EUGENIO – Lumen, ho appena letto un libro che si intitola "LA SAGGEZZA DELLA FILOSOFIA".
LUMEN – Bene. E ti è piaciuto ?
EUGENIO – Ehm, temo proprio di no.
LUMEN – Non mi stupisce.
EUGENIO – Perché dici questo ?
LUMEN – Perché la filosofia merita molto meno ammirazione di quanta normalmente glie ne venga attribuita. Si possono fare molte considerazioni contrarie, anche abbastanza ovvie, ma che non vengono normalmente fatte, perchè non seguono il pensiero tradizionale, e il ribaltamenti di prospettiva sono sempre difficili.
EUGENIO – Vorrei capirne qualcosa di più.
LUMEN - Per cominciare occorre ovviamente avere ben chiaro il concetto di cosa si intende con questa parola. “Filosofia” è una parola nata nell'antica Grecia che significa "amore per la sapienza" (filo-sofos) e indicava la ricerca della conoscenza da parte dei sapienti dell'epoca.
EUGENIO – Questo più o meno lo sapevo.
LUMEN - Purtroppo i "sapienti dell'epoca" erano, per ovvie carenze di informazioni, degli ignoranti in tante cose. Erano diventati molto bravi nelle elaborazioni matematiche e geometriche, e cercavano con gli stessi metodi deduttivi, di capire e spiegare anche la natura che li circondava. Purtroppo la natura la si scopre e la si spiega solo con la ricerca sperimentale, per cui, privi com'erano di valide informazioni astronomiche e naturalistiche, quando discettavano della costituzione dell'universo, degli astri, della terra e della natura in genere prendevano delle solenni cantonate.
EUGENIO – Me lo immagino.
LUMEN - Loro, poveretti, facevano del loro meglio, ma i risultati sono per noi patetici, come abbiamo imparato a scuola studiando i "grandi" filosofi greci del passato: Eraclito, Platone, Aristotele, ecc. Ovviamente, man mano che le scoperte astronomiche spiegavano scientificamente i segreti dell'universo, della terra, e degli astri, più nessun filosofo si è azzardato a discettarne.
EUGENIO – Era inevitabile.
LUMEN – I filosofi però non si sono estinti per così poco, limitandosi a mutare il loro campo di indagine, che si è progressivamente limitato all'uomo, ai suoi problemi esistenziali e al suo destino. Tutto ciò ha costituito un campo di indagine ritenuto "sicuro" e non più riducibile, in quanto considerato estraneo alle ricerche della scienza. In altre parole è come se i filosofi dicessero: ok, in passato ci siamo occupati di cose che non ci riguardavano. Lo facevamo per nostro piacere e curiosità perchè la scienza non era ancora nata. La gente ci credeva anche se eravamo inaffidabili, ma non era colpa nostra, perchè non c'erano alternative. Poi ci siamo accorti che il metodo scientifico era superiore e quindi, pur con qualche resistenza, ci siamo fatti da parte. Ma ora che ci occupiamo dell'uomo non temiamo concorrenza, perchè siamo nel campo della metafisica, e qui la scienza non si applica per cui non potrà mai scalzarci.
EUGENIO – Beh, in effetti, il ragionamento sembra valido.
LUMEN – Ma non lo è. E qui entra in gioco il cosiddetto “metodo speculativo”.
EUGENIO – Ovvero ?
LUMEN – E’ il metodo con il quale i filosofi elaborano le loro meravigliose e infondate teorie. È oltretutto molto comoda, in quanto non è necessario vedere le cose, misurarle, sperimentarle, provare e riprovare facendo una fatica tremenda, subendo delusioni cocenti perchè le cose sono diverse da come ipotizzato. No. Il filosofo fa più presto: si chiude nel silenzio della sua cameretta e pensa.
EUGENIO – Beh, ma deve pur sempre partire da dei dati di fatto.
LUMEN – Certo, qualche materiale per il ragionamento lo deve avere: ma non è nient'altro che la sua esperienza personale sulle cose e il comportamento umano. Anche nella migliore delle ipotesi, gli unici dati veri di cui dispone sono le manifestazioni visibili, mentre gli sfuggono del tutto le cause. Così elabora le sue teorie inventando semplicemente i nessi causali, purchè il risultato “teorico” finale coincida con i sintomi da lui rilevati. E poi ci si stupisce che non arrivino mai a nulla. Anche con tutta la buona volontà non potrebbero proprio.
EUGENIO – Ma allora quale sarebbe il metodo giusto ?
