venerdì 27 agosto 2021

Venti di guerra

Gli squilibri geo-politici del terzo millennio - ed i conseguenti rischi di una nuova guerra mondiale – in un testo di Moreno Pasquinelli tratto dal sito di Sollevazione.

Il pezzo è stato scritto qualche mese fa, prima che la situazione afghana precipitasse, ma mi sembra più attuale che mai.

LUMEN.

 

<< Dopo il crollo dell’URSS e l’11 settembre, l’ambizione di Washington era quella d’imporre e stabilizzare un ordine monopolare, meglio noto come Project for the New American Century. 

Questa pretesa è fallita per diverse e concomitanti ragioni. Due fattori balzano agli occhi: il risorgimento della Russia come grande potenza militare e la poderosa avanzata cinese. Senza dimenticare che quella brama egemonica si schiantò sui campi di battaglia dell’Iraq e dell’Afghanistan. Il collasso finanziario del 2007-2009, ponendo fine al mito della società opulenta, fece il resto. 

E’ venuto così avanti il tanto strombazzato “ordine policentrico o multipolare”. Concetto non solo ambiguo, ma fasullo e deviante. Il concetto farebbe pensare ad un equilibrio, per quanto disarmonico e conflittuale, tra potenze nascenti e declinanti. Concetto fasullo visto che non solo non c’è alcun equilibrio, c’è invece squilibrio, così che dovremmo dire che siamo dentro ad un “disordine multipolare”.

Sì, per chi scrive il mondo sta entrando in quella che per convenzione è stata definita la Trappola di Tucidide: è già in atto tra potenze nascenti e declinanti una competizione dura per la supremazia mondiale e detta competizione ha un’alta probabilità di sfociare in una guerra su larga scala. Allora fu Sparta a scatenare il conflitto per arrestare la crescente egemonia della potenza ateniese.

Oggi chi avrebbe interesse a scatenare una nuova devastante guerra globale (ciò non implica che essa sia destinata a sfociare in terza guerra mondiale, visto che potrebbe concentrarsi in un singolo pur grande scacchiere mondiale, e non coinvolgere necessariamente vasti schieramenti internazionali)?

Non è difficile rispondere a questa domanda: sono gli Stati Uniti d’America. Il perché è presto detto. Gli Stati Uniti sono a tutt’oggi la principale potenza mondiale - ovvero prima potenza nei campi militare, economico, finanziario, scientifico e culturale -, ma tutti i dati ci dicono che sono una potenza al tramonto, mentre la Cina, prima o poi, è destinata a prendere il sopravvento.

La domanda è d’obbligo: ha mai accettato una grande potenza imperiale o imperialista di consegnare ad un’altra concorrente lo scettro della sua supremazia? La risposta è no.

Chi ha visto nel trumpismo la rinascita della tradizionale corrente isolazionista americana si sbagliava. L’isolazionismo è un lusso che nessun impero può permettersi. Per usare una metafora: il trumpismo era l’imperialismo americano che faceva un passo indietro, prendere la rincorsa, e quindi fare un nuovo balzo in avanti.

L’arrivo di Joe Biden, all’insegna dell’aggressivo e urticante slogan America is back!, è espressione della consapevolezza che anche il passo indietro è un’opzione che l’impero non può permettersi; che solo una strategia multilaterale e asimmetrica d’attacco può sbarrare la strada alla Cina.

Di qui, nel caso non si riesca ad azzoppare l’Impero di mezzo, la possibilità, per meglio dire, l’alta probabilità, che il Deep State americano stia considerando come inevitabile lo sbocco bellico. Quando questi Dr. Stranamore si proiettano nell’orizzonte dell’inesorabile è certo che essi vogliano tentare di attaccare per primi, poiché ciò darebbe loro il grande vantaggio della sorpresa e di scegliere il campo da gioco.

Manco a dirlo nell’equazione c’è una variabile decisiva, quella russa. La forza d’urto militare ricostruitasi sotto il regno di Putin è talmente poderosa che la sua eventuale discesa in campo a favore dell’uno o dell’altro potrebbe determinare l’esito del conflitto. Non mi pare che Mosca voglia essere trascinata in una guerra su larga scala. Il che significa, di contro a chi esagera la convergenza con Pechino, nemmeno a favore della Cina.

Washington, del resto, non può permettersi di combattere una guerra su due fronti, nel Pacifico contro la Cina e in Europa e Medioriente contro la Russia, semmai al Pentagono immaginano una guerra in due tempi. Come ci indicano sia il primo che il secondo conflitto mondiale, si sa come le guerre iniziano, non come finiscono.

Nemmeno Stalin voleva entrare in guerra, e per questo siglò un patto con Hitler, sperando che la sua vittoria ad Occidente, l’avrebbe non solo trattenuto dall’aggressione a oriente, ma saziato. Non fu così e l’errore (l’aver abbassato la guardia) fu pagato a carissimo prezzo. Posso dunque immaginare che la Russia, si terrà alla larga dal venire invischiata in un conflitto, e non siglerà alcun patto bilaterale che implichi come tassativo il proprio intervento. (...)

