giovedì 19 agosto 2021

Pensierini - XLIII

PRIMEGGIARE
Ma in fondo, che cosa vuole la gente ? Vuole primeggiare, sentirsi superiore.
Qualunque sia l'attività a cui si dedica, che sia importante o di puro divertimento, ciascuno cercherà sempre di essere il più bravo, il più bello, il più ammirato, il più seguito, eccetera eccetera.
Ma primeggiare, per ovvii motivi, è un premio riservato a pochi. Tutti gli altri sono costretti a rimanere indietro: ci provano, si impegnano, ma non ci riescono. E da qui discendono quasi tutte le infelicità del mondo.
LUMEN


EUROPA
Il declino dell'Europa è iniziato (inevitabilmente) con la tragedia delle 2 guerre mondiali, che proprio in Europa hanno avuto il loro epicentro ed il massimo livello di devastazioni. E possiamo ringraziare gli USA che hanno deciso (ovviamente nel loro interesse) di aiutarci e darci una mano, a condizione che noi restassimo, nei loro confronti, in un ruolo subalterno.
Certo, può essere triste, visto il nostro glorioso passato.
Ma forse la vera domanda da farsi non è come mai oggi siamo poco rilevanti a livello geo-politico mondiale, ma perchè invece lo siamo stati, ed anche molto, nei secoli passati. In fondo l'Europa Occidentale è, geograficamente, una modesta penisola dell'Eurasia. Quindi ringraziamo la storia che ci ha dato, in passato, gloria e potenza, ed accettiamo serenamente il nostro attuale ruolo secondario.
LUMEN


ODIO SOCIALE
Le leggi 'ad hoc' che cercano di proteggere determinate categorie dall'odio sociale rischiano di servire a ben poco. Perchè l'odio viene prima ed è eterno. Mentre le categorie da odiare vengono dopo e sono facilmente sostituibili.
Quindi, anche se le leggi di protezione dovessero funzionare (cosa tutt'altro che certa) l'odio sociale rimane intatto e si limita a spostarsi su qualche altra categoria. Con una sorta di tragico giro-tondo sociale, in cui l'unico trionfatore resta l'odio stesso.
LUMEN


FEDE E CULTURA
In ambito religioso, essere colti non significa essere consapevoli. Questo è, in fondo, l'unico vero limite della cultura classica.
Essere colti (od anche molto colti) solo da un punto di vista classico, infatti, è perfettamente compatibile con la fede religiosa ed infatti la storia è piena di personaggi di questo genere: grandi scrittori, pensatori, artisti o altro, che credevano fervidamente nelle menzogne della religione.
Chi invece ha una cultura scientifica adeguata, difficimente può credere, perchè è abituato ragionare in un certo modo ed a cercare le risposte con un certo metodo.
LUMEN


EUROPARLAMENTO
Qualcuno si domanda come facciano gli Euro-Parlamentari che sono palesemente impegnati in altre attività (e sono la maggioranza) a seguire i loro compiti istituzionali, per i quali oltretutto ricevono un lauto stipendio. Il fatto è che l’Europarlamento non è un Parlamento vero e proprio, è la sua parodia (non decidono nulla di veramente importante) e rappresenta una sorta di poltrona di consolazione per i politici in disgrazia.
La democrazia in occidente, purtroppo, è in crisi, ma non è certo la UE (con la sua struttura volutamente contorta) che può farla ritornare in auge.
LUMEN


DIRITTI DEGLI ANIMALI
Io amo gli animali (almeno quelli superiori) e provo una pena profonda per le loro sofferenze. Ma non sono d'accordo con chi parla di "diritti degli animali".
Gli animali non possono avere dei "diritti" per un motivo molto semplice: che non possono avere dei "doveri". Diritti e doveri sono due faccie della stessa medaglia e non possono esistere disgiuntamente.
Quindi, se vogliamo emettere delle norme a tutela degli animali, benissimo, sono d'accordo; ma non venitemi a parlare di diritti.
LUMEN


