giovedì 27 ottobre 2022

Caccia alle streghe ed altri orrori

Se ci si chiede cosa sono disposti a fare gli esseri umani (almeno i peggiori tra essi) per ottenere un vantaggio materiale, la risposta della storia è desolante: sono disposti praticamente a tutto, a qualsiasi violenza ed a qualsiasi crudeltà nei confronti dei loro simili.
Ce ne parla Ugo Bardi in questo inquietante articolo (tratto dal suo blog), che parte dalla ben nota 'caccia alle streghe' per giungere a considerazioni più generali.
LUMEN


<< Se pensiamo alla storia delle cacce alle streghe del XVI-XVII secolo in Europa, l'impressione più comune è che la tipica strega fosse una vecchia megera che viveva in una capanna ai margini del villaggio, sola con un gatto nero. Ma no, non era così. Forse questo tipo di persone marginali venivano occasionalmente uccise come streghe, ma non erano le vittime usuali.

In realtà la caccia alle streghe aveva una forte componente monetaria e spesso veniva praticata con l'obiettivo di lucrare sulla confisca dei beni delle vittime. Non erano donne povere e indigenti ma, piuttosto, membri della classe mercantile in Europa, a quel tempo in crescita. 

L'aspetto redditizio della caccia alle streghe è stato spesso ignorato dagli storici, ma è stato rivalutato ed evidenziato negli ultimi tempi. (...) La caccia alle streghe [infatti] non si faceva - o si faceva raramente – dove il governo non permetteva la confisca dei beni delle vittime. Uccidere le streghe, quindi, era una delle tante forme di rapina legalizzata nella storia.

È una storia affascinante che ha a che fare con la nascita del capitalismo in Europa. Durante il XVI e il XV secolo, l'Europa si stava spostando da un'economia agricola quasi pura a un'economia commerciale e industriale che prevedeva la formazione di una classe mercantile che si sarebbe impegnata in attività come il prestito di denaro, la produzione di medicinali, e altri servizi.Fu tra i membri di questa nuova classe che furono trovate le "streghe".

L'aristocrazia terriera d'Europa trovò conveniente usare le tecniche di propaganda dell'epoca per sollevare la plebaglia contro questa nuova classe media e incorporarne i beni. È stata una lotta di classe che si è estinta solo quando la classe media è cresciuta a un livello di ricchezza e potere tale da poter rifiutare di essere vittimizzata.

Un paio di secoli dopo, con la rivoluzione francese, fu il turno della classe mercantile di prendersi una meritata vendetta sulla nobiltà agraria, che fu sterminata in massa senza neanche bisogno di accusarli di stregoneria. La caccia alle streghe, quindi, era solo uno dei tanti casi in cui il trasferimento di ricchezza non era ottenuto dal commercio ma dallo sterminio.

Possiamo trovare molti esempi nella storia in cui una popolazione in espansione ha invaso la terra di un'altra popolazione, l'ha sterminata (perlomeno i maschi) e si è presa la terra (e spesso le donne). Un caso particolare è quando lo sterminio viene effettuato contro persone che appartengono, almeno in teoria, alla stessa società degli sterminatori.

La caccia alle streghe ne fu un esempio, ma la madre di tutti gli stermini fu quella degli ebrei in Germania durante il regime nazista. Le ragioni ideologiche della persecuzione degli ebrei erano prominenti nei media e nella storiografia successiva, ma il fattore che spinse lo sterminio fu che gli ebrei erano relativamente ricchi e che le loro proprietà potevano essere confiscate a beneficio degli sterminatori.

Altrimenti, non si troverebbe una logica nelle azioni del governo tedesco che incoraggiava lo sterminio di una categoria di persone che sarebbe stata utile allo sforzo bellico (gli ebrei tedeschi avevano combattuto per la Germania durante la prima guerra mondiale). Ma, chiaramente, lo sterminio portava un beneficio economico immediato agli sterminatori.

Ci sono altri esempi di questo tipo, tra cui lo sterminio dei Catari europei (una setta cristiana) in Europa (1209-1229 d.C.), quello degli Armeni all'inizio del XX secolo, i Ruandesi, i Cambogiani e molti altri . L'ultimo caso è l'accusa fatta in questo periodo al governo cinese di sterminare gli Uiguri, una popolazione che vive nello Xinjiang, una provincia nord-occidentale della Cina.

