lunedì 27 dicembre 2010

Hobby no work

EUGENIO – Lumen, quale pensi che siano le cose più importante nella vita di un essere umano ?
LUMEN – Una buona salute, degli affetti profondi, la tranquillità economica e...  un hobby piacevole.

EUGENIO – Questo non lo immaginavo.
LUMEN - E invece si tratta di una cosa importantissima.

EUGENIO - E quali sono le caratteristiche essenziali di un buon hobby ?
LUMEN  – Io ho individuato 3 semplici regole.

EUGENIO – Ti ascolto.
LUMEN – Prima regola:. “Un Hobby deve essere poco costoso”.

EUGENIO – Quindi niente spese pazze o sciocche.
LUMEN - Non è certo la spesa che rende piacevole un hobby, anzi spesso le spese eccessive sono il sintomo che quello non è vero hobby per sè, ma solo una forma di esibizionismo.

EUGENIO - Hai ragione. Quanti ne ho visti di quei tipi !
LUMEN – Seconda regola “Un Hobby non deve mai dare obblighi, ma solo opportunità” .

EUGENIO – Quindi non trovarsi mai nelle condizioni di doverlo seguire per forza.
LUMEN - Le cose che si fanno per dovere sono altre. Un hobby deve dare solo piacere, e quindi non può avere nè vincoli di attività nè scadenza assolute di tempo.

EUGENIO - Certo l'hobby non può essere come un lavoro.
LUMEN – Esatto. Terza regola: “Un Hobby non deve mai dare un ritorno economico”

EUGENIO – Questo non lo immaginavo.
LUMEN - E' necessario per evitare che l’interesse economico prenda il sopravvento ed uccida il divertimento.

EUGENIO - Adesso è tutto chiaro.
LUMEN - Allora vai, scegli il tuo hobby e divertiti.

 

Padre Malthus - 1

PERCHE’ SONO NEO-MALTHUSIANO di Luca Pardi

<< Malthus nel suo Saggio sul principio della popolazione (1789), afferma che le risorse alimentari aumentano nel migliore dei casi in modo lineare (progressione aritmetica: 1,2,3,4 .....), mentre la popolazione cresce secondo una progressione geometrica (1,2,4,8 ....).
E’ ovvio che l’aspetto meramente matematico del problema popolazione/ risorse è superato.  Ma Malthus è stato il primo a contestare il concetto di crescita infinita (influenzando Ricardo)
 
Quindi spesso coloro che si contrappongono polemicamente ai fautori della crescita infinita si definiscono neo- malthusiani anche se oggi, in particolare nel campo della dinamica delle popolazioni in rapporto alle risorse ecologiche, gli strumenti matematici sono molto più raffinati di quelli di cui disponeva Malthus alla fine del ‘700.

La totalità del neo-malthusiani che conosco, incluso me stesso, rifiutano interamente l’odiosa dottrina sociale di Malthus. Alcuni di essi sostituirebbero volentieri all’idea di Malthus di un controllo della crescita demografica attraverso vizio, malattia, fame e astinenza, l’idea di un rientro attraverso: salute alimentare e salute riproduttiva con la coltivazione di qualche vizio ricreativo e conviviale con un generoso ed informato uso dei mezzi contraccettivi.

Finestra fossile. Ciò che Malthus non aveva previsto nel suo saggio era la scoperta dell’uso dei combustibili fossili che ha aumentato la possibilità di crescita dei mezzi di sostentamento rispetto alla popolazione. E a causa di questo fatto che quasi tutte le risorse sono in realtà aumentate negli ultimi due secoli e mezzo, corrispondenti all’industrializzazione. Se questo ha bisogno di una dimostrazione basti dire che per ogni caloria che oggi ingeriamo in alimenti che vengono dall’agricoltura industriale, 10 calorie sono state spese in petrolio sotto forma di combustibili per i macchinari, fertilizzanti (prodotti dagli idrocarburi), pesticidi, energia necessaria per pompare l’acqua nei campi, immagazzinamento lavorazione e refrigerazione dei cibi, distribuzione. 

Perchè si parla di finestra? Perchè i combustibili fossili sono il prodotto di milioni di anni di energia solare immagazzinata dalle piante in tempi lontani centinaia di milioni di anni, e noi li stiamo sfruttando in un tempo che si misura al massimo in secoli, ma che si è accellerato negli ultimi decenni. Si tratta di una finestra temporale limitata nel tempo. Oggi possiamo dire che dall’inizio dell’era del petrolio all’inizio del ‘900, abbiamo consumato la metà circa del petrolio esistente nel sottosuolo. 

Questo è ciò che ha permesso la crescita favolosa di popolazione ed economia. Ovviamente ha anche permesso quel progresso tecnologico di cui parla Raffaele e di cui siamo tutti coscienti e che tutte le persone con un minimo di cervello, considerano l’unica speranza dell’umanità. Il punto su cui ci si divide è che alcuni vedono la tecnologia come una sorta di divinità in grado di risolvere, insieme alla legge di mercato, qualsiasi problema pratico di limitatezza delle risorse, mentre i neo- malthusiani pensano che questo non sia dato, e che sia quindi prudente pensare ad un rientrodolce della popolazione e del metabolismo socio- economico nei limiti concessi dalla capacità di carico del pianeta.

La capacità di carico è un concetto ben definito nello studio della dinamica delle popolazioni in ecologia ed ha numerose, osservazioni sperimentali che ne confermano la validità, anche se neglette dai nostri economisti.

In particolare si è osservato (cfr Imhoff et al Nature 2004) che la popolazione della singola specie Homo Sapiens si appropria globalmente di almeno il 25% di quanto le piante producono sul pianeta in un anno. Da questo punto di vista si deve osservare che la specie umana rappresenta meno dell’1% della biomassa animale, (che beninteso non è poco) e una frazione infima della biomassa totale. Questa appropriazione raggiunge in alcune aree, generalmente quelle economicamente ricche o in rapido sviluppo, livelli catastrofici che possono essere sostenuti solo dall’uso generalizzato di energia fossile nella particolare forma dei combustibili liquidi, cioè di energia presa da un serbatoio, creatosi in particolari condizioni centinaia di milioni di anni fa, che si sta rapidamente (anche su scala storica) esaurendo.

Malthus è quindi da me preso a simbolo di una posizione che riconosce i limiti fisici del pianeta. Il particolare ‘movimento’ di scienziati e tecnici che lancia allarmi sugli effetti dell’esaurimento della particolare risorsa petrolio, si sono autodefiniti Hubbertiani (dal nome di Martin King Hubbert che per primo modellizzò il fenomeno del raggiungimento del picco di produzione del petrolio) e sono, di fatto, un sottoinsieme di neo- malthusiani al quale appartengo.
 
Citazione: L'entropia della Terra, che è quella che ci interessa, viene quotidianamente aumentata dall'azione dell'uomo con una velocità che è proporzionale, o più che proporzionale, all'efficienza economica
Il discorso di Raffaele sull’entropia fa riferimento ad un dibattito molto teorico e astratto che può essere interessante approfondire, ma non in questa sede.

Quando si parla di Entropia si parla di termodinamica e si entra in un ambito che dovrebbe essere molto più chiaro a tutti, semplici cittadini (oggi si preferisce chiamarli consumatori, ma questo è una altro discorso), leader politici e religiosi, e, soprattutto economisti. Purtroppo nelle facoltà di economia e scienze politiche la termodinamica, come la biologia e l’ecologia, non è un insegnamento obbligatorio.

