giovedì 23 giugno 2022

Pensierini – XLVIII

GUERRE
Le guerre non scoppiano solo per il volere delle elites, perchè sono loro che le decidono, certo, ma da soli non potrebbero combatterle.
C'è una buona parte della popolazione che al pensiero della guerra si esalta, o per ignoranza o per stupidità. E poi ci sono i violenti, che ne fanno il loro mestiere ideale (soldati, mercenari, sbandati, ecc.).
Altrimenti non si spiegherebbe perchè la storia dell'umanità è sempre andata avanti a forza di guerre (salvo brevi periodi di pace).
LUMEN


CAMPAGNA ELETTORALE
Quello che un uomo politico fa o dichiara durante la campagna elettorale non ci dice nulla su di lui. Ma può dire molto sui suoi elettori.
LUMEN


IL TRIONFO DEL CASO
Le vicende dei Promessi Sposi sono, a ben guardare, il trionfo del puro caso, che si diverte a giocare con i protagonisti nel modo più sfrenato.
Il Manzoni la chiama Provvidenza Divina, perchè, alla fine, riesce a far trionfare i buoni contro i cattivi. Ma ci riesce solo perchè la sua è un'opera di fantasia, in cui l'autore può decidere tutto quello che vuole.
Nella realtà le cose sono molto diverse, perchè il puro caso non guarda in faccia nessuno e può premiare chiunque, anche Don Rodrigo e l'Innominato 'prima maniera'.
LUMEN


L'AN E IL QUANTUM
Pagare le tasse non è una cosa piacevole, ma va fatta.
Però non è tollerabile che, qui in Italia, il povero contribuente si debba preoccupare sia dell'AN (quali tasse deve pagare), che del QUANTUM (per quale importo). E se sbaglia, anche in buona fede, sono multe e penali.
Sono incombenze che toccano allo Stato, non al cittadino. Ed io ne metterei l'obbligo addirittura nella Costituzione.
LUMEN


POVERI
Si dice che lo Stato deve aiutare i poveri, perchè ne hanno bisogno.
Ma siamo sicuri che tutti i poveri siano tali, sempre e solo per sfortuna ? Non ci sarà una parte di essi (più o meno numerosa) che resta povera a causa del suo stesso comportamento, sciocco, imprevidente o sciagurato ?
In questo caso, è davvero giusto aiutare “chi è causa del suo mal” ?
LUMEN


PIACERE E DOVERE
Il 'piacere' rappresenta una forza molto superiore al 'dovere', perchè è stato selezionato direttamente dall'evoluzione darwiniana, che lo utilizza come bersaglio secondario per raggiungere i suoi fini principali.
Così, per esempio, noi non mangiamo perchè dobbiamo nutrirci per sopravvivere, ma perchè il cibo ci piace.
E facciamo sesso non perchè dobbiamo propagare la specie, ma perchè ce ne deriva un intenso piacere. E così via.
LUMEN


MAL COMUNE
Perchè si dice 'Mal comune, mezzo gaudio' ?
Non per cattiveria, ma perchè l'errore commesso ci ha fatto sentire inferiori, e questo è sempre fonte delle massime sofferenze.
Se invece anche gli altri sono caduti nel nostro stesso errore, non siamo più costretti a sentirci inferiori, e tutto diventa più tollerabile.
LUMEN


FEROCIA E INGANNO
Gli animali possono essere violenti e feroci anche nei confronti dei loro simili, ma è sempre una cosa palese.
Se due animali si odiano, lo mostreranno subito in modo inequivocabile e ciascuno di essi avrà la scelta tra fuggire e combattere.
Noi uomini, invece, sappiamo essere subdoli, e quindi possiamo sorridere ad un nostro simile, per poi pugnalarlo alla schiena.
Per questo siamo molto più pericolosi.
LUMEN

15 commenti:

  1. Una delle cause più potenti dei conflitti bellici è storicamente quella legata al fanatismo politico-religioso di matrice idealistico-romantico-misticheggiante (nazional-tribalista e/o confessionale) ... senza dimenticare la spesso feroce competizione per risorse economiche tendenzialmente scarse tra popolazioni confinanti (e qui si torna al classico "convitato di pietra": il problema della crescita demografica incontrollata) Saluti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Claude, il fanatismo che tu citi è sicuramente importante come elemento di supporto alla guerra, ma sono convinto che questo sentimento, anche se piuttosto diffuso tra la popolazione, da solo non basterebbe.
      Diventa importante solo quando le elites - dopo aver deciso per la guerra, in forza di altri motivi - decidono di esaltarlo e sfruttarlo al massimo, per avere con sè l'opinione pubblica.

      Elimina
    2. Diciamo che più un regime e' autoritario/dispotico (e quindi, in linguaggio moderno, meno liberaldemocratico) più riesce a condizionare la popolazione cavalcando e potenziando quegli istinti "primordiali" di tipo clerico-nazional-tribalista di cui peraltro spesso e' esso stesso la prima "vittima"...

