venerdì 1 novembre 2024

Appunti di Geo-Politica – 5

FILIERE INTERNAZIONALI
Il settore dell’energia, così come l’informatica, la microelettronica e tanti altri, prospera grazie a collaborazioni e joint venture internazionali le quali rischiano di rimanere vittime delle crescenti tensioni politiche tra stati che stanno creando una frattura profonda tra l’Occidente e i paesi afferenti ai BRICS.
Ad esempio, la Cina ha consolidato la leadership nel settore dei pannelli fotovoltaici monocristallini, mentre la UE ha da poco confermato l’intenzione di non sanzionare l’azienda russa ROSATOM a causa della forte dipendenza del comparto atomico europeo nei suoi confronti.
Se davvero Putin sta 'uccidendo' il sistema economico integrato a livello globale, potrebbe risultare molto complesso, se non impossibile, rilocalizzare efficacemente filiere produttive articolate in tutto il mondo, con pesanti ripercussioni per il mantenimento di tecnologie ritenute oramai ampiamente acquisite.
E mentre all’umanità urge approntare risorse utili prima di schiantarsi definitivamente contro gli scogli dei limiti dello sviluppo, è davvero triste che la priorità venga accordata ad armamenti e altri strumenti utili solo per aggravare il disastro.
IGOR GIUSSANI


RUSSIA E ARMAMENTI
[La Russia] – per ragioni inerenti anche al suo suolo e al suo clima – è povero e moderatamente industrializzato. I russi sono poco oltre 140 milioni, ma il PIL del Paese è inferiore a quello dell’Italia (60 milioni). (...)
E tuttavia questo Paese ha una monocultura di (relativo) successo: l’industria delle armi.
Per questo fatto le spiegazioni potrebbero essere molteplici, ma la più semplice è che si tratti di una scelta strategica, inerente ai principi fondamentali legati alla sopravvivenza della Federazione.
Da sempre la Russia teme di essere invasa e dominata (le è del resto avvenuto ripetutamente, data la sua mancanza di confini naturali); dunque avere molte armi e, se possibile di ultimo modello, è una garanzia di sopravvivenza. 
Riuscendo poi a venderle anche all’estero, si possono prendere due piccioni con una fava. (...)
[Inoltre] i russi credono solo alla forza e questa è una sfida alla storia. In particolare al detto francese secondo cui on peut tout faire avec des baïonnettes, sauf s’asseoir dessus: si può fare di tutto con le baionette, salvo sedercisi sopra.
Il senso è che vanno bene per una battaglia, ma non per la normalità. Se Roma è durata tredici secoli è perché, malgrado i suoi enormi difetti, godeva del consenso dei governati.
Se invece la Russia è stata odiata dovunque abbia posato gli stivali (nell’Est europeo per 40 anni e più) è chiaro che era sprovvista della saggezza di Roma. O di Londra, nell’Ottocento.
GIANNI PARDO


SALVARE L'EUROPA
Dopo aver “salvato l’Europa” con il suo famoso 'Whatver it takes' (era il 2012), ecco Mario Draghi che ri-salva l’Europa con il suo piano presentato all’Unione Europea, secondo cui per riprendere in mano le sorti di un continente in declino bisognerebbe spendere (a debito) 800 miliardi all’anno, migliorando investimenti, produttività, concorrenza, armamenti, transizione ecologica. (...)
Ma il convitato di pietra che siede dietro il discorso di Draghi è un colosso gigantesco, minaccioso e vampiresco, che succhia il sangue dell’Europa da decenni, e si chiama Stati Uniti.
Per elencare soltanto qualche elemento innegabile eccone tre.
Il dominio sulle tecnologie, ottenuto grazie alla creazione di immensi e invincibili monopoli, capaci di cancellare le imprese tecnologiche europee e persino di bloccare la ricerca pubblica degli Stati europei, uno.
La gestione globale dei prezzi dell’energia, il cui ultimo ostacolo era il gas russo a basso costo, problema ora risolto, infatti lo compriamo dagli Usa a tre/quattro volte il prezzo di prima (la Germania ne sa qualcosa), due.
E, tre, la metto per ultima ma è fondamentale, la finanziarizzazione dell’economia globale, per cui grandissima parte del risparmio europeo va a finire in fondi Usa o controllati dagli Usa, che quindi drenano il risparmio europeo, e con quello finanziano la loro crescita. (...)
Nella migliore delle interpretazioni possibili, si tratterebbe di dire: i nostri interessi, nostri dell’Europa, non sono comuni a quelli americani, anzi, sono proprio divergenti, quello che va bene a loro non va bene a noi, e viceversa.
ALESSANDRO ROBECCHI


