mercoledì 13 maggio 2020

Punti di vista – 18

POTERE POLITICO
Esistono due livelli di potere, il potere degli organismi politici eletti dal popolo e, al di sopra di questi, c’è il potere di una Entità indefinibile che detta le linee guida ai governi.
Funzione del potere politico è l’attivazione dei programmi dell’Entità.
A sua volta l’Entità si adopera con ogni mezzo per garantire la continuità del potere politico, creando privilegi per le persone che ne fanno parte, garantendo loro una immunità totale e un divenire fantasmi alla fine del loro operato.
Come ci riesce? Con attentati, depistaggi, delegittimazione.
È difficile sostenere che tutto è avvenuto come ci hanno raccontato, l’Entità esiste, e rappresenta forti interessi.
WALTER VELTRONI


CASUALITA' BIOLOGICA
[Le alterazioni nel DNA] sono accidentali, avvengono a caso. E poiché esse rappresentano la sola fonte possibile di modificazione del testo genetico, a sua volta unico depositario delle strutture ereditarie dell'organismo, ne consegue necessariamente che soltanto il caso è all'origine di ogni novità, di ogni creazione nella biosfera.
Il caso puro, il solo caso, libertà assoluta ma cieca, alla radice stessa del prodigioso edificio dell'evoluzione: oggi questa nozione centrale della Biologia non è più un'ipotesi fra le molte possibili o perlomeno concepibili, ma è la sola concepibile in quanto è l'unica compatibile con la realtà quale ce la mostrano l'osservazione e l'esperienza. (…)
Fra tutti i concetti di natura scientifica, quello del caso distrugge più degli altri ogni antropocentrismo ed è il più intuitivamente inaccettabile da parte di quegli esseri profondamente teleonomici che siamo noi.
JACQUES MONOD


ABBIGLIAMENTO
I ‘brand’ dell’abbigliamento più attenti alle tematiche ambientali ci informano che sono necessari 2700 litri di acqua per produrre il cotone necessario a fare una maglietta, che normalmente mettiamo un vestito solo 7 volte prima di buttarlo e che circa il 73% della produzione mondiale di abbigliamento finisce in discarica ogni anno. (…)
Ed ogni prodotto non danneggia l’ambiente solo quando lo buttiamo e finisce in discarica, ma ha già provocato la maggior parte dei danni prima che lo vedessimo in uno scaffale di un negozio.
DARIO FACCINI


AGRICOLTURA
Il boom economico degli anni ‘60 cambiò tutto. L’agricoltura meccanizzata e l’allevamento industriale produssero un declino nei prezzi delle derrate alimentari.
Ciò che significò da un lato cibo in abbondanza per tutti, ma sancirono la fine delle economie rurali preesistenti, il progressivo abbandono delle campagne e l’urbanizzazione ‘forzata’ dei giovani, assorbiti dalle nuove produzioni industriali. (…)
Tutto ciò che era stato tipico di una civiltà contadina, povera ma energica e vitale, finì in un lento oblio. I campi lasciati incolti, i frutteti abbandonati, le stalle vuote e fatiscenti, come pure, con la scomparsa degli anziani, la maggior parte delle case. (…)
Quello che spaventa di più, in tutto questo processo, è la scomparsa di saperi, competenze ed abitudini.
Una semplice diminuzione nella disponibilità energetica globale sarà capace di rendere antieconomico l’attuale andirivieni motorizzato, e a quel punto chi sarà nuovamente in grado di prendersi cura dei campi? Chi si occuperà degli animali?
Chi potrà di ridar vita ad un’economia ed un modus vivendi ormai cancellati dalla memoria?
MARCO PIERFRANCESCHI


LA FAMIGLIA DI GESU’
I credenti (…) si offendono all’idea che Giuseppe sia il vero padre di Gesù, anche se due vangeli su quattro – Matteo e Luca – fanno partire la genealogia del presunto Messia da Adamo e arrivano a Giuseppe, “che generò Gesù”.
Nessun accenno allo Spirito Santo. (…)
Se, oltre a far notare ciò che dicono le due genealogie, si fa osservare ai credenti che tutti e quattro i vangeli riconosciuti dalla Chiesa (Marco, III, 31 e VI 1-3; Matteo XII, 46-49; Luca VIII, 19-21; Giovanni II, 12) parlano dei fratelli di Gesù, e Marco ne fornisce addirittura i nomi, i credenti non ne sono turbati e non vanno neppure a controllare i passaggi indicati.
Pensano che le affermazioni del miscredente siano false e che, se proprio fossero vere (nel senso che nei vangeli c’è effettivamente scritto ciò che il miscredente dice) se la cavano presumendo che ci debba essere una spiegazione.
Loro non sanno qual è, ma sono sicuri che esiste, e questo gli basta. Il fatto che la loro convinzione sia letteralmente smentita dai Vangeli non li scuote e non li preoccupa.
GIANNI PARDO

12 commenti:

  1. COMMENTO DI SERGIO (inserito da me per motivi tecnici)

    La famiglia di Gesù.