L’unica scuola di economia, che io conosca che ha fatto uso di ragionamenti termodinamici e ha tentato di trarne le debite conclusioni è quella di N. Georgescu- Roegen. Ma chiedo aiuto a Marchitti che in questo è sicuramente più documentato di me. Potremmo chiedere aiuto anche a B. Della Vedova che sembra abbia scritto la sua tesi di laurea (o di dottorato non so) che confuta proprio le teorie di Georgescu- Roegen.

L’entropia è una grandezza fisica che misura la quantità di lavoro utile che un sistema può compiere. Ed è una misura della qualità di questa energia. Prendiamo il caso di un litro di benzina. In esso l’energia è immobilizzata all’interno dei legami chimici che costituiscono gli idrocarburi. Al momento in cui la benzina viene bruciata in un motore a scoppio l’energia chimica viene trasformata in energia termica ad alta temperatura e trasformata nell’ energia meccanica che permette di muovere l’automobile e energia termica a bassa temperatura. A sua volta l’energia meccanica viene uteriormente trasformata in energia termica a bassa temperatura per vincere le forze di attrito.

 Il risultato finale dell’intero processo è il risultato del lavoro: la diversa posizione dell’automobile, l’energia termica a bassa temperatura ad alta entropia e i gas di scarico. La degradazione dell’energia dalla forma altamente ordinata dei legami chimici degli idrocarburi a quella disordinata e diffusa che esce dal tubo di scappamento sotto forma di gas di scarico caldi (se la combustione è perfetta anidride carbonica e acqua) viene misurato da un aumento dell’entropia. Gli enunciati fondametali della termodinamica affermano che l’energia dell’universo è costante e che l’entropia dell’universo può solo aumentare.

La vita sulla Terra, e probabilmente se esiste anche altrove, consiste nel mantenere bassa l’entropia interna dei vari organismi a spese dell’ambiente. L’uomo ha inserito in questo processo la tecnosfera e il processo economico che amplificano il processo naturale di aumento di entropia dell’ambiente a favore del proprio metabolismo. L’efficienza economica favorisce in ogni modo possibile i processi entropici ed è quindi termodinamicamente non sostenibile. L’intero sistema dei viventi infatti funziona, in continua evoluzione, grazie ad un intricato sistema di controlli reciproci fra gli organismi che permette la chiusura di tutti i cicli naturali. Il metabolismo socio- economico è al contrario un’autostrada verso l’aumento di entropia incontrollato. Su questa contraddizione, che non è etica, ma termodinamica e quindi fisica, si basa la parte razionale dell’ecologismo. 

Non si tratta di stabilire se l’uomo sia cattivo e la natura sia buona. Poverino chi si perde in queste considerazioni filosofiche da circolo ricreativo, perchè il problema non si pone neppure. Si tratta di stabilire le condizioni per cui il metabolismo socio- economico umano ha iniziato a violare l’equilibrio di forze che permette, nella biosfera, di mantenere un livello entropico compatibile con la vita. Cio che non è sostenibile può ovviamente avvenire e mantenersi in essere per tutto il tempo necessario a consumare le risorse non rinnovabili e quelle rinnovabili in modo irreversibile. Citazione: Accellerare è possibile solo in alcune circostanze. In particolare quando si ha disponibilità di quantità illimitate di energia. Io asserisco che non è il nostro caso. 
 
Abbiamo avuto la finestra fossile che va chiudendosi, dopo torneremo al flusso solare. Prima che la finestra si chiuda definitivamente o avremo imparato a vivere col flusso solare o la popolazione tornerà al livello precedente all'era fossile, o, probabilmente, ad un livello minore dati gli effetti dell'overshoot ecologico umano.

Su questo punto dell’accelerazione Raffaele ha insistito molto da molto tempo. Anni direi. Concettualmente ha molte ragioni. Il sistema globalizzato attuale ha pochissime probabilità di poter anche semplicemente rallentare. Per questo motivo siamo dei catastrofisti. Il sistema è in effetti fatto per crescere all’infinito. Per questo la politica non ha una risposta e chiunque faccia politica o fa finta di non capire, o fa demagogia ecologista. Quando ci incontrammo a Roma, Raffaele capì la mia posizione per la decrescita, ma commentò dicendomi: così non è possibile, finisce tutto in un disastro. 

Noi di Rientrodolce siamo convinti che non sia facile il nostro soft landing, ma pensiamo che non sia verosimile un’accelerazione basata sull’uso delle fonti rinnovabili. Tutta la nostra società si basa sull’energia. Le fonti rinnovabili: sole, vento, biomasse, idroelettrico, dipendono dal flusso solare che è una quantità grande ma limitata nel tempo e, soprattutto a bassa intensità rispetto all’intensità delle risorse fossili (carbone e petrolio) o minerali (uranio e altri materiali fissili). 
 
Se pensiamo di attrezzarci a riconvertire la nostra società dalla dipendenza dal petrolio alla dipendenza dalle fonti rinnovabili si deve anche dimensionare il suo metabolismo ad un flusso energetico (energia:tempo) molto inferiore a quello a cui siamo abituati. In ogni caso anche se realizzassimo un metodo di generazione dell’energia illimitato come la fusione, i limiti ecologici si presenterebbero sotto altra forma, per esempio con l’esaurimento di altre risorse minerarie.

Tutto ciò che vive ha una fase di crescita, una fase di stasi e una fase di senescenza. Se individuiamo la fase critica della società industriale nel momento in cui gli verrà a mancare la fonte di energia facile per eccellenza dell’ultimo mezzo secolo, il petrolio, allora ci rendiamo conto che il momento di cominciare a lavorare per un diverso modello di vita è ora. Citazione: Se poi vogliamo parlare di fantascienza, preferisco Asimov.

E qui si chiude questo lungo post. Se qualcuno sarà arrivato a questo punto capirà che la mia concezione del momento attuale è del tutto scevra dai miti fondanti della nostra società: l’Homo faber, l’homo oeconomicus. L’uomo è solo Homo Sapiens, una delle molte specie di primati, unico rappresentante della famiglia degli ominidi, e del genus Homo, ad aver superato la falce dell’estinzione. Almeno fino ad ora.

Fra i miti fondanti di questa nostra società annovero anche la fantascienza che ha fornito il mito e l’illusione dell’espansione umana nell’universo come se fosse una ripetizione della conquista del nuovo mondo e fa parte di quell’intrattenimento stereotipato dell’immaginazione collettiva che include gran parte del cinema, della musica leggera e della letteratura del ‘900 nonchè il quasi 100% della produzione televisiva a base di soap intramezzato da pubblicità. >>

LUCA PARDI

domenica 19 dicembre 2010

Pensierini - II

SPECIAZIONE
Uno dei fenomeni più spettacolari dell'evoluzione darwiniana è sicuramente quella che in biologia viene chiamata speciazione, ovvero la comparsa di nuove specie.
Come spiega Richard Dawkins nei suoi libri, la speciazione non è un evento che si verifica in natura in un certo momento, perchè le differenze genetiche tra genitori e figli sono sempre necessariamente minime (altrimenti il fenotipo non funziona).
Non esiste una particolare generazione in cui mamma uccello fa un figlio mammifero, o mamma scimmia fa un figlio homo sapiens.
La speciazione è un evento che noi possiamo ricostruire solo ex post, in senso esplicativo (tassonomico), quando è passato così tanto tempo che i discendenti di una certa coppia (a causa del sommarsi delle tante piccole variazioni intervenute), non sono più teoricamente interfertili con i loro progenitori.
Dawkins sostiene infatti che se TUTTI i singoli esseri vissuti sulla terra avessero lasciato il proprio fossile, per noi sarebbe letteralmente impossibile suddividerli in specie, in quanto la sequenza dei fenotipi sarebbe priva di cesure evidenti.
LUMEN