Va aggiunto che se in generale non è mai stata la potenza nascente a cercare il pretesto della guerra, ciò vale ancor più oggi per la Cina. L’élite cinese lavora sui tempi lunghi; non di guerra ma di stabilità ha bisogno, e questo implica guadagnare tempo. >>

MORENO PASQUINELLI

8 commenti:

  1. Che articolo interessante, il più interessante che abbia mai letto negli ultimi tempi (e pensare che passo ore e ore al giorno a leggere giornali). Un articolo davvero illuminante. Ma davvero la Cina è destinata a diventare la futura potenza egemonica? Ha davvero questa ambizione e i mezzi per soddisfarla? Al momento attuale l'America la sovrasta militarmente (e anche economicamente, ma non più per molto). Le ambizioni cinesi sono sostenute da quel miliardo e mezzo di Cinesi. Al confronto la Russia, nonostante la tuttora ragguardevole potenza militare, sembra quasi fuori gioco coi suoi miseri 140 milioni di abitanti, declino demografico che non accenna a diminuire. Dal che si deduce che la demografia conta ancora eccome, non per niente il governo cinese è preoccupato per il calo demografico e ha varato nei giorni scorsi una legge che permette di avere tre figli (e sperabilmente di più). L'India invece non sembra poter competere con le altre potenze, nonostante l'atomica e una popolazione che supererà presto la Cina.
    L'Europa invece grazie al frocismo dilagante (e forse propagandato dalle elite) rischia il suicidio. Certo non può competere con i tricche-tracche atomici di Inglesi e Francesi.
    Penso tuttavia che un conflitto tra America e Cina non potrebbe essere regionalmente limitato, ma provocherebbe un cataclisma. Tutti stanno coi "fucili" puntati - e che fucili! Pakistan, India, Cina, USA, Israele, Francia e Inghilterra hanno il dito sul grilletto. C'è chi dice che un conflitto atomico è da escludersi perché alle famose elite non conviene. Ma un errore è sempre possibile - e sarebbe un errore davvero fatale. Se il Pakistan per errore aggredisce l'India come reagiranno Russia e Cina e ... Israele?
    Che Dio ce la mandi buona.

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  2. La Cina getta i suoi tentacoli non solo in Africa e in Sudamerica ma persino in Russia che non può presidiare il suo immenso territorio disabitato. È già in corso da tempo una lenta e pacifica occupazione cinese dell'est russo.

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  3. Secondo alcuni analisti, gli USA si stanno preparando a ritirarsi dalla NATO e starebbero aspettando solo una buona occasione per farlo in modo plausibile.

    La UE, da parte sua, sarebbe già pronta ad assumere la gestione, utilizzando la NATO come struttura sovranazionale di coordinamento dei singoli eserciti nazionali, che verrebbero mantenuti.
    Ovviamente, data la Brexit, anche l'Inghiterra ne resterebbe fuori (amica, ma esterna).

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    1. A proposito dell'ipotesi di una NATO solo europea, ho trovato sul web questa previsione:

      << Lasciati a se’ stessi e dotati di una struttura militare, la prima cosa che gli europei faranno sara’ un trattato di pace con la Russia, e uno con la Cina.
      Il motivo e’ semplice: lo vogliono tutte e due le parti. I Russi sanno bene che prima o poi la Cina guardera’ a Nord. Sinora si sta proiettando verso est e verso ovest, verso sud e’ gia’ proiettata (vedi Taiwan), manca solo il nord.
      Prima o poi lo fara’ e saranno cavoli di Putin. E’ ovvio che Putin non voglia una guerra su due fronti. I cinesi a quel punto dovranno bilanciare l’accordo con la Russia. >>

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    2. Emanuele Severino escludeva un'alleanza tra Europa e Russia: gli Americani l'avrebbero impedita perché tale alleanza minacciava la loro egemonia economica. Ma come impedirla? Rispolverando il concetto di una Russia Regno del male (Reagan) o di uno Stato canaglia (Bush)?
      Questo diceva Severino una ventina e più di anni fa. All'epoca la Cina non appariva ancora come minaccia. I Cinesi sono 1,4 miliardi circa, Europa e Russia uniti meno di 1 miliardo.
      L'argomento demografia è tuttora quasi assente in tutti i discorsi.

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    3. << L'argomento demografia è tuttora quasi assente in tutti i discorsi. >>

      Hai ragione. Eppure, a mio avviso, gli aspetti demografici incidono in modo decisivo (e comunque preponderante) sulle scelte geopolitiche.
      A volte nel bene, a volte nel male (inteso qui non in senso etico, ma di utilità per la Nazione che le attua).

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  4. Molto interessante.
    Gli SUA - lo stato canaglia per eccellenza, per dirla sulla Chomsky - non si faranno alcuno scrupolo per mantenere la propria egemonia.
    Come sempre hanno fatto, si inventeranno una rozza scusa per attaccare ciò che opporrà resistenza.
    Nello stato profondo, poi, hanno incistate le castalie progressiste colla loro hybris salvifica di miglioratori del mondo e la geosocioingegneria globale che ne consegue.
    Questi pazzi invasati sono ancora più pericolosi.

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