sabato 25 ottobre 2014

Forza Svizzera !

Ricevo dall’amico Sergio Pastore, e molto volentieri pubblico, alcune considerazioni sulla prossima iniziativa di legge popolare che si terrà in Svizzera (il 30 novembre) in tema di immigrazione e demografia.
L’associazione ambientalista ECOPOP (Ecologie et Population), di cui Sergio è socio attivissimo da anni, ha ottenuto il piccolo miracolo di smuovere le acque stagnanti di questo argomento tabù, ed è riuscita ad indire questa importante consultazione democratica.
Consultazione che noi, ovviamente, seguiremo con grande partecipazione, facendo un tifo sfegatato per il SI.
LUMEN



<< I soci di Ecopop (circa 350), sono riusciti in un'impresa di cui nemmeno vi sognate: imporre all'agenda politica una riflessione sulla crescita demografica in Svizzera e nel mondo intero. Grazie a un lascito è stato possibile lanciare l'iniziativa "Stop alla sovrappopolazione - per la conservazione delle basi naturali della vita". Sono state raccolte le 100'000 firme necessarie e adesso il popolo sarà chiamato a esprimersi il 30 novembre. L'iniziativa ha superato lo scoglio dell'ammissibilità - contestata dai democristiani - ed ora la parola tocca agli elettori. (…)
Nel dibattito parlamentare l'iniziativa è stata fatta a pezzi da tutti i partiti che hanno sparato a zero su Ecopop, considerati nella migliore delle ipotesi degli imbecilli, ma piuttosto anche xenofobi e razzisti. Quante possibilità ha la nostra iniziativa? Difficile dire perché dopo l'iniziativa del 9 febbraio scorso - approvazione dell'iniziativa contro l'immigrazione di massa - il popolo svizzero è sotto attacco da tutto l'establishment elvetico e dall'UE e regna molta apprensione.
La nostra iniziativa è molto più radicale e soprattutto precisa, perché indica delle cifre che sarebbero fissate nella Costituzione (l'iniziativa del 9 febbraio era invece aperta e ambigua). Comunque si parla di incremento demografico, in Svizzera e nel mondo, e di pianificazione familiare nei paesi in via di sviluppo. Questo secondo punto è considerato persino dai Verdi indegno, colonialista, perché c'immischieremmo nelle faccende interne di altri paesi.
In realtà l'iniziativa di Ecopop esige semplicemente l'utilizzo del 10% dell'attuale aiuto allo sviluppo della Svizzera per promuovere la pianificazione VOLONTARIA in detti paesi. Il 10% sono ca. 200 milioni di franchi, una somma irrisoria. Fate il tifo per noi. Quasi sicuramente l'iniziativa non passerà, ma si sarà parlato a livello ufficiale e nazionale di sviluppo demografico e di sovrappopolazione. >>
SERGIO PASTORE


LE CONSIDERAZIONI DI ECOPOP

<< La sovrappopolazione mina la natura e la qualità della vita.
All’inizio del 1900 la Terra era popolata da 1.6 miliardi di persone. In poco più di un secolo la popolazione è cresciuta fino a 7.2 miliardi e – in base alle proiezioni dell’ONU – entro la fine del secolo saremo circa 12 miliardi. Negli ultimi 40 anni l’espansione della nostra specie ha causato la scomparsa della metà dei vertebrati – uccelli, pesci, mammiferi. L’equilibrio tra l’uomo e la natura è seriamente compromesso.

Forte incremento demografico in Svizzera
Da quando nel maggio 2007 sono stati aboliti i limiti all’immigrazione per i cittadini dell’UE l’incremento demografico annuo in Svizzera si situa tra l’1,1% e l’1,4%. L’80% circa di questo incremento è riconducibile all’immigrazione. Da quella data immigrano ogni anno in Svizzera in media 70'000-80'000 persone: il numero di abitanti aumenta cinque volte più velocemente che nell’UE; il tasso di crescita è in anni di punta pari a quello di un paese emergente come l’India.

Cementificazione e insediamenti selvaggi
A causa della massiccia immigrazione – secondo l’Ufficio di statistica essa è responsabile all’80% dell’ulteriore fabbisogno di superfici – ogni anno nasce una nuova città delle dimensioni di San Gallo. Nei prossimi 20 anni sorgerebbero dunque altre 20 città di queste dimensioni, una ogni 15 chilometri dal lago di Costanza a Ginevra. Ogni minuto secondo 1,1 metro quadrato scompare sotto l’asfalto o il cemento, qualcosa come 12 campi di calcio al giorno.

