In mezzo a tanti argomenti seri ed a volte drammatici, ogni tanto ci vuole un post più leggero, tanto per rilassarsi un poco
Oggi pertanto ho deciso di pubblicare un breve, delizioso racconto del grande umorista Achille Campanile, dedicato al famoso dandy inglese Lord Brummel.
Il pezzo è tratto dal volume 'Vite degli Uomini Illustri'. Buon divertimento.
LUMEN
<< Lord Brummel, che dell’eleganza aveva fatto la propria ragione di vivere, aveva di essa un famoso concetto: la suprema eleganza consiste nel vestire in modo che non si venga notati. Donde, la sua notorietà.
Si sa che quando un amico, incontrandolo, gli diceva: “Come siete elegante”, l’elegantissimo Lord esclamava sgomento: “Mi si vede forse qualche cosa?”, e correva a cambiarsi. È incredibile le pene che provava quando nelle cronache mondane leggeva: “Notato tra i presenti Lord Brummel”. Ne faceva un
casus belli.
Era tale la sua eleganza che a lungo andare i cronisti mondani finirono per scrivere nei resoconti dei ricevimenti e delle feste aristocratiche: “Non notato, fra gli intervenuti, Lord Brummel, benché ci risultasse presente”.
Ormai tutti sapevano che l’eleganza di Brummel consisteva in questo e - come sempre accade – anch’egli ebbe imitatori. Talché spesso nelle riunioni degli elegantissimi i cronisti dovevano scrivere: “In questa festa mondana non siamo riusciti a notare nessuno, tanto erano eleganti tutti, di quella speciale eleganza che consiste nel non farsi notare”.
Naturalmente, anche fra gli imitatori, Lord Brummel era quello che meno si faceva notare. Nessuno riuscì mai a uguagliarlo in quest’arte difficile e raffinata. “Non notato nessuno” scrivevano sovente i cronisti; “quanto a Lord Brummel, addirittura impossibile scoprirlo”.
Quando l’elegantissimo s’accorse che tutti più o meno l’imitavano su questo terreno, riuscì a batterli con mezzi talvolta sleali. Un giorno, per esempio, in una festa a Corte, per non essere notato si nascose sotto una tavola. “Che fa, Vostro Onore, qui?” gli chiedevano i camerieri. E lui: “Non mi tradite. Sono qui per non farmi notare”.
Giunse a dei travestimenti. Nelle feste di dame si vestì talvolta da donna per passare inosservato. Se faceva il suo giro di beneficenza tra i poveri del rione, per non essere notato si vestiva da pezzente. Quando s’accorse che con questa storia di non farsi notare era diventato celebre, fu per lui una mazzata sul capo. Dovunque andava, sentiva mormorare: “Quello è Lord Brummel. Guarda, guarda come non si nota!”. E tutti se l’additavano bisbigliando: “È straordinario, non si nota affatto”.
Quando usciva di casa, la folla si stringeva intorno a lui per ammirare l’uomo che non si notava. Codazzi di gente lo seguivano attraverso la città per godere lo spettacolo di Lord Brummel che passava inosservato. Questo fu il supremo trionfo dell’eleganza di Lord Brummel intesa a non dare nell’occhio. I cronisti scrivevano: “Notato, per il modo come riusciva a non farsi notare, Lord Brummel”.
Brummel, però, non era felice. Deperiva. Non sapeva più come fare per non essere notato. Finì per non uscire più di casa. Ma i familiari l’osservavano. Dava nell’occhio con quello starsene tappato in casa per non essere notato.
Giunse a restare in letto, col capo sotto le coltri. La mattina il vecchio servitore gli portava la cioccolata: dov’è andato? Non c’è. Il letto presentava un rigonfiamento sospetto. Eccolo! Lord Brummel, zitto, lasciava palpeggiare e non si muoveva. “È lui o non è lui?” Il servitore tirava via le coperte e Brummel appariva rannicchiato. “Maledetto,” borbottava “mi ha notato.”
Vedendo che non riusciva a non farsi notare, s’ammalò di crepacuore. Il medico lo notò. Morì. La cosa non passò inosservata: fu chiuso in una cassa. Per disposizione testamentaria, Lord Brummel, dando ancora un’ultima prova di buon gusto, aveva voluto che il funerale passasse inosservato. La cosa incuriosì talmente che tutta Londra era lì a vedere come riusciva bene a passare inosservato. >>
ACHILLE CAMPANILE
Be', così così, a questo Lord Brummel doveva mancare qualche rotella. Lo stesso la storiella mi ha fatto un po' sorridere, soprattutto il funerale.
