lunedì 21 novembre 2022

Punti di vista – 29

IL PAPA E GLI ANIMALI
Il Papa ha dichiarato: “Amare troppo gli animali è idolatria e paganesimo”. Papa Francesco parla di “culle vuote e cucce piene”, in riferimento al fatto che le coppie stiano sostituendo i figli con gli animali.
Il Papa, vivendo in una bolla dorata, non si rende conto che in realtà il calo demografico è dovuto prevalentemente ad un sistema sociale ed economico che rende sempre più difficile sentirsi stabili e al sicuro.
Le cause sono da ricercare nella sfiducia che hanno le persone verso il futuro, non certo negli animali. Senza contare inoltre le coppie che per scelta preferiscono semplicemente non avere figli.
Ogni uomo e ogni donna hanno tutto il diritto di scegliere se realizzare se stessi procreando o seguendo altre inclinazioni. Avere figli è un dono, per se stessi e per la comunità, ma l’essere umano non è bestiame, un uomo non è solo un dispensatore di seme, né la donna solo un’incubatrice.
L’essere umano ha molti modi per creare ed esprimere se stesso, attraverso la meraviglia della procreazione ma anche attraverso molte altre cose splendide che può fare nella propria vita.
Aver cura degli animali non è dunque idolatria, è semplicemente amore, un amore che possiamo dare sia a loro che ai nostri figli.
Sono dell’idea che sia sbagliato “umanizzare” troppo gli animali, perché per il bene stesso dell’animale dobbiamo rispettarne la natura senza asservirlo ai nostri capricci, ma amare le creature della terra è tutto fuorché un male.
NATURA MIRABILIS


INNOVAZIONE
Sinora ho visto crescere l’innovazione non secondo le regole di mercato, ma contro il mercato, o addirittura malgrado il mercato. 
Vedo cioe’ il mercato come sabotatore sistematico o come avversario dell’innovazione tecnologica moderna (non e’ sempre stato cosi’) mentre il regolatore, spesso introducendo regole limitanti (come le regole di sicurezza nelle auto, per esempio) costringe i produttori ad evolvere i propri prodotti.
Per esempio, sinora si e’ fatta molta ricerca, a parole, sulle caratteristiche di risparmio energetico, ma in realta’ erano cambiamenti cosmetici fatti per soddisfare il regolatore. Lasciate che arrivi un inverno di aumenti e vedrete che finalmente gli industriali cominceranno a lavorare davvero sulla resa energetica di ogni cosa. E cosi’ via.
Ma sul mercato, se provate ad introdurre un nuovo prodotto, incontrerete solo resistenza. L’imprenditore non lo vuole perche’ non vuole investire, il manager non lo vuole perche’ non lo capisce e perche’ e’ corrotto dal fornitore esistente, il dipendente non lo vuole perche’ vuole fare la stessa cosa tutta la vita. Ma le nuove aziende, che nascono oggi, comprano direttamente l’ultima uscita, e quindi piano piano le cose cambiano.
Tutto funziona come il riempimento di una diga: tutte queste forze reazionare spingono i mercati a fermare la rivoluzione di una nuova tecnologia, sino a quando succede che la diga si riempie e trabocca: e allora arriva l’ondata che travolge tutto.
URIEL FANELLI


DEEP STATE
Gli anni del Covid sono stati il più grande trionfo dello Stato amministrativo da quando Luigi XIV costruì Versailles.
Lo Stato amministrativo è il meta-strato dello Stato politico che si immagina invulnerabile alla supervisione giuridica e legislativa. Si considera anche immortale: non può morire, indipendentemente da chi viene eletto.
Questo strato dello Stato ha assunto gradualmente sempre più potere negli ultimi cento anni di guerre e altre crisi, compresa quella attuale con le malattie pandemiche. (...) Con il Covid ha avuto la sua giornata campale, guadagnando potere, emanando editti e ottenendo nuovi finanziamenti.
Non è una “teoria della cospirazione” osservare che questa tendenza esiste e che lo Stato ha i suoi interessi che non sono sempre perfettamente in accordo con l’interesse pubblico.
JEFFREY TUCKER