    I famosi fratelli di Gesù per la Chiesa non sono fratelli ma ... cugini. Che non fossero davvero fratelli, cioè figli di Maria, la Chiesa l'ha stabilito (o dedotto) in base alla verginità della Madonna, verginità che è dogma, cioè verità rivelata, da credere ed accettare se non si vuole essere scomunicati.
    Se dunque Maria era vergine gli evangelisti hanno preso un abbaglio o si sono espressi male.
    Quindi quella parola che purtroppo si legge nei loro testi (a un certo punto i vangeli non potevano più essere manipolati a piacimento e lì c’è scritto proprio fratelli) era un errore e bisognava appunto intendere cugini.
    In effetti tutti i credenti sanno che Gesù non aveva vero fratelli, non poteva avere fratelli, essendo stato concepito dallo Spirito Santo, come si recita nel Credo (quanti miliardi di miliardi di volte l’hanno ripetuto da quasi due millenni?).
    La genealogia di Gesù è ridicola, ma è solo una delle tante incongruenze dei vangeli. Incongruenze e stranezze che però non hanno tormentato l'animo del credente, a digiuno di studi e sottomesso alla gerarchia. La stragrande maggioranza dei credenti ha sempre creduto a ciò che la Chiesa insegnava e se a volte non capiva o non afferrava certe cose la Chiesa gli toglieva il dubbio con la sua autorità.
    Forse possiamo paragonare i credenti agli Idioti Assistiti della sinistra: si accontentano di poco (elemosine, avemarie) ma sperano nel paradiso loro promesso dai preti (i Furbastri).

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    1. Caro Sergio, forse mi mancano dei passaggi, ma - ti dico sinceramente - non sono mai riuscito a capire perchè la Chiesa cattolica si è complicata la vita con i dogmi mariani.
      Passi per l'immacolata concezione (era priva del peccato orignale, e vabbè), ma perchè inventarsi il dogma della verginità integrale (pima, durante e dopo)?
      La figura di Maria, in quanto unico riferimento femminile, è sicuramente importante nel cristianesimo, ma non ha bisogno di supporti dogmatici, in quanto il messaggio teologico è tutto incentrato sulla figura di Cristo, non su quella di Maria.
      Perchè dunque costringere i fedeli a credere cose così palesemente assurde ?
      Tu hai qualche spiegazione al riguardo ?

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    2. COMMENTO DI SERGIO

      "... in quanto il messaggio teologico è tutto incentrato sulla figura di Cristo, non su quella di Maria."

      Non direi, visto che Maria è stata persino dichiarata "corredentrice" del genere umano. Non credo sia un vero dogma,
      ma lo stesso è una dichiarazione "di peso" (che Bergoglio sembra rifiutare, come pure altri dogmi mariani). Quanti siano i dogmi non si sa (i principali sono contenuti nel Credo, più i recenti dogmi mariani di Pio IX e Pio XII). Il papa è infallibile quando delibera "ex cathedra" in fatto di fede e morale. Ma appunto, ex cathedra, e la cosa non è del tutto chiara. Sembra che Wojtyla avesse voluto dichiarare dogmi certe sue opinioni di morale sessuale, ma per fortuna non lo fece (su consiglio di Ratzinger? per timore di suscitare forti reazioni sia di cattolici che di non credenti?).

