domenica 23 maggio 2021

Pensierini - XLII

NUMERI INFINITI
Si dice che i numeri rappresentano un ottimo esempio di 'infinito', perchè, per quanto grande sia il numero pensato, si può sempre aggiungere un'unità, ma io non sono d'accordo. Perchè i numeri (e la matematica in generale) non sono fini a se stessi, ma servono per calcolare e comprendere le cose esistenti, per cui i numeri finiscono quando finiscono le cose da contare. Se le particelle dell'universo sono in numero di X, quello è il numero massimo che esiste nella matematica: non posso usare un numero più grande (e men che meno un numero infinito) perchè non ci sono più particelle da contare.
LUMEN


GIORNO DELLA MEMORIA
E se la smettessimo con tutti questi 'Giorni della Memoria' ? Perchè non è ricordando ossessivamente il male di un qualche specifico popolo o di un qualche specifico regime che lo si fa cessare per sempre. Il male è parte integrante (purtroppo) della nostra natura, e nessun popolo, nessuna nazione, nessun regime ne è totalmente immune. E quando si attraversa un periodo di pace, non è detto che questo dipenda dalla suddetta memoria; è probabile che c'entri, molto semplicemente, un maggior benessere.
LUMEN


AMORE
L'amore è una forza potentissima, ma anche un po' cieca. Una donna innamorata è pronta a fare qualsiasi cosa per conquistare l'uomo che la renderà infelice.
LUMEN


PARLAMENTO
I Parlamenti si chiamano così perchè, una volta, erano il luogo supremo in cui si discuteva, ed erano i discorsi fatti con passione dai deputati (ma fatti davvero, non letti) a convincere i loro colleghi a votare a favore o contro una legge. Ora, invece, con la disciplina di partito, è diventato tutto finto: in Parlamento si continua a parlare, ma nessuno ascolta, perchè sa già che voterà secondo le istruzioni ricevute.
LUMEN


GUERRA
Se un soldato, in guerra, non è capace di fare cose orrende, non serve a nulla. E se le fa con piacere (perchè è stato educato alla crudeltà) è ancora meglio. Ed infatti, a livello storico, il periodo dei soldati di leva, cioè NON di mestiere, è stato molto breve. Poi, dopo aver vinto la guerra (usando ogni mezzo possibile), ci possiamo raccontare che i soldati avversari erano dei mostri crudeli ed inumani, mentre i nostri no. Ma solo dopo. E solo se abbiamo vinto.
LUMEN


DIO E LA FISICA
Ho forti dubbi che il concetto di Dio sia compatibile con le leggi della fisica. Quanto meno, non nel pensiero dei credenti, che chiedono spesso a Dio di intervenire in loro favore con i miracoli. I quali miracoli altro non sono che una violazione delle leggi della fisica. Allora delle due l'una: o Dio può violare le leggi della fisica, ed allora i due concetti sono incompatibili. O non le può violare, ed allora non è l'essere onnipotente che tutti si immaginano.
LUMEN


ETERNO RITORNO
Nel corso del pensiero umano è molto frequente il concetto di eternità o di eterno ritorno. Ora, io non nego la (ipotetica) eternità della materia, però si tratta di una eternità limitata alle sole particelle sub-atomiche, quelle che non hanno storia e restano sempre uguali a se stesse. Le strutture complesse (come gli esseri viventi, ma anche i corpi celesti) avendo una storia, devono avere anche, invitabilmente, una nascita e una morte. Ed il fatto che le particelle sub-atomiche che oggi compongono "me", un giorno andranno a costituire qualcosa d'altro non mi è di grande consolazione.
LUMEN


GRANDI RELIGIONI
Il problema delle grandi religioni è semplice ed insolubile allo stesso tempo. Siccome è tutto finto, quando le cose vanno bene, possono cavalcare l'onda, sostenendo qualunque posizione ritengano utile, tanto ci penseranno poi i teologi a trovare i riferimenti necessari nelle Sacre Scritture (dove, com'è noto, si può trovare qualsiasi cosa). Ma quando le cose vanno male, non hanno nulla di 'oggettivamente' vero a cui attaccarsi. Ed oggi il cattolicesimo si trova in quest'ultima situazione.
LUMEN

38 commenti:

  1. Numeri infiniti

    Siccome non ci avevo mai pensato trovo il ragionamento curioso ma forse vero. Si ritorna in fondo all'annosa questione dell'infinito di cui nessuno può fare davvero esperienza. Il concetto d'infinito ripugna alla ragione, per questo Aristotele pose un limite alle cause a ritroso postulando il motore immobile ovvero la causa prima alias Dio. Parallelamente si può dunque effettivamente affermare che i numeri non possono essere infiniti. Ma trovo la cosa solo curiosa, non ha molta importanza o ricadute.