Senza entrare nei dettagli, possiamo dire che tutti questi stermini hanno diversi punti in comune.
1. Un sottogruppo relativamente ricco della società che può essere identificato da tratti fisici, linguistici o culturali, sufficientemente ampio da dare un buon reddito se sconfitto e depredato dei suoi beni.
2. Una situazione economica, sociale o militare difficile che porta i gruppi dominanti a cercare nuove risorse.
3. La mancanza di efficaci capacità di difesa militare da parte del sottogruppo.

Se queste condizioni sono verificate, è forte la tentazione per un governo o per un potente gruppo politico di sfruttare la situazione convincendo le persone che il sottogruppo è composto da persone malvagie: rubano i bambini, ti lanciano incantesimi, mangiano cose disgustose, puzzano, qualunque cosa. Dopo una campagna propagandistica sufficientemente intensa, si può passare all'eliminazione fisica della categoria e i loro beni possono essere confiscati. >>

UGO BARDI

sabato 22 ottobre 2022

Il dominio della Finanza

E' sotto gli occhi di tutti – almeno per chi è disposto a guardare la realtà - il rapporto di progressiva subordinazione che si è creato tra la finanza (che comanda) e l'economia (che invece ubbidisce).
Si tratta di una subordinazione pericolosa per la ricchezza delle nazioni, perchè la finanza (diventata ancora più forte con la globalizzazione) porta inevitabilmente con sé speculazione, distorsione dei mercati e precarietà.
Le riflessioni, opera di autori diversi, sono tratte dal web.
LUMEN


FINANZA PADRONA
Provate a verificare e troverete che tutto, o quasi tutto, è in mano a tre o quattro colossi economico-finanziari: si tratta di società di investimento quali Vanguard (che gestisce circa 7,5 migliaia di miliardi di dollari), Black Rock (il cui patrimonio complessivo amministrato è di oltre 10.000 miliardi di dollari, di circa 1/3 in EU) e State Street.
Esse di fatto possiedono, essendone i principali azionisti con in media il 20% del capitale, tutte le più importanti aziende a livello mondiale: JP Morgan, Goldman Sachs, Visa, American Express, Apple, Microsoft, Intel, IBM, Walt Disney, Coca Cola e Pepsi Cola, Mc Donalds, Walmart, Nike, Pfizer, Johnson & Johnson, Procter & Gamble, Chevron, Exxon-Mobil, Boeing, solo per fare alcuni esempi.
Esse non sono affatto, in competizione fra loro come vorrebbero farci credere nell’era del “libero mercato globale”, bensì rappresentano un’unica merce da consumare, uno stesso nutrimento da assumere a livello di massa nell’illusione di poter scegliere tra cose diverse e presunte gradazioni di qualità.
Si tratta del controllo totale a livello planetario di tutti i settori strategici quali alimentazione, farmaci e cura della persona, energia e combustibili, informatica e telecomunicazioni, economia-banche e finanza.
STEFANO FALCINELLI


SCORTE DI MAGAZZINO
Dall’inizio degli anni ’90 la parola d’ordine tra l’industria, alcuni governi e anche alcune organizzazioni di servizi non profit è stata “snello” (“lean”). Gestire organizzazioni snelle – [senza scorte di magazzino - NdR] – è stato un modo per migliorare la redditività, riducendo i costi e snellendo i processi per far sì che le organizzazioni facciano di più con meno. (...)
Si pensa che la civiltà, cioè la congregazione di persone in grandi insediamenti che chiamiamo città, debba le sue origini in parte all’invenzione dell’agricoltura. Coltivando eccedenze di colture alimentari, gli agricoltori hanno permesso la creazione di una classe urbana non agricola che si è impegnata in tutti i tipi di attività culturali, governative e commerciali.
Queste attività ora occupano la stragrande maggioranza delle persone nelle economie avanzate.
Di anno in anno i nuovi insediamenti delle antiche civiltà assicuravano la loro continuità attraverso una misura molto importante: l’immagazzinamento delle colture alimentari in eccesso, specialmente il grano. Questo permetteva di sopravvivere a un cattivo raccolto o anche due o tre senza affrontare il collasso.
Che suprema ironia quindi che la conditio sine qua non della civiltà – mantenere un deposito di materiali essenziali – sia considerata ai nostri giorni una fonte di inefficienza e di spreco da evitare a tutti i costi.
KURT COBB