      Ma c'è un altro aspetto del tuo "ragionamento" che mi sorprende. Dici che non capisci perché la Chiesa si sia complicata la vita con i dogmi mariani.
      Ma scusa, il bello dei dogmi è che sono verità rivelate o proposizioni del magistero avallate dallo Spirito Santo e che non possono essere razionalmente spiegate: sono da accettare e basta, altrimenti rischiavi di essere scomunicato o finire sul rogo.
      Ma c'è un altro aspetto che ti sorprenderà. Una volta proclamata una "boiata pazzesca" (il peccato originale e la necessità di una redenzione da parte di Dio stesso), si possono tranquillamente affermare altre boiate pazzesche (come la sempreverginità di Maria) senza tema di perdere la faccia. Anzi, più le proposizioni dogmatiche fanno a pugni con la logica e il buon senso, più l'istituzione si sente forte. Primo, il magistero non deve spiegazioni a nessuno perché il potere è tale se sa imporsi, con la persuasione (vedi tutti gli sforzi filosofico-teologici per razionalizzare la fede) o con la forza (persecuzione e eliminazione degli eretici). Il potere sfida la ragione: è così perché lo dico io, punto.
      Ma poi, e questo è il bello, "c'è del metodo nella pazzia". La Chiesa deve lo stesso venire incontro alle istanze della ragione. Non tutti i credenti sono scemi, idioti assistiti. C'è anche la classe subalterna che si pone certe domande a cui il potere supremo (la classe dirigente, i Furbastri) deve dare una risposta almeno in parte soddisfacente (non può dichiarare tout court folle la ragione, visto che se ne serve pure lui). Per cui c'è stato tutto un fiorire di teologie in cui si è cercata la quadratura del cerchio, ovviamente senza riuscirci. Ma la ricerca teologica ha dato dei frutti apprezzabili, alcuni teologi erano davvero intelligenti, magari persino geniali. Ma arrivati al punto di dichiarare i dogmi inconcepibili, boiate pazzesche, cosa facevano? Abbassavano umilmente il capo invocando la fede (e così evitavano di rimetterci la testa): il potere se ne rallegrava e dispensava magari anche favori per il gesto di umiltà e obbedienza. Non per niente la filosofia era considerata ancella della teologia. La ragione ha le sue ragioni, ma non può mettere in discussione il potere. Alla fine è tutta una questione di potere che si regge anche sulla ragione (per forza, non può abolire le leggi di natura), ma soprattutto sulla forza (vedi Machiavelli che consiglia al principe di "spegnere" i nemici, cioè di assassinarli).

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    3. COMMENTO DI SERGIO (segue)

      Scendiamo nei dettagli. Visto che Gesù era
      vero Dio e vero uomo, c’era il problema di
      spiegare la sua apparizione o venuta nel
      mondo. Se fosse stato figlio di Maria e
      Giuseppe sarebbe stato concepito come
      tutti gli esseri umani, attraverso l’atto
      sessuale. Ora è noto che nell’eiaculato
      ci sono milioni di spermatozoi di cui
      solo uno sopravvive, gli altri soccombono.
      Per quanto affini e portatori di certe
      caratteristiche dei genitori i duecento
      milioni di spermatozoi hanno
      anche caratteristiche proprie.
      L’uomo Gesù era all’inizio uno dei
      duecento milioni di spermatozoi in
      lotta per sopravvivere ovvero per
      fecondare l’ovulo. Com’è che proprio
      lui l’ha avuta vinta sui competitori?
      Questo discorso può apparire futile,
      e soprattutto blasfemo per i credenti.
      Ma se si vuole salvare la doppia natura
      di Cristo - vero Dio e vero uomo -
      bisogna farlo nascere in un modo
      assolutamente diverso dai comuni
      mortali. E se di una donna c’era bisogno,
      Gesù fu concepito di Spirito Santo
      (per intervento della terza persona
      della Trinità?). Quanto poi al lato
      umano, materiale, Maria doveva
      essere una donna davvero speciale.
      Ed ecco che la si dichiara sine labe
      originali concepta (unico essere umano).
      Ma non bastava. Mica poteva Maria
      concepire l’uomo e Dio Gesù nel modo
      solito e poi magari mettere al mondo
      altri figli di Giuseppe. No e poi no,
      Maria fin dall’eternità destinata a dare
      alla luce Gesù, il salvatore del mondo,
      doveva essere pura, intatta, vergine
      “prima, durante e dopo”. Come per
      Gesù, divinizzato nel corso del primo
      secolo, anche Maria ha subito un
      processo di divinizzazione che si
      è praticamente concluso solo nel
      XX secolo col dogma mariano dell’Assunzione.
      Si potrebbe persino affermare che Maria
      è entrata nella Trinità allargandola,
      saremmo dunque in presenza di
      una … quaternità (non so se esista
      questa parola).
      Come detto sopra: c’è del metodo
      nella follia della teologia cattolica.
      Ma non è tutto, devo aggiungere
      ancora qualcosa di molto umano.