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    1. Sì, in effetti si tratta di un ragionamento abbastanza fine a se stesso, privo di implicazioni pratiche. Però mi è sembrato abbastanza curioso ed interessante.

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  2. Giorni della memoria

    Che lagna che sono, la maggior parte della gente li subisce scocciata. Possono essere persino controproducenti. Sembra che il 27 gennaio gli Italiani debbano sorbirsi la commemorazione della Shoah tutto il santo giorno, un'esagerazione.
    In tempi drammatici certe commemorazioni possono servire alla coesione sociale, a sentirsi un popolo. Ma nella società dei consumi non hanno senso, infastidiscono. Ma guai se lo dici, passi subito per ...

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    1. Ma quello della Shoah sarebbe il meno: in fondo commemora una tragedia davvero epocale.
      Il fatto è che ormai non c'è dramma del passato per il quale non venga proposto, e poi proclamato, il giorno del ricordo.
      Lo hanno fatto, recentemente, anche per le vittime del Covid, il che mi è sembrato francamente eccessivo.

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  3. Amore

    Il sociologo Alberoni sostiene che le donne s'illudono di poter cambiare un uomo col loro affetto e dedizione. Si attaccano persino a delinquenti ed ergastolani sperando di redimerli.

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  4. Parlamento

    Effettivamente si potrebbe abolirlo. È rarissimo che i dibattiti facciano cambiare parere agli avversari, vige ormai la più stretta disciplina di partito. Tanto vale allora.
    Più che altro un'occasione per qualcuno di mettersi in mostra, di fare un bel discorso.

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    1. Il Parlamento resta, con tutti i suoi difetti, il simbolo della democrazia, per cui toccarlo sarebbe molto pericoloso.
      Ma resta il fatto che la disciplina di partito lo ha reso un carrozzone quasi inutile.
      Salvo, ovviamente, per i parlamentari eletti, per i quali rappresenta un'ottima sistemazione (e per i trombati, c'è sempre il premio di consolazione dell'Europarlamento).

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  5. Dio e la fisica

    Un Dio onnipotente potrebbe o dovrebbe poter cambiare le leggi della fisica, ma a che scopo? Perché una formichina umana gli ha chiesto un piacere? Ma poi un intervento in una parte dell'universo non comporterebbe mutamenti ovunque? Nella Via Lattea ci sono sembra almeno duecento miliardi di stelle, chissà quanti saranno i pianeti. È ridicolo immaginare un Dio che devia comete, asteroidi, pianeti e stelle - per capriccio o per fare piacere a qualcuno. La stessa cosa vale anche per interventi minori sul nostro pianeta, i cosiddetti miracoli.
    Come si possa immaginare un "disegno intelligente" in un universo di trecento miliardi di galassie che si scontrano con altre causando immensi sconquassi (altro che ordine) non lo so proprio. Ci sono leggi fisiche, è vero, che creano e distruggono, ma non per realizzare un certo progetto (vedi Il caso e la necessità, di Monod).

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    1. Eppure la fede nei miracoli, intesi proprio come violazioni ad personam delle leggi della fisica, è talmente diffusa, da essere una delle forze ideali che fanno girare il mondo.
      Pensa solo alla vastità del turismo religioso, del commercio delle reliquie, del culto dei santi, ecc. ecc.

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    2. È vero, così tanta gente ci crede (e ci spera per sé), pensa a quella scemenza del miracolo di S. Gennaro. Sarebbe interessante sapere se ci credono anche loro, preti e vescovi (ne dubito). Chissà se il cardinale che manipola l'ampolla per far fluidificare il sangue almeno un po' non si vergogni di prendere in giro il popolino. Ma non so se la credenza nei miracoli sia una "specialità" cattolica (per quanto ne so i protestanti fanno a meno dei miracoli). Da una parte c'è l'ingenuità dei credenti, ma poi - visto che fatti imprevisti e stupefacenti si sono davvero verificati e continuano a verificarsi - perché non crederci e sperarci, specie se mi concernono? I veri "miracoli" sono quelli che la natura ci mostra ogni giorno: la varietà e bellezza dei fenomeni è davvero straordinaria. Una volta visitai una mostra d'insetti, preparati e vivi: una meraviglia di forme e colori (forse ti sorprenderà un po' che sia andato a questa mostra, ma i dodici volumi dei "Ricordi di un entomologo" di Jean-Henri Fabre è tra le mie opere più care).

