giovedì 26 ottobre 2023

Pensierini – LXIII

CONSUMISMO
Le persone più sagge diffidano del consumismo, che considerano, con ragione, una limitazione della libertà personale (non solo economica), ed invitano quindi a respingerlo, limitando i propri acquisti alle sole cose necessarie.
Il consiglio è ottimo, ma... facile a dirsi, difficile a farsi.
Perchè l'uomo non ha bisogno solo del necessario materiale, ma anche di un'altra 'soddisfazione' specifica che potremmo definire psicologica, ovvero la sensazione di superiorità. Una sensazione che, se non è soddisfatta, ci fa sentire infelici: ed allora il desiderio di possedere non ha più limiti.
Certamente ognuno di noi reagisce a questa spinta genetica in modo diverso e personale. Chi ha la fortuna di esserne consapevole, può limitare la sua sensazione al livello interiore, mantenendo un comportamento corretto e rispettoso nei confronti degi altri. 
Ma se – come nella maggior parte dei casi – la spinta non viene percepita a livello cosciente, si determinano poi quei tipici tentativi di sopraffazione (fisica o psicologica) che tanto avvelenano i rapporti umani. Perchè per ogni persona che manifesta una superiorità, ce ne vuole almeno un'altra che la subisca.
Temo quindi che il consumismo – tanto amato dai produttori e dai commercianti – possa dormire sonni tranquilli.
LUMEN


CREDERE IN QUALCUNO
E' giusto essere diffidenti, perchè gli uomini sono abituati a mentire spesso.
Ma le nostre conoscenze personali sono, per forza di cose, talmente limitate che credere in qualcun altro diventa necessario, ed anzi invitabile.
Io, una volta preso atto che non si può credere alle autorità religiosi, perchè parlano di cose che non esistono, ed alle autorità politiche, che mentono per ovvii motivi di convenienza, ho deciso di credere agli uomini di scienza.
Già sapendo che, in alcuni casi, me ne potrò pentire; ma mi sembra, tutto sommato, il male minore.
LUMEN


TANTI O POCHI
Potendo scegliere, io preferisco un pianeta abitato da poche esseri umani, ma che vivono a lungo ed in modo agiato, piuttosto che da tanti esseri umani che muoiono presto e dopo una vita di stenti.
La scelta, purtroppo, è inevitabile, perchè il totale delle energie rinnovabili della terra è fissa e non modificabile; mentre la quota pro-capite dipende, ovviamente, dal livello della popolazione.
Io credo che ben poche persone, dopo averci riflettuto sopra, possano essere contrarie. 
E la scelta di quale mondo vogliamo dipende anche da noi.
LUMEN


COMPORTAMENTO LOGICO
Vilfredo Pareto, uno dei padri della sociologia classica, divideva i comportamenti umani in 'Logici' e 'Non Logici', e ne concludeva poi, visto lo stato deplorevole delle vicende umane, che i comportamenti 'Non Logici' erano la maggioranza.
Io (si parva licet) non sono d'accordo.
Secondo me, tutti i comportamenti umani sono, dal punto di vista dell'agente, di tipo logico, cioè sono la conseguenza di un ragionamento coerente dal punto di vista formale.
Se appaiono illogici (come spesso accade) è solo perchè quella persona disponeva di informazioni errate, ma non lo sapeva.
A conferma che il controllo delle informazioni è (quasi) tutto.
LUMEN


PROVERBI INESISTENTI
= Chi ben capisce, peggio risponde.
= Sotto la panca, la capra si riposa.
= Chi fa da sé, fa per uno. 
= Corna e buoi dei paesi tuoi.
LUMEN


CASA DOLCE CASA
Io sono un tipo tranquillo ed abitudinario, che trova nella routine quotidiana la propria forza interiore e considera la sua casa come il miglior porto contro le tempeste.
Però dicono che non va bene, che non fa bene starsene troppo nella 'comfort zone'. Che bisogna uscire di casa, affrontare il mondo e mescolarsi con la gente.
Ma chi l'ha detto che sia davvero necessario girare il mondo come trottole ?
Se ti piace lo fai, se non ti piace non lo fai.
Tanto, per imparare come funziona il mondo, non serve l'interazione fisica con gli altri popoli e le altre culture: basta leggere.
LUMEN

giovedì 19 ottobre 2023

Il rasoio di Odifreddi

In uno dei suoi saggi più famosi - “Perché non possiamo essere cristiani” - il logico e matematico Piergiorgio Odifreddi utilizza il 'rasoio' della ragione e della scienza per analizzare i Testi Sacri ed i dogmi della religione cristiana.
Che non ne escono molto bene.
Il testo di oggi contiene la presentazione ufficiale del libro da parte dell'editore (TEA) ed, a seguire, la recensione di Raffaele Carcano, tratta dal sito di UAAR.
LUMEN


