Torno a parlare dei problemi della scuola, perché il continuo degrado di quella italiana è, purtroppo, sotto gli occhi di tutti.
Quali le cause ? Si tratta solo dell’incapacità dei nostri governanti o vi è dell’altro ?
Quelle che seguono sono alcune considerazioni sull’argomento di Alberto Bagnai e di due lettori del suo blog.
LUMEN
<< [Appare] evidente la volontà dei nostri governi, da quello dove si distinse Luigi Berlinguer in giù, di distruggere il nostro sistema di istruzione.
I nostri politici si lamentano, con lacrime di coccodrillo, del fatto che i nostri giovani migliori sono costretti ad andare all'estero, ecc.
A parte che chi li costringe sono loro, i politici, con le loro scelte dissennate, (…) il punto è che fra un po' giovani migliori non ce ne saranno più: un anno di istruzione superiore in meno, niente compiti a casa, presidi sceriffo e precariato diffuso, programmi infestati dalla propaganda (si inizia studiando l'identità europea!) e scritti dai pedagoghi dell'OCSE (…).
Questa è una aggressione coordinata e continuativa a un modello che funzionava, perché insegnava a pensare, e perché portava i nostri studiosi in posizioni di eccellenza non solo scientifica, ma anche accademica in tutto il mondo.
Perché la sinistra vuole distruggere la nostra cultura ? (…)
Per gli stessi motivi per i quali è passata da una giusta, vibrante difesa dell'indipendenza nazionale, a una squallida, gesuitica subalternità a potenze straniere.
Essere indipendenti significa in primo luogo pensare con la propria testa: e per poterlo fare, occorre essere avviati all'uso di quello strumento critico che il capitalismo massimamente teme: “il libro senza figure”. >>
ALBERTO BAGNAI
<< Oggi su Amazon ho letto un commento di uno studente universitario, tale Rob, che recensiva un testo di storia che ha acquistato, indicatogli come testo di studio dal proprio professore.
E leggendo ho capito. Ho finalmente capito l'insistenza di Alberto Bagnai sui " libri senza figure".
Lo studente nella sua recensione ha assegnato un giudizio pessimo al testo d'esame soprattutto perché «E' quasi assente un qualsiasi tipo di aiuto mnemonico(riassunti, schemi, linee del tempo, esercizi)e le cartine sono poche e in toni di grigio (!)» (…).
E ha ribadito che tale libro «come manuale è decisamente sconsigliabile (opinione condivisa da tutti gli studenti universitari con cui mi è capitato di parlarne)», ma che «il libro non è pensato come manuale, ma per come testo per lettori interessati alla materia» (…).
Capite?! Non si tratta di un testo idoneo allo studio, dato che è scritto per lettori "interessati"!
Questi poveri ragazzi sono talmente abituati ai libri scolastici odierni, pieni zeppi di premasticati "aiuti mnemonici", che si abituano alla presenza di tali "aiuti".
E senza tali "aiuti" fanno fatica ad approcciare un libro "senza figure".
Arrivano a considerare tali aggiunte un supporto INDISPENSABILE al "proprio" pensiero, non accorgendosi che di "proprio" nella loro testa rischia di non esserci più nulla.
Non si rendono conto di aver studiato per anni su riassunti, schemi, mappe, ecc. elaborati da altre teste, non dalla propria.
Infatti i riassunti, gli schemi, le mappe concettuali già a disposizione, oltre ad effettuare una selezione del materiale secondo i criteri di chi li crea, inibiscono la capacità di ragionare con la propria testa, proprio perché esternalizzano il pensiero, e quindi dispensano dallo scegliere ciò che è importante ricordare e collegare.
Senza individuare autonomamente i concetti chiave, senza evidenziare da sé le relazioni che li legano, e quindi senza produrre in proprio i supporti alla memorizzazione (ed alla comprensione), il pensiero critico, semplicemente, non c'è. >>
(COMMENTO)
<< Nei secoli passati, la classe lavoratrice ha lottato, faticato, sudato, ..., è morta, per dare ai propri figli la possibilità di istruirsi e di scegliere il proprio percorso di vita.
Oggi, quella stessa classe lavoratrice lotta solo per una cosa: essere promossi e avere il titolo. Faticando il meno possibile.
Su Facebook ci sono gruppi come "Basta compiti" (fondato da un preside scolastico!).
Molti plaudono alla riduzione di un anno scolastico alle Superiori, cioè, praticamente alla fortissima riduzione di un servizio pubblico (offerto alle classi più deboli, perché chi può pagare, la scuola buona - e non la "buona scuola" - ce l'ha).
Se si legge di un professore punito perché ha rimproverato un alunno per un comportamento gravemente scorretto o perché ha messo voti «troppo bassi», tutti sono lì a gioire.
L'importante è colpire l'insegnante, cioè la scuola, cioè l'istruzione. In fondo, a scuola ci si deve andare per divertirsi.
Io ho avuto una preside che ci rimproverava continuamente - urlando e sbraitando - perché usavamo i libri di testo!
Niente più lezioni! I ragazzi devono divertirsi! Lezioni capovolte, brainstorming, ecc. E così via.
Insomma, anche in questo campo la classe dominante sta vincendo. E questo sta avvenendo con il supporto ed il consenso dei lavoratori.
Così, come avviene per l'eurismo, il jobs act, ecc.
Ogni volta che si toglie un diritto, politici, media, tv, ecc., riescono a far passare la cosa come un miglioramento, un regalo. E i lavoratori purtroppo ci cascano. >>
(COMMENTO)