giovedì 20 gennaio 2022

Tiri mancini

Il post di oggi riporta alcune interessanti considerazioni sul tema del 'mancinismo', inteso più come una opportunità positiva, che come un handicap sociale. 
Certo, il mondo degli oggetti quotidiani sembra fatto apposta per i destrimani, ma i mancini riescono sempre e comunque a cavarsela.
Il testo è opera di Dalila Campanile ed è tratto dal suo sito; a seguire alcune considerazioni 'evouzionistiche' di Marco Pierfranceschi.
LUMEN



<< I mancini? Hanno una marcia in più come dimostrano alcune prove scientifiche e storiche pubblicate da riviste (...). 
 
Quando scrisse per la prima volta su una lavagna la teoria della relatività, Albert Einstein dovette stare attento a non cancellare le formule. Scrivere da sinistra a destra è un problema per i mancini. Lo stesso grattacapo ce l’avevano Ludwig van Beethoven, Wolfgang Amadeus Mozart e Bob Dylan quando si cimentavano sul pentagramma. 
 
Per ovviare all’inconveniente ci voleva il genio di Leonardo Da Vinci: l’eclettico rinascimentale scrisse molti dei suoi testi da destra a sinistra, in modo che la mano che impugnava la penna non passasse sopra l’inchiostro fresco. 
 
Anche Charlie Chaplin, un altro famoso mancino, aveva non poche preoccupazioni: per far roteare il suo bastone da passeggio doveva usare la sinistra, altrimenti gli sfuggiva di mano. E che dire di Michelangelo e Pablo Picasso? Il pennello lo impugnavano con la mano «sbagliata», ma questo non ha impedito loro di dipingere opere immortali.
 
L’elenco di artisti, intellettuali, scienziati, sportivi, musicisti, scrittori e grandi personaggi della storia da Napoleone a Carlo Magno, da Giulio Cesare a Harry Truman, che usavano istintivamente la sinistra è lungo. Eppure, fin dalla notte dei tempi la destra ha avuto sempre la meglio, in tutte le culture e le civiltà, con rarissime eccezioni. 
 
La stessa parola mancino, deriva dal latino 'manus' che significa mano, e 'cus', un suffisso che indica un difetto fisico. In un trattato di psichiatria del 1921 il mancinismo era addirittura associato alla demenza. Basti pensare, poi, che nelle tre religioni principali la sinistra è sempre associata al maligno, all’errore, al peccato, mentre la destra alla virtù e alla fede. 
 
Nelle raffigurazioni della crocifissione, alla destra del Figlio di Dio cio sono sempre i buoni, alla sinistra i cattivi. D’altra parte, dopo la Resurrezione, Gesù va a sedersi alla destra del Padre. Nell’Antico Testamento, libro di Isaia, è scritto a chiare lettere: «E’ la mia mano destra che ha fondato la terra, è la mia mano destra che ha misurato i cieli».
 
Anche nell’Islam, i mancini non godono di buona reputazione. Nel Corano è scritto che il Profeta Maometto, per fare le abluzioni, usava la mano destra. La sinistra è impura, quindi anche il saluto, il giuramento, la benedizione e l’elemosina richiedono l’uso della mano destra. E nella lingua italiana, un tiro mancino sta per colpo basso, sleale, disonesto.  
 
A scrivere e mangiare con la sinistra è il 10% della popolazione mondiale. Finalmente, dopo discriminazioni secolari, i mancini possono prendersi una rivincita: hanno più chance dei destrimani in molti campi. A dimostrarlo anche le elezioni americane che furono vinte in modo trionfale dal mancino Barack Obama, primo nero a sedere nella stanza ovale.
 
Ma a dirlo è una sequela di studi scientifici che hanno analizzato come cambia la vita di un uomo nel mondo quando a dominare nel cervello è l’emisfero destro (che controlla il lato sinistro ed è sede delle facoltà intuitive e visuo spaziali) e non quello sinistro (che controlla il lato destro ed è sede delle facoltà logiche, linguistiche, analitiche). (...)
 
Tra tutte le persone al mondo che hanno un quoziente intellettivo superiore a 140, cioè i super intelligenti, ci sono più mancini di quanto ci si aspetterebbe. (...)  Il motivo? I mancini avrebbero  un’intelligenza più fluida e una vera e propria attitudine a risolvere i problemi. Anche se, poi, però dalla medesima ricerca è emesso che « molti mancini siano pure nelle fasce più basse del quoziente intellettivo. >>
 
DALILA CAMPANILE



UN DIFFICILE EQULIBRIO
<< Il mancinismo è una fenomenologia presente in pressoché ogni specie vivente. In buona sostanza, ciò che osserviamo è che la maggior parte degli individui nelle popolazioni umane ed animali presenta una simmetria bilaterale imperfetta, con il lato destro che tende ad essere più sviluppato e funzionale di quello sinistro. (...) 
A fronte di questa maggioranza destrorsa, in una piccola percentuale della popolazione, tipicamente intorno al 10%, l’asimmetria si manifesta in forma speculare, con la parte sinistra più sviluppata e dominante.
Le domande che l’esistenza del mancinismo solleva, dal punto di vista evolutivo, sono due: la prima è perché esista, la seconda perché risulti sistematicamente minoritario, in una proporzione che è molto simile nella quasi totalità delle specie osservate (anche specie filogeneticamente molto lontane). 
La risposta ad entrambe è che il mancinismo esiste perché produce un vantaggio, ma solo a patto che non sia particolarmente diffuso. 
Per capirci, un mancino appare avvantaggiato da questa sua atipicità in un ridotto ventaglio di situazioni, ma è un vantaggio che tende a scemare in presenza di altri mancini. 
Da un punto di vista evolutivo la selezione naturale premia gli individui ‘asimmetrici’ (mancini e destrorsi), perché l’uso ripetuto di una parte anatomica ne perfeziona la funzionalità, e tende a far prevalere un tipo di organizzazione fisiologica (quella destrorsa) lasciando comunque un margine di vantaggio per quella opposta (mancinismo), ma solo per piccoli numeri.  >>
MARCO PIERFRANCESCHI

2 commenti:

  1. Se c'è qualche mancino tra i lettori di questo blog, si faccia avanti e ci racconti la propria esperienza. Credo che sarebbe interessante per tutti.

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