sabato 4 luglio 2020

Popolazione e menzogne – 2

Si conclude qui l'intervento di Maria Luisa Cohen al Convegno 2008 di Rientrodolce, dal titolo “Perchè i media ignorano l´impatto dell’incremento della popolazione”. LUMEN

(seconda parte)

<< Qualsiasi metro si adoperi, si ha sempre torto. La stampa di destra non riconosce che l´economia è sussidiaria all´ambiente, le risorse del pianeta sono finite e non le importa se nel corso dello sviluppo economico a tutti i costi si perdono qualche milione di specie. La stampa di sinistra abbraccia lo slogan cretino: " non è la popolazione, ma il consumo” come se le due non fossero in relazione l´una coll´altra. In effetti, dicono la stessa cosa: che la torta basta per tutti, se viene distribuita in porzioni eguali.

L’imperativo è focalizzare l’attenzione sull’ultimo trend internazionale. Al momento esso è il Global Warming (GW), due anni orsono era di moda la Povertà, temi affrontati con concerti , gadgets e una panoplia di celebrità. In una ridicola intervista, John Lennon, che tutti gli ammiratori del defunto cantante dovrebbero considerare come testimonianza della sua insensatezza, dice che la popolazine, phew, no problem, it will balance itself out. Il Video conferma che i cantanti dovrebbero aprire la bocca solo per cantare o mangiare. Nel caso del nostro, il problema era anche fumare.

La CNN presenta un'abitante di una delle nazioni più povere del pianeta che si lagnava di non poter nutrire i suoi 6 figli (forse sarebbe stato il caso di regalargli un preservativo – n.d.r.). L’intervistatore mai batte ciglio o commenta queste notizie. Esse sono assolutamente normali, ovvie nella loro neutralità.

Nell’aprile 30 dall´Herald Tribune, si apprende che mancano i fertilizzanti artificiali, derivati dal petrolio, e vera manna dell´aumento della produzione agricola. Essi sono infatti piu’ efficaci di quelli naturali: mezzo chilo di fertilizzante chimico contiene piu´ nutrienti di 50 chili di quello naturale.

Jeffrey Sachs, quello della riduzione della povertà, dice che questa è la differenza tra la vita o la morte, essa è una delle cause per cui il mondo ha poche alternative a questa dipendenza dal petrolio, poiché la popolazione aumenta e cosi anche i noveau riches richiedono il loro share di benessere, insieme ai nuovi poveri. Intanto le associazioni ambientaliste dirigono l´attenzione del pubblico attraverso le loro direttive mediatiche sul fattore consumo.

E’ il loro mantra, ma Jeffrey McKee dell´Università di Columbus ci avverte che: "Anche se vivessimo come santi vegetariani, avremmo lo stesso impatto negativo sulla biodiversità”. Jane Goodall la protettrice dei primati in Africa è della stessa opinione. ("Heads not footprints stamp out species" da un rapporto del 25 luglio 2003.) Eppure il Corriere della Sera del 28 settembre 2003 riportava (a fine pagina) che durante una Conferenza in Etiopia, 200 scienziati da 35 differenti paesi dichiararono che 45.000 specie di flora Africana stanno sparendo per lo disboscamento dovuto a nuove coltivazioni.

Similarmente, un recente articolo del Times di Londra annuncia che i leoni sono minacciati da estinzione perché cacciati per salvare specie domestiche utili all’alimentazione. Eccetera. Ho una lunga lista di notizie, tutte rigorosamente riportate sui media, su distruzioni, carestia, esaurimento di risorse, tutte le catastrofi umanitarie che potete immaginare nella vostra fantasia più sadica, ma senza accusare che esista una relazione causale con il numero di persone che subiscono tali effetti devastanti.

