CARA ACQUA
Senz’acqua non si fa niente, a cominciare dal cibo. Tutte le piante hanno bisogno di acqua per crescere: meno piove, meno si mangia.
Sto iniziando a pensare che, oltre ad essere misurata in persone per chilometro quadro, la densità di popolazione dovrebbe essere calcolata anche in persone per tonnellata di acqua disponibile. Anche se ovviamente l’acqua non è solo per noi, ma per tutti gli esseri viventi.
E come per tutte le altre risorse che iniziano a scarseggiare, dall’energia al cibo, quasi tutte le soluzioni proposte si concentrano su come produrre o estrarre di più, mai su come sprecare e consumare di meno.
Alcune persone pensano seriamente che la soluzione sia addirittura desalinizzare l’acqua del mare, come fanno i paesi arabi del Golfo che sono tra i peggiori inquinatori del mondo.
A nessuno viene in mente non solo l’enorme impatto ambientale ed energetico e logistico di una cosa del genere, ma neanche che è la mentalità del “ma di acqua ce n’è tanta…” che ci ha portato in questa situazione [di crisi].
Io comincerei così: controllo su tutti i pozzi privati con metronomo obbligatorio, l’acqua costa a tutti il doppio, nessuno paga a forfait e fabbriche e campi pagano come gli altri. L’educazione e le leggi sono importanti, ma l’abbiamo visto: la maggior parte della gente smette di sprecare solo quando non può più permetterselo.
GAIA BARACETTI
ASTENSIONISMO
Il problema [dell'astensionismo elevato] e’ che questa situazione inficia la capacita’ del governo di fare qualcosa, o di ottenere qualcosa. E con questo intendo dire la possibilita’ PRATICA di ottenere dei risultati.
In democrazia, per governare, essere al potere serve a poco: senza consenso puoi avere tutto il potere che vuoi, ma non succedera’ mai quello che voleva il governo. (...)
Allora, cosa succede ai governi che cercano di governare con l’assenteismo alto? Che tutto quello che scrivi rimarra’ lettera morta. Non importa quali leggi il governo scriva o non scriva: le uniche leggi che possono scrivere sono quelle nelle quali il governo NON fa qualcosa. (…)
Se vogliamo una versione abbastanza “intuitiva”, possiamo pensare alla classica situazione del governo di occupazione.
Se prendiamo un governo di occupazione, quando un paese ne occupa un altro, possiamo pensare che il consenso per l’occupante sia basso, mentre solo una parte di collaborazionisti voglia cooperare attivamente.
In questo caso, l’occupante ha sicuramente il potere. E di solito, per via del carattere militare dell’occupazione, ne ha anche molto. Il guaio viene quando si va a vedere il consenso. (…) Senza consenso, nessun cittadino fara’ qualcosa.
URIEL FANELLI
NOI E GLI ALTRI
Il 'bias' di proiezione è una tendenza cognitiva che porta le persone a pensare che gli altri la pensino come noi, o che abbiano le nostre stesse caratteristiche.
Si tratta di una forma di auto-percezione, in cui le persone proiettano le proprie preoccupazioni, aspettative e opinioni sugli altri. In altre parole, questo bias può spingere le persone a vedere negli altri le caratteristiche che vedono in se stesse o che temono di possedere.
Ad esempio, un individuo potrebbe essere incline a sospettare che gli altri siano bugiardi (o generosi) solo perché è consapevole del fatto che lui mente spesso (o che lui stesso è una persona generosa).
Questo tipo di tendenza alla proiezione può influire su come ciascuno percepisce la realtà e interagisce con gli altri.
ANA MARIA SEPE
RUSSIA E CINA
La Russia è stata costretta a ricorrere ad un atto di forza [l'invasione dell'Ucraina] non solo per fermare l’aggressione strategica americana [tramite la NATO], ma per impedire qualsivoglia nuovo ordine mondiale che sorga a sue spese, che la emargini come paria e/o come mera potenza regionale dipendente.
C’è, nel comportamento dell’élite russa un crudo realismo politico, la presa d’atto che nelle relazioni tra stati e potenze vale la stessa legge che governa le società classiste: o sei dominante o sei dominato. (...)
Le differenze e le distanze tra Mosca e Pechino non afferiscono solo alla sfera geopolitica e geoeconomica. Le radici sono più profonde, sono spirituali, afferiscono alla diversa concezione della storia e del tempo.
L’élite cinese non chiede solo più tempo, non solo rifugge da accelerazioni soggettiviste, ha una concezione circolare del tempo e ciclica della storia. Quella russa è invece figlia di una teologia escatologica della storia, incessante movimento in avanti, fino all’atto destinale, apocalittico, conclusivo. (...)
Contrariamente all’élite politica bideniana, quella cinese sembra considerare il conflitto in Ucraina una lontana guerra regionale europea. Errore.
A seconda di chi vince o perde, cambierà il mondo e la storia prenderà una direzione o l’altra. Il conflitto è dunque, per queste sue implicazioni, di portata mondiale. Le conseguenze sarebbero profondissime, sia in caso di sconfitta del blocco occidentale o, al contrario, in caso di disfatta della Russia.
Sto iniziando a pensare che, oltre ad essere misurata in persone per chilometro quadro, la densità di popolazione dovrebbe essere calcolata anche in persone per tonnellata di acqua disponibile. Anche se ovviamente l’acqua non è solo per noi, ma per tutti gli esseri viventi.
