giovedì 25 aprile 2024

Superior stabat Lupus

Il post di oggi è dedicato ad un argomento a cui sono particolarmente affezionato: ovvero la presenza nell'uomo di una spinta fortissima alla ricerca della superiorità, di orgine presumibilmente genetica.
Si tratta di una spinta inconscia, che finisce per condizionare, spesso in negativo, tutto il nostro comportamento individuale e sociale.
Il testo raccoglie alcune delle riflessioni che avevo già pubblicato in precedenza nei Pensierini (vedi numero in parentesi), ma riunite in un unico post, per comodità di lettura.
LUMEN


PRIMEGGIARE (XLIII)
Ma in fondo, che cosa vuole la gente ? Vuole primeggiare, sentirsi superiore.
Qualunque sia l'attività a cui si dedica, che sia importante o di puro divertimento, ciascuno cercherà sempre di essere il più bravo, il più bello, il più ammirato, il più seguito, eccetera eccetera.
Ma primeggiare, per ovvii motivi, è un premio riservato a pochi. Tutti gli altri sono costretti a rimanere indietro: ci provano, si impegnano, ma non ci riescono.
E da qui discendono quasi tutte le infelicità del mondo.
LUMEN


FELICITA' E DINTORNI (LV)
La domanda più importante di tutte, ovvero 'Qual è lo scopo della vita ?', ha una risposta, tutto sommato, abbastanza facile, cioè 'Essere felici'.
Ma questa risposta porta poi con sé un'altra domanda, che risulta invece molto più difficile da risovere: 'E come si fa ad essere felici ?'
Molte persone, diciamo pure quasi tutte, sono convinte che la felicità sia un fenomeno vago ed inpalpabile, che avviene per conto suo, casualmente, senza che noi possiamo fare qualcosa per raggiungerla.
Io penso invece che questo sia possibile, in quanto – riflettendoci sopra - mi sono reso conto che siamo felici in due situazioni ben precise: quando abbiamo superato un problema o quando ci sentiamo superiori a qualcun altro.
La prima situazione, in genere, deriva da eventi esterni al nostro controllo, ma la seconda, essendo soggettiva, dipende solo da noi stessi.
Quindi alla domanda ' Come si fa per essere felici ?' si può rispodere semplicemente 'Facendo o pensando qualcosa che ci fa sentire superiori'.
Non dico che sia sempre facile riuscirci, ma non è nemmeno così difficile, se uno conosce bene se stesso.
E poi, si può sempre seguire questa semplice regola pratica: se una situazione ti fa senitre inferore, cerca di uscirne prima che puoi; se invece ti fa sentire superiore, cerca di dedicarle più tempo possibile.
LUMEN


TENORE DI VITA (LIX)
Molte persone, in perfetta buona fede, sono convinte che basterebbe assicurare a tutte le persone del mondo un tenore di vita decente per avere un mondo pacificato, senza le guerre e le violenze che affliggono l'umanità.
Purtroppo, il problema non è quello.
Assicurare un buon tenore di vita a tutte e persone al mondo è difficile (molto difficile se siamo 8 miliardi, più facile se siamo 1-2 miliardi), ma non è teoricamente impossibile.
Però la cosa non finisce lì. Certo, la gente, prima di tutto, vuole stare bene, ma questo non gli basta, vuole anche sentirsi superiore.
E una situazione in cui TUTTI possono sentirsi superiori a qualcun altro è, ovviamente, impossibile.
LUMEN


