mercoledì 5 febbraio 2025

La settima Arte – (6)

Tutte le recensioni sono tratte dal sito di cinema MYMOVIES (Link della Homepage). LUMEN


INDOVINA CHI VIENE A CENA ? (1967)

<< Questo splendido film non può mancare nella collezione degli amanti del grande schermo. 
"Indovina chi viene a cena?" sicuramente rappresenta una pietra miliare nella storia del cinema mondiale sia per la tematica sia per la straordinaria e indimenticabile interpretazione di quei due colossi di Hollyvood quali Katharine Hepburn e Spencer Tracy che insieme a quell'astro nascente all'epoca, di Sidney Poitier, danno luogo a un qualcosa di irripetibile.
Quando si dice la grande commedia americana: alta scuola di recitazione, grande trasporto di sensazioni e forti sentimenti racchiuse in un raffinato gioco di ruoli. 
Alla base della storia la lotta per vincere i realistici pregiudizi verso le persone di colore e non solo, una coppia di giovani in procinto di sposarsi che si trovano al cospetto del severo ma ponderato giudizio dei rispettivi genitori.
Difficile svolta generazionale, figli di quel tempo, che con la sola forza dell'amore riuscirono ad appassionare un vastissimo pubblico tutto schierato con i due giovani protagonisti. Vivere in un mondo dove il colore della pelle ha sempre fatto la differenza non è per niente facile imporsi senza la tenacia e il diritto di vivere la propria vita con chi si ama.
Al personaggio di Poitier volutamente fu dedicata un'attenzione particolare molto speciale. Intelligente, attraente, sicuro di sè, medico affermato, insomma tutto quello che di meglio si potesse sperare come modello di marito per una giovane figlia.
Una magistrale regia condotta da Stanley Kramer che colloca i due maturi coniugi dalle idee progressiste (Tracy-Hepburn) in un contesto familiare perfetto dove si dovrà svolgere questo fondamentale appuntamento (la cena) con i genitori dello sposo (Sidney Poitier) che con grande dignità svolgono il loro ruolo con sorprendente maturità pur non approvando in prima analisi questo matrimonio.
Il memorabile e risolutivo monologo finale di Spencer Tracy incolla allo schermo lo spettatore in maniera appassionante e mette tutti d'accordo ... e tanti auguri agli sposi.- Da vedere assolutamente ! >>

<< E' un capolavoro. Dialoghi perfetti, Spencer Tracy si fa voler bene tanto che è bravo, Katharine Hepburn è belissima e altrettanto straordinaria, i personaggi sono al posto giusto nei momenti giusti e Sidney Potier imbarazza per il suo aspetto e la sua recitazione.
La commedia americana perfetta per eccellenza, tinta di una modernità che all'epoca ha messo a disagio. Ma come in ogni opera d'arte splendida, non si può che farsi prendere dalla sindrome di Stendhal e vederlo, rivederlo e vederlo ancora. >>


LA CALDA NOTTE DELL'ISPETTORE TIBBS (1967)

<< Uscito praticamente in contemporanea con "Indovina chi viene a cena" quest'altro bellissimo film sui problemi razziali contribuisce a lanciare Sidney Poitier come divo (anche se l'oscar lo ha preso Rod Steiger).
Ottima comunque l'ambientazione in uno stato del profondo sud degli Stati Uniti, dove un'ispettore di polizia di colore è fuori da ogni immaginazione.
Ottima la sequenza in cui si vedono i lavoratori negri lavorare ancora nei campi di cotone come quando erano schiavi in contrasto con questo abilissimo ispettore di polizia ben vestito e molto in gamba sotto tutti gli aspetti.
Bellissima comunque la figura del capo della polizia locale Rod Steiger, razzista e all'inizio tremendamente prevenuto nei confronti dell'ispettore di colore, che a poco a poco ha fiducia in lui, lo stima ed alla fine gli diventa amico.
Ottimo il particolare della scena finale alla stazione ferroviaria, in cui gli porta la valigia, cosa inaudita negli stati del sud di quel tempo dove un negro che dava uno schiaffo ad un bianco (anche se per contraccambiarlo) rischiava addirittura la vita. >>

<< Solido poliziesco vecchia maniera, arricchito dalla tematica razziale, sempre attuale negli Stati Uniti, più di quanto la data di produzione potrebbe far presupporre.
E' un film che trasuda 'americanicità' da ogni fotogramma, di bollicine di Coca Cola da una bottiglia appoggiata sul bordo della strada, dignitoso excursus che raffigura un Paese non solo fatto dalle luci delle grandi metropoli.
Realtà piccola quella di Sparta in Mississippi, ma non per questo priva d'interessi concorrenti: e allora, l'esito delle investigazione può non esser così tanto scontato.
Poitier è un figurino che non dimentica mai i puntini sulle 'i', Steiger vero mattatore-trascinatore: insieme formano una coppia da enciclopedia del cinema, che, fra gag ed inseguimenti, fa dimenticare pure quella pagina, relativa ai loro passati, lasciata quasi in bianco. >>


LA STANGATA (1973)