SPECULAZIONE E GUERRA
Che la guerra favorisca la speculazione è una banalità di cui tutti possono rendersi conto. Le cronache della Prima e della Seconda guerra mondiale, bastano e avanzano. Già ai primi di giugno del 1915, quando l’Italia era entrata in guerra da appena una settimana, iniziarono le prime segnalazioni di negozi che speculavano sul prezzo del grano e dei suoi derivati. Fu l’inizio di un disastro.
Si dirà che stavolta è diverso, visto che per ora non abbiamo soldati al fronte. In realtà tutta questa differenza non esiste. E’ vero, per ora non ci sono soldati a morire, ma le sanzioni sono una forma di guerra, ed il loro effetto ci sta tornando addosso.
Le speculazioni belliche nascono principalmente dalla scarsità di determinati beni causata dal conflitto. Inoltre, oggi più di ieri, la guerra è un fatto economico oltreché militare. In generale, dunque, la speculazione ama la guerra.
LEONARDO MAZZEI


GLOBALIZZAZIONE EUROPEA
Alcune recenti questioni mettono in discussione due caratteristiche fondamentali dello sviluppo della globalizzazione, questa volta soprattutto europea: l’importazione di beni a basso costo (Cina) e l’importazione di energia a basso costo (Russia).
Le sanzioni, ora, non fanno che peggiorare la situazione in quanto si favorisce direttamente il consolidamento dell’asse russo-cinese sul piano industriale ed energetico.
Già la Cina ha (ancora non per molto data la nostra politica deflattiva) un costo del lavoro più basso, ora avrà anche un costo energetico più basso, in quanto molte delle fonti di energia che prima vendeva a noi ora la Russia le vende scontate alla Cina e anche all’India.
Come noi cerchiamo fornitori alternativi (come se alcuni paesi dell’Africa fossero politicamente più stabili della Russia…), anche l’Orso cerca acquirenti alternativi. Avremo cioè molti prodotti “Made in China with Russian energy”, con una perdita di competitività delle nostre imprese.
GABRIELE GUZZI

domenica 16 ottobre 2022

Geotermico vs. Nucleare

Il post di oggi è dedicato alle prospettive energetiche dell''Italia, esaminate da un punto di vista  oggettivo, cioè alla luce dei dati tecnico-scientifici in nostro possesso.
Il testo – tratto dal blog di Uriel Fanelli – mette a confronto le residue nostalgie nucleari con l'intrigante novità del 'Geo-Termico': una fonte che potrebbe diventare la 'punta di diamante' di tutte le nostre energie rinnovabili, a patto di trovare gli agganci politici giusti.
LUMEN


<< Ci sono due motivi per i quali oggi e’ meglio lasciar perdere il nucleare in Italia. Il primo e’ di ordine politico. Le universita’ che insegnavano ingegneria nucleare sono state chiuse piu’ di 30 anni fa, dopo il famoso referendum. E’ vero che l’ Italia ha fior di fisici, ma costruire e operare una centrale, oltre a loro, richiede un lavoro ingegneristico intenso. Se la vuoi anche sicura, efficiente, eccetera.

(Pertanto) la filiera del nucleare andrebbe ricostruita da zero, persino a partire dallo know how. E partire senza know-how significa partire senza brevetti. E partire senza brevetti significa comprare ogni cosa dall’estero, al prezzo che decidono altri, e in condizioni di oligopolio (non ci sono tante aziende che fanno reattori nucleari).

Questo da solo sarebbe un argomento, ma se andiamo avanti, ci troviamo al punto: ricostruire la filiera del nucleare in Italia sino a renderla autosufficiente richiede 20 anni. QUATTRO legislature. E’ semplicemente impossibile che un progetto controverso come il nucleare sopravviva quattro legislature. Punto.

Il secondo punto e’ quello industriale: se diciamo che dobbiamo uscire dalle fonti fossili entro il duemilachissaquando, stiamo dando una bruttisima notizia ad aziende come ENI e come Italgas. Diventa difficile pensare ad un futuro per loro. 
 
Il dramma qui e’ che occorre trovare un’alternativa al nucleare, la quale possa consentire ad ENI e Italgas di fare una transizione, e che possa consentire loro di valorizzare il patrimonio di know-how che hanno.