Naturalmente, la domanda che potrebbe essere alla base di un quiz di uno show televisivo popolare sarebbe: "Quale è l´elemento comune a questa notizie?" Semmai troviamo una sclerotica referenza all´aumento della popolazione, è come un ripensamento, messo li distrattamente per giustificare l´ingiustificabile, suscitare compassione in cuori oramai assuefatti al peggio, con la notizia che esiste una fatalità incombente e travolgente come una valanga, una legge inevitabile a cui non possiamo sfuggire ma soltanto accettare perché scritta nel libro del Fato.

E’ certo che questa rassegnazione dipenda anche dal riconoscimento che l´istinto a procreare è un imperativo biologico, altrimenti la specie si sarebbe già estinta. Per consolazione, arriva sempre la soluzione tecnologica. La sola cosa importante è di nutrire gli affamati, ma senza dare loro una vita vera. Quelli d’altra parte non si accontentano della coltivazione a chilometro zero, ma la vita vera – secondo i canoni dei mass media manipolati dagli interessi economici mondiali - se la vanno a cercare ed emigrano in numero sempre crescente.

Di fronte all´inevitabile, i media e I politici vedono negli OGM la salvezza che ci condurrà ad un altro circolo vizioso, già previsto da Aldous Huxley. Ma spunta nell´inconscio collettivo un altro colpevole: l´ingiustizia umana: Non c´è acqua ? essa è distribuita in modo ineguale dalla piu´ grande originatrice di ingiustizia che esista, la natura. Se tanta gente muore laddove non c´è acqua è perchè vivono in luoghi senza acqua.

Si dovrebbe calcolare la "human density for unit of productive area.” Che ci direbbe che la terra dove questa gente abita non ha la capacità produttiva di sostenere neanche dieci di loro per metro quadrato, a ogni livello di vita decente. Una schiera di buoni intenzionati ci assicurano che, se eliminassimo tutte le guerre, distribuiamo le risorse equamente, incoraggiamo l´economia di mercato, diritti umani, democrazia, saggezze tradizionali, offriamo solidarietà, globalizziamo, deglobalizziamo, curiamo l´Aids o la malaria, ma non contraccettivi, allora ? Allora secondo costoro il mondo ridiverrebbe verde e le megalopoli finirebbero di inquinare.

Invece, ultimamente l´attenzione dei media si rivolge a un altro problema scottante: la mancanza di nascite nell´Occidente, Europa e Giappone. Singapore incoraggia coppie con iniziative decisamente osè per gli standard puritani dei paesi asiatici: suggerimenti come avere sesso nei sedili posteriori della macchina, inclusi mappe per i luoghi piu’ appartati e altri mating rituals organizzati dal governo.

Già l’Ansa nel 10 luglio 2006 intitolava drammaticamente una notizia: Famiglia: dagli anni '70 il crollo della natalità: “Sono emersi dunque dati definiti "allarmanti", e cioé che in Italia si è passati in meno di un quarto di secolo da più di 2,7 a meno di 1,2 figli per donna: la capacità di fare bambini della società italiana, in soli 25 anni, si è ridotta di quasi tre volte.”

Dunque, il problema è un altro: siamo troppo pochi. Non importa che la densità della popolazione in italia sia del 197,5 al km2, che ci pone i già menzionati problemi di occupazione del suolo. (la ricca Australia ha una densità di 2,6…) Per l’ Europa, in generale, il declino delle nascite è la metafora del declino della nostra civilizzazione. Dappertutto, culle vuote e incentivi finanziari per procreare. Ma quale fu il numero di cittadini di Atene al tempo di Pericle ?

E se contiamo sul numero di Conferenze sulla Popolazione che si sono susseguite nel passato, e già menzionate, dobbiamo riconoscere che il soggetto doveva essere riconosciuto come importante. Importante ma tabù. Il soggetto è potenzialmente esplosivo, per le sue ramificazioni ideologiche e perché per sua stessa natura induce una specie di “scale paralysis” che prende qualsiasi dirigente che debba affrontare decisioni impopolari dal punto di vista politico, sociale e morale.