<< “La Stangata” non è un semplice film. E' una finestra sul mondo del cinema, della meraviglia e dello stupore, e prende per mano lo spettatore conducendolo dove la magia stessa dello spettacolo è creata.
Ambientato in un’America del 1936 tanto chiassosa e colorata quanto dura e crudele, narra la storia di Johnny Hooker (Robert Redford), che insieme a Luther Coleman è un ladruncolo che tira a campare con piccole truffe.
I due fanno il colpaccio ma inconsapevolmente pestano i piedi al boss locale Doyle Lonnegan (Robert Shaw). Luther sconta il prezzo, e Hooker decide di vendicarsi organizzando una grande truffa ai danni del boss con l’aiuto di Henry Gondorff (un Paul Newman dal sorriso beffardo in ogni inquadratura).
Johnny Hooker è un vero e proprio artista di strada, di raro talento. Astuto, imbroglione, scapestrato, faccia di bronzo: un giovane e talentuoso istrione. 
Henry Gondorff invece si improvvisa capocomico di una compagnia di reietti della società, ma dotati di meraviglioso talento recitativo, tanto da far parte del “giro grosso”, le grandi truffe, che altro non sono se non grandi e spettacolari allestimenti teatrali mirati a derubare il prossimo.
Il film gira preciso come un orologio ben oliato, diviso in sette atti, come si conviene ad uno spettacolo a metà tra il teatro ed il cinema. Ricco di scene e dialoghi brillanti e mai banali, conditi da un’altissima qualità degli interpreti, incorniciato da una colonna sonora circense e burlesca, vincitrice del premio oscar. Il vero soggetto del film è lo spettacolo in se, la voglia di stupire, ammaliare, mostrarne i retroscena. (...)
“La Stangata” si fa beffe del pubblico, pur mostrandogli la sua ossatura. Hooker e Gondorff sembrano quasi essere due versioni dello stesso personaggio, la loro differenza si palesa solo nel diverso stile e modo di porsi nei confronti della vita, dovuto alla maggiore maturità di Gondorff, che avvolge, comprensivo, Hooker sotto la sua ala protettrice, divenendone mentore e guida.
Tra i due si instaura un rapporto inizialmente di compassione reciproca, Gondorff appare al principio come un uomo finito, e Hooker è un fuggitivo con una taglia sulla testa; successivamente questo si convertirà in rispetto, stima “professionale”, sorrisi sardonici. >>

<< La Stangata è una commedia di grande qualità, in cui la trama, assai semplice, fa da sfondo ad un intreccio di notevole complessità, capace di garantire 'suspense' ed azione di considerevole livello. Robert Redford e Paul Newman sono una coppia di pregevole fattura, affiancata ad altre interpretazioni di buonissimo livello.
Celeberrima la colonna sonora, il Ragtime di Scott Joplin. >>

9 commenti:

  1. A proposito di "Indovina chi viene a cena?", ho letto che è stato il primo film americano che ha affrontato il problema dei matrimoni misti.
    Il tema era molto delicato a livello sociale, anche perchè in alcuni stati USA, nonostante fossero passati 100 anni dall'abolizione della schiavitù, era ancora in vigore il divieto di questi matrimoni.
    Comunque, proprio nell'anno di uscita del film (1967), la Corte suprema americana, con la famosa sentenza Loving v. Virginia, pose fine a al divieto legale dei matrimoni misti negli Stati Uniti.

    RispondiElimina
  2. LA STANGATA
    Ottimo prodotto di fanta realtà e che funziona, come direbbe Monicelli. Finale al fulmicotone....

    3 bellissimi, Newman, Redford, Shaw forse per strizzare l'occhio al pubblico femminile, ** o forse anche alla potente lobby gay di Holljwood, che quasi sempre lascia il suo sigillo nelle pellicole, vedi BEN HUR e SPARTACUS di Kubrik...

    ** solo un paio di attricette in tutto il film.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione ! Non ci avevo mai fatto caso.
      In effetti all'epoca, in quel tipo di film, c'erano sempre almeno 2 o 3 belle figliole da mettere in vetrina.
      Qui invece no.
      Però non so se il motivo sia quello che ipotizzi tu.
      Forse, molto semplicemente, non si incastrava bene nella sceneggiatura, che è perfetta così.

      Elimina
  3. Indovina chi viene a cena?

    Pellicola molto ben lavorata (Tracy morì 15 gg dopo il termine delle riprese) su un tema "scottante" negli Anni Sessanta poi socialmente metabolizzato e ora, in piena revanche ultra-conservatrice, forse nuovamente scomodo. Saluti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pensi che il tema potrebbe essere nuovamente scomodo ?
      Da quale punto di vista ? Forse come conseguenza delle migrazioni eccessive ?

      Elimina
    2. Si anche, ma soprattutto in relazione alle polemiche sorte negli ultimi anni a seguito di alcuni episodi cruenti verificatisi tra forze dell'ordine e popolazione di origine afro-americana e latino-americana (cfr movimento Black lives matter) e
      a causa di certe evidenti esagerazioni "woke"...

      Elimina
    3. Non vorrei sembrare troppo ottimista, ma credo che il tema, ormai, sia diventato abbastanza secondario.
      I matrimoni tra membri di etnie diverse sono sempre esistiti, ed hanno costituito una fonte importante della variabilità umana.
      Per cui una volta eliminati gli ostacoli di natura giuridica (divieti per legge), la natura riprende facilmente il suo corso.
      Restano le difficoltà per i matrimoni misti di tipo religioso, ma si tratta di un problema diverso.

      Elimina
    4. Diciamo sinteticamente che non mi riferivo soltanto alla questione-matrimoni tra soggetti dalla pelle "diversamente pigmentata" ma alla c.d. questione razziale tout court: notoriamente in particolare un'ampia fetta della popolazione afferente agli Stati Uniti meridionali NON ha mai completamente assorbito del tutto la sostanziale equiparazione politico-giuridica e socio-culturale tra Bianchi e (variamente) Colored e il trumpismo oggi trionfante potrebbe riportare rumorosamente in auge divisioni e scontri che qlch tempo fa potevano ragionevolmente essere considerati superati... Saluti

      Elimina
    5. Questo è vero, però ho la sensazione che gli elettori di Trump siano più xenofobi che razzisti.
      Ma posso sbagliare.

      Elimina