In questo senso, e’ facile individuare il Geotermico. Per diversi motivi:
= ENI ha un patrimonio di know-how geologico di enorme valore.
= ENI ha un patrimonio di know-how in trivellazioni di enorme valore.
= Italgas ha un patrimonio enorme nellla creazione di reti di tubi in zone urbane, che sono necessarie per il teleriscaldamento (Bergamo, Ferrara ed altre citta’ usano gia’ il teleriscaldamento, ed e’ un altro lato interessantissimo della geotermia).
= Il teleriscaldamento integra (come succedeva a Ferrara) la fonte geotermica con i termovalizzatori locali. .

Si tratta cioe’ di iniziare a coinvolgere questi attori, portandoli ad aumentare la quota di business sul Geotermico mentre diminuisce quella sulle fonti fossili. In questo modo, si salverebbero due realta’ industriali enormi.

In realta’, nel confronto tra geotermico e nucleare, il geotermico vince in tutti i modi possibili:
= non ha emissioni
= non fa scorie
= non ha pericoli di disastri come Chernobyl.
= la fonte e’ abbondante in Italia (l’uranio no).
= l’italia ha gia’ centrali, quindi ha gia’ brevetti.
= l’italia ha gia’ centrali, quindi ha gia’ ingegneri preparati.
E scalare una fonte esistente, ovviamente, e’ piu’ rapido. Non ci vuole un genio a capirlo.

La scelta del nucleare come fonte, in un paese che siede su due faglie geologiche, non si spiega. Ovunque in Italia si trivelli sotto i duemila metri si incontra una fonte di calore getermica: e per aziende come quelle petrolifere, duemila metri sono da principianti. In queste condizioni, questo amore folle per il nucleare e’ inspiegabile: l’Italia e’ seduta su una fonte di energia immensa, pulita e non rischiosa. >>


<< Esistono essenzialmente due tipi di geotermico: caldo e freddo. Con quello caldo potete far girare turbine e produrre energia, come si fa gia’ in diversi luoghi d’Italia e d’Europa. E del mondo.

Con il geotermico “freddo” essenzialmente ci scaldate le case. (...) Si costruisce un impianto di distribuzione per acqua calda, non abbastanza calda per le turbine, ma abbastanza calda da scaldare casa. In questo modo si risparmiano tantissime tonnellate di CO2 altrimenti prodotte dal metano domestico. (,,,)

[Purtroppo] siamo arrivati ad un punto di disinformazione cosi’ grande che, mentre si discute delle nuove forme “green” di produzione dell’energia, NON si menziona MAI la fonte piu’ “green” di tutte: il geotermico.

Nucleare (di qualsiasi generazione sia) e Geotermico sono due forme di energia estremamente distante (anche se si potrebbe obiettare che il decadimento di lantanidi e transuranici che scalda l’interno del pianeta li avvicini: ma il decadimento non e’ fissione) .

Ma quello che li accomuna di piu’ in Italia e’ che lo stesso identico meccanismo politico li sta bloccando: quel meccanismo politico che vuole ENI, Snam, ENEL, Italgas, essere le aziende che non vogliono MAI concorrenza alle energie fossili.

Anche a costo di raccontarvi che mescolando il metano con l’idrogeno si ottengano MENO gas serra: come se il vapore acqueo non lo fosse. Alla fine riempirete il paese di inutili pale e di silicio contaminato all’arseniuro di gallio, pur di non capire che siete seduti sulla piu’ grande fonte di energia pulita del pianeta: quella geotermica. >>.

URIEL FANELLI

domenica 9 ottobre 2022

Punti di vista – 28

PENSIERO RAZIONALE
Per gli umani, pensare razionalmente richiede un'enorme quantità di energia e sforzo. Di conseguenza, la maggior parte delle volte non ci preoccupiamo di farlo.
Invece, nella stragrande maggioranza dei casi, il nostro pensiero è guidato completamente dalla nostra intuizione e dai nostri istinti, senza che entri in gioco quel fastidioso pensiero razionale che interferisce sulle nostre decisioni.
STEVE TEMPLETON


GAS RUSSO
Anche se piuttosto complicato, sganciarsi dalla dipendenza del gas russo è tecnicamente possibile, ma è economicamente disastroso.
Chi volesse affrontare seriamente il tema avrebbe da dire una sola cosa di buon senso: basta con le sanzioni, torniamo a normali rapporti commerciali con la Russia. Ma ovviamente il buon senso è proibito, ed il pensiero unico anti-russo imperversa. Il prezzo lo pagherà la povera gente. (...)
Su tutti gli accordi conclusi in questi mesi vige il segreto più assoluto. Meno che mai si conoscono i prezzi concordati. Di certo si tratta di prezzi esorbitanti.
La scelta di ridurre il gas russo, per sostituirlo con altri fornitori, mentre rende impensabile una seria diminuzione delle bollette a breve, rappresenta un’ipoteca ancor più grave nel lungo periodo. E questo vale sia per i costi che dovranno sopportare le famiglie, sia per l’impatto generale sull’intera economia italiana.
Ma di tutto ciò c’è ben poca consapevolezza in giro.
LEONARDO MAZZEI