<< Al centro del dibattito tra religiosità e ateismo, questo libro è uno straordinario viaggio dentro le Scritture e lungo la storia della Chiesa, fino ai giorni nostri.
Come uomo di scienza, Piergiorgio Odifreddi, considera l'affermazione che quello della Bibbia è l'unico vero Dio una bestemmia nei confronti di Colui che gli uomini di buona fede hanno da sempre identificato con l'Intelligenza dell'Universo e l'Armonia del Mondo.
Come cittadino, afferma che il Cristianesimo ha costituito un grave freno per lo sviluppo del pensiero democratico e scientifico europeo, e ritiene che l'anticlericalismo sia oggi più una difesa della laicità dello Stato che un attacco alla Chiesa.
Come autore, infine, legge l'Antico e il Nuovo Testamento e le successive elaborazioni dogmatiche della Chiesa per svelarne, con una critica serrata e avvincente, non soltanto le incongruenze logiche ma anche le infondatezze storiche, dando alla Ragione ciò che è della Ragione e facendo emergere dai testi la Verità. (TEA) >>


<< Il volume, fin dal titolo, cita Bertrand Russell (altro logico e matematico, guarda il caso) ed anche, con giudizio ovviamente negativo, Benedetto Croce, su cui grava la responsabilità di un testo ("Perché non possiamo non dirci cristiani", del 1942), che costituisce ormai il mantra dei sostenitori delle radici cristiane dell’Italia e dell’Europa. (…)

Come fece a suo tempo Isaac Asimov con In principio, analizzando il Genesi come se fosse un testo scientifico, Odifreddi esamina ora soprattutto la coerenza interna delle Sacre Scritture, nonché dei dogmi che ne hanno distillato le confessioni cristiane.

Più che di critica biblica si dovrebbe dunque parlare di critica testuale, che si concretizza in un’opera che si potrebbe quasi definire di esegesi laica, in quanto affronta il testo come se lo si leggesse per la prima volta. È questa la ragione per cui le citazioni e le note sono quasi esclusivamente scritturali.

In ordinata e metodica sequenza, dunque, l’Antico Testamento, il Nuovo, il cristianesimo e il cattolicesimo vengono fatti passare per il tritacarne. Tutto sommato, però, con meno impertinenza e disistima di quanto qualcuno temesse (o auspicasse), benché il volume cominci con una capitolo intitolato Cristiani e cretini (un accostamento, peraltro, etimologicamente fondato).

La Bibbia è definita come il racconto di «piccole beghe di un popolo di pastori mediorientali di tremila anni fa»: libri intrisi di violenza, tanto che «il conto delle vittime ascrivibili al buon Jahvé, dalla moglie di Lot a Saul, assomma a 770.359 persone, salvo errori e omissioni», come il meticoloso professore diligentemente annota.

La circostanza rappresenta una buona ragione per chiedersi «perché mai chi dettava [le Sacre Scritture] avrebbe voluto che si scrivessero così tante cose che, come abbiamo cominciato a notare e continueremo a fare, sono sbagliate scientificamente, contraddittorie logicamente, false storicamente, sciocche umanamente, riprovevoli eticamente, brutte letterariamente e raffazzonate stilisticamente, invece di ispirare semplicemente un’opera corretta, consistente, vera, intelligente, giusta, bella e lineare?».

Già, perché? Perché tutti i testi sacri riflettono, inevitabilmente, le condizioni politiche, economiche, sociali e culturali delle comunità che li hanno creati. Meglio: delle élite che li hanno creati.

A questa constatazione non si sottrae nemmeno il Nuovo Testamento, specialmente laddove Gesù dice ai suoi discepoli: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perché vedendo non vedano, e udendo non intendano».