 
UOMINI E SCIMMIE
Nonostante l'opinione comune sull’argomento, non è vero, dal punto di vista evolutivo, che l'uomo discenda dalla scimmia.
L'uomo e le scimmie, infatti, si limitano a derivare da una specie comune, che nell'evoluzione biologica risale a circa 20 milioni di anni fa.
Solo circa 6 milioni di anni fa si verificò una scissione evolutiva, che portò alla distinzione tra le scimmie antropomorfe e l’australopithecus africanus, da cui poi, per passaggi successivi, arrivò l'homo erectus, l'homo abilis e quindi, circa 150 mila anni fa. l'homo sapiens.
LUMEN

 
SAGGEZZA AFRICANA
Un ottimo esempio di auto-controllo demografico da parte dell’uomo (cosa di cui la società attuale avrebbe un disperato bisogno, ma che appare molto difficile da ottenere) è stato raccontato da Luigi Luca Cavalli-Sforza in uno dei suoi libri.
Si trattava di una tribù di cacciatori-raccoglitori africani la quale, non avendo risorse stanziali, aveva necessità di trasferirsi periodicamente con tutta la truppa e le (scarse) masserizie.
Ora, in questo gruppo era invalsa una regola, molto importante e molto rispettato, che prevedeva una pausa di 4 anni tra una gravidanza e l'altra delle sue donne.
Questo perchè ogni nucleo familiare, al momento dello spostamento, poteva permettersi di portare con sè SOLTANTO UN BAMBINO piccolo incapace di camminare.
Ciò dimostra che quando l'homo sperimenta certi problemi sulla sua pelle, in modo diretto, diventa velocemente sapiens.
LUMEN


QUESTIONE DI CELLULE
Sull'eterna discussione di cosa siano il bene e il male, direi che la scienza è giunta a conclusioni ormai definitive.
Il BENE (benessere) è lo stato di equilibrio biochimico di una cellula (o di un insieme di cellule, nel caso di esseri pluricellulari), chiamato OMEOSTASI; mentre il MALE (malessere) è la sua perdita.
Il DOLORE è il meccanismo (creato dalla selezione naturale) che costringe la cellula (o l'essere pluricellulare) a "fare qualcosa" per ripristinare l'Omeostasi ed è quindi il prezzo che gli esseri viventi devono pagare per restare vivi.
La differenza tra il dolore fisico e quello psicologico, che si manifesta negli animali superiori, è puramente apparente, in quanto, dal punto di vista biochimico, si tratta della stessa cosa.
LUMEN

 

Diversamente uguali

EUGENIO – Lumen, un famoso Cardinale ha detto che bisogna opporsi al matrimonio tra persone dello stesso sesso non solo per motivi religiosi, ma anche sociali, perché danneggerebbe gravemente l’istituto della famiglia. Tu cosa ne dici ?
LUMEN – Ma tu sei d’accordo ?

EUGENIO – Così, a occhio, mica tanto.
LUMEN – E fai bene.La base della società è senza dubbio la famiglia, intesa come piccolo nucleo di persone legate da un forte vincolo affettivo e che come tale può permettersi di praticare il comunismo integrale, che, quando funziona, è il sistema economico-sociale più efficiente in assoluto.

EUGENIO – E’ vero. Non ci avevo mai pensato.
LUMEN - Ora, da questo punto di vista una coppia omosessuale fornisce la stessa base affettiva e di sostegno reciproco di una coppia etero.

EUGENIO – Quindi ?
LUMEN – Quindi, dal punto di vista sociale, l'unico argomento contro i matrimoni gay è che si tratta di coppie che, per ovvii motivi fisiologici, non possono procreare direttamente.

EUGENIO – Ovvio.
LUMEN - D’altra parte ci sono moltissime coppie etero che, per mille motivi, non hanno o addirittura non possono avere figli e nessuno ha nulla da dire. Inoltre attualmente la specie umana non corre sicuramente il rischio di estinguersi per denatalità (anzi corre il rischio opposto).

EUGENIO - Per cui si può dire che l’argomento procreativo si smonta da sè.
LUMEN – Senza dubbio. Aggiungo che non mi piacciono le persone (etero) che, pur potendo sposarsi, scelgono la coppia di fatto per evitare gli oneri formali del matrimonio, e però pretendono di avere ugualmente dei particolari diritti per la loro unione.

EUGENIO – In effetti….
LUMEN – Quindi, date queste permesse, invece di creare un nuovo tipo di unione giuridica soft accessibile sia alle coppie gay che alle coppie etero, ritengo che sarebbe molto meglio estendere il matrimonio tradizionale a tutti, magari rendendo meno complicate le conseguenze economiche di un eventuale divorzio.

EUGENIO – Mi sembra una buona idea.
LUMEN - Resterà poi alla sensibilità ed intelligenza delle coppie gay (ed anche al loro interesse) dare tempo al tempo e quindi tenere, almeno all’inizio, un comportamento pubblico più discreto, tale da non disturbare il vecchio senso comune e, magari, stuzzicare le pulsioni violente degli intolleranti più stupidi.

EUGENIO – I famosi “omofobi”.
LUMEN – Proprio loro. Ci penserà poi il tempo a rendere tutti più tranquilli: non dimentichiamo che nell'ottocento qualsiasi effusione pubblica, anche etero, era fonte di disturbo sociale, mentre oggi siamo tutti diventati più tolleranti.

EUGENIO – Vero anche questo.
LUMEN – Occorre inoltre considerare che i confini tra le varie espressioni sessuali sono molto aleatori e variabili, e che forse alla base di tutti vi è una tendenza bisessuale potenziale, più diffusa di quanto pensiamo.

EUGENIO – Spiegati meglio.
LUMEN - Al riguardo, ricordo la spiegazione di un antropologo sul fatto, apparentemente assurdo, che l'omosessualità si mantiene intatta nelle generazioni pur essendo, per definizione, inadatta procreare.

EUGENIO – In effetti me lo sono chiesto anche io.
LUMEN - Lui sosteneva che era una conseguenza indiretta (e paradossale) del fortissimo tabù anti-gay vigente nelle società: un tabù che "costringe" queste persone a sposarsi ugualmente e, grazie al loro potenziale bisessuale, fare figli con il/la coniuge, i quali, a loro volta, potranno perpetrare la tendenza omo/bisessuale.

EUGENIO – Una spiegazione intrigante.
LUMEN – Quindi, la struttura di una coppia gay potrebbe essere meno diversa da una coppia etero di quello che si pensa.

EUGENIO – Cioè ?
LUMEN - Ho l'impressione cioè che anche le coppie gay abbiano, per così dire, un polo maschile ed un polo femminile, perchè probabilmente è una legge di natura, avente magari motivazioni darwiniane.

EUGENIO – Questo Darwin viene proprio fuori dappertutto.
LUMEN – Mi sembra inevitabile, visto che siamo tutti figli della selezione naturale. Comunque, se alla polarità maschile/femminile, aggiungiamo il fatto che, come pare accertato, l’orientamento sessuale ha cause sia genetiche che culturali, potremmo ipotizzare - come ha sostenuto qualcuno - che le coppie gay si basino, in linea generale, su un tipo di struttura abbastanza ricorrente e definita.

EUGENIO – Sentiamo.
LUMEN – Nella coppia di uomini, l’elemento maschile sarebbe un uomo che, per qualche motivo, ha un rapporto negativo con le donne (causa culturale), mentre l’elemento femminile sarebbe un individuo con la mente di una donna intrappolata nel corpo di un uomo (causa genetica).