RispondiEliminaCampanile deve essersi molto divertito in vita sua. Di ogni cosa vedeva il lato umoristico, al punto che la moglie non ne potè più e divorziò osservando: che guaio aver sposato un umorista. Ma uno così è una persona seria? Però lo stesso gli mancò il riconoscimento dei critici. Fra i suoi estimatori ci fu Eco. E anch'io trovo che scrive bene, la sua scrittura ha qualità letterarie.
Non conoscevo la storia della seprazione.
EliminaStrano, perchè gli umoristi dovrebbero essere dei compagni simpatici e piacevoli.
Forse esagerava e faceva lo spiritoso anche quando non era il caso.
Da "Se la luna mi porta fortuna"
RispondiElimina"L'oro che sta nelle banche manda in giro i suoi rappresentanti in forma di fogliolini di carta. Essi passano ininterrottamente dalle mani dell'uno alle mani dell'altro. È difficilissimo fermarli. E, del resto, appena si fermano diventano inutili. Per procurarsi questi fogliolini di carta, quasi tutti lavorano il giorno intero. Alcuni cercano di averli per mezzo di astuzie, altri li rubano e altri arrivano a eccessi, come minacce, ferimenti, uccisioni. Qualcuno mira soltanto ad accaparrarne grosse risme. Molti incontrano enormi difficoltà per afferrarne almeno uno e c'è anche chi resta a mani vuote. Certe donne, per averli, sorridono agli uomini, fanno l'occhiolino e concedono le loro grazie. Le persone che li hanno se li scambiano fra loro. È difficile che li diano a quelle che non li hanno, come parrebbe presumibile. La vista di quei fogliolini, generalmente, rallegra tutti.
Chi, per una ragione o per l'altra, li perde, piange, si dispera e qualche volta giunge a togliersi la vita.
È rarissimo che siano gettati via. Solo un pazzo lo farebbe. In questo caso c'è sempre qualcuno che li raccoglie.
Ce n'è una richiesta straordinaria.
Qualcuno, pensano a questi fogliolini, la notte non può prender sonno.
Essi sono sempre troppo pochi. E - a sentire quel che se ne dice - ce ne vorrebbero tanti e tanti."
Grazie del contributo.
EliminaCampanile aveva questo dono particolare, di vedere il lato paradossale in tutte le cose, anche quelle più ovvie.
Un altro pezzo di Campanile. Veramente ti fa ridere. Ci voleva, troppo seri e tavolta pesanti gli argomenti del blog, anche se quasi sempre interessanti.
RispondiElimina"Battista era uno di quelli che sperano di trovare un portafogli per istrada.
Questi strani personaggi, quando rincasano di notte, profittano della solitudine per lanciare occhiate qua e là con la strana speranza. Trovare un portafogli allora, quando le strade sono deserte e tutto è favorevole per raccoglierlo ed esaminare il contenuto, sarebbe il colmo della benevolenza da parte del destino. Ma essi sono preparati anche per il caso che lo trovassero di giorno, in una strada affollata. In questo caso, o lo copriranno col piede e aspetteranno, per raccoglierlo, che nessuno guardi; oppure si faranno cadere un giornale, o il fazzoletto o altro e, curvandosi per raccoglierlo, raccoglieranno anche il portafogli, di cui guarderanno il contenuto solo in luogo appartato. Però, malgrado questi propositi, non trovano mai un portafogli.
Alcuni temono di non avere il coraggio o la prontezza di raccogliere un portafogli. Si tratta di un timore inutile. Non lo troveranno mai.
All'idea di trovare un portafogli, si diventa esigenti. Poche lire non risolverebbero nulla. Si va subito sulle cifre alte e si sale con facilità estrema. Da diecimila a sessanta, settanta e centomila lire, non è che un passo. In realtà non c'è nessuna ragione di fermarsi a una cifra. Poi si finisce per pensare che meglio di niente, anche poche migliaia di lire andrebbero bene.
Comunque poiché nulla vieta di pensare a cifre esorbitanti, noi consigliamo di sperare in un portafogli contenente cento milioni. Tanto, non lo si trova lo stesso."
(Da "Se la luna mi porta fortuna")
Poscritto
EliminaIo se trovassi il mitico portafogli non esiterei a consegnarlo all'ufficio oggetti smarriti, al massimo sbircerei cosa contiene. Se ci fosse l'indirizzo potrei consegnarlo direttamente al proprietario e rifiuterei la ricompensa a cui ho per legge diritto. Dal che puoi dedurre che:
a) non sono un personaggio da Campanile
b) sono un fesso al cubo. Ma che vuoi, sono stato indelebilmente marchiato dall'educazione religiosa (settimo non rubare). Ma sul non desiderare la donna altrui non sono d'accordo, come vedi non mi bevo proprio tutto, ho conservato un residuo di natura umana.