LETTERATURA
Alcuni intellettuali, lamentando i condizionamenti ideologici della narrativa moderna, sostengono che la letteratura deve essere libera di descrivere tutte le idee e le passioni dell'animo umano, anche quelle considerate scorrette dal pensiero sociale del momento.
Ma la letteratura fa già questo e lo ha sempre fatto, perchè chiunque abbia un'idea può senza dubbio trasformarla in un racconto, in un romanzo o in un saggio.
Il problema della "censura" riguarda invece l'Editoria, intesa come struttura portante della letteratura, in quanto è quella che decide, per motivi economici o ideologici, cosa pubblicare e cosa no, cosa pubblicizzare e cosa no. Ma questo tipo di controllo è fondamentale per le 'elites', che non vi rinunceranno mai.
L'unico modo per aggirarlo, consiste nel leggere i classici del passato, i quali magari, pur essendo stati 'corretti' nel loro periodo storico, possono essere diventati 'scorretti' ora. Ma i classici li leggono in pochi.
LUMEN

29 commenti:

  1. Caro Lumen,

    ho letto con interesse e piacere questi testi. Sono riflessioni tue o le hai pescate da qualche parte? Sono più o meno d'accordo con tutto, lo stesso mi permetto qualche osservazione.

    Primeggiare
    Mi è rimasta una frase di Giorgio Bocca letta decenni fa. Diceva: ma cosa desideriamo poi noi tutti? Il successo. Per lui era fare per es. un'intervista al generale Dalla Chiesa. Tutti bramano il successo che significa poi fama e soldi. Proprio tutti? Oggi ho riletto il consiglio di Epicuro: lathe biosas, vivi nascosto. Mi è sempre piaciuto questo consiglio perché corrisponde al mio carattere e alle mie scelte. Non nego di aver provato talora profonda soddisfazione per qualche modesto successo, ma non sono un primattore. E ultimamente non sopporto più lo sport, mi sembrano tutti scemi: i protagonisti con i loro favolosi ingaggi e i loro tifosi. Le Olimpiadi non mi hanno mai interessato, a parte qualche disciplina (i cento metri, il salto in alto, il lancio del giavellotto ecc.). È incredibile l'impegno degli atleti per ... primeggiare. E cosa significa poi? Essere più bravo degli altri, il più forte. Ah, che orgoglio, che soddisfazione! Seguono poi fama e soldi forse. Ma non apprezzo più questa spasmodica rincorsa del successo, questo sentirsi superiore agli altri. È vero che la competizione sembra far parte della nostra natura, ma gli eccessi non li sopporto più.
    Che gioia per la vittoria agli Europei, per le medaglie vinte alle Olimpiadi, quanto orgoglio: semplicemente ridicolo. Certo già i ragazzini cominciano a gareggiare, a misurarsi con gli avversari (la natura umana appunto). E poi la gara continua in tutti gli ambiti. Ma la competizione non mi piace più, specie poi quando il vincitore si sente un padreterno, il più bravo, il più forte. E il perdente, poverino, soffre, si sente una nullità. Seguo ormai solo un po' il tennis (ma sono stato tifoso di calcio fino a una ventina d'anni fa, poi basta). Ma il trionfo del vincitore è insopportabile. Vabbè, sei il più bravo, il più grande - grazie soprattutto a madre natura.
    Certo nei tempi remoti bisognava primeggiare per assicurarsi il cibo, bisognava darsi da fare. Forse la competizione odierna risale a quei tempi, quando primeggiare era magari una questione di vita e di morte. Ma oggi? Abbasso lo sport e la competizione feroce.

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    1. Caro Sergio, ti ringrazio per l'apprezzameno e confermo che il testo è tutto farina del mio (modesto) sacco (quando faccio delle citazioni cerco di inserire anche il nome dell'autore).

      Ovviamente per ogni vincente che gioisce ci sono tantissimi perdenti che soffrono, ma delle nostre sofferenze a madre natura non importa nulla (madre di parto e di voler matrigna - G.L.)