EUGENIO – Continua.
LUMEN – Nella coppia di donne, invece, l’elemento maschile sarebbe un individuo con la mente di uomo intrappolata nel corpo di una donna (causa genetica), mentre l’elemento femminile sarebbe una donna che, per qualche motivo, si trova a disagio con gli uomini (causa culturale).

EUGENIO – Una teoria interessante.
LUMEN – E’ solo una teoria ovviamente, e non so se chi l'ha elaborata abbia ragione, ma può servire a capire meglio queste persone. In fondo, quello che conta nelle persone è come si comportano socialmente nella vita di tutti i giorni. Quello che accade sotto le lenzuola non è poi così importante, non ti pare ?

EUGENIO – Giusto. Ma l’omofobia profonda di tante società, come te la spieghi ?
LUMEN – Anzitutto ci sono evidenti motivi genetici, che portano a considerare negativo tutto ciò che si oppone alla massima procreazione.

EUGENIO – Questo è vero, ma forse c’è dell’altro.
LUMEN – Lo penso anch’io. E non escludo che buona parte della responsabilità (involontaria)  possa ricadere sui “neuroni specchio”.

EUGENIO – E cosa sono ?
LUMEN - I “neuroni specchio” sono una classe di neuroni che si attivano quando un individuo compie un'azione ed anche quando l'individuo osserva la stessa azione compiuta da un altro soggetto.

EUGENIO – Vuoi dire che chi osserva una certa azione attiva gli stessi neuroni di chi la compie ?
LUMEN – Proprio così. E questa è una delle basi dell’empatia.

EUGENIO – E quindi ?
LUMEN - Ne discende che quando un eterosessuale vede due gay del suo stesso sesso impegnati in qualche effusione, per esempio che si baciano, ed attiva quindi i suoi neuroni specchio, istintivamente si immedesima in un comportamento che per lui è molto sgradevole. Da qui un senso di empatia negativa e quindi di ripulsa verso quella persona.

EUGENIO – Un bel problema.
LUMEN – Un problema serio, certamente. Ma con un po’ di buona volontà da parte degli uni, e di riservatezza da parte degli altri, forse si può risolvere.
 

Pensierini - I

DIRITTO NATURALE 
Non mi convincono coloro che affermano l'esistenza di un ipotetico diritto naturale ex ante, dotato di una intrinseca superiorità rispetto al relativismo dei valori.
Non mi convince perchè i valori comuni (diritto, etica, morale, ecc.) nascono dall'ovvia esigenza di tenere a freno gli egoismi individuali a beneficio della convivenza sociale.
Ed in questo campo, a mio avviso, TUTTO E' SEMPRE E SOLTANTO CONVENZIONALE, nel senso che ogni società storica ha trovato e trova le proprie specifiche soluzioni, nessuna delle quali è migliore o peggiore delle altre.
In realtà il vero relativismo da combattere è il multiculturalismo, ovvero la presenza contemporanea in una stessa società di tante visioni valoriali diverse.
Questo, in effetti (e lo vediamo intorno a noi) non funziona e non può funzionare; ma si tratta di una cosa diversa.
LUMEN
 

CELIBATO
La Chiesa Cattolica che ha sempre fatto della ricchezza materiale una delle basi principali del proprio potere.
E' arrivata addirittura a pretendere il celibato dai propri ministri (una pretesa assurda e contro natura, che può portare solo sofferenze per sè e per gli altri) solo per avere il controllo totale su tutte le ricchezze ecclesiatiche, senza subire la scomoda concorrenza degli eventuali figli legittimi.
La pecunia sarà anche lo sterco del diavolo, come ha detto qualcuno, ma sicuramente NON OLET, neppure per loro...
LUMEN
 

POLITICI
Per i leaders politici mettersi a ragionare in modo innovativo, anche "al contrario" se necessario, è difficilissimo, quasi impossibile. 
Come diceva Charles De Gaulle: "Sono il loro capo, quindi li seguo".
LUMEN
 

BANDIERE IN PIAZZA
Credo che, in Italia, la differenza di bandiera politica sia molto più sentita tra gli elettori che tra gli eletti.
I quali rappresentano, in fondo, una consorteria di simili, i quali, una volta al potere (ed anche presumendo che siano onesti) fanno quel poco che possono per mandare avanti la baracca, senza troppe differenze tra una parte e l'altra.
In effetti, la nostra (come in tutto l'occidente) è una società molto complessa, in cui le leve del potere sono condizionate da mille vincoli NON politici, e non mi riferisco solo all'Europa, ma proprio al tessuto socio-economico.
Per cui, a votare si deve andare (ci mancherebbe !), ma senza farsi troppe illusioni e, soprattutto, senza scendere in piazza a sventolare le bandiere, in caso di vittoria dei nostri colori. 
LUMEN


NEVROSI
Secondo alcuni è la cultura che crea le situazioni nevrotiche che tanto angosciano l'uomo, e lo fa perchè propone modelli contrastanti: la gente vuole due cose allo stesso tempo e finisce nella nevrosi e nell'alienazione.
Il concetto è interessante, ma non tiene conto della genetica, che è sempre fondamentale nella determinazione del comportamento umano.
Quindi, probabilmente, le due cose contrastanti sono, da un lato la spinta genetica verso il benessere individuale (e riproduttivo), e dall'altro la spinta culturale verso il benessere collettivo del gruppo (inteso in senso sociale e non parentale).
Ed è per questo che gli animali, che non hanno una cultura come la nostra, non hanno neppure le nostre nevrosi.
LUMEN
 

BUONE AZIONI
Può capitare a volte nella vita, e tutti l'abbiamo sperimentato almeno una volta, che una buona azione finisca per ritorcersi contro il benefattore.
Per questo il mio aforisma preferito, quasi il mio motto, è questa frase di Clare Booth Luce << Nessuna buona azione resterà impunita. >>
Un paradosso al quale vi è ben poco da aggiungere.
LUMEN



sabato 11 dicembre 2010

La Cassandra

LE PREVISIONI DI LUCA PARDI - 11 LUGLIO 2008

<< Da ora alla fine dell'anno una crisi finanziaria senza precedenti farà evaporare gli ultimi barlumi di speranza sulla sostenibilità del regime economico attuale. Non riesco ad avere dubbi su questo punto. Le tre componenti della crisi sistemica: economico- finanziaria, energetica ed ecologica, assicurano che la caduta ci sarà di sicuro.

Da tempo sono convinto che il punto di caduta iniziale sarà proprio la finanza, mentre le questioni ecologiche potranno essere ancora spazzate sotto il tappeto grazie alla resilienza dell'ecosfera. La crisi porterà probabilmente un calo del prezzo dei combustibili fossili, per uccisione della domanda, ma questo non sarà un segno positivo per il sistema economico ma proprio la conseguenza della crisi industriale (e forse del capitalismo in quanto tale). In una situazione globale fortemente compromessa sul piano economico e sociale, con aumento massiccio della mortalità fra i poveri, con la lotta per l'accaparramento delle materie prime e delle risorse alimentari e dell'acqua, sarà iniziato il rientro dell'umanità.

Oggi mi sentirei di scommettere che non toccheremo mai gli 8,5 miliardi di individui. Purtroppo la modalità non sarà quella che avevamo sognato. Non so come sia possibile attrezzarci per superare questa situazione, ma trovo abbastanza inutile l'attività politica così com'è adesso a prescindere dalla simpatia per Marco Pannella in sciopero della fame e per Matteo che strappa qualcosa sulla Cina.