      Elimina
    3. E' vero, ma se elites al potere sono abili, non ne rimangono vittima loro stesse, salvo che non commettano l'errore fatale (frequente, ma non inevitabile) di entrare davvero in guerra contro qualcuno.
      La storia ci mostra esempi di autocrazie longeve, che hanno saputo usare queste ideologie con la necessaria cautela.

      Elimina
    4. Che cosa intende con "entrare DAVVERO in guerra contro qualcuno"?
      Ad ogni modo, posso anche condividere buona parte della risposta, soprattutto allorquando le autocrazie aggressive in questione:
      1) si fondano su strutture politico-amministrative impersonali e quindi in grado di superare anche l'eventuale caduta del leader del momento;
      2) hanno letto Machiavelli, Sun Tzu o altri autori di qs tipo ;)

      Elimina
    5. Intendo dire che le autocrazie utilizzano spesso i 'nemici esterni' come simbolo del male, contro il quale compattare l'opizione pubbica. Ma questo non implica necessariamente l'idea di dichiarargli guerra.
      Un dittatore può anche essere spietato, ma se è intelligente (o anche solo cauto), prima di imbarcarsi una guerra che potrebbe costargli il potere, ci pensa due volte.

      Elimina
  2. "C'è una buona parte della popolazione che al pensiero della guerra si esalta,"
    Per esempio allo scoppio della prima guerra mondiale. Regnava euforia tra le truppe e forse anche fra la popolazione. Si pensava che sarebbe stata una breve avventura e già a Natale si sarebbe tornati a casa. Invece ...

    Ma perché questo eterno spirito guerriero? Il sapiens sapiens è una specie particolarmente aggressiva? I cacciatori-raccoglitori erano continuamente in lotta con altri gruppi per assicurarsi risorse? Un fatto però mi sembra certo: le guerre si facevano per far bottino, conquistare nuove terre. Nella loro storia millenaria gli antichi romani sono stati sempre in guerra, ogni anno (tranne che nel 230 o 236 a.C.). A che scopo? Per assicurare il pane agli abitanti di Roma (gli egiziani dovevano rifornire la capitale di grano - e gratis). Poi si dovevano estendere le zone d'influenza - e far bottino. Grazie alle guerre le elite di Roma si arricchivano in modo stupefacente (e un filosofo come Seneca percepiva interessi da usuraio sui suoi investimenti in Gran Bretagna). E Augusto poteva elargire un sommetta di sesterzi a tutti i romani nel testamento.
    Ma anche il colonialismo ha avuto come molla il desiderio di arricchirsi, di conquistare nuove terre.
    Oggi le guerre di conquista sono vietate dagli accordi internazionali (la guerra attuale di conquista territoriale da parte della Russia è anacronistica, un residuo della cultura ottocentesca, Scholz e Mattarella hanno ragione).
    Si assiste tuttavia a un riarmo semplicemente pazzesco.
    Ha ragione Bergoglio a dire: ma questi sono matti, bisogna investire nella cura, nell'istruzione.
    Ma siamo quasi otto miliardi che occupano ormai quasi ogni nicchia di questo mondo (ma già Leopardi osservava che ormai "il mondo è descritto in picciol carta").
    E tuttavia si accetta come normale la guerra economica: i paesi ricchi e quelli emergenti vogliono assicurarsi quanti più beni possibili. Le emergenze (energetiche, economiche, sanitarie, idriche ecc.) essendo planetarie dovrebbe favorire o indurre la pace perpetua. Ma sembra che Kant usasse questa espressione - la pace perpetua - non senza una certa ironia: la pace perpetua è quella dei cimiteri ...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Una volta le guerre si facevano per la conquista dei territori più fertili, per accaparrarsi le produzioni agricole.
      Oggi si fanno per il controllo delle materie prime e delle fonti energetiche.
      In fondo, non è cambiato poi molto, se non che, con la tecnologia distruttiva che abbiamo oggi, anche il vincitore rischia di perdere più di quanto guadagna.

      Elimina
  3. La Divina Provvidenza

    Poiché Gesù doveva morire per redimere l'umanità era necessario il tradimento di Giuda. Giuda è stato dunque una pedina del disegno provvidenziale. Forse di doveva farlo santo ... Questa storia della divina provvidenza è proprio da ridere. Siccome Dio ha un piano (ma se si è fatto un piano come la mettiamo con la nostra libertà?) e anche il male ha dunque un senso, non avrà l'ultima parola, anzi è anch'esso una tessera del piano ...
    Oggi la neochiesa cattolica pagana e omosessualista non parla più della divina provvidenza (ma nemmeno dell'inferno e della vita eterna). Però Manzoni era costretto a crederci - ma non senza qualche dubbio! Nella "Storia della colonna infame" arriva a dire che, considerando il comportamento infame dei giudici che condannarono a morte Piazza e Mora, la mente vacilla e - orribile a dirsi - si può dubitare della Divina Provvidenza ...
    Certo tutto accade necessariamente, non c'è posto per il caso (che delusione Monod). Ma proprio un piano è impossibile scorgerlo (duecento miliardi di galassie, quattrocento miliardi di stella nella sola Via Lattea ...).
    Ma che davvero tutto esista da sempre e per sempre come assicurava (o farneticava?) Severino?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non sapevo che anche il buon Manzoni avesse avuto qualche dubbio con la Divina Provvidenza (mi sono sempre rifiutato di leggere La Colonna Infame perchè mostra uno dei lati più sconvolgenti e crudeli del comportamento umano), ma non mi stupisce.
      Si deve essere molto, ma molto ingenui, per crederci davvero.