Dumping salariale e effetti negativi nel mercato del lavoro
Soprattutto i lavoratori anziani si vedono brutalmente estromessi dal mercato del lavoro. I livelli salariali in Svizzera sono molto elevati per cui le imprese preferiscono assumere i molti giovani e specialisti provenienti dall’UE a cui offrono salari più bassi. Il lavoratore svizzero, che percepisce un salario adeguato allo standard di vita del paese, non ha più alcuna possibilità contro i milioni di concorrenti. Cala anche da parte delle imprese la disponibilità ad assumere persone non perfettamente adatte a certe mansioni e che bisogna quindi prima istruire. Invece di metter mano alle necessarie riforme si mantengono in vita le assicurazioni sociali con un sistema a valanga.

Sono i Paesi più poveri ad essere maggiormente colpiti
È proprio nei paesi poveri che l’incremento demografico è più forte. Nonostante la modestissima impronta ecologica degli abitanti l’ambiente è molto degradato. Mancano acqua, legna da ardere, terreni fertili – cioè le cose essenziali per vivere. Mancano però anche informazione e contraccettivi benché l’accesso alle misure di pianificazione familiare autonoma e volontaria sia un diritto umano riconosciuto dall’ONU dal 1968. Le donne e le famiglie non hanno così alcuna possibilità di sfuggire alla spirale della povertà. >>


LE CONSIDERAZIONI DI PHILIPPE ROCH

<< Nonostante le reiterate votazioni contro una crescita incontrollata (…) il parlamento [svizzero] continua a puntare ancora ciecamente su una crescita illimitata e assurda: crescita economica, cementificazione del territorio, crescita demografica.

Il parlamento è cieco e non vuole riconoscere che l’ideologia della crescita sarà la nostra rovina: un incremento demografico incontrollato in un territorio limitato non è possibile senza sacrificare le nostre libertà e arrecare irreparabili danni alla natura. Anche la crescita economica ha dei limiti: non tenerne conto significa finire prima o poi in una drammatica recessione seguita dal collasso delle assicurazioni sociali e l’impoverimento di gran parte della popolazione. Quanto più smisurata sarà la crescita tanto più doloroso sarà il crollo.

Nei Paesi più poveri, i quali già ora non hanno mezzi a sufficienza per nutrire le loro popolazioni, lo sviluppo economico deve realizzarsi unitamente al contenimento dell’incremento demografico. In caso contrario ogni progresso sarà vanificato dall’incremento demografico. Non vogliamo fare a questi paesi delle prescrizioni ma al contrario permettere loro di scegliere una vita dignitosa.

Una vita in condizioni dignitose è possibile se li aiuteremo a migliorare la loro situazione economica, a elevare il livello d’istruzione e a permettere alle donne di decidere autonomamente del futuro della propria famiglia.
Poiché il parlamento è cieco e sordo spetta agli elettori indicare la via e fissare limiti chiari e ragionevoli. >>


LE CONSIDERAZIONI THOMAS MINDER

<< Il 9 febbraio popolo e cantoni hanno approvato l’articolo costituzionale “contro l’immigrazione di massa”. Ciò permette alla Svizzera di regolare autonomamente l’immigrazione. Ma dopo questo primo passo per il recupero della sovranità ne deve assolutamente seguire un altro: dobbiamo fissare anche dei limiti precisi, altrimenti l’iniziativa contro l’immigrazione di massa non avrà praticamente effetto.

In quanto membro dell’assemblea federale e della commissione delle istituzioni politiche devo purtroppo constatare che il parlamento e il Consiglio federale non intendono ridurre l’immigrazione. Una correzione di appena il 10% non è sufficiente. Io penso che il popolo nell’approvare l’iniziativa contro l’immigrazione di massa pensasse a una consistente riduzione di almeno il 30%. Non penso che Berna sia intenzionata ad operare un cambiamento così radicale per ridurre l’immigrazione – prevalgono il desiderio di un avvicinamento all’UE e l’ingenua convinzione in una crescita illimitata.