L´United Nation World Summit on Sustainable Development, focalizzato sullo sviluppo dell´Agenda 21, era una buona occasione per sollevare la questione. E cosi il Millennium Development Goals: gli otto obiettivi non comprendono la sovrapoppolazione, ma l´eliminazione della povertà. Si continua a non vedere la connessione e la vera origine del problema.

In caso che aveste perduto il tema, tutte queste Conferenze Internazionali parlano di povertà e della sua eliminazione e, come quella del Cairo, dei Diritti della Donna ma sempre vista come madre pronta a prolificare. Intanto, sono andata a vedermi il Bollettino dell´Earth Negotiation (ENB) pubblicato dall´International Institute for Sustainable Development (IISD), ma non ho trovato il problema popolazione. Quando ho telefonato per sapere il perché di questa omissione, mi fu risposto che il problema apparteneva a un´altra Istituzione dell´ONU, la Population Division.

La maggior parte delle discussioni post Johannesburg e Millennium Goals assumono la posizione dello struzzo. Leggendo le risoluzioni passate e presenti (e presumo future), sono tutte un labirinto di non-eventi, concernenti formalità e formule per accedere ad altri eventi, specificazioni di azioni spiegate in maniera da perdere il loro significato originale e disegnate allo scopo di confondere e occultare il vero problema. Gli incontri prendono tempo per organizzare altri incontri inconcludenti, dove verranno formate nuove Commissioni e Gruppi, tutti espressi in acronimi, nel caso consueto che non si possano pronunciare i loro titoli.

A un certo punto, con l´arrivo degli esperti che devono presentare rapporti sulla desertificazione, per esempio, l´accumulazione delle conoscenze senza relazione ad altre conoscenze è cosi vasta che ogni persona sana di mente rinuncia a pensare che si possa arrivare a una soluzione ai problemi espressi in un farragginoso burocratese (infarcito di politically correct) che non è comprensibile da nessuno. In conclusione, sono convinta che la comunicazione sia una priorità, che non ci si puo’ chiudere dentro se stessi ma rivolgersi al vasto pubblico.

E’ essenziale l’aiuto delle comunicazioni di massa che possono anche convincere la politica dell’importanza del fattore Popolazione. Gli stessi politici devono sapere che è loro dovere diffondere le “cattive notizie”, perché la situazione è grave, e piu´ la si ignora piu´ diviene intrattabile. Spero di avere aiutato a dimostrare l’urgenza della ignorata connessione tra i problemi del pianeta e la sovrappopolazione, cosi come la necessità della cooperazione dei media nonché di tutte le forze responsabili che ne sono a conoscenza, per influenzare e diffondere questa consapevolezza.

Queste influenze si rinforzano mutualmente e sinergicamente per un incentivo alla auto regolazione delle nascite e l’appoggio di strumenti adeguati per favorire la sua attuazione. I politici che cercano di convincerci che la sostituzione di efficienti lampadine e il ciclo virtuoso dei rifiuti possano salvare il pianeta, dovranno rivolgere la loro attenzione verso un cambiamento di priorità dei loro cittadini. La rivoluzione dei costumi può, anzi deve, cominciare da una rigorosa ed onesta informazione. Ma….. >>

MARIA LUISA COHEN

21 commenti:

  1. L'amico Agobit, nella sua presentazione al pezzo della Cohen, faceva rilevare questa paradossale contraddizione:

    << L'accusa più leggera a chi poneva il problema della sovrappopolazione era ed è di razzismo (e si poteva arrivare anche ad essere definiti nazisti).
    [Ma] denunciare la devastante e letale crescita spropositata della popolazione umana a scapito di tutte le altre specie viventi era ed è esattamente l'opposto di ideologie che propongono la sopraffazione di una sola razza umana o di una nazione particolare. >>

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    1. > definiti nazisti

      Tutto cio' che non si inchina alla Unica e Superiore Ortodossia viene definito come fascista/nazista (al quale si e' aggiunto il leghista).
      Anche quando non ha nulla a che fare con il fascismo o gli altri due movimenti politici.
      La modalita' e' di demonizzare coloro che non si adeguano e di sopprimerli "ideologicamente" (anche fisicamente, come hanno fatto spesso i rossi, non solo con gli altri, ma pure con i rossi non sufficientemente rossi o di rosso non sufficientemte puro).
      In definitiva un metodo brutale e rozzo animato dal fondamentalismo, difficile trovare peggio.

