LUMEN
<< In “Fuga dalla libertà” Erich Fromm, sviluppando le famose osservazioni di Max Weber sui rapporti intercorrenti tra l'etica protestante e la nascita del capitalismo, mette persuasivamente a fuoco i nessi anche più stretti che legano l'attivismo economico del capitalismo nascente con la teoria calvinista della Grazia.
Da un lato, [vi è] la costante incertezza di ciascuno circa la propria ammissione o meno alla grazia divina (e quindi, alla salvezza dell'anima), dall'altro il riconoscimento del successo economico come segnale non sicuro, ma indicativo della benevolenza divina, spinsero intere generazioni di calvinisti ad accumulare ricchezze, senza mai goderle, attraverso una vita interamente dedita al lavoro e all'investimento produttivo.
Anche se Fromm (...) non sembra rendersene conto, questa preoccupazione ossessiva per la Grazia e i suoi segni terreni è chiaramente collegata allo shock esistenziale e alla relativa difesa religiosa. La Grazia, infatti, era la condizione necessaria e sufficiente alla salvezza ultraterrena, sicché averla o non averla equivaleva alla vita o alla morte dell'anima o, ancor peggio, alla gioia eterna o all'eterno tormento.
Non c'è da stupirsi, quindi, se tanti protestanti si dedicarono a un attivismo economico frenetico. Del resto, nel mondo cattolico già da tempo era in corso un fenomeno psicologicamente molto simile ed economicamente molto vistoso, anche se articolato in modo diverso.
Fin dal XIV secolo, cioè fin da quell'autunno del Medioevo in cui, come si è rilevato in altra parte di questo libro, l'angoscia della dannazione giunse in tutto il mondo cristiano a livelli parossistici, si sviluppò nel mondo cattolico un regime testamentario nuovo che destinava alla chiesa e alle opere pie parti cospicue del patrimonio del testatore, in cambio di una garanzia ecclesiastica di vita eterna.
Scrive Philippe Ariès: “Il testamento è un contratto d'assicurazione concluso tra il testatore e la Chiesa, vicaria di Dio. Un contratto dal duplice scopo: innanzi tutto un “passaporto per il cielo”, secondo l'espressione di Jacques Le Goff, oppure una polizza d'eternità i cui premi erano pagati in moneta temporale: i lasciti pii; ma anche un lasciapassare sulla terra per il godimento, così legittimato, del bene acquisito durante la vita (e i premi di questa garanzia erano, questa volta, pagati in moneta spirituale: messe, preghiere, atti di carità).”
Nel quadro di quel regime testamentario, che si protrasse sostanzialmente invariato fino al XVIII secolo (e con variazioni minori fino ai nostri giorni), oltrechè grazie al commercio delle indulgenze che assunse notoriamente dimensioni sempre più massicce fino alla Controriforma, la Chiesa, le opere pie e gli ordini religiosi incamerarono immensi patrimoni che costituirono e costituiscono la base del loro formidabile potere economico.
Tanto l'attivismo produttivo del capitalismo protestante, quanto l'accumulazione fondiaria e immobiliare (finalizzata alla rendita o all'assistenza) che prevalse nel mondo cattolico attraverso i lasciti testamentari e il commercio delle indulgenze furono fenomeni economici di cui è difficile esagerare l'importanza nelle rispettive aree d'incidenza.
Beninteso si trattò di fenomeni molto diversi. Ma questa diversità riguarda solo l'impatto che essi ebbero sullo sviluppo economico locale e mondiale, e non i meccanismi di elaborazione delle tensioni psichiche di fondo. L'attivismo economico protestante fu ovviamente un fenomeno molto più importante nelle sue implicazioni produttive e culturali e, soprattutto, più capace di autonomizzarsi dalle sue matrici strettamente religiose.
Mentre la tradizione testamentaria cattolica è andata progressivamente affievolendosi col declino delle certezze religiose, l'attivismo economico e produttivo è dilagato in tutto il mondo moderno ben oltre i limiti storici e geografici del rigorismo protestante, talché D.H. Lawrence poteva osservare negli anni '20 che “il lavoro è lo stupefacente più diffuso della nostra epoca”.
Il motivo del fenomeno è evidente: indipendentemente dai dettami religiosi o teologici, l'ansia provoca facilmente reazioni motorie ripetitive e frenetiche, che hanno la funzione di sostituire, nell'uomo, la reazione fisiologica di fuga e di smaltire le energie connesse alla secrezione adrenalinica. È per questo che la persona in stato di ansia cammina nervosamente avanti e indietro, tamburella ossessivamente le dita sul tavolo o agita ritmicamente una gamba.
L'attivismo lavorativo può essere una forma solo più elaborata che consente non solo una scarica motoria, ma una efficace distrazione psichica dal pensiero ansiogeno.
Quale che sia stata comunque, nel mondo cattolico e in quello protestante, l'elaborazione culturale ed economica delle tensioni di fondo, queste tensioni furono e restano esattamente le stesse nell'una e nell'altra area culturale. Si trattò sempre essenzialmente di angosce di dannazione scatenate dal rigorismo cattolico o dalla teoria protestante della Grazia. (...)
Insomma, una psicologia consapevole dello shock esistenziale e delle sue complesse formazioni reattive può aiutarci a capire non solo i grandi movimenti religiosi e politici, ma anche i fenomeni demografici ed economici apparentemente più estranei alla problematica esistenziale.
In campo demografico, in particolare, essa può essere molto utile per comprendere le motivazioni profonde e spesso inconsce che stanno alla radice delle resistenze e razionalizzazioni religiose, politiche o comportamentali che si sono tenacemente opposte in ogni tempo e in ogni paese al controllo delle nascite, così ovviamente necessario per la sopravvivenza e il progresso dell'umanità.
Per esempio, possiamo ora capire meglio perché il problema dell'esplosione demografica sia oggi così drammatico e, al tempo stesso, così trascurato: i millenarismi religiosi e politici di stampo cattolico, fascista, islamista e leninista-marxista non solo hanno contribuito a scatenare quell'esplosione contrastando ogni espressione non procreativa della sessualità, ma hanno anche impedito, con le loro promesse miracolistiche e la loro demagogia anti-malthusiana, ogni contromisura denatalista.
La coalizione di questi millenarismi ha già condannato a morte per fame diecine di milioni di sventurati e altre centinaia di milioni ne condannerà entro la fine del secolo [il libro è del 1984 - NdL]. >>
LUIGI DE MARCHI