MARXISMO
Il marxismo non è affatto in primo luogo, come molti pensano, una dottrina economica. È innanzi tutto una teoria sociale il cui nocciolo è “l’umanesimo marxista”.
A parere di Karl Marx, la società nata dalla rivoluzione industriale e dalla Rivoluzione Borghese del 1789, si è rivelata ingiusta. Questo filosofo aveva sotto gli occhi la Germania e la Francia della metà del XIX secolo e se le rappresentava come un sistema in cui panciuti borghesi capitalisti se la godevano mentre i proletari sudavano per un tozzo di pane.
Egli piangeva soprattutto sui contadini che lasciavano le campagne per divenire gli schiavi dei nuovi opifici. Dimenticando che, se i contadini lasciavano le campagne per le fabbriche, era perché nei campi si faticava di più e si guadagnava di meno.
A Marx andava per traverso che nell’industria guadagnasse più di tutti proprio il padrone, colui che, pur avendo fondato l’impresa, ora non lavorava. E questo gli pareva ingiusto Al filosofo, a quanto pare, non passò mai per la mente il concetto di “rischio di impresa”.
GIANNI PARDO

14 commenti:

  1. Il papa e gli animali
    Se/quando si riesce a sollevare lo sguardo dall' "orto di casa" ci si rende immediatamente conto che su scala globale (con particolare riferimento ai Paesi afro-asiatici) la demografia umana complessivamente NON è affatto in calo, anzi continua a crescere in maniera piuttosto sostenuta (recentemente è stata toccata quota 8 mld...) con le disastrose conseguenze ambientali e socio-economiche che ormai dovrebbero essere evidenti a chiunque osservi la situazione in un'ottica sufficientemente "laica"... Saluti

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    1. Caro Claude, purtroppo la tendenza resta quella ad un aumento complessivo della popolazione.
      E siccome ormai viviamo in una società quasi-globale, questo terribile incremento finisce per impattare direttamente anche su di noi.
      Al riguardo ti segnalo l'ultimo post, molto interessante anche se deprimente, pubblicato dall'amico Agobit sul suo blog 'Un Pianeta non basta' (v. elenco blog personale / mostra tutto).

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  2. Celibato e società

    Nel mio dizionarietto di filosofia, composto da un gesuita (!), c'è scritto che il matrimonio è un obbligo per tutti. Logico, la società per sopravvivere ha bisogno di nuove leve. E come mai preti e suore derogano a questo obbligo? Scrive l'autore: questa eccezione è tollerabile in quanto la generazione è ampiamente assicurata dal resto della società. Il dizionarietto ha l'imprimatur, devo quindi pensare che questa fosse la posizione della Chiesa. Ma è un'opera di oltre mezzo secolo fa, forse nel frattempo la Chiesa e la società sono evolute.

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    1. Un doppio-pesismo che sarebbe vergognoso, se non fosse ridicolo.
      A dimostrazione che loro, dall'alto (?) del loro pulpito, possono sostenere, secondo la convenienza, tutto ed il contrario di tutto.

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  3. "Il Papa ha dichiarato: “Amare troppo gli animali è idolatria e paganesimo”.

    Chi ama gli animali sicuramente ama meno i preti. Gli animali fanno loro concorrenza, è chiaro che non vedano di buon occhio queste altre creature. I cattolici doc considerano anche l'ecologismo, il vegetarianesimo, il malthusianesimo e altro forme di ateismo, così ho appreso dal blog di Aldo Maria Valli. La cosa mi ha sorpreso e deluso perché considero Valli una brava persona anche se profondamente cattolico (Bergoglio è per lui un eretico e l'esecutore testamentario del cattolicesimo).
    Senza gli animali il mondo sarebbe meno bello e attraente. Invece degli uccellacci del malaugurio potremmo farne benissimo a meno.