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    2. << nei tempi remoti bisognava primeggiare per assicurarsi il cibo >>

      Anche, ma soprattutto serve primeggiare per avere accesso ai partner sessuali migliori e quindi migliorare la propria discendenza. Il darwinismo non lavora sul singolo, ma sulle generazioni.

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  2. Odio sociale

    Questa non l'ho capita, specie la frase: "Perchè l'odio viene prima ed è eterno."
    Odiare qualcosa o qualcuno è naturale, ma che sia qualcosa di profondamente radicato e insopprimibile non saprei. Trovo naturalmente ridicola la crociata contro l'odio e gli odiatori. Talvolta l'odio è più che comprensibile e giustificato.
    Il disgusto per qualcosa e qualcuno non posso e non devo sradicarlo come pretendono oggi i buonisti (che sono poi a loro volta chiaramente odiatori pure loro). L'aggressività è innata, come pensava Lorenz? Pure l'odio è inestirpabile?
    Non credo. O si può resistergli (fino a un certo punto).

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    1. Ritengo che l'odio faccia parte dei sentimenti ancestrali - di origine genetica - che costituiscono la base più profonda del nostro comportamento.
      La sorvastruttura sociale tenta, ovviamente, di contenerlo, ma riesce soltanto ad incanalarlo contro qualcuno (magari scelto ad hoc).

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  3. Diritti degli animali

    Penso che hai ragione. Rispetto degli animali, certo, ma riconoscere loro dei diritti mi sembra esagerato. Recentemente a Basilea hanno votato perché siano riconosciuti diritti ai primati. Mah, mi saranno pure simpatici, ma mi sembra eccessivo considerarli portatori di diritti. E perché solo i primati e non anche i leoni e le gazzelle, e cani e gatti? Diritti e doveri vanno a braccetto, ma doveri nei nostri confronti gli animali non ne hanno. Si potrebbe però decidere di non ucciderli o maltrattare perché anche loro hanno diritto di vivere e sono belli.
    Ovviamente il leone e i suoi leoncini hanno fame e dovranno per forza mangiarsi la gazzella. Ma noi?

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    1. Quello dei 'diritti' è ovviamente un problema tecnico-legale.
      Quello che possiamo fare, per empatia tra esseri viventi, è cercare di non farli soffrire.
      Ma sicuramente non ne può essere vietata l'uccisione (con le cautele di cui sopra).

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  4. Ancora su primeggiare

    Uno dei miei autori più cari, Heinrich von Kleist (1777-1811), si suicidò ad appena 34 anni. Kleist era un novelliere e drammaturgo, ma i suoi mirabili racconti sono piuttosto tragedie (vedi "Il terremoto in Cile", ma soprattutto "Michael Kohlhaas").
    Come mai si suicidò? Penso perché non ebbe successo, i riconoscimenti che si aspettava. Cercò anche la sponsorizzazione di Goethe che gliela negò. E allora la fece finita, nemmeno l'amore dell'eterna fidanzata lo salvò. Ambiva al successo ovviamente, dunque a primeggiare, e non ci riuscì. Vedi un po' a cosa può condurre la mania di primeggiare! Se avesse seguito il consiglio di Epicuro avrebbe avuto probabilmente lunga o più lunga vita. Però è vero che un po' tutti, chi più chi meno, ci tengono a mettersi in vista, ad essere ammirati. Deve essere proprio nella nostra natura. L'ammirazione è poi un soffio vitale, chi ti ammira potenzia la tua esistenza, magari è anche pronto a svenarsi per te.

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    1. La Madre Natura di cui sopra si limiterebbe ad alzare le spalle, concludendo cinicamente: un perdente di meno.

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  5. Fede e cultura

    "... grandi scrittori, pensatori, artisti o altro, che credevano fervidamente nelle menzogne della religione ..."