SINISTRA AMERICANA
Negli USA non esiste una sinistra, esistono i liberal. E i liberal non sono “di sinistra” nel senso in cui il termine viene inteso. Possiamo rappresentare la differenza tra una persona di sinistra e un liberal americano in questo modo:
Se dico ad una persona di sinistra che 100 persone possiedono l’80% delle risorse, una persona di sinistra dice che le risorse vanno redistribuite fra tutti. Un liberal americano vi dice che di quei 100, 50 devono essere donne, 13 negri, e due GLBT.
La differenza, cioe’, e’ che mentre la sinistra europea si sforza di rappresentare classi sociali che sono orizzontali, la pseudosinistra americana opera una distinzione verticale, per cui non esistono “poveri”, ma “poveri negri”, “poveri donne”, eccetera.
In pratica, gli oppressi americano implementano da soli la ricetta del divide et impera, senza nemmeno che siano le elite di oppressori a chiederlo. Si dividono e si rendono facili da dominare da soli.
URIEL FANELLI


VINCITORI
Gli angloamericani la guerra in Ucraina l’hanno già vinta, prendendosi l’Europa senza colpo ferire.
Import che diminuiscono, export che aumentano, Germania che diventa dipendente dalle materie prime americane. E’ quello che Trump ha sempre voluto, ma non servivano i dazi, serviva una guerra in Europa.
La Cina anche ne esce vincitrice, preparandosi ad importare sempre più gas russo a prezzo stracciato e a sostituire le importazioni sanzionate dai paesi del G7, e ritrovandosi ora con un alleato di ferro, che non vede più altre vie.
PIETRO PINTER (Inimicizie)
 

VANGELO VIOLENTO
Antonio Vigilante (nel suo libro) decostruisce il discorso neo-testamentario, rivelandone la natura intimamente violenta.
Contro la vulgata che vede nel messaggio di Gesù una rivoluzione etica all’insegna dell’amore universale e di una nuova immagine di Dio, più conciliante e “umana”, Vigilante mette in luce il meccanismo della demonizzazione e della conseguente disumanizzazione del diverso che sta alla base del messaggio cristiano.
(Messaggio) che sfocia in una vera e propria metafisica del Nemico, in nome della quale chi non è già da sempre “con” Gesù è ipso facto esposto all’odio e alla cancellazione in questa vita e alla dannazione eterna nell’altra.
MARCO TRAINITO


PAURA SOCIALE
Una persona terrorizzata [come qualunque animale - NdL] ha tre scelte, le famose tre 'F': Fight, Flight, Freeze.
La prima e’ il combattimento, perche’ annienta la minaccia. Se non sei abbastanza forte e non puoi combattere, devi scappare. Se non sai nemmeno dove scappare o non sei veloce a sufficienza, l’ultima chance e’ il “Freeze”, cioe’ ti nascondi in un buco, o ti mimetizzi e rimani immobile.
Ogni volta che la stampa terrorizza la popolazione, con minacce che la popolazione non puo’ combattere, e dalle quali non puo’ scappare, la popolazione entra in Freeze. Nessuna manifestazione, nessuna protesta, la popolazione sopportera’ qualsiasi cosa perche’ ha paura.
URIEL FANELLI

lunedì 3 ottobre 2022

Racconti d'inverno (demografico)

La notizia buona è che il trend demografico in Italia è in diminuzione, a causa del ridotto tasso di natalità.
La notizia cattiva è che i nostri governanti ne sono terrorizzati e cercano in tutti i modi di intervenire per tenere alto il livello della popolazione, con interventi in parte inutli (incentivi alla natalità) ed in parte (purtroppo) efficaci (immigrazione incontrollata).
A questo argomento, poco sentito dall'opinione comune, ma non per questo meno importante e foriero di conseguenze, è dedicato il post di oggi, che riporta alcuni contributi tratti dal web.
LUMEN


