FRANCESCO – Tutto sommato, direi buono. I fedeli e le vocazioni sono un po’ in diminuzione, e questo lo sapevamo. Ma i soldi continuano ad affluire alle nostre casse più o meno come sempre. Non ci possiamo lamentare.
FRANCESCO – E’ normale. Io, quando parlo in pubblico, racconto quasi soltanto frottole, e la gente, qualche volta, se ne accorge.
FRANCESCO – Sì, una vecchia signora ottantenne che ha creduto a tutto quello che le dicevo. Un’esperienza indimenticabile.
FRANCESCO – No, mai: ci mancherebbe! L’abbiamo cacciato via perché quando parlava faceva danni. Adesso lo lasciamo ancora andare e venire, ci mancherebbe, ma non stiamo certo a sentire quello che dice.
FRANCESCO - Sì e no. Per le decisioni importanti sicuramente no: vengono prese dalla curia e io mi devo semplicemente adeguare. Però, quando c’è una specifica rogna che nessuno vuole, allora lasciano a me tutte le responsabilità.
FRANCESCO – Ma no, non è cambiato nulla: le mie parole erano necessarie per accreditare di me una certa immagine “nuovista”; ma tutto quello che dico è sempre concordato con loro, ci mancherebbe.
FRANCESCO – Sì, è un approccio mediatico che abbiamo studiato con cura (anzi con “curia”, eh, eh, eh…) e che sta funzionando alla grande. Alla gente questi riferimenti piacciono moltissimo, perché quando parlo della tenerezza pensano al sesso e quando parlo della misericordia pensano al perdono.
FRANCESCO – Per il momento direi che funziona benissimo, per cui continuiamo così. Se poi la gente dovesse stancarsi vedremo. Ma non credo: conosco bene le mie pecorelle.
FRANCESCO – Sì, un poco. Là avevo un po’ più di tranquillità e di tempo libero. Qui gli impegno sono moltissimi, quasi continui; ma in fondo ho accettato la bicicletta e quindi adesso è giusto che pedali…
FRANCESCO – Il mio status giuridico personale è, in effetti, un po’ complicato ed io stesso non ci capisco niente. Ma per fortuna ho delle persone che se ne occupano.
FRANCESCO – Ma no, ce le aspettavamo. Guai se le encicliche del Papa non sollevassero polemiche: vuol dire che non se le fila più nessuno e questa sarebbe davvero una tragedia. Come diciamo noi del marketing: bene o male, purchè se ne parli.
FRANCESCO – Quell’appello è stato una vera manna dal cielo e non posso che ringraziare i suoi firmatari. Quando si parla di abusi sui minori, il nostro scopo è ovviamente quello di sviare l’opinione pubblica, portandola dalla chiesa al mondo secolare. E quell’appello è stato perfetto per i nostri scopi.
FRANCESCO – Non confondiamo. La Chiesa non condanna assolutamente la ricchezza, tanto è vero che teniamo molto alla nostra e facciamo ottimi affari con il mondo dell’alta finanza. Ma esaltare i poveri è un messaggio che funziona molto bene, soprattutto nel terzo mondo, e ci da ottimi ritorni mediatici. Non vedo perché dovremmo rinunciarvi.
FRANCESCO – La globalizzazione ci ha consentito di fare molti ottimi affari, non lo nego. Ma il nostro giudizio rimane fortemente negativo. Anzitutto ha portato al miglioramento del tenore di vita in molti paesi del terzo mondo, a scapito di quelli occidentali, facendo declinare fortemente il nostro ruolo di controllo laggiù, senza nessun compenso in occidente. Inoltre ha facilitato notevolmente la circolazione delle idee, e questa per noi è sempre una cosa molto pericolosa.
FRANCESCO – Quello dei divorziati è un tema molto delicato, che richiede un equilibrio sottile. Noi non possiamo perdere completamente il contatto con loro, perché sono molti e c’è già troppa gente che sta abbandonando la Chiesa. Ma non possiamo neppure rinnegare i nostri dogmi storici in materia di matrimonio. Quindi si va avanti con le solite affermazioni “cerchiobottiste”, sperando che la gente non si accorga della loro vacuità. Altro non possiamo fare.
FRANCESCO – Ma proprio per quello che dicevo sopra. La nostra posizione in materia è chiarissima: vogliamo tenerci tutti i divorziati senza concedere loro nulla. Ma per ottenere questo risultato è necessario dare la sensazione di un profondo dibattito, come se davvero volessimo cambiare qualcosa.
FRANCESCO – Quella dei valori non negoziabili era una fissazione del mio predecessore, che ci ha creato problemi a non finire. Adesso che ce lo siamo tolto dai piedi, non c’è più nessun motivo di insistere.
FRANCESCO – Assolutamente no. Siamo convinti che finiremmo per attirare molte meno persone di quelle che sicuramente perderemmo. Non sarebbe un buon affare.
FRANCESCO – La funzione delle donne, nella Chiesa, continua ad essere fondamentale, soprattutto nei lavori di supporto più delicati e impegnativi (ristorazione, pulizia, accudimento, assistenza, ecc.). Al massimo, se dovessero calare le vocazioni femminili, potremmo decidere di ridurre le ore assegnate alla preghiera ed alla meditazione, ad aumentare quelle dedicate alla attività di cui parlavo sopra.
FRANCESCO – Questo mi sembra proprio l’ultimo dei nostri problemi. Abbiamo al nostro fianco, per motivi diversi, la grandissima parte della società civile, per cui possiamo continuare a spingere sulla crescita demografica senza correre nessun rischio di immagine. Quei “quattro gatti” dei denatalisti non otterranno mai nulla, e quindi non ci danno nessun fastidio.
FRANCESCO – Il principio base, su cui non possiamo assolutamente derogare, è che la persona non è autonoma, non può decidere con la propria volontà, ma appartiene a Dio, e quindi a noi della Chiesa. E’ un potere a cui non intendiamo rinunciare per nessun motivo. Quelli del fine-vita mi sembrano un po’ più pericolosi dei denatalisti, ma anche qui, un po’ di sano cerchiobottismo dovrebbe essere sufficiente.
FRANCESCO – Non credo. Loro sono disposti a tutto pur di difendere il loro territorio e le proprie pecorelle, per cui non accetterebbero mai un accordo che possa darci qualche vantaggio economico o di influenza. E senza questo, si tratterebbe di un pezzo di carta come tanti altri. Però il viaggio sarà comunque utile, perché farà circolare l’immagine di noi rappresentanti della varie religioni che ci parliamo amichevolmente. Questo piace molto alla gente e ci fornisce sempre un buon ritorno mediatico.
FRANCESCO – Qui la vedo dura, perché loro sanno benissimo quale pericolo rappresentiamo noi per la loro cultura. Ma ci proveremo comunque, com’è nella nostra natura di impiccioni ficcanaso.
FRANCESCO – L’Europa è un progetto laico, che tende ad escluderci a livello ideologico, e nel quale non riusciamo ad ottenere nessun tipo di potere, o sfera di influenza, o anche solo beneficio economico. Spero pertanto, per il bene della nostra Chiesa, che si disintegri presto e, probabilmente, è proprio quello che succederà.
FRANCESCO - Grazie a voi.