FIGLI E PREOCCUPAZIONI
Quando incontro degli amici forniti di prole, alla classica domanda: “Come va ?” mi sento rispondere molto spesso: “Abbastanza bene, ma sono preoccupato per mio figlio (mia figlia), a causa di X (inserire un motivo a piacere)”.
Loro sono convinti, in perfetta buona fede, che una volta risolto il problema X finalmente troveranno la pace, ma non è così.
Il fatto è che essere genitore vuol dire preoccuparsi CONTINUAMENTE dei propri figli. E se non è per una cosa, è per l'altra.
I motivi di preoccupazione per un figlio NON MANCANO MAI perché la perfezione non è di questo mondo ed anche una situazione quasi perfetta, per un genitore, sarebbe comunque perfettibile.
Quindi, anche in questo caso (e come sempre), “cui commoda, eius et incommoda”.
LUMEN
CAMBIARE IL MONDO
Il mondo cambia, sicuramente, ma in genere cambia “da solo”, per un assommarsi casuale di eventi scollegati.
Ma è possibile cambiare davvero il mondo mediante azioni volontarie, cioè quelle che la storia chiama “rivoluzioni” ?
Si e no. Anzitutto ci vuole un’utopia, perché, come dice Alessandro Gilioli: << senza utopia non si può progettare nulla, senza utopia non si rovescia il marcio, senza utopia nessun cambiamento reale è possibile. >>
Ma è anche vero che nessuna utopia si realizza mai in sé e come tale: serve solo come punto di riferimento, come direzione verso la quale muoversi.
Quindi l’utopia può cambiare il mondo ? Certamente sì, ma, alla fine, sempre in un modo diverso da come era stato immaginato.
Il caso più classico di eterogenesi dei fini.
LUMEN
CRISI ESISTENZIALE
E’ opinione comune che la domanda più insidiosa che un uomo possa farsi, è quella sul senso ultimo della propria vita, perché è difficile dare una risposta soddisfacente e si rischia di andare in crisi esistenziale.
Probabilmente è vero, ma dietro questa conclusione si cela un curioso paradosso.
Infatti, per arrivare a porsi la domanda di cui sopra, occorre aver già risolto in modo eccellente tutti gli altri problemi della vita quotidiana (salute, famiglia, denaro, lavoro, ecc.), perché altrimenti sarebbero questi ultimi ad occupare i propri pensieri.
Ma chi ha risolto in modo ottimale i problemi della propria vita è sicuramente un privilegiato. Ne discende, per inevitabile conseguenza, che solo chi è privilegiato può andare in crisi esistenziale.
Beh, sono soddisfazioni !
LUMEN
STATO E RELIGIONE
Ma, nella pratica, funziona meglio uno Stato mono-religioso (Cuius regio, eius religio) o uno Stato aperto a tutti i culti possibili ?
Il pluralismo religioso dell'antica Roma era probabilmente l'ideale, però richiedeva, per funzionare, una disponibilità di fondo al politeismo. Ed infatti col cristianesimo funzionò male, trasformando i cristiani prima in perseguitati e poi in persecutori.
Purtroppo oggi il vecchio politeismo è tramontato, e bisogna fare i conti con gli attuali monoteismi assoluti.
Con la conseguenza che uno Stato dedito ad un unico monoteismo può apparire più tranquillo, ma anche terribilmente oppressivo per i non allineati.
Mentre uno Stato dove i monoteismi sono più d'uno, ed in feroce competizione tra loro, si trasforma ben presto in una polveriera.
Proprio una bella scelta.
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PATTO SOCIALE
Secondo lo storico e politologo Aldo Giannuli, qualsiasi sistema sociale si regge su una sorta di tacito patto fra governati e governanti.
<< I secondi - dce Giannuli - accettano che i primi abbiano una serie di privilegi e di eseguire le loro prescrizioni a condizione che i privilegi non siano eccessivi e sfacciati e che ci sia un accettabile livello di vita per tutti. Quando si determina una congiuntura per cui le diseguaglianze sociali diventano intollerabili e le condizioni di vita dei ceti bassi crollano per effetto di una guerra o di una crisi economica, parte la crisi di legittimazione del sistema. >>
E si verifica quella sostituzione delle classi governanti che punteggia il corso della storia.
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POVERTA’ E CONSUMO
Un certo buonismo ambientale, condanna a priori i più ricchi e indica i più poveri come modello da seguire, ma le cose non sono così semplici.
Dice Madeline Weld (esperta di demografia) << Coloro che negano che la sovrappopolazione sia un problema, dicono che i poveri non consumano molto. Eppure i poveri non vogliono nient'altro che consumare di più, come provato da India e Cina. Chi può biasimarli? >>
Ed aggiunge: << (in realtà) un numero crescente di persone disperatamente povere ha un grande impatto: tagliano le foreste per coltivare cibo, drenano fiumi, esauriscono falde acquifere e pescano e cacciano in eccesso nelle loro aree locali. >>
Ecco perchè la crescita della popolazione mondiale è sempre un dramma.
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