CONSUMISMO (LXIII)
Le persone più sagge diffidano del consumismo, che considerano, con ragione, una limitazione della libertà personale (non solo economica), ed invitano quindi a respingerlo, limitando i propri acquisti alle sole cose necessarie.
Il consiglio è ottimo, ma... facile a dirsi, difficile a farsi.
Perchè l'uomo non ha bisogno solo del necessario materiale, ma anche di un'altra 'soddisfazione' specifica che potremmo definire psicologica, ovvero la sensazione di superiorità. Una sensazione che, se non è soddisfatta, ci fa sentire infelici: ed allora il desiderio di possedere non ha più limiti.
Certamente ognuno di noi reagisce a questa spinta genetica in modo diverso e personale. Chi ha la fortuna di esserne consapevole, può limitare la sua sensazione al livello interiore, mantenendo un comportamento corretto e rispettoso nei confronti degi altri.
Ma se – come nella maggior parte dei casi – la spinta non viene percepita a livello cosciente, si determinano poi quei tipici tentativi di sopraffazione (fisica o psicologica) che tanto avvelenano i rapporti umani. Perchè per ogni persona che manifesta una superiorità, ce ne vuole almeno un'altra che la subisca.
Temo quindi che il consumismo – tanto amato dai produttori e dai commercianti – possa dormire sonni tranquilli.
LUMEN


LA NOIA (LXIV)
Una delle categorie di persone più patetiche in assoluto (da intendersi in senso ironico) è rappresentata da coloro che dicono di 'annoiarsi'.
Non solo perchè per annoiarsi è necessario non avere nessuna altra preoccupazione, cosa che dovrebbe già da sola renderci contenti, ma anche perchè, al giorno d'oggi, annoiarsi è praticamente impossibile, visto che con pochi soldi è possibile leggere libri e giornali, guardare film e spettacoli, sentire musica, e molte altre cose.
Ma chi si lamenta per la noia non si riferisce a queste cose, che potrebbe fare facilmente. Si riferisce, ovviamene senza saperlo, alla mancanza di attività sociali che lo facciano sentire superiore.
Ed allora diventano pericolosi, non solo per sé stessi, tanto da dedicarsi a sport estremi od altre attività border-line, ma anche per gli altri, in quanto diventano capaci, pur di ottenere il loro scopo, di offendere, deridere o addirittura maltrattare le persone più deboli.
E questo è davvero molto triste.
LUMEN

14 commenti:

  1. Caro Lumen,
    ho già contestato questa tua fissazione sulla superiorità come fonte di felicità, quindi mi ripeterò, magari con qualche precisazione.
    Intanto non sono così sicuro che tutti aspirino a sentirsi superiori (senza ovviamente poterci riuscire). E non mi piace nemmeno questo volersi sentire superiori a tutti gli altri che, poverini, soffrirebbero per la loro inferiorità.
    Mi dà fastidio la parola stessa, superiorità. Io direi piuttosto che la gente vuole avere successo, ciò che mi sembra normale, naturale. Probabilmente ciò è dovuto a una spinta genetica che avrebbe però a parer mio una semplice spiegazione. Tutti vogliono una fetta più grande di torta, perciò sgomitano e fanno i galletti. Questa spinta è però forte soprattutto in gioventù e per ovvi motivi. Non credo che una persona anziana e che ha già raggiunto una buona posizione voglia ancora primeggiare, sentirsi superiore agli altri (non sarebbe oltretutto un po' ridicola?).
    Insomma, tutti vogliono avere "inizialmente" successo (fino ai 30, 40 anni, magari 50), ma la stragrande maggioranza dovrà accontentarsi di galleggiare, sopravvivere (è già qualcosa, no?). Le persone normali e secondo te inferiori possono però lo stesso primeggiare, sentirsi superiori, identificandosi negli idoli (dello sport, dell'arte). Ovviamente è una superiorità per modo di dire, ma lo stesso rende felici (vedi quegli scemi di tifosi come esultano se la squadra del cuore vince o come vanno in estasi anche le persone colte alla Scala). Mi è rimasta impressa una sentenza non so più di chi: "Io mi sento più grande ammirando qualcuno". Sì, partecipo della sua superiorità.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Sergio, accetto senz'altro la tua critica, ma ti posso assicurare che questa specie di intuizione, quando provo ad applicarla nella pratica, "funziona", nel senso che mi consente di spiegare senza difficoltà quasi tutti i comportamenti umani che vedo intorno a me.