Francamente, mentre stancamente sento queste notizie, la mia mente vaga via a pensare quello che posso (o possiamo) fare per affrontare una crisi seria tenendo conto che siamo in pochi ad avere questa consapevolezza. Sarebbe meglio mettere le nostre competenze al servizio di attività post crisi piuttosto che esercitare pressioni all'interno di un sistema politico che non può che essere spazzato via. In poche parole meglio pensarci come classe dirigente del "dopo" piuttosto che sfinirci a rincorrere quella del "prima" perchè diventi consapevole di cose di cui non vuole essere consapevole per costituzione.

Nessuno capirà mai che non ci sono strumenti di politica economica in grado di tenere in piedi un sistema di trasporto di merci come quello attuale (hanno voglia di protestare gli autotrasportatori) e un sistema di allevamento del bestiame, di produzione, conservazione e distribuzione di cibo, e perfino sistemi sanitari, educativi e di welfare come quelli attuali.

Non mi aspetto un collasso catastrofico e unico, ma una serie di tonfi con tagli progressivi della ricchezza. Immagino un collasso finanziario con risparmi che vanno in fumo (per chi li ha) fabbriche che chiudono, consumi che crollano, altre fabbriche che chiudono, entrate dello Stato che crollano, stipendi che non possono essere pagati, ulteriore crollo dei consumi. Una situazione di tipo cubano dopo il crollo del muro e la fine delle rimesse sovietiche. Ma qui sarebbe il primo effetto del picco reale e sarebbe globale.

 Noi dovremmo cominciare a pensare alla stabilizzazione nella fase di declino, alla ricostruzione delle reti energetiche ed economiche locali. Forse oltre ai pannelli solari e al KG dovremmo promuovere le monete locali, la produzione di cibo. Ma come fare queste cose? Io non lo so, ma dovremmo darci un'impronta meno ideologica e più fattiva. Chi se ne frega, in fondo, di un convegno? Un convegno lascia il fottutissimo tempo che trova. Ogni tanto mi sembra di essere schizofrenico, prima mi incazzo perchè non ci hanno consultati, poi ascolto il convegno e mi dico: meno male non ci hanno consultati. Che gli dicevo alla Bonino? Senti Emma, ma che te ne frega di fare un convegno su una cosa che non realizzerà mai nessuno?

Certo si sprecheranno un po' di risorse come le stanno sprecando nella follia BAU dell'ultimo chilometro fra viadotti, ipermercati, nuove autostrade, ponti, tunnel, grattacieli, olimpiadi invernali, estive, primaverili, stadi coperti, campi da golf, nuove zone residenziali, nuove aree della ricerca, campus universitari in aree periferiche, aeroporti, porti, scali, depuratori, centri commerciali, poli logistici (che cazzo è un polo logistico?), rottamazioni di tutto (soprattutto del cervello delle persone), ripetitori per telefonini di nuova concezione, schermi ultrapiatti, tette ultrasode per pupe da SUV, ..... il gran finale dell'abbuffata consumistica.

Non è moralismo il mio. Il mio ideale di vita è quello del miliardario, drogato, circondato di zoccole sinceramente viziose, su una barca a vela di venti metri, con i marinai che mi aiutano con le zoccole sinceramente viziose (perchè insomma ho 51 anni e poi sono anche un debosciato voyeur), e poi tutto il resto, televisione con tutte le partite di calcio del mondo, bistecche, caviale, spigole selvatiche, ciliege di dicembre, papaie e lamponi, tigri ammaestrate, vino del migliore ... . Non sono un moralista come il Ferretti insomma , che ci metterebbe tutti in un campo di rieducazione ghandiana. Il fatto è che non riesco nemmeno ad essere un ottimista programmatico e anche se dovessi fare soldi non potrei auspicare la perpetuazione di un mondo in cui la nostra specie schiaccia e distrugge tutto ignorando le leggi della fisica.

Questa è la differenza fra noi e ... loro, siamo scientificamente consapevoli della non sostenibilità del metabolismo socio economico contemporaneo. Non siamo certo i primi ad averlo detto. Siamo fra i pochi che mettono l'accento sulla questione della popolazione. Allora ci si dovrà attrezzare per mantenere in piedi questo tema anche nel dopo crisi. Sarà forse importante che nelle difficoltà alle persone sia data la possibilità di peccare senza procreare. Quello che varrebbe in Africa ora varrà a maggior ragione qui fra qualche anno. Un'ultima domanda a tutti alla quale mi risponderete domani: che grado di consapevolezza esiste nella classe politica sulla crisi che arriva? E quale in quella italiana e mondiale? E nei paesi a diverso grado di sviluppo?

Mi chiedo ad esempio se i dirigenti cinesi non sappiano che la loro crescita è insostenibile e che si troveranno le rivolte in casa quando la grande massa capirà che non può raggiungere gli standard promessi.


P.S. Quello che ho detto è quello che penso. Sono pronto a giocarmi tutto su quello che penso: se fra sei mesi non fosse successo nulla e il sistema andasse avanti tranquillamente in modalità BAU sarò messo al ludibrio della Storia per gli anni a venire. >>

LUCA PARDI

giovedì 9 dicembre 2010

Un mondo di cemento

Un articolo di Ugo Bardi sulla crescente cementificazione del nostro pianeta ed in particolare dall'Italia (dal blog Effetto Cassandra). Lumen


<< E' un pianeta interessante, il nostro. Un pianeta di minatori; pieno di gente che scava, trivella, buca, raccoglie, trasforma, e costruisce. Dei vari minerali, quelli per uso per costruzione sono i più ampiamente scavati. A lungo andare, con questa tendenza, arriveremo all "Effetto Trantor" dal nome del pianeta capitale dell'Impero Galattico immaginato da Isaac Asimov nella sua serie di romanzi "Fondazione". Trantor era un pianeta completamente e totalmente ricoperto di edifici, che veniva continuamente rifornito di cibo e tutto il resto da astronavi interstellari che arrivavano dal resto della galassia. Non era molto pratico, e infatti Asimov ce lo fa vedere vuoto e abbandonato dopo il crollo dell'impero. Noi non siamo ancora arrivati a trantorizzare la terra, ma ci stiamo lavorando sopra con molto entusiasmo anche se non siamo il pianeta capitale di un impero galattico.

La trantorizzazione sembra particolarmente avanzata in Italia dove leggiamo in un articolo di Maria Cristina Treu che:

Secondo i dati Eurostat, in Italia nell’ultimo decennio del 2000 le costruzioni hanno sottratto all’agricoltura circa 2.800.000 ha di suolo. Ogni anno si consumano 100.000 ha di campagna, pressocchè il doppio della superficie del Parco Nazionale dell’Abruzzo. D’altra parte l’Italia è anche il primo paese d’Europa per disponibilità di abitazioni; ci sono circa 26 milioni di abitazioni, di cui il 20% non sono occupate, corrispondenti a un valore medio di 2 vani a persona. Ciononostante, il suolo agricolo è sempre ritenuto potenzialmente edificabile: in alcune regioni è necessario disporre di almeno un ettaro di terreno di proprietà per farsi una casa, in altre bastano 5000 o 3000 mq, a volte anche non accorpati, e spesso senza l’obbligo di registrare, a costruzione avvenuta, l’utilizzo del diritto edificatorio su una parte o sull’intera proprietà.