Il commento dell’autore è sferzante: «secondo la contorta logica di Jahvé […] la sua parola non deve dunque essere compresa, così che da un lato egli possa perversamente infuriarsi col suo popolo che non comprende […] e dall’altro lato, egli possa poi magnanimamente perdonarlo e risanarlo. Questa contorta logica viene dunque ereditata anche da suo Figlio, o chi per esso, che parla per parabole perché la gente non possa capirlo, affinché si compiano le profezie».

L’inevitabile conseguenza, sostiene l’autore, è che il cristianesimo si rivela «una religione di illetterati cretini», indegna «della razionalità e dell’intelligenza dell’uomo». «Non possiamo essere Cristiani, e meno che mai Cattolici» – sostiene con vigore - «se vogliamo allo stesso tempo essere razionali e onesti. La ragione e l’etica sono infatti incompatibili con la teoria e la pratica del Cristianesimo».

È comunque il cattolicesimo il vero bersaglio dell’autore, dai suoi dogmi sconcertanti (la transustanziazione, la Trinità, l’Immacolata Concezione…) ad aspetti meno teologici, ma non meno sorprendenti se si prendessero sul serio le rivendicazioni di povertà, rigore morale e spiritualità ripetutamente avanzate dalle gerarchie vaticane, quali la stipula di concordati, l’otto per mille, gli scandali finanziari…

Facile prevedere che le battute contenute nel libro piaceranno a molti, anche se probabilmente non piaceranno a tutti certe prese di posizione politiche.

Un complimento che potrà sembrare perfido all’orgoglioso matematico, ma che mi sento comunque di fare, è che questo è un libro scritto con bel piglio umanistico e perfino filologico (vedi l’ampio ricorso alle etimologie), con una facilità di scrittura da fare invidia a molti scrittori.

Quasi che l’autore, già che c’era, intendesse sfatare anche un altro mito, quello della inintelligibilità degli uomini di scienza. «Finché ci saranno religioni ci saranno guerre di religione, come ci sono sempre state e ci sono. Mentre invece non ci sono guerre di scienza, né ci sono mai state, perché la scienza è una sola».

La critica alle religioni, e alla loro pretesa di verità, è dunque impietosa. Dalla lettura del libro sembra emergere, anche se Odifreddi nega di voler “sconvertire” qualcuno, la malcelata ambizione che il grande pubblico sappia: quasi che anche il consenso di cui gode tuttora la Chiesa cattolica non possa spiegarsi razionalmente, se non con il mancato accesso di larga parte della popolazione a fondamentali strumenti di conoscenza. >>

RAFFAELE CARCANO

venerdì 13 ottobre 2023

Punti di vista - 33

POPOLAZIONE MASSIMA
Ormai una contrazione economica globale non può essere evitata e sarà quasi certamente accompagnata da una grande “correzione” della popolazione umana.
Stime attendibili indicano che la capacità di carico a lungo termine della Terra varia da un minimo di 100 milioni a un massimo di tre miliardi di persone.
WILLIAM REESE


CINA E RICCHEZZA
Il primo nemico della Cina [di oggi] è la ricchezza.
La cosa può sorprendere perché la ricchezza è universalmente considerata una cosa positiva. E certamente lo è.
Ma, paradossalmente, quanto più la gente sta bene, tanto più si lamenta del governo, se è libera di farlo.
Soprattutto la ricchezza presenta svantaggi per chi vuole dominare totalmente.
Un popolo miserabile può essere imbottito di propaganda finché manca di dati; ma un popolo prospero, che viaggia e conosce il mondo, come può essere ingannato sulla reale situazione del proprio Paese?
Ed oggi i cinesi viaggiano a decine di migliaia.
GIANNI PARDO


I CONFINI DELLA LIBERTA'
La libertà non è tutto ciò che mi va di fare, la libertà confina in alto col dovere, in basso con la responsabilità, ai lati col rispetto degli altri e da ogni parte con la misura.
Nella misura c’è la discrezione, la non ostentazione, la capacità di discernere ciò che è intimo da già che è pubblico, ciò che è privato da ciò che è solenne.
E tutto questo si chiama buon gusto. E la netta separazione tra ciò che è intimo e privato e ciò che è pubblico e solenne.
MARCELLO VENEZIANI