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    4. COMMENTO DI SERGIO (aggiunta)

      Per quanto ne sappia il problema che
      affronto qui di seguito non è stato
      studiato da nessun teologo (per ovvi motivi!).

      Gesù era dunque vero Dio e vero uomo.
      Dunque come uomo doveva avere tutti gli
      attributi umani, caratteriali e fisici.
      Gesù, che passa per compassionevole
      e misericordioso, è in realtà spessissimo
      incazzato: guai a voi di qui, guai a voi di là,
      nodi di vipere, sepolcri imbiancati, vi
      farò vedere io, io e mio padre vi sbatteremo
      all’inferno, dove saranno lacrime e stridor
      di denti. Nel solo Matteo minaccia l’inferno
      ben settanta volte, caspita, che buono.
      Questo per quanto riguarda il carattere
      (è il caso di dire: però, che caratterino).
      Ma poi era anche vero uomo, con immagino
      tutti gli attributi virili, barba e potenza
      sessuale. Doveva avere dunque erezioni
      e eiaculazioni notturne come tutti gli uomini,
      produceva quindi spermatozoi atti alla
      riproduzione. Ma poteva Gesù vero Dio
      e vero uomo riprodursi, avere dunque
      dei figli? La domanda parrà sciocca e
      soprattutto blasfema, in altri tempi
      sarei stato torturato e ucciso. Però
      per me a lume di ragione e secondo logica
      si pone (ma nemmeno San Tommaso, che
      era una persona intelligente e razionale,
      si sarà posto il problema - perché? per
      paura, per timor di Dio o che ne so?).
      Immaginiamoci ora che Gesù - essendo
      uomo a tutti gli effetti, compreso ciò che
      ho detto sopra e quindi in grado di
      procreare - avesse avuto dei figli (con Maria
      Maddalena o altra pia donna). Sarebbero
      stati figli di Dio anche loro e assunti poi
      un giorno alla destra del Padre, come
      la logica impone?
      Ovviamente un credente dirà ora:
      discorso assurdo e blasfemo. Ma io
      chiedo: l’uomo Gesù, ovviamente anche lui
      concepito sine labe orginali come la Madonna,
      era davvero uomo a tutti gli effetti o
      senza sesso? E se aveva un sesso normale,
      viveva la sua sessualità o no? Hanno fatto
      anche un film su L’ultima tentazione di Cristo,
      in cui mi pare lo si veda ammogliato.
      Capisco che S. Tommaso non si ponesse
      questi problemi. Non poteva porseli, per
      forza, se no rischiava magari di uscire pazzo.
      I figli di Gesù … ma scherziamo, nemmeno
      per sogno, sola una mente perversa come
      quella del sottoscritto può immaginare simili
      cose. Sarà. “C’è del metodo nella follia."

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    5. caro Sergio, non credo proprio che i teologi, che hanno discettato di queste cose per secoli, non si siano posti le stesse domande (abbastanza logiche) che ti sei posto tu.
      Il fatto è che, essendo domande molto imbarazzanti, presupponevano delle risposte tropppo scomode per poter essere divulgate.
      Ergo, secondo me, hanno deciso, di comune accordo, di insabbiare il problema e non parlarne più.

      Sono sicuro però che nella letteratura cristiana apocrifa ci sono molti riferimenti al Gesù umano e alla sua leggenda terrena.
      A parte i romanzi e le storie di fantasia (a partire dal celeberrimo Il codice da Vinci), esistono dei saggi (ed io ne possiedo uno) che ipotizzano chiaramente una discendenza FISICA di Gesù, con tutto quel che ne consegue.
      Per dirtene una, il famoso SANTO GRAAL sarebbe la deformazione di SANG REAL, e confermerebbe l'esistenza di una stirpe reale derivante dal matrimonio tra Gesù e la Maddalena.
      Vedi un po' dove si arriva...

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  2. COMMENTO DI SERGIO

    Monod o la casualità biologica.