LUMEN - In realtà non esiste un metodo di ricerca filosofico “a sé stante”, in qualche maniera contrapposto a un metodo scientifico. La conoscenza usa un solo metodo, che è quello di ricercare un nesso causale ripetibile all'infinito e non confutabile come falso, per poter rifare a piacere e in qualsiasi momento ciò che è desiderabile ed evitare ciò che è dannoso. E questo stesso metodo lo applica sia la scienza, sia la filosofia sia la religione, solo che nel primo caso funziona davvero, e quando non funziona è perchè si è trovato qualcosa di meglio, negli altri casi non funzionerebbe comunque.
EUGENIO – E perché ?
LUMEN – Perché si cerca sempre e comunque di non contraddirsi, e quindi si fa in modo che gli insuccessi vengano giustificati in qualche altro modo.
EUGENIO – Ma lo scopo è sempre lo stesso, ovvero procurarsi una utilità futura.
LUMEN –.Esattamente. Così ad esempio i vecchi sacerdoti pagani che compivano sacrifici per ingraziarsi la divinità, cercavano semplicemente un sistema, ovviamente inefficace, per ottenere un utilità per il proprio popolo, quando ne avevano bisogno. Allo stesso modo, ma con ben altro risultato, i moderni scienziati studiano un sistema per ottenere e riprodurre a piacere i vantaggi e le comodità desiderate.
EUGENIO – Eppure la storia della filosofia è piena di opere, di testi, di dimostrazioni.
LUMEN – Certo, ma l'unica attività nella quali i filosofi riescono benissimo è la confutazione dei loro colleghi, sia predecessori che contemporanei. Ovvio, parlano solo del nulla, e del nulla si può sempre dire quello che si vuole.
EUGENIO – Quindi non si può arrivare a nulla di utile.
LUMEN – Proprio così. L'unica verità “vera” può aversi solo in campo scientifico, perchè e dimostrabile, verificabile da chiunque, ripetibile a richiesta. Tutte le verità metafisiche sono invece asserzioni indimostrabili e fideistiche. Ti faccio due esempi.
EUGENIO – Sentiamo.
LUMEN – Anzitutto, si vede che le nuove "verita" metafisiche possono benissimo convivere con le precedenti, alle quali pretendono di sostituirsi senza riuscirci. Le nuove verità scientifiche, invece, si sostituiscono definitivamente alle precedenti, alle quali nessuno può più credere.
EUGENIO – Verissimo.
LUMEN – Un altro esempio: le guerre. Si fanno guerre ferocissime per il trionfo della verità metafisica (della propria verità, si capisce) perchè quei testoni degli "altri", non si capisce bene perchè, non la capiscono. Le scoperte scientifiche, invece, si diffondono semplicemente comunicandole agli altri, e se gli "altri" non le seguono, sono semplicemente affari loro.
EUGENIO – Però le leggi della natura sono oscure e difficili da apprendere
LUMEN – Questo è vero e nessuno nega. Dopo secoli e secoli di studio gli scienziati hanno imparato tantissimo, ma molto resta ancora da scoprire. Eppure poichè la nostra realtà è soltanto quella “naturale” sono le uniche leggi valide, funzionanti, che hanno un senso. Le uniche, cioè, a cui attingere per capire il mondo, noi stessi e i nostri comportamenti. L'invenzione di regole metafisiche a cui ispirarsi e nient'altro che un espediente infantile per credersi sapienti senza fare fatica. E porta ad errori e sofferenze incredibili, perchè solo la natura è in armonia con se stessa, solo le leggi naturali sanno spiegare le cose senza forzature.
EUGENIO – Ma allora, cos’è davvero la “Metafisica” ?
LUMEN – Lo dice la parola stessa: è tutto ciò che non appartiene al mondo fisico. Quindi, quando si parla di metafisica, o soprannaturale, si parla di cose che, per loro stessa definizione, non possono esistere. Infatti, se la realtà è data dalla natura, che è sottoposta alle sue leggi, ciò che non appartiene alla natura non esiste, e se anche esistesse, non potrebbe interagire con essa in quanto, per definizione, non è soggetto alle stesse leggi.
EUGENIO – A questo non avevo mai pensato.
LUMEN - La metafisica è solo una invenzione geniale dei filosofi e dei pensatori in genere, i quali, in questo modo, possono dilettarsi ad inventare tutto quello che vogliono, sicuri che nessuno potrà mai smentirli, perchè tanto non esiste nulla.
EUGENIO – E cosa possiamo dire, allora, del concetto di Essere Supremo ?
LUMEN - La prima regola, quando si ragiona, è che chi afferma l'esistenza di qualcosa lo deve provare: e nessun teologo o filosofo ha mai dimostrato in modo veramente inequivocabile l'esistenza di un Essere Superiore, si chiami Assoluto o Dio.
EUGENIO – Questo è vero. Siamo ancora qui a discuterne, dopo migliaia di anni.
LUMEN – Personalmente, ritengo decisiva questa semplice considerazione: "Dio (l'Assoluto), se esistesse, sarebbe una "cosa" talmente enorme, immensa, abbagliante, che nessuno potrebbe anche solo lontanamente pensare di ignorarla".