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    2. Caro UNIC, facevo appunto notare, in un commento al post precedente, che i nazisti c'entrano ben poco con questo argomento, perchè avevano come (odioso) obbiettivo la sostituzione demografica (mediante pulizia etnica, eugenetica et similia), ma non anche la diminuzione della popolazione.
      E questo perchè, essendo una dittatura, non potevano evitare il principio aureo secondo cui 'il numero è potenza'.

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    3. Sul fatto che l'accusa di nazismo sia oggettivamente lunare, siete (siamo) d'accordo. Rolf Sieferle scriveva che il fanatismo immigrazionista stigmatizza sistematicamente sul piano etico chiunque provi ad opporsi all'invasione. L'unica soluzione è quella locale, perché quelle globali non funzionano (e Hardin raccomandava di non globalizzare un problema che puoi risolvere localmente). La soluzione, l'unica e la sola, è militare. Non sono per niente d'accordo con te, caro Lumen, su due questioni. Una è la sostituzione demografica, che non può essere un male in un mondo che va a riproduzione libera (sta avvenendo a nostro danno. Avviene comunque). L'altra, la mancata diminuzione, mi ricorda una stessa obiezione che mi venne fatta qui da quel "firmato winston diaz": io ritengo che non solo i paesi democratici sono prolifici come quelli non democratici, ma soprattutto (apice della follia), avallano la bomba demografica altrui, mentre il nazifascismo legittimata solo la propria, non quella dei "cessi di paese", per usare la definizione di Trump. Sacralizzare l'esistenza di umani infestanti, "salvare le vite" (formula per istigare all'invasione), incentivare la bomba demografica mantenendo aperta la valvola di sfogo dell'invasione, inviare aiuti in paesi dalla demografia fuori controllo affinché il cancro continui a espandere le metastasi, sono crimini delle democrazie, non del nazismo. Il mondo sta morendo di sovrappopolazione, non di eugenetica. Perciò io trovo odiose le sterilizzazioni mancate, non quelle che sono state fatte (per fare solo un esempio).

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    4. Io ritengo che non *siano*. Ho inserito il verbo principale in un secondo tempo e non ho notato il congiuntivo mancante. Scusatemi.

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    5. Le sterilizzazioni possono essere un aiuto per il problema demografico, ma ovviaente solo in quanto concordate e condivise con gli interessati.
      Le sterilizzazioni forzate sono una cosa vergognosa, un atto di violenza che non può essere giustificato neppure dalla tutela dell'ambiente.
      Inoltre c'è uno spazio immenso di intervento legato alle scelte culturali (il numero dei figli resta comunque una scelta), per le quali si può fare moltissimo.

      Sono d'accordo invece che la politica dell'accoglienza indiscriminata resta sbagliata sotto tanti punti di vista, compreso quello demografico.

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  2. Un magnifico contributo, al quale, tuttavia, mi sento di dissentire su due punti. La divisione in parti eguali della torta è l'ossessione della sinistra, mentre la destra, invece, afferma che la torta è di fatto infinita, e non essendovi un limite insuperabile, può sempre crescere e poi ancora crescere.
    L'altro punto sul quale non concordo è sulla possibilità che politica e media possano cambiare. La prima non fa che mostrare il suo solito esclusivo interesse all'hic et nunc (l'attuale maggioranza di governo ne è un esempio lampante), l'altra è troppo rimbambita da benessere, white guilt, religione dell'uguaglianza e così via. Il problema non si risolve per via democratica. Dal mio punto di vista, come credo di aver scritto anche qui in passato, non è possibile.
    Bel lavoro Lumen,
    Francesco

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    1. Grazie Francesco, sei sempre il benvenuto qui.