L'Italia è un paese di costruttori, e per costruire ci vuole principalmente cemento. Vediamo qui i dati presi da AITEC (www.aitecweb.com). Notate la caduta dopo il 1992, l'anno di inizio di tangentopoli. Poi ci siamo ampiamente ripresi e oggi abbiamo largamente superato il record di tangentopoli. Siamo a oltre 48 milioni di tonnellate di cemento l'anno, per 58 milioni di abitanti fanno la bellezza di 830 kg di cemento a persona all'anno. Per una famiglia di 4 persone immaginiamo che qualcuno depositi un blocco di quasi 10 kg di cemento tutte le mattine sulla soglia di casa.

In tutto il mondo si producono oggi circa 2.3 miliardi di tonnellate di cemento all'anno. Sembra che molta gente, poveracci, siano meno evoluti di noi, su una popolazione di 6.5 miliardi di persone fa la miseria di 340 kg all'anno per persona.

La Cina, grande paese di cementificatori, fa 1 miliardo di tonnellate all'anno da sola. Però sono anche tanti e non fanno altrettanto bene di noi; su 1.3 miliardi fanno soltanto 730 kg a persona, all'anno.

Ma, in realtà, il cemento è solo uno dei materiali che si usano per le costruzioni. Il resto è pietra, mattoni, asfalto, piastrelle e tutto il resto. Approssimativamente, il totale dei materiali da costruzione estratti è tre volte il solo cemento. Se l'Italia è in media con il resto del mondo, abbiamo oltre due tonnellate di materiali da costruzione a testa tutti gli anni.

L'Italia sembra dunque il paese che si è maggiormente impegnato nella trantorizzazione del pianeta. Quanto ci vorrà per arrivare a pavimentare tutto il territorio italiano? Questo è difficile a calcolarsi a partire dalla quantità di cemento e materiali da costruzioni prodotte. Si fabbricano ogni sorta di strutture, da edifici multipiano (parecchie tonnellate al mq) a pavimentazioni per strade e parcheggi, qualche kg per metro quadro.

Se comunque prendiamo il dato di Treu dell'articolo riportato prima, abbiamo circa 1000 km2 all'anno cementati. Su una superficie totale è di 300.000 km2 del territorio italiano, questo vuol dire cementarne l' 1% in tre anni. A questi ritmi, una persona che vive i normali 75 anni, potrà vedere nel corso della sua vita la cementazione di un quarto del totale del territorio. Tuttavia, se consideriamo la frazione già cementata, nonché l'espansione economica prevista da tutti coloro che si occupano di pianificazione, a questi ritmi in meno di un secolo l'Italia potrebbe essere trasformata in un unico tappeto di cemento, attraverso il quale spuntano le cime degli Appennini e delle Alpi.

La trantorizzazione dell'Italia è a portata di mano; non ci resta che costruire le astronavi e conquistare l'impero galattico. >>

UGO BARDI

Qui lo dico e qui lo nego - 2

 
Quello che rende veramente vicine le persone è il condividere gli stessi problemi.


Con la scusa dell'interpretazione si può sostenere qualsiasi cosa. È come dire: qualunque cosa volesse dire questo testo, si fa così perchè l’ho deciso io.


Le vittime ideali delle truffe non devono essere solo stupide, ma anche avide e presuntuose, perchè altrimenti non cadrebbero nella trappola.


È vero che un lavoratore lavora. Ma senza l'imprenditore che finalizza il suo lavoro, la sua fatica, da sola, che cosa produce ?


È assurdo il dualismo corpo-spirito. Ciò che esiste, è per definizione fisico, e ciò che non è fisico non può esistere.


Nessuno nega che le leggi della natura siano oscure e difficili da apprendere. Ma sono le uniche che abbiamo per capire la realtà.


La tragedia della vita è questa: che quello che va bene per il fenotipo non sempre va bene per i geni. E quello che va bene per i geni non sempre va bene per il fenotipo.


È sbagliato ed autolesionista consentire il rapporto sessuale solo dopo il matrimonio. Nella vita a due il sesso è troppo importante, ed i rapporti prematrimoniali sono indispensabili per conoscersi meglio.


L'atto sessuale per la donna è un atto d'amore, per l'uomo, molto spesso, un atto di aggressione.


E' molto difficle dire se il Libero Arbitrio esiste oppure no. Io - all'atto pratico - mi comporto con me stesso come se esistesse, e con gli altri come se NON esistesse.


Forse, cercare affannosamente il senso della vita, e non trovarlo, è peggio che sapere che non c’è.
 

'Meditare', in fondo, è la stessa cosa che 'pensare'. Però sembra un'attività molto più profonda. 

 

Troppa Virtù

CARDINALE – Santità, avete un momento per me ?
PAPA - Certamente. Mi devi  parlare ?

CARDINALE – Sì, Santo Padre, abbiamo un problema ...
PAPA - Qualche altro maldestro  disegno di Satana contro i figli  di Dio ? Qualunque cosa sia, sapremo combatterlo e respingerlo.

CARDINALE - Ne sono  convinto, Santità. Ma credo che Satana non c'entri.
PAPA - No ? Allora siamo tranquilli.  Dove  non c'è Satana c'è la Virtù, e dove c'è la Virtù c'è il trionfo di Dio e dei suoi figli.

CARDINALE - Certo, Santo Padre, dovrebbe proprio essere così.  Purtroppo siamo in una situazione piuttosto difficile, anzi direi disperata.
PAPA - Allora deve essere un inganno di Satana !

CARDINALE - No, direi proprio no.  È un problema di virtù.

PAPA - Non capisco.

CARDINALE - Ricordate,  Santità,  quella  povera giovane,  Gelsomina,  che  abbiamo beatificato l'anno scorso?

PAPA - Certamente, come  posso non ricordare ! Un fulgido esempio di  virtù, dal momento che morì per voler restare vergine a tutti i costi.  Un esempio assoluto e irrinunciabile  per il mondo di oggi, pieno  di cupidigie, di immoralità e di corruzione dei sensi....

CARDINALE - Sì, certo, Vostra Santità, però ...
PAPA - Come sarebbe, "però"  ? Non vorrai mica mettere in dubbio l'assoluta virtù di quella santa martire ?

CARDINALE - Lo  farei volentieri,  se  potessi. Il fatto  è  che  i nostri guai derivano proprio da questo.
PAPA – Spiegati !

CARDINALE - Pare che  lo Spirito Santo  abbia deciso di esaudire  integralmente il pio desiderio  di un fedele, uno  qualunque tra quelli che  erano qui da Voi durante la cerimonia di beatificazione di santa Gelsomina.
PAPA - Splendido !  Ogni tanto ci vuole proprio.

CARDINALE - Il guaio è,  Santità, che il fedele prescelto era  "una" fedele...
PAPA - Bene.

CARDINALE - ...che aveva  40 anni  ma era  ancora  vergine per  sua scelta...
PAPA - Benissimo.

CARDINALE - ... e che era  molto orgogliosa della sua verginità...
PAPA - Ne sono fiero.

CARDINALE - ... per cui  il suo desiderio era....
PAPA - Era... ?

CARDINALE - Era che tutte le altre donne del mondo condividessero la sua grande virtù !
PAPA - Vorresti dire che lo Spirito santo ha esaudito "questo" desiderio ?

CARDINALE - Pare proprio di sì
PAPA - Per cui da un  anno a questa parte tutte le  ragazze che erano vergini lo sono rimaste ?

CARDINALE - Peggio,  Santità, molto  peggio: anche  le donne  che non  erano più vergini si comportano come se lo fossero !
PAPA - Per cui ...  .

CARDINALE - Per cui, da  un anno, nessuna coppia fa  più figli e nessuno ne  farà più in futuro ! 
PAPA - Oh, questa poi...

CARDINALE - E' una tragedia ! Bisogna  porre  rimedio.  Subito.