EUGENIO – Però non c’è solo il corpo fisico, c’è anche lo “spirito”.
LUMEN - Il concetto di “spirito” o di “anima” è uno dei più riusciti e brillanti "furti" commessi dalle religioni agli antichi pensatori. Gli antichi greci avevano elaborato il dualismo corpo-spirito semplicemente perchè dovevano "inquadrare" le cose che non si vedevano, ma che tuttavia avevano verificato come esistenti. Oggi tutto questo è semplicemente ridicolo: ciò che è, è per definizione fisico, cioè materiale (ancorchè invisibile: forze, particelle, onde, ecc.); ciò che non è fisico non può esistere. Per la religione, però, il dualismo è essenziale.
EUGENIO – E perché mai ?
LUMEN - Posto che il corpo con la morte "sparisce", e questo nessuno può oggettivamente negarlo, su che cosa si "abbatteranno" il castigo o il premio dell'aldilà ?. Ecco allora la bella trovata dell'anima come qualcosa di immateriale che, appunto per ciò stesso, rimane dopo la morte e subisce il giudizio eterno.
EUGENIO – E questo non è vero ?
LUMEN – Purtroppo (o per fortuna), no. Possiamo metterci il cuore in pace, su questo punto: siamo e rimaniamo solo un'entità fisica, che "pensa" per effetto di meccanismi fisici (chimici, elettromagnetici, ecc.) e che non può lasciare nulla di sé, dopo la decomposizione del corpo. Credere nell'aldilà è semplicemente un errore.
EUGENIO – Che cosa intendi, Lumen, per “errore” ?
LUMEN – L’errore è ciò che si commette allorquando, avendo mal valutato i pro e i contro di una determinata situazione (per carenza di elementi di giudizio o per incapacità di elaborazione) si finisce per compiere una azione o tenere un comportamento contrario ai propri reali interessi. Non ha niente a che vedere, ovviamente, con il peccato (religione) o con il comportamento immorale (etica) che si basano su giudizi di valore che nella realtà naturale non hanno nessun significato.
EUGENIO – Quindi il peccato non esiste.
LUMEN – Certo che no. L'errore è l'unico criterio distintivo dei comportamenti umani, così come per gli animali (ai quali non attribuiamo giustamente nessun codice etico), e pur tuttavia è il meno considerato, visto che sono gli uomini stessi, tranquilli e beati, ad andare spessissimo contro i loro reali interessi. Contenti loro...
EUGENIO – E cosa possiamo dire del “Libero Arbitrio” ?
LUMEN – Il “Libero Arbitrio” è la colonna portante di tutte le concezioni etiche, morali, religiose, e via dicendo. Sarebbe bello se ci fosse (e infatti tutte lo conservano, proprio perchè è un concetto "confortevole"), ma ormai la scienza ha fatto piazza pulita anche di questo reperto archeologico : tutti i comportamenti, i pensieri e le volizioni umane sono il risultato di una serie di cause fisiche che determinano, dati i presupposti, quella e quella sola risposta. Sembrano casuali, o meglio "volute", solo perchè non siamo in condizioni di conoscere e controllare tutte le cause. Ma il risultato è prestabilito in senso rigorosamente deterministico.
EUGENIO – Ma l’uomo ha pur sempre la “Ragione”.
LUMEN - Tenuto conto che l'uomo non è null'altro che un animale, è ovviamente dominato dall'istinto. E la ragione non può essere qualcosa di diverso, di opposto all'istinto. Ne è semplicemente uno strumento. L'arma più sottile e più potente di cui dispone l'istinto per raggiungere i propri scopi.
EUGENIO – Ma allora, ha senso parlare di uno “scopo” per l’uomo ?
LUMEN - L'uomo non ha ovviamente nessuno scopo nella sua vita, essendo un mero strumento di riproduzione a disposizione dei propri "geni", che producono appunto individui capaci di riprodursi per perpetuare se stessi. A questo fine sono diretti tutti gli istinti, tutti i desideri, tutte le pulsioni e tutti i nostri comportamenti, anche se non ce ne rendiamo conto e sembrano, a prima vista, diretti in tutt'altre direzioni.
EUGENIO – Non è facile pensarlo.
LUMEN – Invece è proprio quello che avviene, inevitabilmente, per ogni essere vivente, piante e animali, anche se la storia culturale dell'uomo è piena di sovrastrutture metafisiche (regolarmente inventate) per compiacerci con un fine ultimo più o meno gradevole, ma sempre comunque "importante". Invece siamo solo uno strumento fisico della vita "genica" che riproduce se stessa. Un pò pochino, lo riconosco, ma è solo così.
EUGENIO – Ma la “vita”, che cos’è alla fin fine ?