Invece di ridurre l’immigrazione a Berna si studiano i modi di eludere l’iniziativa – attraverso misure straordinarie o contingenti elevatissimi – oppure di affossarla con una nuova votazione. L’attuazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa non avrà praticamente alcun effetto sull’immigrazione, per questo ho aderito all’iniziativa di Ecopop. Essa fissa un chiaro limite all’immigrazione: la crescita annua non può superare lo 0,2% della popolazione residente.
Fino ad oggi non ho ancora sentito una sola parola dal Consiglio federale sulla necessità di “misure urgenti”.

Ciò rafforza la mia seconda tesi: non ci sarà alcuna riduzione dell’immigrazione fino al 2017 – tutto il contrario! Il Consiglio federale non intende nemmeno frenare l’immigrazione da Paesi terzi benché questa misura non concerna minimamente gli Accordi bilaterali. Solo l’iniziativa di Ecopop è in grado di ridurre l’immigrazione già a partire dal 2015.
Senza Ecopop i nostri alti livelli salariali, un’assicurazione di disoccupazione e un sistema sociale di prim’ordine continueranno ad attirare lavoratori stranieri. L’UE si espande ad est, il dislivello economico tra l’UE e la Svizzera cresce e logicamente il nostro paese esercita una potente attrazione.
Stando così le cose – anche gli avversari dell’iniziativa lo ammettono – è mia convinzione che potremo controllare l’immigrazione solo fissando un limite chiaro e preciso. Ciò che l’iniziativa richiede non è poi nemmeno così “rivoluzionario”. Per rendere più graditi alla popolazione gli Accordi bilaterali il Consiglio federale aveva incluso negli Accordi una “clausola di salvaguardia permanente”.

Per me anche la protezione dell’ambiente e della natura ha una grande importanza. Ogni anno si costruiscono 40'000 nuovi appartamenti, altre 50'000 auto sono immesse nel traffico stradale, ogni nuovo immigrato necessita di 410 metri quadrati di superficie (abitativa e altra). Io non vorrei dover votare ogni due anni su una FAIF (Ampliamento Ferroviario - ndr) che costa miliardi, su una nuova legge federale per la pianificazione del territorio, su un’iniziativa sulle seconde case e altre iniziative lanciate per contrastare gli effetti dell’abnorme incremento demografico.

Da decenni ci lamentiamo che ogni minuto secondo 1,1 metro quadrato di terreno scompare sotto l’asfalto o il cemento. Non possiamo continuare così!
La natura mi sta troppo a cuore. Desidero che sia rispettato l’articolo 73 della Costituzione federale concernente lo sviluppo sostenibile, Costituzione su cui ho prestato giuramento. L’articolo dice: “La Confederazione e i Cantoni operano a favore di un rapporto durevolmente equilibrato tra la natura, la sua capacità di rinnovamento e la sua utilizzazione da parte dell'uomo.”

Che significa “durevolmente equilibrato”? Dal 2007 registriamo un incremento demografico dell’1,2 per cento all’anno. Si tratta di un incremento 4 volte superiore a quello dell’UE e pari a quello di un paese emergente come l’India. I dati provvisori per il 2014 sono persino più elevati nonostante l’iniziativa contro l’immigrazione di massa: quest’anno dovremmo registrare un nuovo record immigratorio.

Ciò non ha più niente a che vedere con la sostenibilità. La rapida cementificazione del paese non attenta solo alla natura e distrugge le nostre basi vitali, ma priva anche le future generazioni di ogni possibilità di crescita. È mio desiderio che anche le future generazioni possano proseguire nell’opera di sviluppo della Svizzera. Proprio coloro che vedono nella crescita una condizione indispensabile privano i loro figli e nipoti di una possibilità di crescita. Non è sommo egoismo che la presente generazione, crescendo oltre ogni misura, precluda ogni possibilità di crescita alle future generazioni?

Con Ecopop avremo un’immigrazione netta di 16'000 persone, cioè un’immigrazione lorda di oltre 100'000 persone. Molti infatti non sanno che circa 90'000 persone lasciano ogni anno la Svizzera. I contingenti saranno più che sufficienti per l’economia, la formazione e la ricerca nonché per i ricongiungimenti familiari. 100'000 immigrati invece degli attuali oltre 150'000 significano una riduzione di appena un terzo: una riduzione ragionevole e auspicata dal popolo.
L’incremento netto annuo dello 0,2% corrisponde inoltre allo «scenario medio» dello sviluppo demografico calcolato dall’Ufficio federale di statistica. L’incremento secondo Ecopop è perciò sostenibile e giustificato. >> 
 

sabato 18 ottobre 2014

Il cavillo vincente

LUMEN – Abbiamo oggi qui con noi uno dei più famosi ed apprezzati avvocati di tutti i tempi: Perry Mason.
MASON – Hello people. Good Morning to everybody.

