martedì 11 maggio 2021

A tavola con l'Homo Sapiens

L'alimentazione dell'“homo sapiens” è ovviamente di tipo molto vario, ma anch'essa ha delle regole ben precise da seguire per una dieta sana, equilibrata ed intelligente.

Ce ne parla Fabio Vomiero in questo pezzo tratto dal sito 'Effetto Cassandra' (ora Medio Evo Elettrico).

LUMEN


<< Anche noi umani, esattamente come tutte le altre specie, siamo sottoposti a dei precisi vincoli biologici che stabiliscono sempre limiti e possibilità. Possediamo infatti un certo tipo di dentatura, di stomaco, di intestino, di enzimi salivari e digestivi, di microbiota intestinale, come elementi di un corredo fisiologico sostanzialmente di tipo onnivoro plasmato da una storia biologica di milioni di anni, fatta di continui cambiamenti ambientali e di conseguenti adattamenti nutrizionali determinati principalmente dalla disponibilità delle risorse.

Tuttavia, alcune evidenze scientifiche iniziano oggi ad emergere forti e chiare dalla stragrande maggioranza degli studi scientifici e in particolare dai lavori di meta-analisi più recenti.

La prima, per esempio, riguarda senz'altro la necessità, almeno nel caso della nostra attuale società occidentale palesemente ipertrofica, di una generale restrizione calorica, concetto che si traduce sostanzialmente nella raccomandazione di adottare una dieta più sobria, frugale, prevalentemente vegetariana e con il pesce eventualmente da preferire alle carni.

Seguono poi le indicazioni più squisitamente pratiche, come quelle di evitare, per quanto possibile, gli zuccheri semplici aggiunti, i dolci industriali, le bibite zuccherate, i succhi di frutta, di limitare al massimo l'uso di carni trasformate e lavorate, di moderare il consumo di carne in generale e in particolare di quella rossa, di limitare il consumo di bevande alcoliche (l'alcol è tossico, psicoattivo e cancerogeno), di consumare regolarmente frutta e verdura (cibi ricchi di micronutrienti, vitamine e sali minerali), senza esagerare con la frutta perchè ricca di zuccheri, e di consumare regolarmente anche legumi, frutta a guscio e olio extravergine di oliva di buona qualità.

É possibile anche variare l'apporto proteico con una moderata introduzione di prodotti lattiero-caseari, per i quali i dati attuali non evidenziano alcuna relazione dannosa dimostrata sulla salute, e delle uova, alimento molto interessante e ultimamente rivalutato proprio da studi molto recenti. Un'altra interessante e promettente indicazione, anch'essa emersa recentemente, è il consiglio di cercare di limitare il tempo in cui si distribuisce la nostra alimentazione giornaliera ad un massimo di 12 ore, lasciando pertanto un altrettanto intervallo di tempo disponibile per un digiuno pressochè completo.

Tutte queste linea guida sono oggi sostenute da decine di articoli scientifici peer review. (...) Da questi documenti si possono ricavare, per esempio, le frequenze giornaliere o settimanali con cui è consigliato consumare alcuni tipi di alimenti: una porzione di pasta o di riso al giorno, meglio se integrali, va generalmente bene. (...)

Per quanto riguarda invece l'apporto calorico giornaliero dato dai macro-nutrienti, esso viene indicativamente suddiviso in un 55% circa derivante dal consumo di carboidrati prevalentemente complessi e meglio se integrali, un 15% dalle proteine, con prevalenza di quelle vegetali e un 30% dai grassi, perlopiù monoinsaturi e caratteristici dell'olio extravergine di oliva.

La dieta è quindi un fattore estremamente importante e controllabile nell'ambito di uno stile di vita orientato al miglioramento e alla tutela del proprio stato di salute generale, il quale dovrebbe prevedere, tra l'altro, anche l'attività fisica, sociale e cognitiva, la riduzione dello stress e l'abolizione del fumo di tabacco.

