COSTI
DELLA POLITICA
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La spesa politica [in Italia] non è riducibile [soltanto] (…)
alle indennità e vitalizi di parlamentari e consiglieri regionali,
retribuzioni sicuramente molto alte, ma che riguardano poche migliaia
di persone, quindi, voce di spesa in complesso non molto alta.
Il
problema più serio è stato il massiccio aumento dei gettoni per i
consiglieri degli enti locali, retribuendo stabilmente persino i
consiglieri di municipi e quartieri.
Poi
c’è la voce delle profumatissime retribuzioni dei consiglieri di
amministrazione delle 1.760 società collegate o controllate da enti
pubblici locali e nazionali.
Qui
si tratta di circa 30.000 persone che percepiscono spesso compensi
maggiori di quelli dei parlamentari, cui vanno sommati i compensi per
le aziende comunali (…) ed i non miseri compensi della pletora di
consulenti a vario livello, di cui dicevamo prima.
Infine
le retribuzioni di segretarie, portaborse, dipendenti di basso
livello a vario titolo collegati all’indotto della spesa politica.
Complessivamente,
lo Stato retribuisce in forma diretta o indiretta fra le 300. 000 e
le 500.000 persone (si tratta di stime, non di dati precisi) e con
retribuzioni in genere più alte della media a corrispondente
livello. >>
ALDO
GIANNULI
MARXISMO
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Marx, che molti considerano un filosofo ed un economista, è stato in
realtà un profeta.
Non
è una battuta, è la tesi di Paul Johnson.
La
teoria marxista tendeva all’utopia. Basti dire che il suo programma
era: “da ciascuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo i
loro bisogni”.
E
forse quel pensatore, quando scrisse questo, non aveva considerato
che per alcuni l’asserito bisogno è quello di non essere obbligati
a lavorare.
Comunque,
che di utopia si trattasse, la storia l’ha così ben dimostrarlo,
che oggi del comunismo si parla al passato. >>
GIANNI
PARDO
IPER-MOBILITA’
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Uno dei grandi problemi del nostro tempo è l'iper-mobilità: ci
muoviamo continuamente, rapidamente, ovunque.
Andiamo
in vacanza letteralmente dall'altra parte del mondo (beh, quelli che
possono permetterselo), ma anche per andare al lavoro e per il resto
delle attività quotidiane ci spostiamo a dozzine, a volte anche a
centinaia di chilometri.
I
lavoratori sono espulsi dal centro delle città a causa degli alti
prezzi degli alloggi, specialmente in quelli che soffrono di questo
processo chiamato "gentrificazione".
E
sono costretti a vivere ai margini e aumentare il loro tempo di
pendolarismo (si sa, il ricco paga con i soldi e il povero con il
tempo).
I
lavoratori poco qualificati sono, sopra, perso il lavoro, come le
fabbriche si sono trasferiti in manodopera a basso costo in altri
paesi del lavoro e dei prodotti pronti vengono portati da lì in
grandi navi da carico.
È
un flusso veloce e costante di persone e materiali.
Tutta
questa dissolutezza è stata possibile grazie ai combustibili
fossili, all'enorme quantità di energia a basso costo che avevamo.
Ma
questo è esattamente ciò che sta finendo.
Negli
anni a venire, nei prossimi decenni, la produzione di qualsiasi bene
che si vuole vendere qui dovrà essere localizzata da qualche parte
nelle vicinanze, perché il trasporto di merci e persone non sarà
così economico - a volte non sarà nemmeno possibile. >>
ANTONIO
TURIEL
ELITES APOLIDI
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Le Elites Apolidi non sono malvagie, sono indifferenti come lo
sarebbero degli invasori alieni o un computer.
Per
loro le persone comuni sono insetti fastidiosi o una materia prima da
sfruttare. >>
LORENZO
CELSI
TOTEM
E TABU’
<<
Ogni civiltà ha i suoi tabù, perché di ogni civiltà è il sacro. Ciò
che è sacro è intoccabile, inavvicinabile, perché in origine
maledetto.
Scrive
Pompeo Festo che l'homo sacer è «quem populus iudicavit ob
maleficium... quivis homo malus atque improbus». (…)
In
una comunità di persone il sacro postula l'indiscutibile, i
riferimenti invalicabili dell'identità e dei valori comuni di norma
rappresentati nella sintesi di un simbolo o di una formula rituale.
L'ambivalenza
del sacro è prospettica: nel tracciare un confine inviolabile
discrimina ciò che deve restare fuori - il tabù - da ciò che sta
dentro e attorno a cui ci si deve raccogliere - il totem.
Il
binomio freudiano svela così i due volti del sacro: dove c'è un
totem c'è un tabù, e viceversa. (…)
Non
si ha notizia di civiltà senza tabù, perché il sacro soddisfa un
fabbisogno spirituale che si riscontra ovunque.
Sarebbe
perciò sciocco credere che i tempi laici in cui viviamo si siano
emancipati dal sacro e quindi dai tabù. >>
IL
PEDANTE