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    3. << I veri "miracoli" sono quelli che la natura ci mostra ogni giorno >>

      Sono d'accordo. Pensa solo alla incredibile efficienza delle strutture viventi.
      Ogni singola cellula, com'è noto, possiede l'intero DNA della sua specie, con le istruzioni genetiche complete; eppure ciascuna di esse si attiva solo per alcune specifiche attività, e solo in tempi e situazioni ben precise.
      Non è quasi "miracoloso" tutto questo ?

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  6. Eterno ritorno

    Su questo dissento un po'. Non che creda davvero all'eterno ritorno (di Nietzsche o Severino), ma potrebbe essere un'ipotesi interessante e magari anche benefica (alla nostra psiche). Le religioni (non tutte però, gli ebrei per es. non credono all'aldilà) si sono inventate un ultramondo in cui la vita prosegue, la morte non è la fine della propria esistenza e del mondo. Fede, ingenuità, follia? Per il filosofo Severino è follia, la più grande follia credere che le cose vengano dal nulla e ricadano nel nulla e siano quindi in ultima analisi esse stesse un nulla. Estrema follia dice Severino: tutto è da sempre e per sempre. Per lui Dio non esiste, ma tutto, assolutamente tutto "è" - la morte e la distruzione degli enti o esseri è solo apparente. Tutto si ricostituirà com'è stato e per sempre, infinite volte. Forse il folle è Severino.
    Il nichilismo - pensare che le cose e gli enti siano in ultima analisi niente - è un pensiero negativo e quindi non consolante. Se l'aldilà delle religioni appare ingenuo, non si può dire secondo me la stessa cosa dell'eternità del tutto o dell'eterno ritorno (indimostrabile, ma pensabile). Sì, gli atomi e le particelle subatomiche che formano tutti gli enti e noi stessi andranno a formare altri esseri.
    Ma non casualmente: si creeranno quegli esseri e non altri, necessariamente (di nuovo vedi Monod). E secondo Severino e forse altri "credenti" nell'eterno ritorno
    tutto si ripresenterà tale e quale all'infinito (dunque anche Auschwitz!). Una visione poco consolante in verità, come quella di rivivere una vita di dolore.
    Però la teoria o la credenza dell'eterno ritorno "afferma", mentre il nichilismo "nega" ("tutto è vuoto, niente", Ecclesiaste). E l'affermazione consola o è in sé
    positiva (gli spiriti negativi, nichilisti, non possono piacere). Non si tratta di dire:
    bisogna guardare in faccia la realtà, essere uomini, e "accettare il nostro stato e frale". Tutto passa, niente resta, è la legge. Errore (dice Severino). Si ipotizza per esempio un big crunch e una nuova ripartenza (non lo dicono i preti ma gli scienziati). Può essere consolante? Non necessariamente se si considera tutto il male e il dolore del mondo. Ma essere è meglio di non essere. Affermare è meglio di negare.

    Dire che gli atomi e le particelle subatomiche che formano gli esseri e noi stessi e che andranno a formare altri esseri

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    1. << Ma essere è meglio di non essere. >>

      Dipende. Ci sono vite così piene di sofferenza da risultare intollerabili.
      E questa è la ragione di fondo (che condivido) dei sostenitori dell'eutanasia.

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    2. Sì, quel "meglio" stona considerando cosa sia stata e sia ancora la vita per milioni e milioni di persone. Ma uno dei traumi di tante persone intelligenti (Tolstoi, il critico letterario Ranicki) è il pensiero di cadere nel nulla morendo, finire in un buco nero. A volte mi irrita anche il nichilismo di Pardo che considera la vita priva di senso (il che poi non è vero visto la vita gli ha offerto così tante soddisfazioni e piaceri, l'affetto di sua moglie, la musica, opere letterarie).
      Comunque se Dio non esiste (ciò che per noi è assodato) esiste l'universo, la materia, noi due, il tuo cane ecc. E le particelle subatomiche ... Ma ridurre tutte le quasi infinite e in parte bellissime forme o enti dell'universo a un insieme temporaneo di particelle subatomiche è ... come dire, riduzionista?!
      Fattene una ragione: sei un essere eterno, immortale, anche se non hai (ancora?) vinto il Nobel. Non ti piace un po' questa idea? Manco un po', mi dirai: io ho il coraggio di guardare il sole in faccia, sono adulto! Attento agli occhi però ...