DECLINO AMERICANO
Osserva Emmanuel Todd che l’ipotesi di una ripresa militare-industriale degli Stati Uniti è da escludersi in forza della scarsità di ingegneri a loro disposizione, rispetto ai russi (e ai cinesi) e per la loro predilezione per la produzione di denaro anziché di macchinari.
Il collasso morale e sociale deriva a suo dire dal collasso del protestantesimo, che rende irreversibile il declino americano e apre gli Usa e l’intero occidente al destino del nichilismo.
Da allievo di Max Weber osserva che se il protestantesimo è stato la matrice del decollo dell’occidente e del capitalismo, ora è la sua morte a causarne la dissoluzione. 
Intanto lo stato-nazione si dissolve e trionfa la globalizzazione; gli individui sono ormai privi di qualsiasi credenza collettiva. Il collasso della religione ha spazzato via il sentimento nazionale, l’etica del lavoro, il concetto di una morale sociale vincolante, la capacità di sacrificarsi per la comunità. 
MARCELLO VENEZIANI
 

10 commenti:

  1. A proposito del declino americano (ed europeo), Marcello Veneziani - sempre citando Todd - aggiunge:

    << La Russia, nota, non rappresenta alcuna minaccia per l’Europa occidentale: in quanto potenza conservatrice, oggi come ai tempi del Congresso di Vienna, nel 1815, il suo desiderio è di creare una partnership economica con l’Europa, in particolare con la Germania. È nel suo interesse avere una sponda europea.
    L’Unione appare a Todd un sistema pesante e complesso, ingestibile e letteralmente irreparabile; “il lato oscuro del desiderio sarebbe che la guerra liberasse l’Europa da se stessa”. >>

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  2. RUSSIA ECCETERA

    Dunque, è vero che la Russia tout court è stata invasa svariate volte, ma vero è pure che fino ad ora gli invasori sono stati sempre contenuti e rimandati a casa loro con le ossa rotte.

    Vero è che la tecnologia, le industrie russe non possono competere con quelle occidentali e nord americane, però dispongono, i russi, di piu della metà delle risorse del pianeta in termini di minerali, idrocarburi eccetera....

    Circa l'odio che gli stivali russi hanno provocato calpestando altri paesi, ritengo che altre dominazioni, invasioni non hanno lasciato dei bei ricordi, vedi il colonialismo inglese, belga, francese eccetera. E poi, di grazia, quale è stata, fu, la saggezza inglese dell'800, tale da ricordare quella dell' antica Roma?

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    1. Sulla saggezza inglese non ti so rispondere in modo esauriente, perché sono argomenti che conosco poco.
      Però ho letto spesso che le ex colonie inglesi avrebbero conservato un rapporto con gli ex dominatori migliore di tanti altri.