      Sono d'accordo che la Politica ed i Media non abbiamo molte chances di rinsavire spontaneamente.
      Ma sopra di loro ci sono le elites, che prendono le vere decisioni e li utilizzano poi come esecutori.
      Il giorno che le suddette elites si dovessero convincere (nel loro stesso interesse) che siamo in troppi, darebbero le conseguenti istruzioni e potrebbe finalmente succedere qualcosa.

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  3. La tua risposta mi dà modo di precisare la mia opinione. Nulla da ridire sul rapporto gerarchico al quale deve sottostare il giornalista. Finanche il suo editore può avere un superiore cui rendere conto. Sulla politica, invece, dico che se è davvero come dici tu (io sarei più per un sodalizio di mascalzoni, le élites politiche e le altre accanto), allora questo mi permette di rincarare la critica sulla democrazia. Pazzesco che in Italia si possa governare solo se la magistratura lo permette, o che qualcuno possa censurare il presidente americano e respirare ancora su questo pianeta. Il primato della politica dovrebbe essere intoccabile.
    Non ho invece nessuna speranza che ci possa essere un rinsavimento delle élites perché l'interesse al quale fai riferimento è di lunga prospettiva, mentre la natura umana bada all'abbuffata del momento, come dicevo. Persino quando si tratta dei propri figli: mah, non so, non è dimostrato, se la vedrà mio figlio, e via dicendo. Andremo avanti così fin dentro il burrone, caro Lumen.
    Francesco

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    1. Caro Francesco la mia posizione sul NON primato della politica è maturata negli anni (leggendo ed imparando da tante fonti diverse) ed ormai, per me, è un principio acquisito.

      D'altra parte se tenti di capire le contorsioni della politica secondo il vecchio metro (quello appunto del suo primato) finisci per non capire quasi nulla.
      Se invece vedi nel ceto politico (soprattutto nelle democrazie occidentai) dei semplici esecutori del vero potere economico, tutto diventa più chiaro e comprensibile.

      Ne ho avuto una prova implicita in una affermazione di Walter Veltroni (uno che la politica di alto livello l'ha vissuta per molti anni) e che ho riportato in un post dello scorso maggio ('Punti di vista - 18').
      Direi che in quella frase c'è tutto quello che dobbiamo sapere.

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    2. Immagino quanto sarebbe stato capace lui di affrancarsi da quella entità se fosse riuscito a diventare premier nel 2008. Ad ogni modo, la mia considerazione per Veltroni è davvero troppo bassa perché per me la sua opinione faccia qualche differenza. È come per l'immigrazione, o per la sopravvivenza dei criminali in mezzo a noi, problemi risolvibili, se si vuole. Ovviamente un corrotto regime democratico non lo farà mai. Ti dicono che votare è un dovere, ti promettono grandi cambiamenti e poi niente. Vorresti levarti dal collo il cappio dell'euro e un simpaticone al Quirinale ti dice che non posso perché secondo le sue previsioni (valide quanto quelle dell'oroscopo, secondo quanto disse all'epoca Travaglio - cito volutamente uno che non stimo), sarebbe un male. Secondo le mie, invece, sarebbe un bene. Come la mettiamo? A che serve votare? Va bene solo entro i limiti stabiliti da Mattarella? Stessa cosa con il far West degli arrivi. Io (mai votato Lega) chiedo a Salvini di fermarli, arriva un giudice qualunque e mi dice che non si può respingerli. E due, il mio voto ancora sotto i piedi dei potenti. Io non me la prendo con l'entità, si può battere, volendo. Ma bisogna prima fare pulizia in casa propria, e questo è dovere della politica, che non lo fa (e dei generaloni, che vedono, incassano lo stipendio e lasciano fare).