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    3. << Ma uno dei traumi di tante persone intelligenti (...) è il pensiero di cadere nel nulla morendo, finire in un buco nero. >>

      Lo capisco, ma secondo me si tratta di un semplice errore di prospettiva.
      Quelle persone immaginano di percepire se stessi come morti (così come possono percepire l'assenza dei propri cari dopo la loro morte) e ne hanno, giustamente, spavento.
      Ma la morte è la totale assenza di percezione, per cui non abbiamo più nulla di cui dolerci.

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    4. << sei un essere eterno, immortale, anche se non hai (ancora?) vinto il Nobel. >>

      In effetti no; però ci sto lavorando su... ;-)

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  7. Uccidere qualcuno, privare qualcuno della cosa più preziosa, la vita, è considerato il massimo delitto, anche nella morale cattolica (è poi uno dei dieci comandamenti). Gli togli tutto. Ma per i credenti c'è la consolazione dell'altra vita, non togli proprio tutto, la vita continua (e non si dice passare a miglior vita?).

    Comunque l'istinto di conservazione ci fa evitare i rischi e pericoli mortali, nonché il dolore. La morte è la più grave perdita e ci rende la morte orribile (ma lo stesso ci affascina, pensa all'attrazione del macabro per tanta gente). A me non piace proprio passeggiare in un cimitero di notte, mi sento sfiorare da sora morte (che non sento così sorella come diceva Francesco).

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    1. << Ma per i credenti c'è la consolazione dell'altra vita. >>

      Ed invece ai funerali piangono sempre tutti, non solo gli atei (il che è comprensibile), ma anche i credenti, che dovrebbero avere ben altre speranze e prospettive.
      Curioso, vero ?

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    2. Sì, questo fatto che anche i credenti piangono e soffrono dà da pensare. Se davvero ci credessero, ma proprio nell'intimo, all'altra vita, dovrebbero persino essere contenti che il caro estinto sieda alla destra del Padre, felice e beato per l'eternità.
      Ma, diranno loro, i credenti, siamo fatti di carne e perciò soffriamo dell'irrimediabile perdita. Sì, è proprio irrimediabile, perché di là non è tornato mai nessuno (così Benigni in un film di Fellini, nel titolo c'è la Luna, non l'ho visto sto film. Ah Fellini, com'è ormai lontano, non è un regista sopravvalutato? Recentemente ho registrato e rivisto La Dolce vita: per carità, non si può più guardare a parte il bagno di Anita Eckberg nella fontana di Trevi. Ho subito cancellato la registrazione. Fellini addio. Forse resiste Armarcord.

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    3. Forse hanno ragione gli psicologi a dire che l'uomo è molto meno razionale di quanto ami pensare.
      Già l'economista e sociologo Vilfredo Pareto (un razionalista che scriveva ai primi del '900) diceva che le società umane si reggono molo più sui comportamenti non-logici che su quelli logici.

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  8. Il film di Fellini a cui ho accennato sopra è "La voce della luna". Ho visto qualche scena su youtube. In una Benigni, se non ricordo male in un cimitero o davanti a una tomba, fa appunto questa profondissima osservazione: accidenti, ma di là non è mai tornato proprio nessuno. Benigni filosofo? Lo preferivo nei panni di Johnny Stecchino (mi ha fatto fare una delle più belle risate della mia vita). Che delusione invece come laudator della Costituzione italiana e lettore della Commedia. Sutor, ne ultra crepidam.

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    1. Benigni, quando è stato al suo meglio, ha fatto fare delle grandi risate anche a me (non solo Johnny Stecchino, ma anche Il Mostro e la prima parte di La vita è bella).
      Ma quando esagera e vuol fare il fenomeno a tutti i costi, è quasi insopportabile.

      Su Fellini, invece, non mi pronuncio perchè, sostanzialmente, non conosco i suoi film. La sensazione però, anche per me, è quella del 'genio compreso'.