PAPA -  Certo, certo!  Però, a pensarci bene...

CARDINALE - A pensarci bene ?
PAPA - Chi ti dice che sia proprio una tragedia ? 

CARDINALE - Come sarebbe ? Non capisco.
PAPA - Una volta, forse, sarebbe stata una tragedia. Ma oggi, può essere addirittura un bene.

CARDINALE - Un bene ? E perchè mai ?

PAPA -   Perchè a questo mondo siamo ormai diventati troppi, e questo intervento dello Spirito Santo è proprio quello che ci vuole per rimettere le cose a posto.

CARDINALE - Ma, Santità... di questo passo la popolazione mondiale diminuirà molto in fretta. E poi finirà per estinguersi.
PAPA - Ma no, ma no. Quando sarà il momento ci basterà emettere una nuova enciclica per rimediare. La chiameremo "De  fornicatione" e vedrai che tutti la seguiranno con entusiasmo.

sabato 4 dicembre 2010

Beati i Poveri

CRISPINO – L’altro giorno, nel sermone, Don Antonino è stato eccezionale. Ma poi mi è successa una cosa strana.
LUMEN – Racconta.

CRISPINO – Parlava della povertà.
LUMEN – E che diceva ?

CRISPINO – Diceva che i poveri sono i veri prediletti di Dio.  Che chi si umilia sarà esaltato.  E  chi si esalta  sarà umiliato.  E che è più facile  che un cammello passi  per la  cruna di  ago, piuttosto che  un ricco  entri in Paradiso.  E che sono beati i poveri, perchè di essi è il Regno dei Cieli ...
LUMEN – E poi ?

CRISPINO – Che chi è ricco deve dare ai poveri, e che chi è povero deve pregare il Signore ed essere lieto della sua povertà, perchè la povertà è virtù !
LUMEN – Tu sei ricco, Crispino, molto ricco.

CRISPINO – Infatti le parole di don Antonino mi avevano turbato molto.  Possibile che io vivessi nel peccato ?  Non  lo credevo  Eppure l'insegnamento era chiaro: solo donando ai poveri potevo ottenere il regno dei  cieli.  Solo la carità assoluta era  il passaporto per la salvezza.
LUMEN – In effetti il senso del discorso era quello.

CRISPINO – Allora sono uscito dalla chiesa e ho preso in un attimo la mia decisione.  Non sono un uomo d'attesa; io, prendo le mie decisioni con rapidità  e le metto subito  in pratica.  Per questo  ho  avuto successo e sono diventato  ricco.
LUMEN – E cosa hai deciso ?

CRISPINO - Doveva donare  tutto a  un povero,  per salvarmi l'anima.
LUMEN – Accidenti, che decisione.

CRISPINO - Poco lontano  c’era quel poveraccio di Martino,  povero da sempre. Lo conosci, vero ?
LUMEN – Certo che lo conosco.

CRISPINO – Stava uscendo anche lui dalla chiesa, con il suo solito vestito vecchio e sformato. Era malandato come sempre, ma sorrideva..
LUMEN – Forse aveva tratto conforto dalle parole di Don Antonino.

CRISPNO – Lui era l’uomo giusto, per me.  Un povero, veramente povero. Gli avrei donato tutti i miei averi, compiendo il gesto sublime di carità che  mi avrebbe tolto dal peccato.
LUMEN – davvero un gesto importante.

CRISPINO – Allora mi sono avvicinato sorridendo a Martino e gli ho detto: “Caro  Martino, devo  darti  una  bellissima notizia.  Ho deciso  di regalarti  tutti i  miei beni,  tutte le  mie ricchezze, tutto il mio denaro. Da domani non sarai più  un poveraccio come ora, ma potrai comprare tutto quello che ti piacerà.
LUMEN – E lui ?

CRISPINO - Martino  mi ha guardato, dapprima  perplesso, poi  corrucciato e sul suo volto è comparsa una maschera di odio. Mi ha detto: “Figlio di Satana ! Tu  vuoi mandarmi all'inferno.  Sei invidioso della mia povertà.  Io sono un privilegiato,  io sono il figlio prediletto da Dio. Vai  via da  me !“
LUMEN – Ti ha mandato via ?

CRISPINO – Sì. Diceva “Io  ho raggiunto  finalmente il  Paradiso  e tu,  strumento  del Demonio,  vuoi mandarmi all'inferno ?.  Ma io non  ci casco.  Non accetto il tuo sporco tranello.  Tienteli i tuoi soldi, e non farti mai più vedere da me.” Si è voltato di colpo  e si  è allontanato a grandi  passi dalla piazza.
LUMEN – Che scena !

CRISPINO - Ma ti pare possibile ?
LUMEN – Caro Crispino, quando si “crede” tutto è possibile. Tutto e il contrario di tutto.
 

sabato 27 novembre 2010

Non c'è giustizia a questo mondo

LUMEN: Eugenio, amico mio, che ti è successo ? Hai una faccia !

EUGENIO: Caro Lumen, ho bisogno di un po’ di conforto.
LUMEN: Sono qua. Sfogati pure.

EUGENIO: Sono stato vittima di una grave ingiustizia sul posto lavoro. Avevo diritto ad un certo bonus economico, e non me l’hanno riconosciuto.
LUMEN: Me ne dispiace, ma sono cose che succedono.

EUGENIO: D’altra parte non sono neppure l’unico. Il mondo è pieno di ingiustizie a tutti i livelli. Basta guardarsi intorno.
LUMEN: Questo è verissimo.

EUGENIO: Quindi mi consolo un poco con il vecchio detto “mal comune mezzo gaudio”.
LUMEN: In effetti, a volte funziona.

EUGENIO: Però, credimi, la presenza di tutta questa ingiustizia mi fa star male. Come sarebbe bello un mondo con più giustizia.
LUMEN: Sarebbe bello, sì. Peccato che sia impossibile.

EUGENIO: E perché ? Bisogna solo impegnarsi di più. C’è tanta gente di buona volontà che non chiede altro.
LUMEN:  Ti assicuro che non è vero.

EUGENIO: Non sei convinto che la maggioranza delle persone non chieda altro che un mondo più giusto ?
LUMEN: No, non ne sono per nulla convinto.

EUGENIO: Mi sorprendi. E perché mai ?
LUMEN: Te lo dimostro subito. Cosa vuol dire giustizia, secondo te ?

EUGENIO: Beh, direi sostanzialmente avere quanto ci spetta, essere riconosciuti per i propri meriti.
LUMEN: Su questo siamo tutti d'accordo, anche se non è poi così facile. 

EUGENIO: E perchè ?
LUMEN: Perchè, quando si tratta di valutare i nostri meriti, siamo tutti un po' troppo generosi con noi stessi.

EUGENIO: Questo è vero.
LUMEN: Ma la giustizia non è solo questo.

EUGENIO: E cosa c’è ancora ?
LUMEN: La disponibilità a pagare per i propri errori. E questo nessuno è disposto ad accettarlo serenamente.

EUGENIO: Beh, in effetti…
LUMEN: Di fronte alle colpe ed alle responsabilità, tutti quanti noi siamo pronti a trovare ogni cavillo, ogni scappatoia ed ogni giustificazione, pur di evitarne le conseguenze. Non è vero ?

EUGENIO: Temo che tu abbia ragione.
LUMEN: E quindi il mondo non potrà mai essere veramente giusto. Perché la vera giustizia, la giustizia considerata in tutti i suoi aspetti, positivi e negativi, in realtà, nessuno la vuole.

EUGENIO: E quindi cosa ci resta  ?
LUMEN: Ci resta la legalità e la democrazia, ovvero il rispetto delle regole condivise. E, credimi, non è affatto poco.