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    3. > giudice qualunque e mi dice che non si può respingerli

      Il problema istituzionale, magistratura fuori controllo, è invece il potere giudicante che, a differenza degli altri due, tenuti a rispondere agli elettori e al parlamento, è in un'autodichia impazzita e sovversiva, in quanto, come l'ennesimo merdaio verminaio uscito dal vaso di Pandora del CSM con le vicende Palamara "facciamo fuori Salvini" ha dimostrato. Un contropotere nello stato, antidemocratico, golpista.
      (scusate l'autocitazione).

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    4. Che la magistratura sia "fuori controllo" non lo credo.
      Certo non è controllata dalle strutture democratiche, ma qualcuno che la guida e la indrizza probabilmente c'è.

      Dice la Costituzione (art. 101) che:
      << La giustizia è amministrata in nome del popolo.
      I giudici sono soggetti soltanto alla legge. >>
      A parte il primo comma, troppo vago e generico per avere una qualche utilità, resta il secondo, più specifico, che dovrebbe tutelarci.
      Il guaio è che leggi (spesso solo perchè mal fatte) si prestano a diverse interpretazioni, ed allora ecco che i giudici etero-diretti hanno il loro spazio di manovra.

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    5. Il giochino sta tutto nello stare in formalismi ineccepibili e di fatto sovversivi per cui il potere giudicante interviene in campo legislatico ed esecutivo imponendosi ai due poteri relativi.

      Ad esempio che le leggi, per quanto malfatte, che non piacciono, non si applicano.
      La cosa paradossale e' che c'e' il giochino che se la costituzione garantisce loro il "non mi piace" si tira in ballo la costituzione, se essa (come nel caso dei confini nazionali) e' chiara, allora si passa al presunto diritto internazionale sovraordinato, svuotando la costitunzione di ogni valore specifico.
      Il risultato e' che la sovranita' democratica viene annullata da questa castalia autoreferenziale nella sua autodichia.
      Qualsiasi cosa facciano o non facciano non rispondono a nessuno. Ovvero dovrebbero rispondere al CSM che, pero', essendo parte stessa del potere sovversivo, golpista, evita di intervenire.

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    6. Una gestione ottimale del potere giudiziale, il cui esercizio è sicuramente fondamentale in una società civile, è probabilmente impossibile.
      Non per nulla nelle varie nazioni vengono utilizzati diversi sistemi.

      Negli USA, tanto per fare un esempio, parecchi giudici sono eletti direttamente dalla popolazione, il che dovrebbe evitare eccessive astrazioni di casta.
      Questo però non impedisce che si verifichino altre e diverse controindicazioni.

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    7. In qualche modo e' necessario relativizzare al contesto.
      Ancora un'osservazione: il modo migliore per ottenere il PEGGIO da una persona o da una organizzazione di persone e'... togliere ad essa o ad esse la responsabilità.
      Ovviamente non c'e' alcuna ragione per cui per i magistrati cio' non debba succedere.

      Quindi la questione di come responsabilizzarli è fondamentale per una giustizia che funzioni.
      Una giustizia che sia giusta!?
      Questo e' altro paio di maniche.
      La giustizia e' correlata intimamente alla morale e la morale non si puo' calare (e tantomeno imporre) dall'alto.
      Quindi gli scollamenti ovvero le "astrazioni" di casta, come divevi, sono un indice di una frattura.
      Le fratture sono sempre indici chiari di PROBLEMI, non sono affatto segni positivi di salute e funzione in una società e in altro.
      La frattura tra queste castalie (spesso parassitarie) e il resto della piramide sociale parassitato è questione vecchia (Hermann Hesse ci scrisse "Il gioco delle perle di vetro" su questo, prendendo un Nobel).
      La cosa buffa (? o tragica) è che nei paesi comunisti i vertici della "base, corpo proletari", i soviet, hanno esattamente reintrodotto tutte le questioni dei rapporti di (in sinistrese) sfruttamento di classe.
      Come sempre, a sinistra, con l'aggravante che tutto cio' e' infinocchiato, adulterato, travisato, da principi e "valori" (?) esattamente opposti.
      Insomma, come una metafora poco fine ma efficace, tra una bottiglia di piscio con etichetta "Piscio" e una bottiglia di Ansonica o Verdicchio con relativa etichetta ma contenente piscio, la prima e' certamente meno pericolosa / meno peggio.

