SURPLUS
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La necessità di immagazzinare la produzione attuale in vista del
futuro nasce, stando a quanto ho letto, con l’agricoltura.
Le
società di cacciatori e raccoglitori semplicemente si spostano
(ciclicamente) seguendo le loro fonti di cibo. Se non ne prelevano
eccessivamente, c’è qualcosa da mangiare anche per l’anno dopo.
L’investimento,
quindi, non consiste nell’accumulo, ma nello sforzo di contenere
collettivamente il proprio prelievo. Si investe in un ambiente sano e
in una popolazione stabile, e ci sarà sempre abbastanza per tutti.
Le
società agricole, invece, sono per definizione sedentarie. Inoltre
sono in grado di generare un surplus, un eccesso di cibo rispetto a
quello che serve in una data annata, e di immagazzinarlo
nell’eventualità di un periodo di crisi futuro.
Secondo
alcuni (Jared Diamond è l’esempio più famoso), le diseguaglianze
nascono proprio da qui: una volta che vi è un surplus, servirà
qualcuno che lo controlli, lo difenda e lo distribuisca. Da qui
nascono gerarchie, burocrazie, stati, diseguaglianze economiche e
sociali. >>
GAIA
BARACETTI
EMPATIA
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Nel bambino piccolo l’empatia è pressoché nulla. Né molto più
grande è quella del selvaggio, con buona pace di Jean-Jacques
Rousseau.
Gli
indiani d’America avevano l’abitudine di uccidere i prigionieri
con la tortura o usandoli come bersagli per i bambini che dovevano
allenarsi con l’arco e le frecce.
L’empatia
è una conquista dell’adulto e soprattutto dell’uomo civile. Ma,
per l’appunto, il bambino non è né un adulto né un uomo civile.
>>
GIANNI
PARDO
CASE
E GRATTACIELI
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La propensione a edificare costruzioni su più piani, seppure
inconsapevolmente e fortuitamente, è il sistema che l’essere umano
ha escogitato per potersi riprodurre più di quanto la disponibilità
di suolo del pianeta gli avrebbe consentito.
La
nuova tendenza del villaggio globale a crescere in altezza con
grattacieli sempre più alti persegue anch’essa il medesimo fine?
È
probabile, ma pur con tutti questi espedienti i limiti della
sostenibilità prima o poi verranno raggiunti, ed allora il “redde
rationem” non potrà che essere triste e doloroso.>>
BRUNO
SEBASTIANI
ECONOMIA
CINESE
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In questi trenta anni, la Cina è enormemente cresciuta grazie ad
esasperate pratiche di “reverse engineering” ma anche grazie ad
accordi commerciali con le aziende occidentali che decidevano di
delocalizzare nel loro paese e che prevedevano l’obbligo cella
condivisione dei segreti tecnologici.
Oggi
la Cina non è più la grande fabbrica per prodotti ‘low cost’
del mondo: non più jeans, giocattoli e mattoni a buon mercato, ma
anche prodotto ‘high tech’ ed a livelli decisamente buoni. (…)
In
questo c’è tanto l’effetto dello spionaggio industriale quanto
lo sviluppo della ricerca locale, senza dimenticare l’accesso
privilegiato alle c.d. “terre rare”, indispensabili per questi
prodotti e delle quali la Cina detiene circa il 90% dei giacimenti
attualmente attivi.>>
ALDO
GIANNULI
SOFT
POWER
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Il XXI secolo, tecnologico e permissivo, ha bisogno di un sistema di
potere allucinogeno: le masse devono essere convinte di godere di
ampie libertà, nonché di avere grandi possibilità individuali.
Un
esercito di finti ‘pezzi unici’, sospinti però verso
comportamenti, gusti, reazioni assolutamente comuni e previste.
È
il principio del ‘soft power’, che agisce per linee interne, a
livello subliminale, persuasivo, per coazione a ripetere, mostrando e
imponendo modelli, ottenendo senza violenza fisica comportamenti o
attitudini di proprio gradimento. (…)
Ciò
che chiamiamo politicamente corretto è una accattivante confezione
di preconcetti basata su un unico postulato: l’uguaglianza quasi
paranoica, ossessiva, superstiziosa, che diventa uniformità, gabbia
inviolabile.
Timoroso
di se stesso, l’uomo mette a confronto la sua percezione di fatti,
il proprio principio di realtà, inevitabilmente diverso dalla
visione ufficiale, e censura se stesso, si considera cattivo,
malvagio in quanto giudica altrimenti, e, nella maggioranza dei casi,
si conforma, sino a introiettare come giusto e vero quello che il suo
proprio convincimento rifiuterebbe. >>
ROBERTO
PECCHIOLI