Alcune interessanti riflessioni di Marco Pierfranceschi – di carattere sociale ed antropologico – tratte dal suo blog Mammifero Bipede. Buona lettura.
LUMEN
<< CONSUMI IRRAZIONALI
Un incremento della disponibilità di risorse, indotto da nuove modalità di sfruttamento, finisce inevitabilmente per produrre una cultura socialmente condivisa votata all’aumento dei consumi (come è l’attuale) e la collettività, tenuta unita da questa convinzione, alimenterà tale processo fino all’esaurimento delle risorse disponibili.
Ciò è determinato dal fatto che i soggetti responsabili dell’incremento dei consumi ricavano da questo processo il potere economico necessario ad alimentare narrazioni collettive favorevoli al processo stesso.
Il progressivo esaurimento comprenderà anche le risorse potenzialmente rinnovabili, come quelle derivanti dai processi biologici, che in seguito all’aumento della popolazione verranno sottoposte ad uno stress eccessivo, finendo col perdere la capacità di auto-rigenerarsi. (...)
Qualunque appello alla razionalità collettiva, qualunque speranza di ravvedimento, non possono che cadere nel vuoto.
Le dinamiche relazionali umane danno luogo a processi marcatamente irrazionali, capaci di metabolizzare e sfruttare le funzioni cognitive superiori, ovvero la capacità di analisi logica e razionale, alterando e distorcendo la percezione collettiva delle conseguenze ultime dei processi in atto in modo da eliminare ogni possibile freno inibitorio.
L'EVOLUZIONE DELL'UOMO
L’inurbazione, l’abitudine a far parte di contesti sociali sempre più estesi, la riduzione della pressione selettiva dell’ambiente naturale, per quanto percepiti individualmente come vantaggi, stanno potenzialmente selezionando varietà umane adattate ad habitat artificiali.
Come per certe razze animali d’allevamento che, in seguito a selezioni ed incroci, hanno maturato caratteristiche che le rendono inadatte a sopravvivere in un ambiente naturale, anche per i nostri discendenti potrebbe materializzarsi uno scenario analogo, avendo perso, nella lunga strada dell’evoluzione sociale, sia le caratteristiche fisiche che i saperi necessari a sopravvivere in assenza di un contesto civilizzato.
L’esplosione di ‘diversità’ che emerge come conseguenza della sovrappopolazione, della produzione industriale di alimenti e della capacità di curare un ampio ventaglio di malattie e problemi fisici, se giova momentaneamente sia ai singoli che all’efficienza della collettività nel suo complesso, sul lungo termine finisce col danneggiare gli individui che, generazione dopo generazione, sperimentano una sempre più marcata inadeguatezza fisica ed alienazione dalla realtà che ne ha primariamente modellato l’anatomia e le reazioni psicologiche.
È questo il rovescio della medaglia del ‘Paese dei Balocchi’ che l’ideologia dei consumi ci ha costruito intorno.
IL TEATRINO DELLA POLITICA
Il quadro attuale [della società] vede il trionfo di un’Ideologia produttivo/mercantile, che proietta il proprio potere nel controllo dei mezzi di comunicazione di massa, giornali e televisione, e contemporaneamente genera un abbondante rumore di fondo attraverso l’intrattenimento e i social networks, riuscendo oltretutto ad arricchirsi dalla fruizione di tutte queste modalità informative.
Il controllo sociale si avvale di un ulteriore Processo di Inganno, che prende il nome di Politica.
Mentre il popolo viene governato dagli apparati burocratici e ministeriali, economicamente e culturalmente controllati dal mondo produttivo, la classe politica inscena un teatro ideologico permanente, deviando l’attenzione della popolazione su questioni volutamente ambigue come i ‘diritti civili’, la ‘sovranità’ o le ‘identità nazionali’.
IL 'SAPERE' COMPLICATO
Per stabilizzare la posizione di vantaggio dei detentori di sapere irrazionale è necessario che il sapere stesso sia sufficientemente vasto ed articolato da non poter essere acquisito in tempi brevi e con un minimo sforzo.
Non è sufficiente, per dire, che la collettività creda ad una divinità cui ci si possa rivolgere direttamente ed in termini semplici e diretti.
È necessario invece che i riti siano complessi, che la volontà della divinità sia volubile e difficilmente interpretabile, che siano richiesti sacrifici personali per guadagnarne la benevolenza, che tutto sia, in ultima istanza, complicato ed arbitrario.
ESIBIRE LA RICCHEZZA
Come i singoli individui comunicano esibendo la ricchezza conseguita grazie alle proprie convinzioni, parimenti agiscono le culture.
Le culture religiose innalzano templi e vestono i propri sacerdoti di tessuti preziosi, le culture militari innalzano edifici, colonne ed archi di trionfo per mostrare la propria potenza, le culture mercantili erigono mercati coperti e centri commerciali, con la doppia funzione di attirare gli acquirenti e mostrare la propria opulenza.
Ogni esibizione pubblica (mostre, saloni, raduni, sfilate) ha la specifica funzione di convincere la parte di popolazione più suggestionabile dei vantaggi generati da una specifica cultura motivazionale. >>
MARCO PIERFRANCESCHI
A proposito dell'esibizione della ricchezza, Pierfranceschi osserva, molto correttamente, che una cultura di questo genere ha anche i suoi risvolti positivi.
RispondiElimina<< È interessante notare come proprio la ricchezza ed il benessere di una collettività consentano ai membri attivi di riservare parte del surplus alla cura degli individui ‘meno performanti’, fisicamente ed intellettualmente. Questo porta una collettività di successo a poter disperdere le abilità dei propri membri su uno spettro di diversità maggiore, potendo supportare abilità ‘estreme’ i cui inevitabili portati negativi non passerebbero il vaglio della selezione naturale. >>