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  3. Con il ritorno di DT alla Casa Bianca le mire espansionistiche del Cremlino in Europa (a mio avviso colte molto meglio da Pardo che da Todd) potrebbero NON trovare più alcuna resistenza: qlcn la riterra' una buona notizia ma (secondo me) si profilano tempi molto agitati, anche dal punto di vista economico-commerciale (dazi USA a gogo', ecc.) Saluti

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    1. Io penso che la guerra in Ucraina possa essere effettivamente chiusa dal nuovo presidente americano (Trump) per il semplice motivo che la crisi era scoppiata per una precisa intenzione degli USA e quindi sono loro a poter decidere quando farla cessare.
      Inoltre la storia insegna che solo il cambio di leader consente di revocare una decisione geopolitica presa in precedenza.
      Non so se Trump lo farà veramente, ma può fare quello che Biden non avrebbe potuto.

      Ovviamente il destino dell'Ucraina sarà segnato per sempre, con la parte russofona che si riunirà alla madrepatria russa e la parte restante, filo-occidentale, che diventerà uno stato cuscinetto parzialmente smilitarizzato.
      Non credo che la pace possa essere raggiunta su basi diverse, vista anche la situazione che si è creata sul terreno (e che non è più reversibile).
      Questo significa anche che l'Ucraina dimezzata non potrà entrare nella UE e neppure nella NATO.
      Ma, in cambio, credo che l'orso russo potrebbe ritenersi soddisfatto del risultato e ritornare ad una situazione di proficua e pacifica collaborazione economica con l'europa occidentale.
      Potrebbero forse restare piccoli focolai di tensione coi Paesi Baltici, nei Balcani orientali o nel Caucaso, ma, se tornano a girare gli affari, sarà più facile poterli gestire in modo pacifico.

      Questa è la mia modesta opinione sull'argomento.
      Vedremo poi nei prossimi mesi cosa succederà veramente.

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  4. Caro Lumen,
    condivido la tua visione dei fatti. Considero ridicolo parlare di "mire espansionistiche" del Cremlino (dove vuole andare Putin o un successore con 140 milioni di gatti?). Questa terribile guerra poteva essere evitata, ma qualcuno l'ha voluta (leggere su Wikipedia cosa pensava quel criminale di Zbigniew Brzezinski sul ruolo decisivo dell'Ucraina per indebolire la Russia). Già trent'anni fa Severino scriveva che gli USA mai avrebbero tollerata un'alleanza tra UE e Russia perché avrebbe minacciato la loro egemonia (polo economico europeo con mezzo miliardo di persone più le materie prime russe).

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    1. Direi che su questo punto Severino aveva ragione.
      Sono convinto che Trump faccia il 'matto inaffidabile' solo per posa, per compiacere una certa fascia di elettori, ma sia una persona molto razionale (non si diventa miliardari per caso).

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  5. In merito alle mire espansionistiche del Cremlino pregasi domandare agli abitanti di Estonia Lettonia Lituania Moldavia Polonia e financo Finlandia e Svezia quanto si sentano effettivamente tranquilli dopo che la sovranità nazionale dell'Ucraina (che evidentemente per gli adoratori dello Stato nazionale ottocentesco "a sovranità assoluta" improvvisamente NON conta...) è stata calpestata nel tragico modo che abbiamo visto soltanto perché la maggioranza della sua popolazione ha la gravissima colpa di preferire la democrazia liberale occidentale alla cupa e aggressiva autocrazia clerico-nazionalista russa. Ma consapevole che la Russia è ormai diventata il luminoso "faro" di tutti gli estremismi anti-occidentali (di destra di sinistra e clericali) antimoderni e illiberali mi fermo qui. Saluti

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  6. Mah, più che un faro la Russia appare come un simulacro di ortodossia a 360 gradi posto ritengo il popolo sia
    stanco di "canali " alternativi....ma pure l'ortodossia è stancante, deprimente.

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  7. Non credo che la Russia attuale possa essere considerata il faro di qualcosa e, in effetti, certi suoi estimatori mi lasciano molto perplesso.

    Ma la geo-politica ha le sue ragioni, che non hanno nulla a che fare con l'etica e la giustizia.
    Vi erano molti modi di gestire il rapporto di confine tra Russia ed Ucraina e, secondo me, è stato scelto il peggiore.

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