giovedì 12 agosto 2021

Sovrappopolazione: considerazioni finali – 8

La lunga cavalcata delle domande e delle risposte sul tema della sovrappopolazione si è conclusa con il post della scorsa settimana: tutte le principali obiezioni sono state evidenziate, ed a tutte è stata data una chiara ed esauriente confutazione.

A completamento, riporto alcune considerazioni finali sull'argomento, sempre dell'associazione Umanitamtam e tratte dal loro sito.

LUMEN.


<< La sovrappopolazione del nostro pianeta è un problema che per motivi ideologici e politici viene sottovalutato, sottaciuto e addirittura negato. Al tempo stesso è uno dei problemi più importanti, che crea svariati danni all’intera umanità oltre che all’ecosistema. Danni che più vengono ignorati, più sarà difficile e doloroso tentare di risolvere in futuro.

Con l’aumento del numero di esseri umani nel pianeta, aumenta il bisogno di energia per trasporti, cibo e produzione di qualsiasi bene e servizio. Questo determina maggiore inquinamento e maggiore riscaldamento globale, e sarà così anche nel lontano futuro in cui sarà incrementato l’uso di strumenti di produzione di energia più ecologici, perché niente può essere ecologico al 100%.

Innegabilmente, ogni essere umano inquina, dunque più umani significano più inquinamento. Dall’inizio del 1900 la popolazione mondiale è cresciuta di 4 volte. Le emissioni dei gas serra si sono moltiplicate per 16.

La popolazione dell’Africa sub-Sahariana, col ritmo attuale, nel 2100 sarà cresciuta di 3 miliardi di individui (una quantità di persone pari all’intera popolazione mondiale nel 1960). Se le emissioni pro capite di CO2 raggiungeranno l’attuale media mondiale (4,8 tonnellate all’anno a testa), o anche soltanto un terzo di essa, il totale di emissioni provenienti da quest’area sarà superiore al totale delle emissioni degli USA.

Quanto alle scorie radioattive, queste aumentano con l’aumentare della popolazione e non solo nei paesi in cui ci sono centrali nucleari, in quanto vengono prodotte in tutte le nazioni da vari mezzi diagnostici e terapeutici.

Maggiore è il numero di esseri umani, maggiore è la necessità di spazi da invadere, deturpando gli ambienti naturali per abitazioni e coltivazioni.

Maggiore è la popolazione umana, più diminuisce la biodiversità: dal rapporto di Living Planet del 2016, pubblicato dal WWF emerge che in 40 anni il numero di animali vertebrati nel mondo si è dimezzato. Il numero degli esseri umani invece è, guarda caso, raddoppiato.

L’occupazione di spazi naturali da parte degli umani porta all’espulsione di certi animali con cui non può convivere, in particolare la megafauna, cioè i grandi animali selvatici. Ad esempio in Francia è tuttora irrisolto il problema della condivisione di alcuni territori coi lupi, pur essendo questi animali non molto pericolosi per l’uomo.

Oggi la megafauna è presente in spazi per lo più disabitati, come la Siberia, il Canada, l’Amazzonia, e in alcuni grandi parchi africani. Il Canada è un paese particolarmente ricco e consumatore, ma conserva le sue foreste e la sua fauna grazie alla sua bassa densità di popolazione (un cinquantaduesimo di quella italiana).

Anche l’Africa, soprattutto in passato, aveva una grande ricchezza in termini di ambienti naturali e specie animali. Recentemente, però, la megafauna in Africa è molto diminuita, e questo è dovuto in larga misura all’esplosione demografica.

Più alto è il numero di esseri umani, maggiore è la disoccupazione, che è già un grande problema. Organizzare meglio la società, abbassare le tasse e modificare il diritto del lavoro sono strategie che possono portare a risultati minimi e non durevoli.

Al contrario di quello che di solito dicono i politici (di destra e di sinistra), la disoccupazione è risolvibile solo se diminuisce il numero di disoccupati. In Germania il decremento della popolazione ha diminuito la disoccupazione.

Ricordiamo anche che se ci sono molte persone in cerca di lavoro, il costo della manodopera si abbassa, e per un datore di lavoro sarà più facile vessare i propri dipendenti dicendo loro che se non gradiscono determinate condizioni possono andarsene, dato che saranno sostituiti velocemente e facilmente, data la lunga coda di persone che ambisce a quell’impiego pur di avere uno stipendio anche piccolo.

