sua struttura pesantemente burocratica, provvede a normare e controllare moltissime attività comunitarie (ed anche nazionali).
Ci si aspetterebbe pertanto che sia molto attenta e occhiuta anche nel controllare i flussi dell'immigrazione. Ma purtroppo non è così e la situazione sembra ampiamente fuori controllo.
A questo argomento è tratto il post di oggi, tratto dal sito internazionale 'The Overpopulation Project' (traduzione dall'inglese di Google).
LUMEN



<< Secondo l’ufficio statistico dell’Unione europea, nel 2022 sono emigrati 5,1 milioni di persone nell’UE (l’ultimo anno per il quale sono disponibili statistiche complete). Ciò ha rappresentato un aumento del 117% rispetto al 2021.

Nel frattempo, circa 1 milione di persone hanno lasciato gli Stati membri dell’UE per altre nazioni, con conseguente immigrazione netta di 4,1 milioni.

Nonostante un calo di breve durata dopo la le proteste pubbliche nel 2015 e un altro calo dovuto al COVID nel 2020, i numeri dell’immigrazione dell’UE sono rimbalzati e ora sono i più alti che siano mai stati.

Gran parte del recente aumento è dovuto alla guerra in Ucraina, in particolare alla migrazione verso l'Europa orientale e centrale. Ma i numeri sono aumentati rapidamente anche per la migrazione dal Medio Oriente, dal Sud e dall'Asia Orientale e dall'America Latina.

Nel 2022, quasi 3,7 milioni di nuovi permessi di soggiorno sono stati rilasciati nell’Unione Europea (UE) negli Stati membri – non includendo l’afflusso dall’Ucraina – rispetto ai 2,9 milioni del 2021. Secondo Eurostat la Germania ha registrato il maggior numero totale di [nuovi] immigrati (2,1 milioni) nel 2022, seguita da Spagna (1,3 milioni), Francia (0,4 milioni) e Italia (0,4 milioni).

L'immigrazione di massa, un fenomeno relativamente recente in Europa, solleva questioni sociali urgenti.

In che misura [gli europei] sono disposti ad accettare un gran numero di persone provenienti da culture senza un forte impegno per i diritti umani e la parità di genere ? 
Quanto bene questi migranti si integrano nelle società europee?
I cittadini attuali dovrebbero avere il diritto di rallentare la migrazione ad un ritmo che consenta la piena integrazione (se possibile) ?
In che modo i diversi livelli di immigrazione influiscono sulle generose reti di sicurezza economica dell’Europa ?
E quale sarebbe il destino delle aree naturali dell’UE, comprese le zone della rete di natura protetta (Natura2000), se il continente diventasse ancora più densamente popolato?

Nonostante molti europei abbiano dichiarato il desiderio di una minore immigrazione, le élite politiche generalmente continuano a offrire di più. (…)

Una questione che è generalmente trascurata sia dagli oppositori che dai sostenitori dell’immigrazione di massa è il suo impatto demografico (…).

I livelli di immigrazione sono un fattore importante nel determinare il numero futuro della popolazione nell'UE, mentre il futuro numero di popolazione dell'UE sarà un fattore importante per determinare le emissioni di gas a effetto serra, il successo degli sforzi di protezione della biodiversità e altri sforzi di sostenibilità all'interno dell'UE.

Come regola generale, meno persone forniscono molteplici benefici ambientali. Al contrario, più siamo, più danni facciamo.

Per coloro che vivono nell'UE e sono curiosi di sapere in che modo l'aumento o la riduzione degli attuali livelli di immigrazione influenzerà il numero futuro di abitanti del proprio paese, abbiamo predisposto un grafico previsionale. (...)

Ad esempio, la migrazione netta annuale della Germania per i vent'anni precedenti al 2016 era di circa 260.000 persone. Il nostro grafico prevede che se passasse al 200% (circa 520.000 migranti netti annuali) la popolazione della Germania aumenterebbe da 82 milioni a 113 milioni entro il 2100.

Ma nel 2023, secondo l’ufficio statistico tedesco, la migrazione netta annuale è già stata molto più elevata, circa 700.000. Se questo livello continuasse per tutto il secolo, i tedeschi possono aspettarsi una popolazione di diverse decine di milioni più alta, con tutte le pressioni ambientali che ne conseguono.