    No, non erano menzogne, le cosiddette verità di fede erano l'orizzonte culturale della loro epoca, lo Zeitgeist, a cui non potevano sottrarsi nemmeno i genii.
    Sembra che Galileo fosse un buon cristiano: aveva fatto un'affermazione temeraria (è la Terra che gira intorno al sole, non viceversa), ma non aveva messo in dubbio né l'esistenza di Dio né i dogmi (altrimenti sul rogo ci finiva davvero). Certamente qualche dubbio l'avrà avuto (del resto il dubbio è costitutivo della fede), ma molto probabilmente ci credeva - perché non poteva fare altrimenti.
    Non dubito però che ci fossero capi che sapevano che le verità di fede erano balle, ma utili. Di atei ce ne sono stati parecchi anche prima del Rinascimento e dell'Illuminismo, ma si guardavano bene dallo strombazzare la propria miscredenza. Secondo me Machiavelli era ateo.

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    1. << non erano menzogne, le cosiddette verità di fede erano l'orizzonte culturale della loro epoca >>

      Erano "menzogne" in senso oggettivo, anche se, in effetti, l'orizzonte culturale di una certa epoca limita grandemente la possibilità di pensieri alternativi.
      Ed infatti gli atei non sono mai mancati, ma - per necessità di sopravvivenza - i loro dubbi li tenevano per sè.

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  6. Letteratura

    Un'opera letteraria deve essere originale, esprimere il non ancora detto o persino l'indicibile, l'osceno. Altrimenti è un'opera inutile o non necessaria, un passatempo per l'autore. Solo che adesso siamo (e dàlli, lo so) otto miliardi.
    A questo mondo ci saranno non migliaia, non centinaia di migliaia, ma milioni di scrittori, fra i quali ci devono essere anche eccellenti scrittori che stanno alla pari di quelli che chiamiamo classici. Ma ovviamente non si possono leggere tutti, nemmeno una considerevole parte della produzione mondiale. È semplicemente impossibile e del resto inutile. Il critico letterario tedesco Marcel Ranicki (un ebreo scampato all'olocausto) sosteneva la necessità del "canone" che è una scelta da proporre ai giovani e agli adulti interessati. E di canoni della letteratura tedesca ne ha composti molti (del romanzo, del racconto, del dramma, del saggio - ce li ho tutti!). Ma Ranicki sapeva che certe opere invecchiano, non sono più attuali e interessanti, e che perciò di tempo in tempo bisogna rivedere il canone, eliminare certe opere e accoglierne altre più recenti.
    La Divina Commedia e anche I promessi sposi fanno ancora parte del canone per lo studente italiano, ma non certo Le ultime lettere di Jacopo Ortis e tante altre opere che abbiamo magari letto con un certo interesse e diletto, a scuola e fuori, ma che adesso non rileggeremmo più. E ciò che non si rilegge non vale molto. Perciò il mio amato Vittorio Saltini, docente di filosofia e scrittore, vivente, diceva: non leggere, ma rileggere (certi classici, le opere che abbiamo amato). Quanta spazzatura, quanti libri inutili in circolazione. Leggevo ieri in un libro di Stefan Zweig: dobbiamo rileggere solo i grandi classici, Montaigne, Shakespeare, Tolstoi, Goethe. Questo però era il suo canone, oggi persino Goethe è trascurato a scuola (ma "Le affinità elettive" sono ancora godibilissime e utili, secondo me, e Ranicki le ha accolte nel suo canone del romanzo comprendente soli venti opere, da Goethe a Thomas Bernhard).

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    1. << ciò che non si rilegge non vale molto. Perciò il mio amato Vittorio Saltini (...) diceva: non leggere, ma rileggere >>

      Una bella considerazione, che non avevo mai fatto, ma che mi convince molto
      Ci sono molti libri che si leggono fino in fondo con sincero interesse (se invece manca l'interesse, lo si molla subito senza rimorso), ma è solo quando pensi di rileggere un libro che ti rendi conto dell'effettivo valore che ha per te.

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  7. Europa/Europarlamento

    Indubbiamente l'attuale UE ha molti limiti e una serie di storture, causati soprattutto dal primato assegnato all'ambito economico-commerciale rispetto a quello politico-giuridico, tuttavia x uscire da qs impasse occorre(rebbe) riprendere/rilanciare il progetto originario degli Stati Uniti d'Europa TRASFERENDO ampia parte dei poteri dei tradizionali Stati nazionali a beneficio delle Strutture comunitarie, compreso ovviamente quell'Europarlamento molto spesso strumentalmente e violentemente attaccato x colpe che (dati appunto gli attuali scarsi poteri) NON puo' avere... Saluti

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    1. Caro Claude, quello che deve essere superato è proprio l'assetto ibrido attuale della UE, in cui si finge di avere uno stato sovranazionale europeo, con strutture apparentemente democratiche, ma questo in realtà non è vero.