Scacchi matti

Due brevi aneddoti storici legati al mondo degli scacchi, raccontati da Mario Leoncini. 

LUMEN


CHI LA FA L'ASPETTI
 

Il maestro italiano Romolo Ovidi durante il fascismo era emigrato in Argentina e al termine della guerra fece ritorno in Italia. Installò il suo quartier generale a Roma, presso il caffè Breccia in via XX Settembre.
Lì predisponeva scacchi e scacchiera e rimaneva in attesa. Quando capitava qualcuno che non lo conosceva giocava un paio di partite con in posta un caffè e faceva in modo di perdere.
Alla terza partita, con la scusa che troppi caffè fanno male, proponeva di giocare di soldi. Se l’avversario accettava tornava ad essere il maestro di sempre e bastonava ben bene il malcapitato.

Un giorno, alla fine degli anni ‘40, l’ambasciatore sovietico chiese ad Alberto Pane, socio dell’Accademia romana ed ottimo conoscitore della lingua russa, di fare da cicerone ad un grande maestro sovietico in visita a Roma: Paul Keres, all’epoca tra i due o tre giocatori più forti del mondo.
Da buontemponi quali erano gli scacchisti romani non si lasciarono sfuggire l’occasione di giocare uno scherzo all’Ovidi. Si presentarono al caffè Breccia col vice campione del mondo e lo misero di fronte al maestro italiano.
La prima partita fu una vera saga degli errori perché entrambi si impegnarono a giocare male. Alla fine Keres riuscì “a vincere” quella partita. Gongolante, sicuro di avere il pollo cotto al punto giusto, l’Ovidi passò alla seconda parte del piano e propose una sfida con posta in denaro, sfida che il sovietico prontamente accettò.
Le cronache raccontano che l’Ovidi tornò a giocare da maestro, ma Keres tornò a giocare da vice campione del mondo. L’Ovidi non tardò a scoprire di che pasta fosse fatto il suo avversario e, capendo il raggiro, a metà partita fece saltare per aria e pezzi e scacchiera.


CHI DICE DONNA DICE DANNO
 
Nel piroscafo che l’avrebbe portato a New York, Emanuel Lasker s’imbatté in due giocatori di scacchi e s’avvicinò al tavolo per guardare.
Alla fine della partita il vincitore invitò Lasker a giocare ma il campione del mondo si schermì affermando che sapeva appena muovere i pezzi. Sentendosi un esperto, l’altro lo invitò di nuovo proponendogli il vantaggio della Donna. 
Lasker accettò e perse apposta quella prima partita al termine della quale disse: “Credo di aver capito perché ho perso” e tra lo stupore generale aggiunse “Ho perso perché avevo la Donna in più!”

Tra l’ilarità generale l’avversario spiegò che si sbagliava di grosso, che la Donna in più rappresentava un vantaggio incolmabile. Ma Lasker insistette così tanto che, tra il sorriso beffardo dei presenti e la commiserazione dell’avversario, alla fine riuscì a cominciare una
nuova partita con la Donna di svantaggio. 

Naturalmente vinse quella nuova partita lasciando tutti nella costernazione mentre lui, tronfio, poteva annunciare che la sua teoria era stata pienamente confermata.
Lo stupore venne meno quando, in seguito, si sparse la voce che sulla nave viaggiava il campione del mondo di scacchi.

Testa o Croce

EUGENIO – Lumen, sono in difficoltà. Devo prendere una decisione importante per il mio futuro e  non so che cosa voglio davvero.
LUMEN – Si vede dalla tua espressione..

EUGENIO - E’ che non è mica facile prendere decisioni. Non basta analizzare  tutti i pro e i contro della questione. Bisogna anche sapere davvero quello che si vuole.
LUMEN – Proprio così.

EUGENIO – Mi sento come smarrito.
LUMEN – Beh, anche io lo ero, in passato. Ora però ho risolto il problema, da molto tempo.

EUGENIO - Ah sì ? Piacerebbe anche a me avere la soluzione pronta.
LUMEN - Non è difficile. Se vuoi te lo posso insegnare.

EUGENIO -  Ecco sì, grazie. Insegnamelo che ne ho proprio bisogno.
LUMEN - Beh, è semplice. Si prende una moneta….

EUGENIO -   …e si fa a testa o croce. Come no !
LUMEN - La sai già ?

EUGENIO -   Lumen, tu vuoi farti beffe di me.
LUMEN - Nemmeno per idea. Forse, se mi lasci finire….

EUGENIO -   E cosa c’è da finire. Il “testa o croce” con la moneta è un sistema vecchio come il cucco. E inoltre non mi sembra proprio degno di una persona seria. Lasciare decidere al caso… Non mi pare  una cosa sensata.
LUMEN - Ma io non lascio decidere al caso.

EUGENIO -    E allora come fai ?
LUMEN - Ma è semplice. Prendo una moneta e decido che, se viene testa, faccio in un modo e, se viene croce, faccio nel modo opposto.

EUGENIO – Questo lo fanno tutti.
LUMEN - Poi prima di lanciarla mi concentro e….

EUGENIO -   … e ?
LUMEN  - Penso mentalmente se vorrei che venisse testa oppure croce. Ti assicuro che non mi è mai indifferente la scelta che affido alla moneta. In realtà succede sempre che preferisco una delle due soluzioni e quindi una delle due facce.

EUGENIO - Sì è vero, succede anche a me.
LUMEN – Non mi stupisce. Credo che succeda a tutti.

EUGENIO -    E poi ?
LUMEN - Poi cosa ?

EUGENIO -  Dopo che hai lanciato la moneta. E se viene l’opposto di quello che desideravi ?
LUMEN - Ma io non lancio più la moneta, perché ormai ho già deciso.

EUGENIO - Oh, questa poi !
LUMEN - In questo modo, io faccio quello che desideravo veramente. Io lo sapevo già, dentro di me, ma non me ne rendevo conto. La moneta mi serve solo per farlo affiorare ben chiaro nella mia mente.

sabato 13 novembre 2010

Il piacere dell'Onestà

IL DECALOGO DELL'ONESTA'
di Dario Bernazza


1 - L'onesto vive nella stima, nel compiacimento e nell'ammirazione di sè verso se stesso.

2 - L'onesto, e solo l'onesto, può avere dei veri amici.

3 - L'onesto non è mai costretto a scendere a compromessi: nè con gli altri nè, soprattutto, con se stesso.

4 - L'onesto non è ricattabile.

5 - L'onesto gode del piacere di sentirsi sempre pulito: un piacere raffinato e per raffinati.

6 - L'onesto è più tranquillo, più regolato e più contento del disonesto.

7 - L'onesto gode della stima, del rispetto e dell'adesione di chi gli vive intorno.

8 - L'onesto abile si rivela sempre più autorevole del disonesto abile.

9 - L'onesto "accorto" vede sempre più chiaro e più lontano del disonesto.

10 - L'onesto può conoscere l'amarezza, ma mai la vergogna; può patire la calunnia, ma mai il disonore; può dover subire un insuccesso, ma mai la disistima: nè dagli altri, nè da se stesso.

11 - L'onesto riscuote la massima fiducia da tutti: da amici e da nemici.

12 - Nella maggior parte delle attività umane, l'onestà, se usata con accortezza, è il principale fattore di successo.

13 - Quando l'onesto vede commettere un'azione disonesta, stia pur sicuro che il disonesto la sconterà; forse l'onesto non saprà mai il come e il quando, ma prima o poi il disonesto la sconterà, e la scontrerà cara.