E come per tutte le altre risorse che iniziano a scarseggiare, dall’energia al cibo, quasi tutte le soluzioni proposte si concentrano su come produrre o estrarre di più, mai su come sprecare e consumare di meno.
Alcune persone pensano seriamente che la soluzione sia addirittura desalinizzare l’acqua del mare, come fanno i paesi arabi del Golfo che sono tra i peggiori inquinatori del mondo.
A nessuno viene in mente non solo l’enorme impatto ambientale ed energetico e logistico di una cosa del genere, ma neanche che è la mentalità del “ma di acqua ce n’è tanta…” che ci ha portato in questa situazione [di crisi].
Io comincerei così: controllo su tutti i pozzi privati con metronomo obbligatorio, l’acqua costa a tutti il doppio, nessuno paga a forfait e fabbriche e campi pagano come gli altri. L’educazione e le leggi sono importanti, ma l’abbiamo visto: la maggior parte della gente smette di sprecare solo quando non può più permetterselo.
GAIA BARACETTI
ASTENSIONISMO
Il problema [dell'astensionismo elevato] e’ che questa situazione inficia la capacita’ del governo di fare qualcosa, o di ottenere qualcosa. E con questo intendo dire la possibilita’ PRATICA di ottenere dei risultati.
In democrazia, per governare, essere al potere serve a poco: senza consenso puoi avere tutto il potere che vuoi, ma non succedera’ mai quello che voleva il governo. (...)
Allora, cosa succede ai governi che cercano di governare con l’assenteismo alto? Che tutto quello che scrivi rimarra’ lettera morta. Non importa quali leggi il governo scriva o non scriva: le uniche leggi che possono scrivere sono quelle nelle quali il governo NON fa qualcosa. (…)
Se vogliamo una versione abbastanza “intuitiva”, possiamo pensare alla classica situazione del governo di occupazione.
Se prendiamo un governo di occupazione, quando un paese ne occupa un altro, possiamo pensare che il consenso per l’occupante sia basso, mentre solo una parte di collaborazionisti voglia cooperare attivamente.
In questo caso, l’occupante ha sicuramente il potere. E di solito, per via del carattere militare dell’occupazione, ne ha anche molto. Il guaio viene quando si va a vedere il consenso. (…) Senza consenso, nessun cittadino fara’ qualcosa.
URIEL FANELLI
NOI E GLI ALTRI
Il 'bias' di proiezione è una tendenza cognitiva che porta le persone a pensare che gli altri la pensino come noi, o che abbiano le nostre stesse caratteristiche.
Si tratta di una forma di auto-percezione, in cui le persone proiettano le proprie preoccupazioni, aspettative e opinioni sugli altri. In altre parole, questo bias può spingere le persone a vedere negli altri le caratteristiche che vedono in se stesse o che temono di possedere.
Ad esempio, un individuo potrebbe essere incline a sospettare che gli altri siano bugiardi (o generosi) solo perché è consapevole del fatto che lui mente spesso (o che lui stesso è una persona generosa).
Questo tipo di tendenza alla proiezione può influire su come ciascuno percepisce la realtà e interagisce con gli altri.
ANA MARIA SEPE
RUSSIA E CINA
La Russia è stata costretta a ricorrere ad un atto di forza [l'invasione dell'Ucraina] non solo per fermare l’aggressione strategica americana [tramite la NATO], ma per impedire qualsivoglia nuovo ordine mondiale che sorga a sue spese, che la emargini come paria e/o come mera potenza regionale dipendente.
C’è, nel comportamento dell’élite russa un crudo realismo politico, la presa d’atto che nelle relazioni tra stati e potenze vale la stessa legge che governa le società classiste: o sei dominante o sei dominato. (...)
Le differenze e le distanze tra Mosca e Pechino non afferiscono solo alla sfera geopolitica e geoeconomica. Le radici sono più profonde, sono spirituali, afferiscono alla diversa concezione della storia e del tempo.
L’élite cinese non chiede solo più tempo, non solo rifugge da accelerazioni soggettiviste, ha una concezione circolare del tempo e ciclica della storia. Quella russa è invece figlia di una teologia escatologica della storia, incessante movimento in avanti, fino all’atto destinale, apocalittico, conclusivo. (...)
Contrariamente all’élite politica bideniana, quella cinese sembra considerare il conflitto in Ucraina una lontana guerra regionale europea. Errore.
A seconda di chi vince o perde, cambierà il mondo e la storia prenderà una direzione o l’altra. Il conflitto è dunque, per queste sue implicazioni, di portata mondiale. Le conseguenze sarebbero profondissime, sia in caso di sconfitta del blocco occidentale o, al contrario, in caso di disfatta della Russia.
MORENO PASQUINELLI
Per usare con criterio, per non sprecare inutilmente, vieterei per statuto le 2 docce al giorno. Inutili americanate, pulizia apparente, testa e busto super asettici, piedi sovente lerci. Per non parlar del resto, a volte. Il sacro bidet è metà pulizia, non apparente.
RispondiEliminaDal web, a proposito del consumo di acqua dolce in Europa:
Elimina<< Il primo settore per consumo d’acqua è sicuramente l’agricoltura. Stiamo parlando del 40% del consumo d’acqua complessivo annuo in Europa, anche se solo il 9% dei campi viene irrigato.
Il secondo settore più assetato di acqua è quello della produzione di energia. Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente vale il 18,2% nel continente.
Il consumo di acqua nel contesto domestico pesa solo per il 9,6%. >>