      Per esempio: perchè le persone passano moltissimo tempo a seguire lo sport professionistico, e si appassionano al punto da alterarsi, pur non avendone un interesse diretto ?
      Perchè quando le persone fanno sport personalmente, per semplice diletto, si divertono solo quando vincono, e quando perdono, invece, diventano intrattabili ?
      Perchè quando le persone sono in compagnia, il divertimento più comune è quello di giocare a qualcosa (anche solo a carte) ?
      Perchè la gente acquista moltissimi abiti od oggetti inutili, purchè costosi o vistosi ?
      Perchè esiste un proverbio (credo siciliano) secondo cui " comandare è meglio che fottere" ?
      Perchè Giulio Cesare diceva (e moltissimi sono d'accordo con lui) che: "è meglio essere primo in uno sperduto villaggio della Gallia, che secondo a Roma" ?
      Perchè gli avanzamenti di carriera sono così apprezzati, desiderati e concupiti, anche quando non comportano un sostanziale aumento dello stipendio ?
      E potrei continuare all'infinito.

      Il fatto che tu, personalmente, non ti senti preda di questo demone, ti fa onore (e ti rende la vita più serena), ma la maggioranza delle persone, secondo, me, ne è guidata e condizionata.
      E lo è a livello inconscio, il che aumenta il rischio di infelicità.

      Elimina
    2. Caro Lumen,

      ma proprio tutti gli esempi che fai dimostrano una cosa: che chi primeggia, si sente superiore, è felice perché è in una posizione privilegiata e quindi può approfittarne nell'eterna lotta o competizione che è la vita. In genere ciò si traduce anche in vantaggi economici, ma non necessariamente sempre. Emergere, sentirsi superiore agli altri fa senz'altro piacere, anzi rende persino felici, ma appunto perché ti pone in una posizione privilegiata rispetto agli altri e quindi ti senti più forte, anzi invincibile, anzi un dio. È una bella sensazione, se poi arrivano anche i soldi (quasi sempre) tanto meglio.
      Oggi detesto lo sport, mi sembrano tutti scemi, tifosi e protagonisti, questi ultimi un po' meno, anzi sono dei furbastri. Guarda ora come stanno "montando" Sinner, il nuovo eroe nazionale. Che fa il modesto ovviamente (ciò accresce la sua popolarità presso i gonzi tifosi) e intanto ad appena vent'anni è già milionario e si è fatta - modestamente - una Lamborghini.
      È comunque vero che gareggiare per vincere è una moda antichissima, vedi le Olimpiadi. È proprio nei nostri geni. Probabilmente anche negli animali. È però sempre in gioco la sopravvivenza, assicurarsi una parte più grossa del bottino.

      Elimina
    3. Caro Sergio, certo, primeggiare fa parte della natura, in quanto serve per avere dei vantaggi biologici (per il fenotipo) e riproduttivi (per il genotipo).
      Ma, in gran parte, si tratta di situazioni fini a se stesso, che restano senza conseguenze pratiche (cosa importa se la mia squadra ha vinto ? O se ho perso giocando a carte ?), lasciando solo una sensazione molto intensa di felicità/infelicità.
      Il problema, inoltre, è statistico: primeggiare è - per ovvi motivi - un privilegio di pochi, mentre il fallimento e la delusione sono molto più diffusi.
      Ne consegue che il mondo non riesce mai ad essere veramente in pace, tranquillo e sereno, perchè è popolato più da persone infelici che da persone felici.