      Quindi o si torna al passato (al MEC e poco altro), o si completa il percorso diventando uno stato federale vero e proprio (come gli USA ed altri).
      Ma per fare questo occorrono ulteriori modifiche, non solo politiche ed economiche, ma anche culturali, a cominciare da una lingua unica.
      Siamo pronti per una cosa simile ?

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    2. "Siamo pronti per una cosa simile ?"

      No, e per fortuna. Per me sarebbe auspicabile un ritorno al MEC, bastava. Ma quale progetto degli Stati Uniti d'Europa? Io non ne ho mai sentito parlare, anche se si poteva intuire che il fine era quello. Trasferimento o perdita di sovranità? Buona notte. Ungheria e Polonia sotto accusa perché antidemocratici, secondo gli autocrati di Bruxelles, i commissari non eletti. L'europarlamento, presieduto da un ex mezzobusto italico, fa solo ridere (ma distribuisce salari di tutto rispetto ai suoi membri ... virili). Mi piacerebbe sapere se il nostro amico ha letto il trattato di Maastricht che doveva diventare la costituzione dell'UE e sa cosa sia il mandato d'arresto europeo, una cosa semplicemente pazzesca. Il minimo indispensabile in comune, autonomia per il resto (che non significa autarchia).

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  9. Siamo pronti x una cosa simile?

    Gia' a meta' Ottocento il grande C.Cattaneo sosteneva l'esigenza/urgenza di una solida Federazione europea, per non parlare ad es. di personalita' del calibro di Adenauer, Churchill, Einaudi e Spinelli alcuni decenni più tardi... Chiaramente un passaggio di qs tipo non si realizza in un giorno, bensì step by step: l'essenziale sarebbe avere ben chiara la direzione di marcia e remare tutti quanti nel medesimo senso... O si preferisce lasciare campo libero a Cina, Russia & co.? Quanto alla lingua, la Svizzera non ha forse tre lingue ufficiali?

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  10. Una sola Terra, una sola umanità. L'idea non peregrina di papa Francesco e di altri spiriti eletti. Logicamente si arriva al Nuovo Ordine Mondiale, al Governo mondiale, con equa distribuzione delle risorse, dei beni della Terra. Pace e prosperità per tutti, nessuno escluso. Naturalmente non subito, di colpo, ma step by step. Per intanto e ancora a lungo i 192 Stati attuali sono la migliore garanzia di sicurezza e organizzazione delle rispettive società. Di nuovo: l'indispensabile in comune, ma per il resto autonomia ovvero sovranità dei singoli Stati da rispettare. Il problema fondamentale è la PROPRIETÀ che le Elite e i Veterocomunisti ancora esistenti vorrebbero abolire. Le Elite stanno lavorando per espropriarci tutti e renderci felici con pane e giochi (sì, ci riforniranno del minimo indispensabile e magari qualcosa in più).
    Penso che l'inglese s'imporrà (un inglese maccheronico, non quello di Shakespeare). L'italiano diventerà una lingua morta o un dialetto parlato ancora nello Stivale da alcuni analfabeti. Terrei però d'occhio anche il cinese.

    Altiero Spinelli era un comunista e il suo Manifesto di Ventotene è un orrore. Sembra comunque che si ravvide, al contrario della figlia Barbara che non disdegna di far soldi a palate, non certo da imprenditrice.

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  11. Restando in argomento

    "Nessuno resterà indietro!" (Mattarella, Bergoglio, Draghi, Di Maio ecc. ecc., tutta gente che non ha problemi con l'affitto o il mutuo, le bollette ecc.)