Maggiore è la popolazione di una nazione, più è difficile avere un’abitazione di proprietà o in affitto, perché salgono i prezzi degli immobili. Stesso problema per chi ha necessità di un immobile per aprire un’azienda. Non a caso il decremento della popolazione tedesco ha fatto abbassare i costi degli alloggi.

Per il bene degli esseri umani e del pianeta, sono necessarie politiche di educazione della popolazione alla moderazione della natalità. >>

UMANITAMTAM


16 commenti:

  1. In estrema sintesi: oltre un dato livello la Quantita' nuoce gravemente alla Qualita' ovvero la crescita demografica in generale e entro un dato territorio NON puo' essere in(de)finita... Saluti

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    1. Esatto.
      In campo antropologico sono molte la situazioni in cui la qualità è molto più importante della quantità, e la demografia è sicuramente una di queste.

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    2. Anche ad es. in campo biologico/medico la crescita cellulare incontrollata equivale a sviluppare tumori...

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    3. Ottimo esempio.
      Come forse saprai, esistono autori che parlano espressamente dell'umanità come del "cancro del pianeta" (ad es. Bruno Sebastiani, a cui ho dedicato un post nel novembre 2019).

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    4. Si, Sebastiani parla espressamente di 'cancrismo': un approccio sicuramente degno di attenzione, ma che forse rischia di rendere difficile il dialogo con i natalisti "moderati" (con quelli dogmatici sembra che ci sia ben poco da fare...)

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    5. In effetti si tratta di un approccio che non mi convince del tutto, perchè si tratta di un accostamento un po' sgradevole, che rischia di apparire repulsivo.
      Mentre noi abbiamo bisogno che il problema demografico venga visto in un'ottica attrattiva o comunque positiva, per quanto possibile.

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    6. La connotazione tumorale degli homo è tanto evidente quanto sgradevole e quindi negata.

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  2. Bella conclusione della serie, niente da aggiungere. Grazie, Lumen.

    Ieri un articolo nel quotidiano di Zurigo sullo sviluppo demografico in Africa - che veleggia verso i 4 miliardi di abitanti per fine secolo. La sola Nigeria avrà più abitanti dell'UE, cioè circa 700 milioni. L'articolista non sembra per nulla allarmato, anzi parla di «chance» per l'Africa. Quattro miliardi di consumatori in più che avranno bisogno di alcune cose importanti, per es. acqua e cibo. Allegria.

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    1. D'altra parte, la mitica "crescita" non è forse la parola d'ordine di (quasi) tutti ?
      La divinità laica a cui sacrificare ogni cosa ?
      Ce ne accorgeremo.

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  3. Da un'intervista a Massimo Fini:

    "Avendo tracciato uno scenario del presente così fosco, che futuro si aspetta?
    Finché il modello di sviluppo continuerà ad essere questo, non si può andare che verso il collasso definitivo. Che sarà la soluzione: sarà un po' come il crollo dell'Impero romano, che diede origine al feudalesimo europeo. Capisco che ai ragazzi non si può dire di stare lungo il fiume ad aspettare la catastrofe, ma questo è certo. Il sistema si basa sulla crescita esponenziale, che però esiste in matematica, non in natura. Prima o poi non si può più crescere. E a quel punto, è il collasso.

    Ci aspetta un'enorme crisi, che sarà poi seguita però da una rinascita. Quindi, alla fine, ci lascia con un po' di ottimismo.
    Esattamente. Del resto, la parola crisi ha anche il significato di ricominciamento. Su un piano puramente pratico, però, per salvarsi durante questo periodo bisogna fare una cosa molto semplice, che hanno fatto alcuni gruppi di ragazzi del mio movimento Zero.

    Quale?
    Comprare un casale e un campo e imparare a lavorare la terra e a mungere le mucche. Non è semplice, anzi, è faticoso. Ma così si potrà vivere, per lo meno, una vita armonica ed equilibrata."

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    1. Caro Sergio, condivido in pieno le previsioni di Massimo Fini e ti ringrazio per la citazione.
      La chiusura, però, mi sembra un po' troppo ottimista.

      Io penso che il crollo economico porterà dei grossi disordini sociali, per cui chi cercherà di sopravvivere con i frutti della propria terra, rischierà di essere soggetto a violenze e ruberie da parte dei più scalmanati.
      Proprio come nel Medioevo...

