sabato 11 dicembre 2010

La Cassandra

LE PREVISIONI DI LUCA PARDI - 11 LUGLIO 2008

<< Da ora alla fine dell'anno una crisi finanziaria senza precedenti farà evaporare gli ultimi barlumi di speranza sulla sostenibilità del regime economico attuale. Non riesco ad avere dubbi su questo punto. Le tre componenti della crisi sistemica: economico- finanziaria, energetica ed ecologica, assicurano che la caduta ci sarà di sicuro.

Da tempo sono convinto che il punto di caduta iniziale sarà proprio la finanza, mentre le questioni ecologiche potranno essere ancora spazzate sotto il tappeto grazie alla resilienza dell'ecosfera. La crisi porterà probabilmente un calo del prezzo dei combustibili fossili, per uccisione della domanda, ma questo non sarà un segno positivo per il sistema economico ma proprio la conseguenza della crisi industriale (e forse del capitalismo in quanto tale). In una situazione globale fortemente compromessa sul piano economico e sociale, con aumento massiccio della mortalità fra i poveri, con la lotta per l'accaparramento delle materie prime e delle risorse alimentari e dell'acqua, sarà iniziato il rientro dell'umanità.

Oggi mi sentirei di scommettere che non toccheremo mai gli 8,5 miliardi di individui. Purtroppo la modalità non sarà quella che avevamo sognato. Non so come sia possibile attrezzarci per superare questa situazione, ma trovo abbastanza inutile l'attività politica così com'è adesso a prescindere dalla simpatia per Marco Pannella in sciopero della fame e per Matteo che strappa qualcosa sulla Cina.

Francamente, mentre stancamente sento queste notizie, la mia mente vaga via a pensare quello che posso (o possiamo) fare per affrontare una crisi seria tenendo conto che siamo in pochi ad avere questa consapevolezza. Sarebbe meglio mettere le nostre competenze al servizio di attività post crisi piuttosto che esercitare pressioni all'interno di un sistema politico che non può che essere spazzato via. In poche parole meglio pensarci come classe dirigente del "dopo" piuttosto che sfinirci a rincorrere quella del "prima" perchè diventi consapevole di cose di cui non vuole essere consapevole per costituzione.

Nessuno capirà mai che non ci sono strumenti di politica economica in grado di tenere in piedi un sistema di trasporto di merci come quello attuale (hanno voglia di protestare gli autotrasportatori) e un sistema di allevamento del bestiame, di produzione, conservazione e distribuzione di cibo, e perfino sistemi sanitari, educativi e di welfare come quelli attuali.

Non mi aspetto un collasso catastrofico e unico, ma una serie di tonfi con tagli progressivi della ricchezza. Immagino un collasso finanziario con risparmi che vanno in fumo (per chi li ha) fabbriche che chiudono, consumi che crollano, altre fabbriche che chiudono, entrate dello Stato che crollano, stipendi che non possono essere pagati, ulteriore crollo dei consumi. Una situazione di tipo cubano dopo il crollo del muro e la fine delle rimesse sovietiche. Ma qui sarebbe il primo effetto del picco reale e sarebbe globale.

 Noi dovremmo cominciare a pensare alla stabilizzazione nella fase di declino, alla ricostruzione delle reti energetiche ed economiche locali. Forse oltre ai pannelli solari e al KG dovremmo promuovere le monete locali, la produzione di cibo. Ma come fare queste cose? Io non lo so, ma dovremmo darci un'impronta meno ideologica e più fattiva. Chi se ne frega, in fondo, di un convegno? Un convegno lascia il fottutissimo tempo che trova. Ogni tanto mi sembra di essere schizofrenico, prima mi incazzo perchè non ci hanno consultati, poi ascolto il convegno e mi dico: meno male non ci hanno consultati. Che gli dicevo alla Bonino? Senti Emma, ma che te ne frega di fare un convegno su una cosa che non realizzerà mai nessuno?

Certo si sprecheranno un po' di risorse come le stanno sprecando nella follia BAU dell'ultimo chilometro fra viadotti, ipermercati, nuove autostrade, ponti, tunnel, grattacieli, olimpiadi invernali, estive, primaverili, stadi coperti, campi da golf, nuove zone residenziali, nuove aree della ricerca, campus universitari in aree periferiche, aeroporti, porti, scali, depuratori, centri commerciali, poli logistici (che cazzo è un polo logistico?), rottamazioni di tutto (soprattutto del cervello delle persone), ripetitori per telefonini di nuova concezione, schermi ultrapiatti, tette ultrasode per pupe da SUV, ..... il gran finale dell'abbuffata consumistica.

Non è moralismo il mio. Il mio ideale di vita è quello del miliardario, drogato, circondato di zoccole sinceramente viziose, su una barca a vela di venti metri, con i marinai che mi aiutano con le zoccole sinceramente viziose (perchè insomma ho 51 anni e poi sono anche un debosciato voyeur), e poi tutto il resto, televisione con tutte le partite di calcio del mondo, bistecche, caviale, spigole selvatiche, ciliege di dicembre, papaie e lamponi, tigri ammaestrate, vino del migliore ... . Non sono un moralista come il Ferretti insomma , che ci metterebbe tutti in un campo di rieducazione ghandiana. Il fatto è che non riesco nemmeno ad essere un ottimista programmatico e anche se dovessi fare soldi non potrei auspicare la perpetuazione di un mondo in cui la nostra specie schiaccia e distrugge tutto ignorando le leggi della fisica.

Questa è la differenza fra noi e ... loro, siamo scientificamente consapevoli della non sostenibilità del metabolismo socio economico contemporaneo. Non siamo certo i primi ad averlo detto. Siamo fra i pochi che mettono l'accento sulla questione della popolazione. Allora ci si dovrà attrezzare per mantenere in piedi questo tema anche nel dopo crisi. Sarà forse importante che nelle difficoltà alle persone sia data la possibilità di peccare senza procreare. Quello che varrebbe in Africa ora varrà a maggior ragione qui fra qualche anno. Un'ultima domanda a tutti alla quale mi risponderete domani: che grado di consapevolezza esiste nella classe politica sulla crisi che arriva? E quale in quella italiana e mondiale? E nei paesi a diverso grado di sviluppo?

Mi chiedo ad esempio se i dirigenti cinesi non sappiano che la loro crescita è insostenibile e che si troveranno le rivolte in casa quando la grande massa capirà che non può raggiungere gli standard promessi.


P.S. Quello che ho detto è quello che penso. Sono pronto a giocarmi tutto su quello che penso: se fra sei mesi non fosse successo nulla e il sistema andasse avanti tranquillamente in modalità BAU sarò messo al ludibrio della Storia per gli anni a venire. >>

LUCA PARDI

Nessun commento:

Posta un commento