      La questione di un tribunale per i giudici e'... un esempio di ricorsione. In effetti, quali dovrebbero essere i metagiudici? Chi giudicherebbe l'operato di questi?

      Da questi problemi via via piu' fini, astratti e l'attuale posizione golpista, sovversiva di un potere giudicante che si sovrappone e si impone su quello esecutivo e legislativo, c'e' il mare in mezzo.

      Alla fine, in democrazia, se ci pensate, e' la popolazione (il popolo) che ha la sovranita' e quindi e' esso a stabilire una morale, a eleggere quindi chi fa delle leggi piu' o meno correlate ad essa. E' "il popolo" (non mi piace questo termine) che decide (e si assume le conseguenze di cattive scelte) non la casta della magistratura.
      L'autodichia deve essere quella popolare, non quella della magistratura.
      Data la gravita' della situazione attuale il problema di eventuali controindicazioni e' anche solo probabilisticamente, minore dei disastri attuali e dei golpe operati in continuazione dalla magistratura.

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  4. Passati dodici anni dall'intervento della Cohen e... nn e' cambiato un tubo. Anzi, no, e' peggiorat (l'entropia sociale, culturale, etica e' una delle forme in cui si manifesta l'entropia).

    Da molto tempo affermo che l'unica giustizia e' quella delle portanza ecologica di un territorio, ovvero una condizione per cui la popolazione e' commisurata alle risorse e alla biodegradazione del territorio che la ospita che, secondo me, dovrebbe essere definita, in inglese come

    human density for eco-unitary productive area

    povvero rapportando
    o - al numeratore la densita' antropica (poolazione / area)
    o - al denominatore le risorse e la biodegradazione (uno scalare che e' piccolo nei deserti, grande nelle foreste temperate, ad esempio) per unita' di area.

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    1. Sono d'accordo. L'impronta ecologica deve essere il principio basilare di tutti nostri comportamenti e le nostre decisioni, come se fosse un principio costituzionale supremo, al quale tutte le leggi si devono inchinare.
      "Articolo 1 = L'Italia è una repubblica democratica fondata sull'impronta ecologica".
      Che te ne pare ?

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    2. C'è chi dice che l'impronta ecologica è una balla (il cattolico Ettore Gotti Tedeschi, ex presidente dello IOR). Il motivo del rifiuto mi sembra logico:
      per i cattolici la sovrappopolazione non esiste, è un falso mito.
      Quanto all'impronta ecologica io non me ne intendo. Mi pare comunque utile, il rapporto tra popolazione, territorio e consumi è direi decisivo (ricordo che la nostra associazione ambientalista Ecopop tematizza questo rapporto, cosa che i Verdi rifiutano e tacciano Ecopop di razzismo e xenofobia in quanto vorrebbe limitare, non impedire, l'immigrazione).

      L'articolo 1 della nuova costituzione italiana significherebbe però che un certo territorio può ospitare e nutrire un numero abbastanza preciso di abitanti e arrivi e partenze dovrebbero equivalersi. Insomma, è l'articolo di una società o gruppo abbastanza. Non credo che questo articolo sarà approvato.

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    3. Ovvio che un articolo come questo non sarà mai neppure preso in considerazione.
      Però la stabilità, che è sorella dell'equilibrio così importante in natura, è un valore fondamentale.
      Per questo ipotizzare una società stabile, e quindi seguire regole giuridica che portano a questo risultato, sarebbe la cosa più intelligente da fare.

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