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  4. << Che un uomo e una donna possano fare ciò che vogliono, procreare o non procreare, mi sembra comunque sbagliato >>

    Caro Sergio, mi dispiace contraddirti, ma non ne sono molto convinto.
    La spinta a procreare viene dal DNA e la società si limita a sfruttane i vantaggi.
    Per cui, a mio modesto avviso, la coppia può decidere tranquillamente se avere o non avere figli.
    L'unico limite sociale potrebbe forse essere quello inverso, di non procreare in modo eccessivo.
    Ma qui subentrano altri meccanismi sociali, legati agli inetressi delle elites, per le quali il numero - in genere - è un vantaggio (militare o economico).

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  5. "Per cui, a mio modesto avviso, la coppia può decidere tranquillamente se avere o non avere figli."

    Noi tutti abbiamo degli obblighi verso la società, in primis quello di assicurare la discendenza. Per la Chiesa come ben sai era il primo se non addirittura l'unico scopo del matrimonio (solo recentemente ha mitigato questa posizione oltranzista). Comunque la spinta a riprodursi è istintuale - in un contesto propizio.
    Questa spinta si è fortemente ridotta in occidente per vari motivi: sovrappopolazione, malessere, precarietà occupazionali, consumismo e altro. Noi potremmo magari rallegrarcene, anche se gli Italiani rischiano l'estinzione (così dicono, sicuramente esagerano). Io volevo semplicemente insistere sul fatto che non è affatto vero che possiamo fare ciò che vogliamo, nella fattispecie procreare o non procreare. A parte l'istinto - che limita fortemente la libertà - c'era una volta (diciamo ancora negli Anni Cinquanta) una pressione sociale fortissima: rinunciare volutamente ai figli era considerata un'anomalia stigmatizzabile. L'orizzonte comune (del 99% della popolazione) era sposarsi, fondare una famiglia, avere dei figli - seguendo l'istinto e soddisfacendo l'obbligo o aspettativa sociale.
    Il mondo è da allora profondamente cambiato, tuttavia abbiamo diritti e doveri. Nessuno può dire: io me ne frego, faccio quello che mi pare. Forse vivendo in una isola deserta sarebbe possibile, ma appena sopraggiunge qualcuno è necessario porre delle regole.
    L'attuale calo demografico italiano (che preti, politici ed economisti chiamano inverno demografico) ha varie spiegazioni. La svolta avvenne con il boom economico e ... la Cinquecento (più la pillola ovviamente). Tieni a mente: diritti e doveri (ma su questo concordiamo). L'uomo non è una monade.

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  6. Caro Sergio, certamente gli obblighi dei singoli nei confronti della società esistono, sono importanti e vanno rispettati per quanto possibile.
    Ma, fra questi, mi viene difficile pensare che quello della procreazione sia uno dei principali, anche per la difficoltà pratica di rendere cogenti i relativi comportamenti.
    Secondo me è molto più importante il rispetto reciproco e l'obbligo di contribuire alla prosperità comune con il proprio lavoro.
    Poi ovviamente la Chiesa vede le cose dalla sua prospettiva, ma ai suoi precetti non ho mai dato molta importanza.

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  7. Marxismo
    Alcuni studiosi hanno definito (con una lucidità tutt'altro che disprezzabile) il Marxismo "la principale eresia interna alla storia del Cristianesimo". Saluti

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    1. Non conoscevo questa definizione, ma la trovo folgorante.
      Grazie per la citazione.

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    2. PS Naturalmente qui M. e' inteso come (sostanzialmente) sinonimo di Comunismo (cfr la comunione dei beni nelle prime Comunità cristiane)...

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  8. Come abbiamo spento la televisione per non sentire le menzogne dei telegiornali, così non ci resta che spegnere il Papa per non sentire l'odore del suo vomito antropocentrico in salsa argentina.

    Non sono sicuro che Dio esista, ma sono sicuro che i suoi sedicenti rappresentanti in terra fanno venire la nausea.

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  9. Diceva Woody Allen: "Non ho nulla contro Dio, è il suo fan club che mi spaventa".

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