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  4. Massimo Fino vs. Giovanni Sartori (Il Tempo, 2001)

    Trovo casualmente in rete questo articolo di Fini nel suo sito "Movimento zero, in cui attacca Sartori insinuando addirittura che Sartori sia in mala fede.
    Il problema per Fini non è la sovrappopolazione, ma la popolazione consumista del primo mondo con il suo assurdo modello di sviluppo esponenziale che porterà inevitabilmente alla catastrofe, come è riportato nel messaggio precedente.
    Che Fini abbia più di una ragione è certo, mi sorprende tuttavia che sottovaluti talmente la crescita demografica, esponenziale anche questa (siamo passati dai 3 miliardi del 1970 agli 8 miliardi attuali in appena cinquant'anni). Apprezzo Fini, ma le considerazioni qui sotto sono di ben vent'anni fa (2001) per cui credo e spero che nel frattempo Fini abbia rivisto la sua posizione in merito alla crescita demografica. In questi vent'anni infatti la popolazione mondiale è cresciuta di altri due miliardi. Si dice: un miliardo. Ma la gente riflette davvero sul significato di questa parola: un miliardo di persone in più, una quasi Cina o India! Sì sì, caro Fini, e Verdi e Rossi, c'è da mangiare per tutti: lenticchie, scarafaggi, magari anche pipistrelli con virus, pasta e fagioli, o.k.

    http://www.movimentozero.it/massimo-fini-la-popolazione-del-pianeta/

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    1. Peccato. Mi sorprende che Fini, nella sua lucidissima analisi, abbia sottovalutato il fattore demografico, che è invece quello più grave e pericoloso.

      Allora correggo il mio giudizio su Massimo Fini, concludendo che "sono completamente daccordo con lui a metà".
      (citazione di un aneddoto vero, relativo ad un calciatore famoso).

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  5. Segnalo una "scandalosa" intervista di Massimo Fini al Fatto in cui deplora che non si sia lasciata libertà al virus di fare il suo lavoro, cioè di "sfoltire" la popolazione, eliminando soprattutto gente anziana e già afflitta da altre patologie (sembra che l' 80% delle vittime del Covid sia costituito da ultraottuagenari). Personalmente non trovo l'opinione di Fini così scandalosa, anzi. Per impedire agli anziani già prossimi a morire di morire si è bloccata l'attività di mezzo mondo con le conseguenze che sappiamo. Qui però Fini si contraddice un po': se compito del virus è di sfoltire la popolazione significa appunto che questa è ormai eccessiva.
    Il Giornale o Libero sembra sfottere Fini accusandolo di cinismo, ovviamente riprovevole e rivoltante. Ma Fini osserva ... finemente: non c'è vita senza morte,
    la morte fa parte della vita, ma la parola non piace alla nostra cultura. Negli annunci funebri si parla di decesso, scomparsa, dipartita - mai appare la parola tabù.
    Se non morisse più nessuno alla fine moriremmo tutti e molto rapidamente. Ringraziamo perciò Dio o la natura di sfoltire un po' i ranghi. Oltretutto se ne vanno soprattutto gli anziani che "hanno già avuto". Non ci crederete, ma toccherà anche a noi (il più tardi possibile, naturalmente).
    Senza dimenticare che le vittime del Covid sono poche: tra marzo 2020 e luglio 2021 sono morte a questo mondo circa 100 milioni di persone, comprese le vittime del virus che secondo l'OMS sono state a tutt'oggi poco più di 4 milioni, lo 0,00 e qualcosa della popolazione mondiale. Si muore ancora e infinitamente di più di cancro, malattie circolatorie, incidenti, guerre, suicidi, catastrofi naturali che di Covid.

    https://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/28276204/massimo-fini-sparata-covid-dovevamo-farlo-agire-liberarci-anziani-delirio-fatto-quotidiano.html

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    1. La pandemia ha preso un po' tutti di sorpresa (governi, scienza medica e popolazione) e la sua gestione è stata sicuramente discutibile.
      Inoltre l'emergenza non sembra per nulla finita, per cui sono possibili altri ulteriori errori.
      Ma a livello demografico mondiale non avrà nessuna particolare incidenza.

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  6. Osservazioni ineccepibili!
    Sono fatti indigesti per i sostituzionisti sinistranti alla Saviano, Bonino e Lerner che godono ad ogni migliaia di penetrazioni di stranieri.
    Un'Italia in deflagrazione demografica di islamici, come la Nigeria o il Pachistan, per questi sadici invasati sarebbe il massimo.

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