LUMEN - La vita è strettamente connessa con il concetto di riproduzione. Una cosa pertanto possiamo dire con certezza: la vita è una tautologia.
EUGENIO – Cioè ?
LUMEN - Cioè esiste perchè esiste. Significa che un essere vivente è tale perchè possiede i meccanismi della riproduzione. E perchè li possiede? Per riprodursi, perchè se non li possedesse non si potrebbe perpetuare e quindi la "vita" cesserebbe subito.
EUGENIO - Sembra un gioco di parole.
LUMEN – Lo sembra, ma non lo è. Non dobbiamo essere troppo orgogliosi di noi stessi come esseri viventi superiori. Esistiamo perché, per caso, si è formato un meccanismo di riproduzione auto-perpetuantesi, che si è perpetuato appunto perchè tale. Nè più, nè meno di così.
EUGENIO – C’è chi dice che la filosofia resterà sempre indispensabile, perchè è l'unica che può dare una risposta alle domande fondamentali dell'umanità, mentre la scienza non potrebbe mai.
LUMEN - Le famose 3 domande fondamentali. Tu sai dirmi quali sono ?
EUGENIO - Sono queste: da dove veniamo, dove andiamo, cosa ci stiamo a fare sulla terra.
LUMEN – Benissimo. Ma chi l'ha detto che la scienza non ha le risposte ? Allo stato attuale delle conoscenze le risposte sono: Da dove veniamo: dalla terra. Dove andiamo: da nessuna parte. Cosa facciamo sulla terra: ci riproduciamo.
EUGENIO – Non mi sembrano risposte molto poetiche ed esaltanti.
LUMEN – Certamente no. Ma quelle inventate dalla filosofia o dalla religione sono peggio, perchè sono inventate e non significano nulla.
EUGENIO – Però, molti filosofi hanno avuto delle grandi intuizioni, valide ancora oggi.
LUMEN - Quando a posteriori viene riesaminato un filosofo, c'è sempre qualcosa che viene salvato perchè, dice il commentatore, le conoscenze successive hanno confermato l'intuizione del grande filosofo.
EUGENIO – Questo mi sembra un punto a favore della Filosofia.
LUMEN – E invece no. Questo in realtà ci conferma che: il grande filosofo andava a casaccio; ci ha azzeccato per caso; ai suoi tempi non era affidabile, in quanto i contemporanei non potevano sapere quanto della sua dottrina era credibile e quanto no.
EUGENIO – Non ci avevo pensato.
LUMEN - La sua grandezza non è solo limitata, ma inesistente, perchè la validità “a posteriori” di alcune delle sue idee è data soltanto dalle scoperte scientifiche successive, non dalle sue intuizioni casuali.
EUGENIO – Quindi non è utile seguire i precetti filosofici ?
LUMEN - Non solo non è utile, ma è un errore pericoloso. Vi sono moltissimi esempi di teorie filosofiche errate che hanno condizionato la storia. C'è solo l'imbarazzo della scelta. Anzi la storia è quasi un continuo susseguirsi di disastri causati da teorie filosofiche errate. Per fortuna i disastri erano inframezzati dalle tante cose buone portate dalla scienza e dalla tecnica, altrimenti, non saremmo qui, oggi, a fare la bella vita.
EUGENIO – Ma a questo punto, cosa rimane della Filosofia ? E coma la possiamo davvero definire ?
LUMEN - I Dizionari e le Enciclopedie danno in genere della parola le definizioni che tutti conosciamo, che ne esaltano il ruolo, l’importanza e la profondità.. In realtà, la definizione più corretta è ben più misera.
EUGENIO – E sarebbe ?
LUMEN – Questa: “La Filosofia è quell’attività umana che consiste nel dare delle spiegazioni inventate e indimostrabili alle domande alle quali la Scienza non ha ancora dato una risposta accettabile”.
EUGENIO - Quindi la filosofia diventa, per definizione, un esercizio di ignoranza.
LUMEN – Proprio così. L'affermazione è sicuramente un pò forte, e sembra assurda se si considera che, come abbiamo visto, la parola deriva dal greco Filo-sofos, cioè amore per la conoscenza, ma è inevitabile.
EUGENIO - Ma i filosofi in genere sono persone di grande cultura.
LUMEN - Questo nessuno lo nega. Io però non ho detto che il filosofo è un ignorante come persona. Dico che la filosofia, come esercizio del pensiero è una manifestazione di ignoranza. Per cui il filosofo può essere benissimo una persona colta, anzi quasi sempre lo è, e molto, ma si comporta da ignorante, per definizione, quando "fa il filosofo".
EUGENIO – E quindi il libro che ho letto avrebbe dovuto avere un altro titolo.
LUMEN – Proprio così. Avrebbe dovuto intitolarsi “L’Ignoranza della Filosofia”.
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