Al contrario, la diminuzione o l’azzeramento della migrazione netta annuale porterà probabilmente al calo della popolazione in Germania, con i conseguenti benefici ambientali.

Oppure consideriamo la Francia, dove la migrazione netta ha raggiunto 183.000 nel 2023, la più alta degli anni. Nei due decenni precedenti al 2016, l’immigrazione netta annuale in Francia è stata in media di 100.000.

Il nostro grafico fornisce un’approssimazione abbastanza buona di dove il livello migratorio netto del 2023 porterebbe la popolazione francese nei prossimi decenni: nel 2100 raggiungerebbe i 90 milioni, 33 milioni di persone in più rispetto a oggi.

Infine, consideriamo l'Unione europea nel suo insieme. Il dato annuo di immigrazione di 4,1 milioni fornito da Eurostat per il 2022 è molto vicino alla cifra della migrazione netta (4,75 milioni) che avevamo previsto nel nostro grafico pubblicato cinque anni fa.

È divertente ricordare quante critiche avevamo ricevuto allora da alcuni demografi, che avevano detto che lo scenario era troppo elevato per essere mai raggiunto e non avrebbe dovuto essere incluso nello studio. Bene, l'UE è quasi lì, ora, e alcuni sostengono norme più permissive che aumenterebbero i livelli di immigrazione ancora più alti.

Se l'UE dovesse continuare ad accogliere il suo attuale elevato livello di migrazione netta per tutto il secolo, la popolazione dell'UE raddoppierebbe approssimativamente entro il 2100. A livelli di immigrazione più bassi, al contrario, ci sono strade per un graduale declino della popolazione.

Queste differenze di centinaia di milioni di persone in più o meno nel 2100, solo tre generazioni in futuro, faranno ovviamente una grande differenza nell’impronta ecologica degli europei e nella loro capacità di creare società sostenibili. >>

PHILIP CAFARO

mercoledì 4 settembre 2024

La settima Arte – (5)

In questo nuovo post dedicato al cinema, troverete 3 commedie italiane recenti, scelte come sempre tra i miei film preferiti. Si sorride, in molte scene si ride di gusto, ma c'è anche l'occasione per riflettere.
Tutti i testi sono tratti dal sito MYMOVIES.IT.
LUMEN



IO C'E' (2018)

<< La trama prende a bersaglio le religioni in generale, la fragilità dell’uomo che da quando è diventato “Homo erectus” pare non sia riuscito a fare a meno di affidarsi al credo di un Dio, rimuovendo il pensiero che bisogna credere innanzitutto negli uomini, in se stessi e negli altri, nell’empatia tra i propri simili, nella solidarietà, nella reciprocità.
Attorno a questo spunto, manifesto pur se non dichiarato, gira la trama che, naturalmente attacca (e lo fa in fondo con morbidezza, visto che viviamo tempi difficili anche per parlare male delle religioni ) paradossali situazioni sostanziali quali l’esenzione dalle tasse per i luoghi di culto e dunque delle attività commerciali (a volte floride) che vi si possono svolgere, il business dell’otto per mille ecc.
Di qui l’idea: perché lavorare per pagare le tasse se basta inventarsi una religione? Ed ecco bello e pronto lo “Ionismo”! I fedeli arriveranno. Basta aspettare: in questa società di solitudine, verranno spinti dalla inconfessata necessità di stare insieme!
Un limite del film? Forse avrebbe potuto essere più irriverente, ma viviamo tempi non facili. Accontentiamoci. >>

<< Esilarante commedia mista di sacro e profano "Io c'è"; irriverente verso tutte le follie delle religioni come le loro regole, comandamenti e dettami... Tra risate a crepapelle, si individua comunque, lo stile di vita che viene suggerito dalle migliori filosofie dei nostri tempi, (...) come la libertà sessuale da Osho e la sua idea di ”Uomo Nuovo”: un uomo nuovo la cui esistenza si fonda sulla consapevolezza, l’affermazione della vita e della libertà. Consigliatissimo per 100 minuti di piacevole serata al cinema.>>


L'ORA LEGALE (2017)