LUMEN – Mister Mason, voi siete americano ed avete sempre esercitato negli Stati Uniti, ma forse conoscete anche la situazione italiana.
MASON – Yes, of course. Mi tengo sempre informato sull’argomento: siete così interessanti.

LUMEN – Molto bene: allora che ne pensate dei nostri processi, così lunghi e farraginosi, in confronto alla spedita efficienza di quelli americani ?
MASON – Vi riferite ai processi penali o anche a quelli civili ?

LUMEN – Ad entrambi.
MASON – Well. Allora cominciamo con il civile. Il Processo Civile in Italia non funziona perché è troppo lungo. Ed è troppo lungo perché il codice di procedura è sbagliato e perché la gente litiga molto. In realtà litiga molto proprio perché la procedura è sbagliata: chiunque preferisce pagare tra 8 anni anziché oggi.

LUMEN – Quindi ?
MASON - Quindi si deve cambiare il codice di procedura. Non date retta agli avvocati che su questo codice ci campano: più cose scrivono, più il processo è lungo, più guadagnano. E inoltre più processi ci sono e più guadagnano.

LUMEN – Apprezzo la vostra autocritica.
MASON - Per un processo breve ed efficiente servono: 1) un atto di citazione in cui si spiega tutto e si chiedono tutte le prove. 2) Un atto di risposta in cui si confuta e si chiedono le prove. 3) Il potere del giudice di escludere le prove che non sono necessarie. 4) Una memoria conclusiva per ognuna delle due parti. 5) Una concisa sentenza. 6) L’abolizione dell’appello.

LUMEN – Abolire l’appello ?
MASON – L’appello non serve a niente, non è garanzia di decisione più giusta, moltiplica le possibilità di errore. I giudici di Appello non sono migliori, più intelligenti, più preparati di quelli di Tribunale. Non si può sapere se la sentenza “giusta” è quella di primo o di secondo grado. Tempo, soldi e giudici buttati dalla finestra.

LUMEN – E da voi come funziona ?
MASON – Semplice: in Usa, Gran Bretagna e in tanti altri Paesi non c’è.

LUMEN – Resterebbe invece il Ricorso in Cassazione.
MASON – Certo, ma solo per motivi di diritto. In questo modo il numero dei processi si dimezzerà, il numero dei magistrati che li tratteranno si raddoppierà, i tempi del processo potranno diminuire fino a 2 anni. Inoltre non si sarà speso nemmeno un euro.

LUMEN – La classica riforma a costo zero,
MASON - Se poi ti avanzano un po’ di soldi, assumi cancellieri: le attività amministrative sono una maledizione, rubano un tempo infinito e farle svolgere ai giudici è uno spreco di risorse.

LUMEN – Mi sembra tutto molto chiaro e condivisibile. E passiamo ora al vostro territorio preferito, il penale.
MASON – Il Processo Penale in Italia non funziona perché il codice di procedura è sbagliato.

LUMEN – Ci avrei scommesso.
MASON - Ci sono troppi gradi di giudizio: indagini, Tribunale della Libertà (che può essere replicato N volte), udienza preliminare, Tribunale, Appello e Cassazione. Anche qui, non date retta agli avvocati: più gradi di giudizio, più lavoro, più soldi. Il Tribunale della Libertà è inutile; c’è già un giudice che ha controllato le richieste e l’operato del PM: è il GIP. E l’Appello è inutile per le stesse ragioni già viste trattando del processo civile. Se si controlla quello che è già stato controllato, poi è inutile lamentarsi dei processi lunghi.

LUMEN – Mi pare abbastanza ovvio.
MASON - Un altro motivo per cui il processo penale non funziona è che ci sono troppi reati.

LUMEN – Come sarebbe ?
MASON - Per esempio, tutto il codice della strada (non l’omicidio commesso in violazione delle norme del codice, sia chiaro) deve essere sanzionato in via amministrativa. E così le violazioni ambientali ed edilizie; qui la pena sta nei sequestri, non nella condanna penale che tanto non si sconta perché il reato si prescrive.