      Elimina
    2. Però è un testo direi fondamentale. Enzo Tortora volle essere seppellito con una copia di quest'opera di cui esistono due versioni: "Appendice storica su la colonna infame" e "Storia della colonna infame". Decisamente preferibile la prima, farraginosa e quasi illeggibile o pesante la seconda. Mi permetto di copiarti qui sotto la mia noterella a piè di pagina dopo la lettura della seconda versione:

      "Quanto al nocciolo della questione - libero arbitrio e colpevolezza - Manzoni è tentato contro le sue convinzioni religiose, ma resta cattolico.
      Tutti erano o si rendono colpevoli: Gertrude diventa un'assassina, Piazza e Mora [i due "untori" innocenti] coinvolgono altri innocenti, i giudici sono disumani e assassini a loro volta. Ma come stabilire il grado di colpevolezza? Non è umanamente possibile, ma Manzoni ci prova lo stesso insistendo sulla patente malafede dei giudici, effettiva ma spiegabile, quindi in un certo senso giustificabile. Il dilemma non si risolve con le categorie morali di bene e male e relativo corollario (premio, castigo, sdegno ecc.), ma con la constatazione di due fenomeni diversi e opposti. Ciò non significa accettazione pura e semplice del male, dell'orrore. Il cosiddetto male (Lorenz!) in quanto negatività e errore va combattuto, circoscritto, ridotto perché crea dolore e infelicità, ma non può essere eliminato del tutto perché errore, caduta, morte, dissoluzione sono costitutivi dell'evoluzione.
      Il male non è dunque un problema metafisico, inspiegabile, insondabile, trascendente ma un fenomeno reale e necessario.
      Il male è errore e gli errori sono per così dire i "lanci sbagliati", i tentativi falliti della natura.
      Naturalmente lo sdegno di Manzoni e nostro per il comportamento dei giudici è sacrosanto e utile: può in effetti contribuire a evitare o ridurre il male. Ma la coscienza non è garanzia di comportamenti giusti, coerenti, umani: l'imponderabile è sempre in agguato. E Manzoni lo sapeva benissimo: come si sarebbe comportato lui quale giudice nel 1630? Non è possibile ergersi a giudice! Vedi anche il "non giudicate" di Gesù.
      S. P. (1991)

      Elimina
  4. Mal comune mezzo gaudio

    Nel suo studio su massa e potere Canetti dice una cosa interessante: i soldati che sentono la morte vicina si sentono confortati dal fatto di morire insieme ad altri. La morte incombente è la massima ingiustizia, ma siccome non si muore soli ... si muore un po' meno.

    Nel suo "Massa e potere" Canetti fa un'osservazione conturbante. Perché, si chiede, quando passeggiamo in un cimitero ci sembra di essere in un'altra dimensione? Guardiamo le date di nascita e morte dei defunti: alcuni sono morti da cinquant'anni e non hanno vissuto e appreso tutto quello che è successo da allora. Noi siamo perciò molto più di loro che oltrettutto giacciono inermi mentre noi siamo in piedi e vivi, dunque superiori. Quella strana atmosfera nei cimiteri si spiega con la consapevolezza della nostra superiorità. Superiorità che prova anche l'ufficiale che ordina l'assalto alla truppa condannandola a morte. Lui nelle retrovie sopravvivrà.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bella l'osservazione di Canetti sulla sensazione quasi metafisica che ci pervade nei cimiteri. Non l'avevo mai letta, ma mi piace (e mi convince) molto.

      Elimina
  5. "Le guerre non scoppiano solo per il volere delle elites, perchè sono loro che le decidono, certo, ma da soli non potrebbero combatterle."

    E come riescono le elite a persuadere il popolo a combattere per loro? Una risposta di Aldo Maria Valli nel suo blog:

    https://www.aldomariavalli.it/2022/06/25/siate-decisi-a-non-servire-piu-e-sarete-liberi-riflessioni-del-libertario-che-e-in-me/

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho letto il pezzo di Valli, ma vedere un cattolico tradizionalista come lui parlare di libertarismo e (ohibò) ribellione contro il potere, mi ha fatto sorridere.
      Proprio loro, che devono praticare obbedienza assoluta ad una ideologia totalitaria e trascendente...
      Mah.

      Elimina