Questo
dialogo immaginario mi è stato mandato dall'amico Sergio Pastore, che
ringrazio per la cortesia. Ho deciso di pubblicarlo perchè l'ho
trovato non solo divertente e godibile, ma anche più profondo di
quanto non sembri. Buona lettura.
LUMEN
SERGIO
SCREANZATI - Chi o che cosa è 'Dio'?
TEOLOGO
- È il creatore, l’Essere Perfetto, Atto puro, Puro Spirito
SCREANZATI
- Mi può spiegare cosa è un Atto puro o Essere Perfetto?
TEOLOGO
- Ma certo, figliuolo. Atto puro significa che Dio ha realizzato o
attuato tutte le sue potenzialità, se no non sarebbe perfetto. Ciò
che esiste solo in potenza difetta dell’attuazione, dell’esistenza,
non è completo.
SCREANZATI
- Ma se Dio si è completamente realizzato non può aggiungere altro,
è in un certo senso arrivato al limite. Ma ciò cozza con il «dogma»
dell’onnipotenza.
TEOLOGO
- Ma lo sai che sei un sofista? Vorresti insinuare che Dio non è
onnipotente? Ma il catechismo l’hai studiato o no? Ripassalo e poi
non porrai più domande così ingenue e persino un po’ cattivelle.
Ma con me non funziona, io so rintuzzare ogni attacco, non per niente
mi sono addottorato in questa materia, la teologia, che ne sa una più
del diavolo. Sei sotto scacco, figliuolo, tiè!
SCREANZATI
- Piano, piano. Non ho ancora finito. Ho ancora qualche obiezione da
fare in merito all’onnipotenza. È il paradosso noto anche a lei:
può Dio creare un macigno tanto pesante da non poterlo sollevare? Si
rivela impotente in entrambi i casi: se il macigno non può crearlo
non è onnipotente, e posto il caso che possa crearlo ma non può poi
sollevarlo si rivela di nuovo impotente.
TEOLOGO
- Ma su, figliuolo, queste sono obiezioni ridicole. Non posso darti
nemmeno la sufficienza, sei rimandato a ottobre. Perché Dio è Dio,
Atto Puro e Puro Spirito, onnipotente, onnisciente, bontà infinita:
ma c’è scritto chiaro chiaro nel catechismo. Adesso basta, eh!
SCREANZATI
- Mah, non sono convinto, anzi, mi sembra che lei mi stia prendendo
per i fondelli. Ma non sono così scemo, sa!
TEOLOGO
- Ma figuriamoci, ti ho sempre ritenuto uno dei più svegli in classe
e ti ascolto volentieri. Dagli allievi svegli anche i professori
imparano, per esempio a trovare altri argomenti per tenerli sotto.
SCREANZATI
- Tenerli sotto? Ma che dice? Lei mi fa dubitare delle sue
intenzioni. Comunque riprendiamo il discorso su Dio. Come ha saputo
della sua esistenza? E non mi tiri fuori di nuovo il catechismo!
TEOLOGO
- Dio si riconosce e manifesta in due modi: con la logica, o il
pensiero, e con l’esperienza mistica (poi c’è la rivelazione, ma
lasciamola stare per il momento, limitiamo il discorso ai due modi
suddetti). Già Aristotele ha dimostrato che il regressus ad
infinitum è impossibile, inconcepibile. Tutto ha una causa e
all’inizio della catena ci dev’essere per forza la causa prima,
il motore immobile. Questo lo capiscono tutti, ci arrivano anche i
bambini. Dunque Dio esiste, ma se vuoi ti concedo anche di chiamarlo
Causa prima o Motore immobile, sono sinonimi. Poi c’è l’esperienza
mistica: l’incontro personale con Dio, la rivelazione ad personam,
della quale però non si può parlare in termini logici, è
francamente impossibile, è qualcosa d’ineffabile, inesprimibile.
SCREANZATI
- Sul primo modo di conoscere Dio (risalire dalle cause alla Causa
prima) potrei essere anche d’accordo. Sul secondo modo invece ho
dei dubbi. Lei l’esperienza mistica l’ha già fatta? Conosce per
caso altri che hanno fatto quest’esperienza?
TEOLOGO
- Io non sono un mistico (a volte vorrei, cerco di fare
quest’esperienza, ma non ci riesco, dev’essere colpa mia). Il
peccato originale, i miei difetti, le mie colpe m’impediscono di
vedere Dio in tutta la sua maestà. Ma di mistici è piena la storia
della Chiesa, pensa a Santa Teresa d’Avila, a Santa Caterina. Ma ce
ne sono cento, mille altri. Personaggi incantevoli che ci aiutano a
credere.
SCREANZATI
- Mah! Se le loro esperienze sono ineffabili, come possiamo loro
credere, credere alle loro visioni – che francamente a volte fanno
ridere a essere benevoli. È come credere agli asini che volano.