LUMEN – Beh, sulle questioni ambientali resterei un po’ più severo, vista la delicatezza; ma proseguite.
MASON – Ci sono tanti reati assurdi, che vi potrei fare un elenco. Lo sapete, per esempio, che costituisce reato la mancata apposizione nei pubblici esercizi della tabella dei giochi leciti ? E che questo genere di processi si fa con lo stesso codice di procedura che si usa per un processo di omicidio ?

LUMEN – In effetti, sembra eccessivo.
MASON - Infine il processo penale non funziona perché si fa un uso demenziale delle notifiche.

LUMEN – Che sarebbero gli avvisi che si devono mandare obbligatoriamente ai vari soggetti coinvolti.
MASON – Esatto. Costano un sacco di soldi, non vanno mai a buon fine e sono la causa principale dei rinvii delle udienze, dunque della durata del processo penale, dunque della prescrizione dei reati. Anche qui lasciate perdere gli avvocati; loro sulle notifiche andate a male ci campano: servono per la prescrizione.

LUMEN – E come bisognerebbe fare ?
MASON - Basta prevedere che, alla prima occasione in cui un cittadino è informato di essere perseguito penalmente (arresto, primo interrogatorio, perquisizione, sequestro, etc.) gli si debba dire che ha il diritto di nominare un avvocato, che se non lo fa ne avrà uno d’ufficio e che tutte le notifiche saranno fatte a questo avvocato.

LUMEN – Chiaro e semplice. Altre cose ?
MASON – Ogni tanto qualcuno tira fuori la storia dei Tribunali che chiudono e delle ferie troppo lunghe dei magistrati, ma è un falso problema.

LUMEN – Perché ?
MASON - I Tribunali non chiudono, quella che è sospesa per le ferie (in Italia dal 1 agosto al 15 settembre) è qualsiasi attività che richiede l’intervento di un avvocato, così lui può andarsene in ferie senza essere angosciato dalle scadenze degli appelli o dagli interrogatori del suo cliente. Invece i termini entro cui depositare le sentenze non sono sospesi: una sentenza emessa il 15 luglio deve essere depositata il 15 agosto, ferie o non ferie; se non lo è, scatta il procedimento disciplinare.

LUMEN – Questa non la sapevo.
MASON – E siccome le sentenze continuano a essere emesse fino all’ultimo giorno prima di andare in ferie, i giudici se ne vanno con la valigia piena di fascicoli e, nei primi 15 giorni, spesso anche dopo se non ce la fanno, scrivono sentenze.

LUMEN - Proprio un bel modo di fare le ferie.
MASON – Appunto.

LUMEN – Bene, vi ringrazio di questa breve ma esauriente chiacchierata e vi faccio tanti auguri per il vostro prossimo processo.
MASON – Thank you very much.


P.S. – Le opinioni attribuite a Perry Mason sono, in realtà, dell’ex giudice Bruno Tinti, che collabora attualmente per Il Fatto Quotidiano. Lumen

sabato 11 ottobre 2014

La lunga vita

Quando parliamo di sovrappopolazione, siamo abituati a concentrare la nostra attenzione sul tasso di fertilità, ovvero sulle nuove nascite.
Ma anche l’allungamento delle aspettative di vita ha la sua notevole importanza e questo, a sua volta, è strettamente collegato con gli sviluppi della medicina e delle cure sanitarie.
Sul complesso rapporto tra queste variabili, è incentrato questo breve ma interessante commento dell’ambientalista Jacopo Simonetta (da Effetto Risorse).
LUMEN


<< Per quasi 50 anni abbiamo ripetuto fino alla nausea che il nostro modello di sviluppo era intrinsecamente suicida e che, se non lo si fosse cambiato in tempo, avrebbe condotto l’umanità ad una catastrofe senza precedenti.  Qualcuno ci ha creduto e molti no.
Di fatto, siamo in orario sulla tabella di marcia. Ed ora che siamo sommersi da notizie che confermano molte delle più funeste previsioni ci pervade un’ansia crescente che facilmente sfocia in angoscia, panico, depressione o ferocia, a seconda dei casi. (…)
Ho fatto alcune riflessioni sull'aspetto demografico della questione, per la semplice ragione che all'atto pratico, sovrappopolazione significa: disoccupazione, deterioramento del territorio e delle risorse, crisi dello stato sociale. (…)

Fin da quando, negli anni ‘70,  il problema divenne evidente, l’attenzione fu da subito concentrata sulla necessità di limitare le nascite.
In questo modo, si pensava, la crisi di sovrappopolazione sarebbe stata grave, ma passeggera e la fine della crescita demografica avrebbe fermato anche la crescita economica, senza bisogno di dichiararlo troppo apertamente. Magari verso la fine del XXI secolo si sarebbe potuto raggiungere una situazione  “sostenibile”. Ma non è andata così.