      Elimina
    4. Non esageriamo, non è che i normali - secondo te inferiori - siano per forza infelici. Ci hanno provato a primeggiare e visto che non ci sono riusciti molti o i più se ne fanno una ragione e si adattano, si accontentano di quello che hanno (raggiunto) e sono quindi se non felici soddisfatti, vedi la massima "chi si accontenta gode". Ricapitoliamo: all'inizio vogliamo tutti primeggiare (è più forte di noi, è nella nostra natura), ma dopo aver dato cento volte la testa nel muro diventiamo ragionevoli (più o meno). Ci accontenteremo della luce riflessa (l'Italia campione del mondo, siamo campioni del mondo, Sinner il nuovo astro del tennis ecc.).

      Elimina
    5. Certo, nella vita bisogna sapersi adattare e molti ci riescono.
      Quello però che vorrei sottolineare è che la società non si divide solo in due categorie, con i 'super' che ce l'hanno fatta ed i normali che si devono accontare.
      Se fosse solo così, sarebbe più facile restare sereni.

      Il fatto è che la società è vista come una immensa classifica che va dal primo all'ultimo posto.
      E chi si trova nel gruppone, pur sapendo benissimo di non poter aspirare alla vetta, si può ugualmente crucciare di non riuscire a superare quelli che stanno subito sopra di lui, che sono invece alla sua portata.
      C'è sempre qualcuno di 'raggiungibile' da invidiare. E per il quale (se non ci riusciamo) essere infelici.

      Elimina
    6. Sì, questo è vero, c'è la cosiddetta Hackordnung fra noi, credo si dica in italiano diritto di beccata (fra i polli), siamo in concorrenza con i più vicini, donde invidia, animosità e guerricciole anche in basso, fra gli inferiori.
      L'invidia è poi uno dei sette peccati capitali ovvero mortali. Tutta colpa del peccato originale! Però a un certo punto conviene deporre le armi e fraternizzare, stiamo poi tutti meglio, no?

      Elimina
    7. Certo, lo diceva anche Leopardi nella Ginestra (in contrapposizione alla natura matrigna).

      Sono sicuro che tu, che conosci la letteratura molto meglio di me, puoi citare numerosi autori che hanno fatto della annotazioni psicologiche su questo meccanismo o lo hanno addirittura utilizzato per sviluppare le proprie storie.

      Elimina
    8. Potremmo anche chiosare sul famoso complesso d'inferiorità di cui tanti, tantissimi soffrono e che li induce talvolta ad azioni sconsiderate che nuocciono non solo agli altri ma anche a sé stessi (gli stupidi per eccellenza secondo Cipolla). Chi soffre di tale complesso non è ancora un fenotipo consapevole ...

      Elimina
    9. Mi sembra un ottimo esempio.
      Direi che Cipolla, con il suo divertente saggio sulla stupidità umana, aveva proprio colto nel segno.

      Elimina
    10. (continua)

      "... bisogna essere “performanti”, e questo genera ansia da prestazione, ostilità verso il prossimo, competitività insensata per reggere la quale corriamo in farmacia con la ricetta di narcolettici, ansiolitici e tranquillanti. L’uomo denaturato non ce la fa."
      (Roberto Pecchioli)

      Elimina
    11. Molti danno la colpa di questa ansia sociale al sistema capitalistico in cui viviamo, ma, secondo me, l'origine è semplicemente genetica.

      Elimina
  2. Sia a livello bio-genetico sia a livello culturale esistono (ovviamente con differenti gradazioni individuali e di gruppo) tanto pulsioni COMPETITIVE quanto pulsioni COOPERATIVE: si tratta di tenerle in un equilibrio il più possibile armonico (ovviamente spesso non è facile: basti pensare al tribalismo politico-religioso a sfondo nazionale e confessionale...) Saluti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esattamente.
      E questo perché il pool genico, per riprodursi, deve essere sia egoista che altruista.
      Questo però vale solo per i consanguinei.

      Il guaio è che spesso ce ne dimentichiamo ed attribuiamo alle istanze culturali un potere di modifica che non possono avere.
      Cosi, per esempio, posso fare tutte le pressioni culturali che voglio, ma 'amare tutti' non si può.

      Elimina