Caro Sergio, io farei come te, ma con una differenza: se il proprietario mi offre la ricompensa, me la tengo.
EliminaSarà colpa della mia mentalità giuridica....
Quanto al comandamento, il testo è clamorosamente assurdo: come si fa a non 'desiderare' una bella donna che incontri, anche se è sposata con qualcun altro ?
Basta (e avanza) il divieto dell'adulterio.
Ma forse le norme morali devono esagerare di proposito.
Purtroppo lo stesso Gesù si è dimostrato oltranzista: hai già peccato col solo desiderio, non è necessario passare all'azione. Però non ha tutti i torti: se tu desideri ardentemente la donna d'altri (o anche una qualsiasi) è già come se ecc. ecc.
EliminaUna teologa tedesca e femminista, secondo me estremista, confessò di essersi innamorata di un altro il giorno stesso del suo matrimonio: un vero colpo di fulmine! Una cosa scandalosa per alcuni, ma che può succedere - la "natura onnipossente" di Leopardi ha in serbo tante sorprese.
Questa Sorge ha fra l'altro modificato il decalogo.
Il comandamento in questione per lei suona così:
"Desidera pure la donna d'altri - perché non puoi farne a meno."
Superfluo aggiungere che questa teologa ha avuto problemi con la gerarchia che l'ha sospesa senza stipendio. La conobbia una quarantina d'anni fa e la trovai simpatica, innovatrice (da brava femminista chiama Dio Göttin (femminile di Gott, Dio) e la terza persona è la Spirita Santa. Mah! Una pazzoide. Se la Chiesa le sta stretta ne esca e fondi una nuova Chiesa o setta.
Mi viene in mente un delizioso film italiano di qualche anno fa, intitolato IO C'E', in cui il protagonista (un bravissimo Edoardo Leo) si inventa una nuova religione, lo 'Ionismo', solo per pagare meno tasse.
EliminaEd ai potenziali fedeli, che gli chiedevano quali fossero le regole religiose da seguire, lui rispondeva serafico: "Noi non abbiamo Comandamenti, ma solo Suggerimenti".
Citazione: "come si fa a non 'desiderare' una bella donna che incontri, anche se è sposata con qualcun altro?"
RispondiEliminaGeova stava addestrando i discendenti di Giacobbe, che poi cambiò il nome in Israele, a diventare dei soldati disciplinati, da allevatori di pecore quali erano. Perciò diede loro un manuale con 613 regole, che noi conosciamo come "I 10 comandamenti", perché così ce li hanno descritti a catechismo.
Il divieto non riguarda noi, ma quei marmittoni di tremila anni fa. Prova a immaginare cosa succedeva se una recluta cercava di rubare la moglie di un'altra recluta! Duelli, sangue e morti a non finire, perciò Geova non transigeva su questo punto. Voleva creare un esercito, non dei rammolliti pronti a farsi fuori l'un l'altro.
In effetti il decalogo conosciuto dai cristiani è una versione molto semplificata (ed edulcorata) delle regole originali della Bibbia.
EliminaAlla 'vera' storia dei 10 Comandamenti (che quasi nessun fedele conosce) avevo dedicato un post dell'ottobre del 2019, al quale rimando chi volesse approfondire l'argomento.
Soldatini infoiati, più che alla rigidità marziale preferivano..... Mah. Non conoscevo questo dettaglio e ringrazio freeanimals, mentre mi riservo di approfondire come suggerisce Lumen. E dunque anche gli elohim di terza categoria, come Geova,, dovevano misurarsi con la spaventosa forza traente del famoso pelo pubico muliebre, ovvero optare per battaglioni di cecchipaoni come successe in quel di Sparta, ad opera di Leonida il valoroso... Boh!
RispondiEliminaIngiustamente dimenticato Luigi Arnaldo Vassallo (Gandolin), giornalista ed umorista, autore della Famiglia De Tappetti ed altri spassosi volumi. Niente male. A mio parere.
Gentile Mauro B., il post sui 10 comandamenti non è opera mia ma del biblista Mauro Biglino. Non è che tu sei... lui ?
EliminaNo, io sono Mauro Bartoli.... Fiorentino e non piemontese.
RispondiEliminaSaluti
Saluti carissimi anche a te, e scusa per l'equivoco.
EliminaSpero che il mio piccolo blog ti piaccia.
E quando ti viene da commentare, sei sempre il benvenuto.