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  9. Caro Lumen,

    vorrei aggiungere una cosa su Dio. Chi o che cosa sia nessuno lo sa, nessuno l'ha mai visto. Sembra ce sii rivelò a Mosè nel roveto ardente ... Tanti anni fa un prete (!) disse: questa parola - Dio - è così ipotecata, perché non dire Senso? Mi sembrò una trovata geniale. Intanto sul senso della vita e sul senso ultimo tutti possono dire democraticamente la loro, non solo gli esperti alias teologi. E la questione è poi: la vita ha un senso? Nessuno, dice il nichilista Pardo e forse la maggior parte della gente. Ma dire che la vita non ha senso è deprimente, è negazione. Come dicevo sopra si sta meglio affermando. Chi afferma, chi vede un senso nella vita diffonde ottimismo, gioia di vivere. Il senso ultimo ovvero il Senso (sinonimo di Dio proposto dal prete) non lo conosciamo e non lo conosceremo mai. Ma un senso a portata di mano, che ci soddisfa, anche profondamente, ce l'abbiamo: è la gioia, il benessere che ricerchiamo sempre e che può riempire la nostra vita. Quando si prova gioia o si è perfino felici non ci domandiamo mai che senso abbia ciò che proviamo e non diremo mai che tutto ciò non ha senso, che la vita fa schifo. La vita ci sembra senza senso quando non proviamo (più) gioia. Parafrasando Proust direi perciò: "Alla ricerca della gioia perduta". L'ultima parte dell'opera di Proust ha per titolo: "Il tempo ritrovato" (Il titolo dell'opera è "Alla ricerca del tempo perduto"). Speriamo di poter titolare la nostra opera o vita: "La gioia ritrovata".

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    1. Caro Sergio,
      quello che tu dici sul senso della vita è giustissimo.
      Però, ma lo dico da ateo e quindi con una certa facilità, utilizzare il concetto di Dio come senso della vita mi pare comunque limitativo, modesto, inadeguato.
      Dio, per chi ci crede, è il surpemo regolatore delle nostre vite, per cui il senso che lui da all'esistenza di un credente è quella dell'obbedienza.
      Per molti, evidentemente, la cosa funziona benissimo, ma per altri rappresenta una gabbia intollerabile.

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    2. Mi sembra ci sia un malinteso. In effetti eliminiamo il concetto di Dio. Il senso ultimo non lo conosciamo, ma rinunciamo al Dio antropomorfo finora in auge. "Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza" disse Dio nel VT (che Dio meschino sarebbe se ci somigliasse!). In realtà ci siamo fatti noi un Dio, già nel VT, a nostra immagine e somiglianza, con l'unica differenza che Dio possiede le qualità positive (onniscienza, bontà, sapienza ecc.) all'ennesima potenza: sarebbe in effetti il vero Übermensch.
      Di nuovo: invece di perderci in discussioni sulla natura di un essere sconosciuto parliamo di cose concrete che ci riguardano, che sono verificabili e che danno senso alla nostra vita. Dio è scomparso (Caproni: si è suicidato). Noi invece siamo.
      Ricordo il nostro insegnante di filosofia al liceo, un sacerdote, che ci consigliava un libro dal titolo "Dare un senso alla vita". Ma per un credente e cristiano il senso non può essere che la salvezza dell'anima, il "grande affare" per i gesuiti. Come ho detto sopra il senso è la gioia. Sul senso ultimo ovvero Senso possiamo solo fare delle congetture.

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    3. In effetti, il senso della vita è un problema solo per noi atei. I credenti, da qual punto di vista, sono a posto.
      Ovviamente dire che la vita non ha alcun senso (come fanno alcuni) appare eccessivo.
      Allora proviamo a cercare nelle leggi della natura, le uniche a cui siamo davvero soggetti, e vediamo se troviamo qualcosa.

      E qualcosa, in effetti lo troviamo, anzi ne troviamo due, uno per il fenotipo, uno per il genotipo.
      Per il fenotipo lo scopo della vita (e quindi il senso) è di vivere bene ed essere felici.
      Per il genotipo, invece, è di ottenere la massima discendenza.
      Per quelli (come noi) che non hanno figli, occorre pertanto accontentarsi del primo.

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    4. Mi sono piaciute queste tue osservazioni. A proposito di:

      "I credenti, da qual punto di vista, sono a posto."

      ... direi che tanto a posto non sono. Sì, una certezza e una consolazione ce l'hanno, per loro la vita continua. Però per il resto la loro vita è più o meno come quella degli altri, con alti e bassi, piaceri (ben visti) e dolori (da evitare). Per non dire poi del fatto che non vogliono togliere il disturbo e godersi il paradiso nemmeno un minuto prima del necessario.