Riuscire a stabilire una dieta ottimale non è per niente facile e probabilmente nemmeno possibile, anzi, pare ci siano dei buoni motivi per ritenere che, nell'ambito di una sorta di griglia di possibilità tracciata indicativamente dalla nostra predisposizione biologica, ci possano essere comunque dei discreti margini di tolleranza per l'implementazione di schemi alimentari anche diversificati, ma ugualmente efficaci. Alla fine, è sempre una questione di buon senso, equilibrio, consapevolezza e sostenibilità.

Dobbiamo perciò diffidare di tutte quelle diete troppo rigide e matematizzate, che tendono per esempio ad escludere totalmente importanti categorie di nutrienti, oppure, al contrario, a mitizzarne altre.

Parlando di carboidrati, per esempio, recentemente al centro di accesi dibattiti non sempre privi di venature ideologiche, bisogna precisare che c'è una sostanziale differenza tra un carboidrato complesso (polisaccaride) introdotto con il consumo di cereali, pane, pasta, riso - cibi che apportano oltretutto anche proteine di origine vegetale e soprattutto fibra - ed uno zucchero semplice, come per esempio il saccarosio (il normale zucchero). (...)

Inoltre, una buona quantità di carboidrati deve essere comunque garantita per evitare lo stato di chetosi e di ipercatabolismo delle proteine tissutali e assicurare soprattutto ai neuroni, agli eritrociti e alle cellule muscolari, la giusta quantità di glucosio necessaria per potere svolgere le loro importanti funzioni vitali.

Ma così come l'eccesso di carboidrati va certamente evitato, anche tutte le diete, peraltro oggi molto di moda, che tendono a preferire grassi e proteine a discapito dei carboidrati, non sono esenti da rischi (…).

Naturalmente poi, per avere anche un riscontro oggettivo che possa servire a "dimostrare" in qualche modo che il modello alimentare a cui si fa riferimento sia effettivamente salutare e che non si tratti soltanto di una convinzione soggettiva, basterebbe semplicemente guardare al proprio peso, alle proprie forme, al proprio stato di salute e di forma generale sul lungo periodo. (...)

Infine, i gravi problemi ecologici ed ecosistemici che si stanno rapidamente palesando ed accumulando, impongono necessariamente una riflessione anche sulla sostenibilità.

Una dieta come quella attuale, infatti, basata per esempio su un eccessivo consumo di carne, oltre che ad essere molto probabilmente pericolosa per la nostra salute, è assolutamente deleteria in termini di produzione di inquinanti, di contributo al riscaldamento globale e di tutela del benessere animale. >>

FABIO VOMIERO

2 commenti:

  1. Una sana e variata alimentazione è importante per la nostra salute, oltre che uno dei piaceri della vita. Ma sono rimasto sconcertato nel leggere questo articolo: com'è difficile alimentarsi bene. Immaginati di mettere questo articolo nelle mani di una persona comune, come il sottoscritto. Intanto cii capirebbe ben poco e poi come applicare tutti i saggi consigli dell'autore. Devo confessare che non mi piace cucinare (preferisco di gran lunga sedermi a tavola e farmi servire). Lo stesso acquistai una volta "La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene" dell'Artusi, ma l'ho frequentato poco, mi è sembrato poco pratico (vedo su Wikipedia che contiene ben 790 ricette). Eppure si ristampa ancora dopo un secolo e mezzo, strano. Chissà se è davvero utile o solo un classico. A me comunque non è servito.

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    1. Mia moglie è una vera appassionata di cucina e possiede moltissimi libri (tra cui anche l'Artusi, praticamente mai aperto...).
      Io però, che mi limito a fare l'utente finale, sono giunto alla conclusione che i piatti semplici (e sani), molto spesso, sono meglio di quelli complicati (e pesanti).
      Ma mi rendo conto che, per chi ha la passione della cucina, i piatti complicati danno più soddisfazione.

      Comunque se è vero che le regole da seguire, in teoria, sono tante, io ne segue poche semplicissime: poca carne, un po' di uova e formaggio e tanta frutta e verdura.

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