INVECCHIAMENTO E PENSIONI
Il ricatto pensionistico [chi pagherà le pensioni future - NdL] è alla base della crescita infinita. Non viene in mente che l'invecchiamento della società sia un transiente necessario che deve essere governato.
Ho evidenziato la parola "transiente" perché di questo si tratta. L'obiettivo dovrebbe essere di guidare la stabilizzazione verso il basso della popolazione. E questo dovrebbe essere un obiettivo perché non c'è sostenibilità con la popolazione attuale.
Ad esempio si potrebbe, e dovrebbe, trasferire risorse dalla cura dell'infanzia e della gioventù, alla cura degli anziani. Per un certo tempo ci saranno molti anziani e pochi bambini, invece di contrastare questa dinamica inevitabile, andrebbe governata per assecondarla.
Non è difficile da capire, ma inconcepibile per chi è legato al paradigma della crescita infinita che significa anche crescita della popolazione. Va detto che è abbastanza improbabile che eventuali politiche nataliste abbiano successo per cui, secondo alcuni, la mia polemica sarebbe inutile. Può essere.
Mi rimane una curiosità che un giorno spero di soddisfare: gli economisti main stream, quanta gente pensano possa vivere su questo pianeta? E su questa penisola? Dieci miliardi gli bastano (70-80 milioni in Italia). Voglio dire: ad un certo punto concepiranno una fine della crescita demografica?
Oppure il problema è talmente lontano, per l'economista main stream, che non vale la pena di pensarci perché comunque "nel lungo periodo saremo tutti morti"? Io spero che un giorno qualcuno mi risponderà perché la mia curiosità è sincera.
LUCA PARDI


TASSO DI NATALITA'
Quando si dice che i tassi di natalità, ad esempio, sono alti in Africa o in Bangla Desh, ma troppo bassi in Europa si dice una menzogna colpevolmente nascosta.
E’ vero infatti che la natalità è concentrata in certe aree, dove tra l’altro non vi sono risorse, ma poiché il mondo oggi è globalizzato, l’affermazione che la crescita demografica è riservata a certe zone è falsa. In passato, quando gli spostamenti di popolazione erano più rari e difficoltosi, le risorse locali (acqua, produzione agricola, alimentari, lavoro, sanità ecc.) fungevano da limitazione alla natalità.
Oggi questo non costituisce più impedimento alle alte natalità, in quanto i nuovi nati, spesso ancora minorenni, si trasferiscono (o meglio vengono trasferiti con vere e proprie tratte…) nelle aree dove possono trovare risorse adeguate (Europa essenzialmente).
AGOBIT


ITALIA AFFOLLATA
Ci sono pochi, perlopiù cittadini comuni, che osano sottolineare che l'Italia è già troppo affollata e che il lentissimo calo demografico che abbiamo iniziato a sperimentare negli ultimi anni potrebbe anche essere una buona cosa. Non sentirai mai un giornalista, accademico, per non parlare di un politico, dire qualcosa del genere.
La mia lettura della situazione è che tutto questo è principalmente colpa di una o due generazioni molto egoiste – per lo più i Boomer – che non vogliono rinunciare ai loro privilegi e rifiutano di capire che i loro figli, i nipoti che affermano di volere e l'ambiente stesso ne sta pagando un prezzo straordinario.
GAIA BARACETTI


RISCALDAMENTO E DEMOGRAFIA
La storia del riscaldamento globale è un ottimo argomento per permettere ai verdi di sopravvivere e di contare politicamente a livello mondiale, ma sono loro stessi a non crederci, per lo meno nei termini catastrofici che strombazzano su tutti i media.
Se ci credessero veramente, la loro battaglia anticonsumista e per una economia della redistribuzione basate solo sulle rinnovabili, verrebbe messa in secondo ordine rispetto al primo fattore all'origine del disastro ambientale: la sovrappopolazione umana del pianeta terra.
L'equazione di Ehrlich mette al primo posto nell'Impatto sull'ambiente la popolazione umana. Ehrlich è molto chiaro al proposito:
"L'immissione in atmosfera dei principali gas serra, anidride carbonica e metano, che possono modificare il clima e rovinare la produzione agricola, non è facile da correggere. La concentrazione atmosferica di questi gas è strettamente legata alle dimensioni della popolazione. Conseguentemente, non c'è nessun metodo pratico per ottenere la necessaria riduzione dell'emissione di questi gas senza un controllo demografico ".
AGOBIT