TEOLOGO
- Fai proprio onore al tuo cognome, ti si addice bene, sei proprio un
maleducato.
SCREANZATI
- Vedo che sta già perdendo la pazienza. Mo’ mi picchia? Ma
proseguiamo. L’altro ieri – Galileo muore nel 1642 – si credeva
che la Terra fosse al centro dell’universo e che il sole le girasse
intorno. Ma oggi il quadro è completamente cambiato. Già Leopardi
aveva ben espresso il concetto d’infinito, sia nella poesia omonima
che nella Ginestra (ma anche Pascal nei suoi Pensieri ha detto cose
encomiabili). Ma Leopardi non sapeva ancora quello che sappiamo noi
due secoli dopo. Anzi, pensi che Einstein quando formulò la sua tesi
della relatività nel 1916 (appena un secolo fa!) pensava che la
nostra galassia, la Via Lattea, costituisse l’intero universo! E
invece questa galassia è solo una dei cento miliardi di galassie
oggi stimate. Non so se si rende conto: cento miliardi di galassie
che contengono o possono contenere miliardi di stelle. La Via Lattea
ne contiene da duecento a trecento miliardi, altrettante o anche più
la gemella Andromeda che si fonderà con la Via Lattea fra qualche
miliardo di anni. Se uno pensa intensamente a questa realtà –
confermata, pensi un po’, persino dai chierici astronomi della
specola di Castel Gandolfo – resta senza parole. L’unica reazione
possibile davanti a questa realtà è il silenzio, tra sgomento e
ammirazione. Io personalmente non mi sentirei di dire: “e il
naufragar m’è dolce in questo mare”. Mi sento piuttosto
annichilito. Cosa siamo noi al confronto? Niente. Secondo logica non
proprio niente, ma un quasi niente. Adesso poi si ipotizza persino un
pluriverso, un universo parallelo, anzi più universi, cento, mille.
Semplicemente pazzesco, no? È qualcosa d’inconcepibile,
terrificante. E a questo punto penso che, quasi quasi, signor
Teologo, possiamo metterci d’accordo o trovare un punto d’incontro.
TEOLOGO
– Sentiamo.
SCREANZATI
- Il Dio delle religioni rivelate – eterno, immenso, onnipotente,
onnisciente (lasciamo stare la bontà infinita) – non è poi simile
o persino identico all’immenso universo che contiene tutto il
pensabile e l’immaginabile? La definizione di Dio come Essere
Perfetto o Totalità dell’Essere non si addice anche all’universo
o pluriverso? Il catechismo dice: Chi ci ha creati? Ci ha creato Dio
(per amarlo e servirlo in questa vita e goderlo poi nell’altra, in
paradiso). Ma chi ha creato Dio? Lei mi dirà: ma che domanda
sciocca! Dio è Dio, la Causa prima, il Motore immobile, l’Essere
Perfetto, la Totalità dell’essere! Ah, questa mi piace, sa! La
Totalità dell’Essere! Ma è quello che dicevo poco fa: l’universo
o il pluriverso costituisce appunto la Totalità dell’Essere, oltre
o al di fuori del qualche non è concepibile alcunché, nemmeno il
nulla.
TEOLOGO
- Senti, figliuolo, mi fai girare la testa. Però è vero quello che
dici, ma guarda un po’. Sì, la Totalità dell’Essere è un
concetto che mi piace, più del Puro Spirito che in effetti non si sa
che significhi. Dio coincide con l’universo, è qualcosa di
maledettamente concreto, sì, materiale. Mi sembra che anche
quell’ebreaccio di Spinoza dicesse qualcosa di simile, 'Deus sive
natura'.
SCREANZATI
- Ah, meno male, cominciamo a ragionare. Dio o l’universo o la
materia sono eterni, non creati da nessuno (quello che si diceva una
volta del Dio cristiano). A questo punto possiamo anche dire – con
Emanuele Severino – che “tutto è da sempre e per sempre”. Gesù
e la Madonna, Dio padre e lo Spirito Santo sono forse simpatici (mica
tanto però, se penso alle invettive di Gesù), ma non hanno realtà,
consistenza. Ma l’universo, la Terra, il Sole, Marte, Giove, Alpha
Centauri, Andromeda, Orione, le due Orse ecc. ecc. “sono” –
indubitabilmente. Se ne dubitassimo non potremmo affermare alcunché.
Ma non solo: anche noi, io e Lei, signor Teologo dei miei stivali,
“siamo”. Se Dio non c’è, almeno nel senso di voi teologi e
cristiani, noi 'siamo', ci siamo. Bello, no?
TEOLOGO
- Però, guagliò, non hai tutti i torti, ci devo pensare un po’.
Ebbravo, mo’ ti do un dieci e lode. Passa poi in camera mia che ti
devo far vedere qualcosa.
SCREANZATI - Eh no, adesso la
denuncio!