NOI E GLI ALTRI
Il bias di proiezione è una tendenza cognitiva che porta le persone a pensare che gli altri la pensino come noi, o che abbiano le nostre stesse caratteristiche.
Si tratta di una forma di auto-percezione, in cui le persone proiettano le proprie preoccupazioni, aspettative e opinioni sugli altri. In altre parole, questo bias può spingere le persone a vedere negli altri le caratteristiche che vedono in se stesse o che temono di possedere.
Ad esempio, un individuo potrebbe essere incline a sospettare che gli altri siano bugiardi (o generosi) solo perché è consapevole del fatto che mente spesso (o che lui stesso è una persona generosa).
Questo tipo di tendenza alla proiezione può influire su come ciascuno percepisce la realtà e interagisce con gli altri.
ANA MARIA SEPE


MATRIMONI DI IERI E DI OGGI
Ho letto che i matrimoni combinati di un tempo non erano poi quell’inferno che molti credono oggi.
I coniugi venivano “messi insieme” a freddo, molte volte senza nemmeno la loro partecipazione, e loro stessi non si aspettavano dal matrimonio niente di ciò di cui si parla oggi: né sesso appassionato, né dialogo, né particolare affetto.
Ambedue i coniugi conoscevano i loro doveri e i loro diritti, si rispettavano formalmente, mettevano al mondo dei figli perché era un dovere farlo, ma per il resto il matrimonio cominciava tanto prosaicamente che, col tempo, non poteva che migliorare.
Invece, da quando il matrimonio è divenuto “un affare di cuore”, da esso ci si aspetta la felicità, tanto che finisce con un divorzio più di un matrimonio su due.
A nessuno viene seriamente insegnato che una convivenza in tanto può riuscire, in quanto si sia disciplinati, in quanto si impari a tollerare e perdonare. La serenità coniugale è al prezzo della padronanza di sé.
La spontaneità non è quella deliziosa virtù che molti credono. Spontaneamente siamo dei maleducati e degli egoisti. È con la ragione e con la buona educazione che diveniamo persone perbene.
GIANNI PARDO


OTTO SETTEMBRE
Non ci siamo più ripresi dall’8 settembre di ottant’anni fa, quando sull’Italia fu fatta una croce e il paese fu così spaccato in quattro: l’Italia fascista, l’Italia partigiana, l’Italia monarchica e l’Italia neutrale.
Quella croce sul Paese pesa ancora, nonostante quei quattro spicchi d’Italia si siano rimescolati e disciolti, nonostante l’Italia abbia perso la memoria storica di quel che accadde e vive solo brucando nel presente.
Ma quegli stampini, quei quattro spicchi d’Italia, separati ormai dalle loro matrici storiche e ideologiche, sono ancora i recinti in cui vive l’Italia, pur con attraversamenti continui e passaggi di campo: magari si chiamano conservatori, progressisti, moderati e fluttuanti.
MARCELLO VENEZIANI

venerdì 6 ottobre 2023

Bric a Brac

Questo post è dedicato al gruppo di Stati denominato BRICS (dalle iniziali di Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) ed al loro ruolo crescente sullo scacchiere geo-politico mondiale, da intendersi quale alternativa al blocco occidentale che si è costituito nel dopoguerra intorno agli Stati Uniti.
Il testo è di Leonardo Mazzei ed è tratto dal sito di Sollevazione.
LUMEN


<< I BRICS nascono nel 2006 per raggruppare le cosiddette “economie emergenti”. In quell’anno il Brasile, la Russia, l’India e la Cina decidono di costituire un “coordinamento diplomatico informale”. Nel 2009, al primo vertice tra questi paesi (il Sudafrica si unirà solo nel 2010), verrà esplicitato lo scopo fondamentale dell’associazione, quello di perseguire “un nuovo e più equo ordine mondiale multipolare”.

In queste poche parole c’è già l’essenza fondamentale dei Brics, mentre nel persistente unipolarismo del blocco occidentale Usa-Nato c’è la ragione del loro associarsi. Quel che produrranno in futuro, ce lo dirà solo la storia, ma l’impressione è che si tratterà di una storia molto, ma molto interessante.

Torniamo adesso al modello associativo dei Brics. Fino ad ora l’analogia con il G7 [il forum delle Nazioni più sviluppate] è stata davvero notevole: un vertice all’anno, dichiarazioni finali di indirizzo piuttosto generiche ed articolate, la formale autonomia di ogni membro associato. Su quest’ultimo punto è interessante notare come le dichiarazioni finali non siano mai a nome dei Brics in quanto tali, ma dei rappresentanti di ognuno dei paesi che ne fanno parte. Esattamente come avviene per il G7.