    Marcello Veneziani, notorio fascista:
    "Nessuno resterà indietro è una menzogna":

    http://www.marcelloveneziani.com/articoli/nessuno-restera-indietro-e-una-menzogna/

    Sottoscrivo tutto, anche le virgole.

    "Nessuno resterà indietro" è una menzogna.

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    1. Ne sono convinto anche io.
      Però è una gran bella frase, che fa sempre il suo effetto.

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  12. Se chi si dice ateo, adora il Dio-Stato nazionale ottocentesco "a sovranita' assoluta' e intende lasciare campo aperto al Partito comunista cinese e/o alle autocrazie clericali di matrice russo-slava, allora ci aspettano tempi veramente cupi dal punto di vista laico-liberal-democratico... Saluti

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    1. Io non adoro niente e nessuno, tanto meno un cosiddetto Dio-Stato nazionale ottocentesco a sovranità assoluta. Assolutamente sovrano è o sarebbe solo l'ipotetico Dio. Nemmeno gli USA sono assolutamente sovrani. I riferimenti all'Ottocento, ovviamente preistoria, mi danno piuttosto fastidio. Per quelli di CL l'anticlericalismo è roba ottocentesca. Anche per Mattarella dobbiamo essere moderni, non ottocenteschi. Gli Stati nazionali sarebbero superati, intanto guai ad appropriarsi qualche centimetro quadrato di un altro Stato, vedi la diatriba per la Crimea tra Ucraina e Russia. E tutti, a cominciare dalla Merkel, invocano il principio apparentemente sacrosanto dell'integrità territoriale degli Stati. Se parlassimo di proprietà magari? Elite e mondialisti vari vogliono espropriare gli Stati e i loro cittadini, altro che storie.

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    2. C'è sempre di peggio, il Dio Stato sovranazionale diretto da castalie autoreferenziali cosmopolite e dalla loro hybris salvifica.

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  13. Cari amici, alcuni autori sostengono che la dimensione delle strutture politiche che chiamiamo "Stati" è strettamente legata ai flussi di energia.
    E poichè, attualmente, le grandi strutture energetiche sono trans-nazionali, i piccoli stati nazione a cui siamo abituati si troverebbero ad un bivio: o accettano di consociarsi in senso federalista, o finiscono fagocitati nella sfera di influenza di una grande potenza.
    Ma queste, ovviamente, sono soltanto ipotesi.

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    1. "flussi di energia, strutture energetiche trans-nazionali ..."

      Caro Lumen,
      questi sono discorsi astratti e incomprensibili, almeno per me e penso per una buona parte della popolazione mondiale. Che non conta un accidente (viva comunque la democrazia!). Se comandano le elite come dici tu chiudiamo il discorso e lasciamole fare. Ci sono anche elite benevoli, come dici tu, e la nostra fortuna è di essere guidate da loro (meglio dei talebani, certo). Mah!

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    2. Le nostre elites sono benevole, certo, ma sono anche (soprattutto) intelligenti.
      Perchè mantenere il potere controllando la diffusione della ricchezza e dei diritti sociali risulta senza dubbio più sicuro (per loro) che utiizzando la violenza e la sopraffazione, come in Afghanistan ed in tante altre nazioni.

      Mi piacerebbe sapere se siano le virtù civili dei popoli che portano alle elites intelligenti, o viceversa; purtroppo non ho ancora trovato dei testi approfonditi sull'argomento.

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    3. Lumen, io non so dove viviate.
      Élite benevoli?
      Venite con me, una notte su certi treni, in certe banlieue e verificate di persona il miglioramento delle condizioni di vita che affermate.
      Invece si tratta di massimizzazione della entropia sociale, di appiattimento ad un mediocre peggior comune denominatore. Del resto una delle litanie è quella ugualizzante, contro le diseguagluanze.
      Le élite benevoli!? Ohssignur!

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  14. Osservazioni precise, Lumen.
    Senza una buona e precisa osservazione della realtà si fanno solo disastri.
    Il principio di realtà è sempre stato odiato fumo negli occhi per le varie congreghe e sette di salvatori del mondo con i loro moralismi.

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