      Non so se conosci una certa Costanza Miriano che ha un suo blog. È una cattolica praticante. Ogni tanto do un'occhiata a quello che scrive e sono stupito che ci siano ancora persone che pensano cose del genere:

      https://costanzamiriano.com/2021/05/26/la-chiesa-riparte-dalle-ginocchia/

      Semplicemente pazzesco, incredibile. E ha pure una folta schiera di "seguaci" (penso sia la traduzione di followers).
      Costanza da una lato mi fa tenerezza (è quel che si dice un'ottima persona, impegnata, generosa ecc.). Però le sue granitiche certezze danno alla sua vita un senso e forse una pienezza da fare invidia. Ovviamente non possiamo seguirla nel suo cammino.
      Sembra che Leopardi a Napoli confidasse a Ranieri: "Era pur bella la fede." Ammesso che sia vero sarebbe l'espressione di una nostalgia dell'infanzia e delle sue certezze. Come quella che prova l'agnostico Veneziani.

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    5. << Però le sue granitiche certezze danno alla sua vita un senso e forse una pienezza da fare invidia. >>

      Probabilmente sì, ma non per questo le sue certezze la rendono più felice.
      Quando le cose, nella Chiesa o tra gli altri fedeli, vanno diversamente da come lei desidera, si arrovella e si indispettisce esattamente come noi.
      Quindi, tutto sommato, non sono poi da invidiare troppo (con buona pace anche di Leopardi).

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  10. NUMERI INFINITI
    Forse si può uscire dal "cul de sac" qui delineato recuperando la classica distinzione filosofico-matematica tra Infinito potenziale e I. attuale (mai effettivamente dispiegato per intero)...

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    1. Non la conosco, ma sembra interessante.
      Potresti darci qualche chiarimento ulteriore in merito ?

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    2. La distinzione si ricollega alla classica dicotomia aristotelica tra Potenza e Atto: in tale ottica dunque non esiste una sola tipologia di Infinito (sul quale recentemente il Prof. Odifreddi, il cui sito fino a qualche tempo fa era linkato anche su qs blog, ha pubblicato un importante saggio che ne mostra la poliedricita'/polisemanticita') e in tale prospettiva ai Numeri afferisce solamente la dimensione potenziale, mai quella attuale... Saluti

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    3. PS: in poche parole, in qs ottica e' impossibile "mettere concretamente in fila" tutti quanti i Numeri poiche' sarebbe necessario un tempo infinito: l'insieme dei N. e' dunque infinito soltanto "in potenza"...

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    4. Grazie per il chiarimento.
      Quanto al blog di Odifreddi (Il non senso della vita), che in effetti a suo tempo visitavo con regolarità, mi risulta che sia stato chiuso per dissapori con il quotidiano ospitante (mi pare Repubblica), che non aveva gradito alcune sue affermazioni un po' scomode (Odifreddi ha notoriamente un carattere poco malleabile...).

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  11. Dio e la Fisica
    Per riprendere una citazione del succitato Prof Odifreddi:
    'Chi vuole essere logico NON puo' essere teo-logico'... :)

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  12. Naturalmente esistono concezioni della Divinita' almeno in parte compatibili con le leggi della Fisica (ad es quella spinoziana, molto apprezzata ad es da Einstein) ma tali concezioni risultano assai differenti da quella ufficialmente proclamata dalle tre grandi Religioni monoteiste... Saluti


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  13. Certamente, le concezioni della Divinità sono molte e diverse tra loro, in quanto la creatività dell'uomo, in questo campo, ha ben pochi limiti.
    Ma un 'dio' compatibile con le leggi della fisica, cioè subordinato ad esse, serve a ben poco e su di esso non si potrà mai costruire una grande religione.

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  14. Eterno ritorno
    Almeno due questioni fondamentali:
    1) eterno ritorno dell'uguale oppure i vari (ipotetici) cicli cosmici differiscono l'uno dall'altro?
    2) la permanenza o meno della memoria (individuale), senza la quale, come osservo' ad es Locke, la continuita' (individuale) sfuma e anche le (eventuali) rinascite o reincarnazioni lasciano per cosi' dire il tempo che trovano... Saluti

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    1. La permanenza della memoria negli esseri viventi può esistere, ma solo sotto forma di infomazioni genetiche contenute nel DNA.
      La memoria del fenotipo, invece, mi pare impossibile, per ovvii motivi fisiologici.
      Per questo le religioni hanno tanto successo: perchè promettono l'impossibile.
      Io quindi, nel mio piccolo, sto con Locke.

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