Un po’  perché i tassi di natalità non sono scesi sufficientemente nella maggioranza dei paesi, ma soprattutto perché la strabiliante crescita demografica della seconda metà del XX secolo è stata dovuta solo in piccola parte alle nascite.   In gran parte è dipesa, invece, da una spettacolare diminuzione della mortalità; a sua volta conseguenza di un’altrettanto spettacolare miglioramento nella qualità e quantità dei servizi sanitari.

E l’industria sanitaria è forse la più energivora ed inquinante che esista.   Non solo per i servizi che eroga, ma anche per l’apparato di ricerca, sviluppo e produzione che coinvolge massicciamente l’intera società.   Un immensa “macchina” che per vivere e progredire necessita di un substrato socio-economico capace di fornire un flusso continuamente crescente di risorse. 

In altre parole, solo il tipo di  crescita economica ed industriale che effettivamente c’è stato poteva consentire un tale progresso della medicina.   Chi, onestamente, sarebbe stato disposto a rinunciarci ? 
Passando dal passato al futuro, può forse esserci di aiuto osservare ciò che è accaduto in Europa orientale, ad esempio in Bulgaria.

A partire dai primi anni ’70, il progressivo peggioramento dell’economia e, di conseguenza, dei servizi socio-sanitari e dell’alimentazione, ha causato un progressivo incremento della mortalità, culminato con il collasso delle strutture statali negli anni ’90.  
Nei decenni successivi la situazione socio-economica è migliorata e la mortalità diminuita.   E’ interessante notare come vi sia una differenza importante fra uomini e donne, causata dalla molto maggiore incidenza che le morti per violenza, alcolismo, incidenti e suicidio hanno fra i maschi.

Comunque, mentre la mortalità complessiva saliva, la natalità scendeva, per poi tornare a salire quando la situazione è migliorata, ma restando sotto il livello precedente il 1990.  Inoltre, essendo un paese povero e guardingo delle sue frontiere, la Bulgaria ha un tasso di immigrazione negativo. 
Ne consegue che, dal 1990 ad oggi, la popolazione bulgara è in costante diminuzione, contrariamente a quella italiana che, nello stesso periodo, è aumentata di 4 milioni di persone.

Perché è interessante questo? Perché, man mano che la crisi economica peggiorerà e che lo stato taglierà i servizi socio-sanitari, è probabile che succeda qualcosa del genere in tutta Europa. Del resto, in Grecia abbiamo già un incremento della mortalità, associato ad un calo della natalità.

Non è bello dirlo, ma questo è uno dei pochi spunti all'ottimismo che la scienza odierna ci fornisce. Quando infatti una popolazione qualsiasi supera la capacità di carico del territorio, la sua crescita può ancora continuare, ma a costo di degradare progressivamente il territorio.   In altre parole, più si rimanda la “resa dei conti”, più questa sarà salata.
E quando la popolazione comincia a diminuire, ci sono sostanzialmente due alternative possibili:

La prima, è che la popolazione diminuisca in modo parallelo o più lento, rispetto al degrado delle sue risorse vitali.   In questo caso non si torna mai ad un equilibrio e si giunge alla distruzione delle risorse ed all’estinzione della popolazione.
La seconda, è che la popolazione diminuisca più rapidamente delle risorse.   In questo caso, dopo un certo tempo, si ritrova un equilibrio.

Purtroppo, la prima ipotesi figura nel celebre modello “World3” che, finora, si è dimostrato spaventosamente affidabile. Ma World3 incorpora fra i suoi algoritmi la teoria della “transizione demografica”  secondo la quale al peggiorare delle condizioni di vita dovrebbe far riscontro un aumento della natalità
L’esperienza reale e recente dell’Europa orientale, ad oggi, è diversa e ci da speranza, perlomeno per i nostri nipoti.  >>

JACOPO SIMONETTA
 

sabato 4 ottobre 2014

Il Furbo Prodigo

LUMEN – Abbiamo oggi qui con noi il signor Figlio Prodigo, che è venuto a raccontarci la sua storia.
FIGLIO – Buongiorno a tutti.

