LUMEN: Senor Neruda, come state ?
NERUDA: Bene, benissimo; non mi sono mai sentito meglio.
LUMEN: Mi fa molto piacere.
NERUDA: Non sono certo come quei poveretti che muoiono lentamente, giorno dopo giorno.
LUMEN: E chi sono costoro ?
NERUDA: Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi.
LUMEN: Voi dite ? Non ci vedo nulla di male nelle abitudini. Sono compagne fedeli delle nostre giornate e ci aiutano a vivere più tranquilli e più sereni.
NERUDA: Lentamente muore chi non cambia la marca e il colore dei vestiti.
LUMEN: Questa poi ! La marca dei vestiti mi pare del tutto irrilevante e se uno ha dei colori preferiti, che male c’è ?
NERUDA: Lentamente muore chi non parla a chi non conosce.
LUMEN: Su questo siamo d’accordissimo. Bisogna parlare e socializzare con tutti.
NERUDA: Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco ed i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore ed ai sentimenti.
LUMEN: Caro senor Neruda, le emozioni sono importanti, nessuno lo nega, ma nella vita servono anche i puntini sulle “i”, magari solo per evitare di prendere delle fregature.
NERUDA: Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
LUMEN: Mah, spero che intendiate la cosa solo come gesto metaforico….
NERUDA: Lentamente muore chi è infelice sul lavoro,
LUMEN: Ah, questo è verissimo. Non c’è nulla di più triste che fare un lavoro che rende infelici. Però dipende anche dalla prospettiva: non si vive per il lavoro, ma si lavora per poter vivere con i soldi guadagnati.
NERUDA: Lentamente muore chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
LUMEN: Buttarsi nell’incertezza per un sogno ? No grazie. E chi l’ha detto che i sogni non possano inseguire anche con passo tranquillo, seguendo le proprie certezze ?
NERUDA: Lentamente muore chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
LUMEN: Se i consigli sono sensati, non vedo proprio perché li si debba ignorare, anche solo per una volta.
NERUDA: Lentamente muore chi non viaggia.
LUMEN: Viaggiare è bello, ma non certo nel modo sciocco e frenetico di oggi, saltando da un aereo ad un supertreno ad un’autostrada inquinante. Bisogna farlo in modo intelligente e non è necessario andare troppo lontano.
NERUDA: Lentamente muore chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
LUMEN: Su questo siamo d’accordissimo. Leggere, ascoltare musica e restare con se stessi a pensare. Questa è la vera serenità.
NERUDA: Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio.
LUMEN: Mah, l’amor proprio si trasforma troppo spesso in una prigione; saperlo distruggere non mi sembra poi un gran male.
NERUDA: Muore lentamente chi non si lascia aiutare;
LUMEN: Verissimo. Ma per fare questo occorre, appunto, saper oscurare l’amor proprio.
NERUDA: Muore lentamente chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna e della pioggia incessante.
LUMEN: Parole sante. Ognuno di noi è “faber fortunae suae” e dobbiamo lasciare i piagnistei e le lamentazioni a chi non ha alcuna stima di se stesso.
NERUDA: Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
LUMEN: Ben detto, la curiosità intellettuale è quello che ci tiene più vivi, anche in tarda età.
NERUDA. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
LUMEN: Grazie senor Neruda. Terrò in buon conto molte delle vostre parole.
(POSCRITTO - Pare che la poesia "Lentamente muore", su cui è basato questo dialogo immaginario, sia "falsamente" attribuita a Pablo Neruda, ma sia opera, in realtà, di una poetessa brasiliana. Spero che il buon Neruda, dall'alto della sua saggezza, mi possa perdonare.)