<< Ficarra e Picone continuano a far ridere al cinema, ma stavolta aggiungono un qualcosa in più, un'analisi amara ma purtroppo veritiera sul malcostume generale italiano e sul rispetto delle regole. Siamo a Pietrammare, il Comune si appresta ad eleggere il nuovo Sindaco, e i cittadini stanchi delle promesse non mantenute dal sindaco in carica Patanè, decide di cambiare aria e di affidarsi ad un nuovo sindaco, cognato di Ficarra e Picone.
L'entusiasmo iniziale dei cittadini viene sin da subito smorzato, il Sindaco Natoli impone, o meglio, rispetta e fa rispettare le regole, rimette i vigili in strada, applica la raccolta differenziata e aumenta le tasse, il malcontento generale cresce e coinvolge anche Ficarra e Picone; il finale lascia l'amaro in bocca e smuove una critica ed una riflessione profonda. >>

<< Com'è difficile essere onesti! Il tema oggi è di estrema attualità e diventa ogni giorno più pressante. Tra gli slogan urlati e i comportamenti reali c'è sempre il rischio di una inaspettata divergenza. E' merito di Ficarra e Picone aver dato a questo frequente conflitto una veste cinematografica plausibile, e al tempo stesso assai ironica e divertente.
Senza mai scadere nel qualunquismo disfattista, e senza peraltro tacere i difetti degli "innovatori", i due cominci riescono ad intrattenere il pubblico scaricando nella trama ogni possibile conflitto tra purezza e opportunismo, tra intransigenza e quieto vivere. L'ambientazione siciliana appare quanto mai idonea ad ospitare la summa di tutti i mali che infestano la pubblica amministrazione ma che fanno deviare dalla retta via anche i comportamenti individuali dei singoli cittadini.
La conclusione è quanto di più realistico ci si potesse aspettare in questo contesto. Ma una vena di speranza per un futuro migliore forse può sopravvivere. Film davvero spassoso, che però induce ad un esame di coscienza sul proprio livello di senso civico. >>


HABEMUS PAPAM (2011)

<< Il conclave, la designazione del nuovo papa, è quasi il ‘pretesto’ per la narrazione, l’idea-base da cui partire, ma poi si allarga cosmicamente fino a divenire un’indagine sull’uomo, sulla sua capacità di fingere e di essere, soprattutto se riferita ad un uomo che, come il Cristo – e la metafora percorre tutto il film – è ‘solo’ uomo, ma è anche divino, è il santo padre–come lo definisce uno dei prelati parlando con moretti-psicanalista che lo ‘chiama’ solo uomo.
Ma è uomo con grande, troppo peso sulle spalle, quello del mondo ecumenico, la cattolicità intera, osì come il Cristo aveva nel destino la salvezza del genere umano. (...)
E’ il Woytila della gioventú, quello che scriveva poesie e pièces teatrali e recitava, quello che fugge dopo la sua elezione – uno stupendo ottantacinquenne, mostro sacro in sempre ottima forma, il grande Michel Piccoli – l’uomo che rifiuta la sua umana condizione, troppo pesante da affrontare, troppo umana-mente insopportabile,troppo onesto per continuare a mentire a se stesso ed a quel miliardo di persone che si aspettano da lui cose che non è in grado di dare.
E l’uno nessuno e centomila di pirandelliana memoria sempre meno si confanno alla solitudine dell’uomo moderno,novello Cristo di un quotidiano sempre più faticoso da vivere.

La leggerezza al rigoroso spessore del film viene, quasi paradossalmente, dalla stessa interpretazione di Nanni, la parte che si è scelta non è casuale, giocata com’è sul filo di un surrealismo a tratti buňueliano ma che, in realtà, fa parte della serie delle sue consuete auto-glorificazioni che però ci stanno e benissimo, usate stavolta in maniera (…) auto-ironica, per creare un equilibrato contraltare, esaltandola sottovoce, alla enorme vicenda umana che si dipana davanti ai nostri occhi.
E’il Moretti maturo che ha ritrovato il miglior se stesso raggiungendo con 'Habemus Papam' un’eleganza formale ed una raffinatezza di sintesi che san quasi di perfezione, di eternità. 
Persino commovente il finale: l’autenticità di comportamento nell’accettarsi nella propria impotenza di essere umano,ammessa pubblicamente, alla finestra del Vaticano di fronte al virtuale-vero miliardo di fedeli che lo attendevano, e coerentemente ed onestamente sottrarsi, accettando responsabilità e conseguenze di quanto fatto, è sentimento e dichiarazione d’intenti impensabile e, quindi, ancor più encomiabile, proprio in questa nostra società odierna. >>