La distinzione politica tra Destra e Sinistra ha precise origini storiche che risalgono ai tempi della Rivoluzione Francese.
Nel maggio del 1789, infatti, quando il Re di Francia convocò gli Stati Generali - l'assemblea che doveva rappresentare le tre classi sociali dell'epoca (clero, nobiltà e popolo) - questi ultimi si divisero in due parti, con gli esponenti conservatori alla destra del Presidente, ed i radicali alla sua sinistra.
Tralasciando per un attimo la classe politica, alcuni sostengono che la differenza tra gli elettori ed i simpatizzanti è di tipo sociale, mentre altri ipotizzano una differenza antropologica.
Gianni Pardo, in questo divertente (ma anche acuto) pezzo tratto dal suo blog, azzarda addirittura l'ipotesi psicanalitica.
Buona lettura. LUMEN
<< Non so quale sia la definizione scientifica di follia, o malattia mentale che dir si voglia. E può perfino darsi che non esista. (…) Per me la follia è “un più o meno grave distacco dalla realtà”.
Il fobico si rifiuta di entrare in ascensore e fa cinque piani a piedi, ma dopo tutto ha soltanto un leggero distacco dalla realtà. Peggio vanno le cose per lo schizofrenico, colui che dialoga con personaggi immaginari che vede e sente. (...)
Tutto ciò posto, è ovvio che essere religiosi è una forma di malattia mentale. Benigna, nel caso del Cristianesimo, maligna – visto soprattutto come è interpretata in concreto – in qualche altro caso. (…)
Passando alla politica, vorrei dire subito che essere di sinistra è una forma di malattia mentale. Anche se, in qualche caso, una nobilissima forma di malattia mentale.
La politica è l’arte di governare la polis, cioè la nostra vita associata. Per conseguenza, avendo mentalità scientifica, la politica deve partire dalla reale natura degli esseri da governare. Se, invece di governare degli esseri umani, si trattasse di pesci, di tutto si potrebbe discutere, salvo se sia opportuno o no che essi vivano in acqua.
Se gli esseri umani sono pressoché tutti egoisti, si può concepire una politica fondata sull’altruismo e la solidarietà? Assolutamente no. Eppure ciò è avvenuto. Si pensi al socialismo idealistico nella Francia dell’Ottocento, con i suoi falansteri.
Ecco perché le teorie della sinistra sono adatte a persone che soffrono di qualche distacco dalla realtà. L’idealista non parte da ciò che è, ma da ciò che dovrebbe essere. E se la situazione non corrisponde a ciò che lui vorrebbe – magari pensando agli altri, non a sé stesso – si dà come programma di modificare le cose.
Uno slancio così risoluto verso il meglio entusiasmerà qualche giovane, ed anche – sia detto senza ironia – qualche anima pura, ma per lo psichiatra è il sintomo di una malattia che si spera di curare, senza nessuna garanzia di guarigione.
Pensavo che una famosa citazione fosse di Lenin ma, come spesso accade, Lenin citava un altro pazzo. Hegel ha scritto: “Se i fatti non corrispondono alla teoria, tanto peggio per i fatti”. E così si capisce perché Hegel è stato il maestro di Marx.
Quella è una frase da manicomio eppure in suo nome milioni e milioni di persone nel mondo sono morte. Soltanto perché il sogno irrealistico della sinistra era bellissimo e costituiva una radiosa speranza. Anche quando si uccideva un terzo della popolazione, come è avvenuto in Cambogia.
Ecco il vero discrimine tra sinistra e buon senso. La sinistra non accetta il mondo com’è. Si rifiuta di accettare che esso è irrimediabilmente “cattivo”. Nella giungla o nella savana è in corso da tempo immemorabile una lotta per la sopravvivenza di tutti contro tutti, vegetali inclusi, in cui non si fanno prigionieri, in cui ci si mangia a vicenda, magari mentre la preda è ancora viva. E del resto, moltissimi pesci si cibano di altri pesci. Vivi.
Se la politica si occupasse di impedire il peggio, fra gli uomini (per esempio furto e omicidio) e per il resto li lasciasse essere come sono, farebbe meno danni. Il regime sovietico non aveva il programma di affamare i russi, ma è quello che ha fatto. E altrettanto ed anche più efficacemente, nel provocare la morte per fame, ha funzionato la dittatura di Mao Tse Tung.
Viceversa, nel mondo capitalistico e più spietato che io conosco, cioè la Svizzera, il livello medio della popolazione è fra i più alti del mondo.
Non è un problema di politica, è un problema di aderenza alla realtà. In guerra, negli ospedali da campo, i medici soccorrono chi ha maggiori possibilità di sopravvivere e lasciano morire l’altro. È triste ed è inevitabile. Ma parlatene con qualcuno di sinistra e vi dirà che: “È inammissibile. Bisogna salvarli tutti e due. Non m’interessa come, dovete salvarli tutti e due”. Ecco, agli uomini di sinistra basta la soluzione teorica. E tanto peggio per i fatti.
Purtroppo la follia vincerà sempre la sua guerra contro la razionalità. Perché il cervello dell’uomo è fatto per la follia, non per la realtà. >>
GIANNI PARDO