LUMEN – E’ una storia triste la vostra ?
FIGLIO – Beh, triste e allegra, a seconda dei momenti. E comunque a lieto fine, almeno per me.

LUMEN – Bene, raccontateci.
FIGLIO – Mio padre era un ricco allevatore e coltivatore, ed aveva due figli: Figlio Maggiore ed io. Un bel giorno andai da mio padre e gli dissi: “Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta”.

LUMEN – Una bella pretesa. E lui ?
FIGLIO – Mio padre non battè ciglio e divise tra sue sostanze tra me e mio fratello.

LUMEN – Da non credere. Vi sono luoghi in cui va tutto al primogenito.
FIGLIO – Eh, lo so. Dopo pochi giorni, raccolte le mie cose, partii per un paese lontano e là sperperai tutte le mie sostanze vivendo da dissoluto.

LUMEN – Cioè ? Fateci qualche esempio..
FIGLIO – Non è difficile da immaginare: donnine allegre, compagnie, mangiate, bevute, giochi, divertimenti….

LUMEN – Quindi fu un periodo felice, per voi ?
FIGLIO – Molto felice: non mi sono mai divertito tanto.

LUMEN – E poi ?
FIGLIO – Poi, quando ebbi speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed io cominciai a trovarmi nel bisogno.

LUMEN – Una bella sfortuna.
FIGLIO – E chi poteva immaginare ?

LUMEN – Che faceste, allora ?
FIGLIO – Andai a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che mi mandò nei campi a pascolare i porci.

LUMEN – Beh, trovaste comunque un lavoro.
FIGLIO – All’epoca un lavoro lo si trovava sempre; però quello era proprio un lavoraccio.

LUMEN – Non lo nego.
FIGLIO - Avrei voluto saziarmi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno me ne dava. Allora ritornai in me stesso e mi dissi: “Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame !”.

LUMEN – Giusto !
FIGLIO – “Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni”.

LUMEN – Una bella faccia tosta ! Ma in effetti, piuttosto che morire di fame…
FIGLIO – Appunto. Partii e mi incamminai verso la casa di mio padre. Quando ero ancora lontano mio padre mi vide…

LUMEN – … e vi corse dietro con un bastone !
FIGLIO – No, no, tutto il contrario. Commosso mi corse incontro, mi si gettò al collo e mi baciò.

LUMEN – Ah, questa poi…
FIGLIO – Io gli dissi: “Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio”.

LUMEN – E mi pare il minimo.
FIGLIO - Ma mio padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”.

LUMEN – Un vero gentiluomo, vostro padre.
FIGLIO - E cominciammo a far festa.

LUMEN – Voi, d’altra parte, ci eravate abituato.
FIGLIO – Beh, in un certo senso…

LUMEN – Ma continuate, prego.
FIGLIO – Mio fratello, Figlio Maggiore, si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: “È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare.

LUMEN – E vorrei vedere ! Ne aveva tutte le ragioni.
FIGLIO – Mio padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso”.

LUMEN – E cosa rispose vostro padre ?
FIGLIO - Gli rispose: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”.

LUMEN – Un discorso alto e nobile, non c’è dubbio. Ma, a parte il giudizio morale, c’è una cosa che non mi torna.
FIGLIO – Quale ?

LUMEN – Mi sembra che i calcoli di vostro padre fossero un po’ sballati. Prima vi siete presa la metà del patrimonio; poi rientrando in famiglia siete tornato pari a vostro fratello e quindi padrone della metà di quello che era rimasto.
FIGLIO – Esatto.

LUMEN – Quindi, facendo due conti: tre quarti sono andati a voi, e solo un quarto a vostro fratello, che era un uomo onesto, rispettoso, lavoratore, ed era pure il primogenito. Mi sembra una divisione ben poco equa.
FIGLIO – Cosa volete: mio padre era un sentimentale. Comunque da allora, per coerenza, ho deciso di cambiare nome.

LUMEN – E come vi fate chiamate ora ?
FIGLIO – Il Furbo Prodigo.