Nel 2014 (summit di Fortaleza) emerge però un’importante novità. Nella città brasiliana, i Brics decidono infatti di creare una loro Banca di Sviluppo, la New Development Bank (Ndb), una chiara sfida all’ordine di Bretton Woods, basato sul ruolo della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale oltre che sulla centralità del dollaro. Questa banca (la Ndb), partita con una dotazione iniziale di 50 miliardi di dollari, poi accresciuta nel tempo, dispone anche della piattaforma “Brics Pay” per aggirare l’uso della moneta americana nelle transazioni tra i 5 paesi dell’associazione. Insomma, i Brics in quanto tali rimangono un’organizzazione sui generis, ma di fatto si vanno strutturando.

Il vero salto di qualità avviene però con la guerra in Ucraina, che (al di là delle differenze pure profonde tra loro), i Brics vivono come conseguenza della rinnovata aggressività occidentale. Se si capisce che questo è stato lo snodo fondamentale, quello che porterà all’allargamento annunciato a Johannesburg ed a quelli previsti in futuro, si è già capito l’essenziale.

E’ vero, Russia e Cina non si sono mai amate. E’ verissimo, l’India mantiene stretti rapporti di cooperazione militare con gli Stati Uniti in funzione anti-cinese. Ed è certo (e naturale) che le agende del Brasile e del Sudafrica siano centrate sui rispettivi continenti. E’ certissimo, infine, come ogni membro dei Brics persegua i propri specifici interessi. Ma, nonostante tutti questi elementi di contraddizione, i Brics sono uniti dalla comune volontà di non sottostare al tallone occidentale.

E siccome sanno che l’Occidente a guida americana è pronto ad ogni tipo di guerra pur di non perdere la sua supremazia, è alla guerra (per adesso quella economica) che si stanno preparando. Qui sta l’importanza del vertice in terra sudafricana. Probabilmente senza la guerra in Ucraina l’allargamento non sarebbe neppure avvenuto.

Gli stati che entreranno il 1° gennaio 2024 [Arabia Saudita, Iran, Argentina, Egitto, Emirati Arabi ed Etiopia], e quelli ben più numerosi in lista d’attesa (tra i quali alcuni giganti come l’Indonesia, la Nigeria e l’Algeria), sanno benissimo che la loro adesione ai Brics è vista a Washington come una dichiarazione di guerra de facto. Dunque, se hanno compiuto quel passo non privo di conseguenze, vuol dire che hanno ritenuto ormai impossibile sottrarsi al gigantesco scontro alle porte.

Del resto, il 94° ed ultimo punto della Dichiarazione di Johannesburg così recita: «Brasile, India, Cina e Sud Africa estendono il loro pieno sostegno alla Russia per la sua presidenza Brics nel 2024 e per lo svolgimento del XVI vertice Brics nella città di Kazan, in Russia».

Vista l’importanza dei simboli in politica, ed anche nei rapporti internazionali, possiamo immaginarci come questa enfasi sia stata accolta nelle capitali occidentali, specie a Washington. I delegati di una quantità di paesi che, tra membri effettivi ed aspiranti, rappresentano ormai la maggioranza della popolazione mondiale, che vanno in casa di un nemico sotto sanzioni. Decisamente un colpaccio sotto la cintura!

Molti commentatori occidentali hanno cercato di minimizzare la svolta, enumerando le tante contraddizioni che fanno dei Brics un blocco per molti aspetti parecchio eterogeneo. Ma se rilevare differenze e contraddizioni è fin troppo facile, costoro fingono di non vedere che la natura dei Brics – un’associazione che esclude programmaticamente l’esistenza di un’egemone al proprio interno – è esattamente opposta a quella del G7, laddove l’egemone c’è e non è difficile notarlo.

Questa differenza segnala sì un potenziale punto di debolezza dei Brics, ma al tempo stesso – tenendo conto che lo scopo dell’associazione è “un nuovo e più equo ordine mondiale multipolare” – ne mette in luce un fondamentale punto di forza: la salvaguardia e il riconoscimento degli specifici interessi (non solo economici) di ogni paese membro. (...)

Nessun mito dei Brics, dunque, ma [la consapevolezza] che il loro sviluppo è il più importante elemento oggettivo di messa in discussione dell’ordine attuale. La forza più potente che si oppone al blocco USA-NATO. Nulla di più, ma nulla di meno. >>

LEONARDO MAZZEI

domenica 1 ottobre 2023

Pensierini – LXII

ASCENSORE SOCIALE
E' opinione diffusa (che condivido) che la scuola moderna, in quanto pubblica ed obbligatoria, rappresenti il principale ascensore sociale delle nostre comunità.
Questo, però, solo nel caso che la scuola sia veramente selettiva e competittiva, perchè solo così può consentire ai ragazzi più capaci, provenienti dalle classi più umili, di emergere veramente.
Ne consegue che la gente comune dovrebbe apprezzare, ed anzi pretendere, una scuola selettiva; mentre le elites, che possono mandare avanti i loro figli anche solo per privilegio di 'classe', dovrebbero desiderare il contrario.
Purtroppo, per una serie di motivi che non sto qui ad elencare, è proprio la gente comune che chiede alla scuola di essere mediocre, compiacente e poco selettiva.
Con la conseguenza che le elites, per ottenere i loro scopi di autoconservazione, non devono far altro che accontentare le richeste della gente.
Meglio di così, per loro, non si può immaginare.
LUMEN


RAZZISMO
Molte delle tragedie umane dipendono dal fatto che la parola RAZZISMO è ambigua e vuol dire due cose diverse:
1= che le razze umane esistono (vero)
2= che alcune razze sono superiori alle altre (falso).
Chi nega la prima affermazione, per paura di sembrare scorretto, finisce per alimentare la seconda.
LUMEN


ATEI E AGNOSTICI
La distinzione tra atei e agnostici può sembrare un mero formalismo terminologico, perchè entrambi vivono 'etsi deus non daretur', ma forse nasconde qualcosa di più profondo, legato al concetto di spiritualità.
Nel senso che gli atei la negano totalmente, essendo dei materialisti puri, mentre gli agnostici, essendo più possibilisti, la accettano.
E questo, nella propria visione de mondo, può fare qualche differenza.
LUMEN


IL PIU' GRANDE
La famosa prova ontologica dell'esistenza di Dio, elaborata da Sant'Anselmo, inizia affermando che Dio “è ciò di cui non si può pensare nulla di più grande”; e poi prosegue con il seguito del ragionamento.
Ma voi ci avete mai provato ad immaginare una cosa simile ?
Io ci ho provato. E non ci sono riuscito. E sono convinto che non ci possa riuscire nessuno
Tanto è vero che se chiedete ad un quasiasi credente come si immagina Dio, come potrebbe a riconoscerlo se lo vedesse, egli non saprebbe risponderti.
LUMEN


STATO DI DIRITTO
Si parla di 'Stato di Diritto' per indicare il fatto che i rapporti sociali sono regolati da leggi generali ed astratte, che valgono per tutti i cittadini.
Questa è forse l'aspetto in cui si rilevano le differenze maggiori tra le democrazie e le dittature.
Nelle prime infatti, restano escluse dai vincoli della legge soltanto le elites, le quali, per ovvi motivi (ricchezza, potere, controllo sociale), ne sono esentate. Ma per tutti gli altri cittadini la legge è davvero la forza suprema che domina tutti e consente a chiunque di veder tutelati i propri diritti.
Nelle dittature, invece, tutti i rapporti sono preda della corruzione e dell'arbitrio, per cui al di sopra (o al di fuori) della legge non ci solo solo le elites del partito al potere, ma anche molte altri soggetti o gruppi sociali, per cui chi si aspetta la tutela della legge può trovarsi facilmente deluso.
E quindi, sia ringraziata la democrazia.
LUMEN


PERCHE' LUMEN
Se qualcuno si fosse chiesto l'origine del mio 'nickname', preciso subito che non ha nulla a che fare con il famoso 'Lumen Gentium', che oltretutto non è neppure il soprannome di una persona, ma soltanto un testo dottrinale della Chiesa Cattolica (per la precisione del Concilio Vaticano II).
Il mio è, molto semplicemente, il lume della ragione, ovvero la piccola lanterna con la quale il buon vecchio filosofo Diogene cercava l'uomo.
Io, ovviamente, non sono un filosofo (e nemmeno ci tengo), ma spero di poter passare, con benevola approssimazione, per un antropologo dilettante.
E quindi, armato del mio piccolo lume, mi sono messo anch'io alla ricerca. Con i risultati che vedete nel blog.
LUMEN