    Il libro di Monod a me non piacque per un
    semplice motivo: il caso non esiste!
    Noi chiamiamo o parliamo di caso in
    presenza di un evento non previsto.
    Non previsto da noi, ma - secondo
    logica - “necessario”, in quanto si è
    davvero verificato.
    Noi non possiamo conoscere tutte
    le cause dei fenomeni, ne individuiamo
    solo alcune. Ma le cause sono “infinite”,
    non nel senso proprio di infinite, ma
    in quello tantissime, magari milioni o miliardi.
    A un certo punto siamo posti davanti
    a un fenomeno che è la risultante di
    “infiniti” (= tantissimi) fattori che
    non conosciamo e probabilmente non
    conosceremo mai.
    Monod era sicuramente ateo e non
    poteva credere in un Dio creatore
    e ordinatore dell’universo. Non ci
    crediamo nemmeno noi, non possiamo
    immaginare un Dio che ha un piano
    (come pensano i credenti) e tiene
    perciò sotto controllo trilioni, quintilioni
    di stelle e comete e può persino alterare
    le leggi fisiche sulla Terra facendo risuscitare
    qualcuno.
    Resta però il fatto che le cose, i fenomeni,
    avvengono necessariamente proprio in
    base alle leggi fisiche. Solo che noi
    non possiamo prevedere tutti gli eventi.
    Vediamo, osserviamo leggi ferree che
    determinano eventi e catene di eventi,
    frutti di altri eventi non previsti e prevedibili
    e che Monod dice casuali, mentre in effetti
    sono necessari in base alle leggi fisiche.

    Le cose, il mondo, l’universo “sono”.
    Per noi spuntano apparentemente dal
    nulla, imprevisti e imprevedibili. Ma
    non sono, strettamente parlando, casuali.
    Se sono, se esistono, sono - necessariamente.
    Ma forse mi sbaglio, “non ci arrivo”.
    Ci possiamo anche chiedere cosa cambi
    se postuliamo il caso assoluto invece
    della necessità. Cambia poco o niente
    (al massimo abbiamo eliminato Dio).

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    1. Io credo che Monod, quando parla delle variazioni genetiche, utilizzi il termine "caso" in un senso un po' diverso da quello consueto.
      Cioè non nel senso di 'imprevedibile' (anche solo per i limiti dell'intelletto umano), ma nel senso di NON TELEOLOGICO.
      Le variazioni del DNA, in altri termini, non accadono per un fine, ma a casaccio.
      Poi la sopravvivenza del fenotipo più "adatto" conferisce loro, ma solo ex post, un significato in termini di sopravvivenza.
      Spero di non avere scritto delle sciocchezze.

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  3. La famiglia di Gesù
    Credo che Gianni Pardo, al di là di disquisizioni interpretative, tocchi un punto importante, mai sufficientemente meditato: quello della differenza tra fede e fideismo. Che poi è la differenza tra dare e avere. C'è chi fa un percorso di "fede" e offre se stesso agli altri e chi fa una scelta fideistica che è individualista e puramente opportunistica. I primi sono pochi e considerati eretici, i secondi sono molti e ortodossi. Due esempi: il primo è quello di Urbano II e dell'appello di Clermont alla prima crociata al grido di "Dio lo vuole!". Se in quell'occasione qualcuno si fosse alzato piedi per dire "No, Dio non vuole niente di tutto questo", sarebbe stato arrestato come eretico. Un esempio più recente riguardaun altro papa, e cioè Francesco, che scrive l'esoratazione "Amoris laetitia" con aperture agli omosessuali e alle coppie di fatto. Francesco la scrive analizzando le scritture. Per tutta risposta un gruppo di Cardinali conservatori scrive la "Correctio filialis" con accuse di eresia a Francesco. Può essere che il sottoscritto, come del resto Gianni Pardo, operi una distinzione un po' manichea (certo, ci sono posizioni più "fluttuanti"), ma è anche vero che può essere utile a comprendere quanto possano essere differenti le prospettive.

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    1. Caro Agostino, anzitutto benvenuto.
      Quello che hai toccato tu, ovvero la differenza tra fede e fideismo, è un punto molto importante, che, data la mia posizione di ateo, non avevo mai considerato a fondo.
      Se ho capito bene, sarebbe la differenza tra fede sincera e fede opportunistica, che certo, nella vita secolare della Chiesa, ha avuto una notevole importanza.
      Penso peraltro che molti dei fedeli che criticano la posizione attuale di Papa Francesco lo facciano con sincerità, in nome delle tradizioni più profonde del cristianesimo, e non per opportunismo.

      Forse, anche se la Chiesa sostiene il contrario, ci sono davvero molti modi diversi di vivere la fede, oggi, nessuno dei quali può dirsi più vero di un altro.
      Per un ateo questo è abbastanza evidente; per un credente non lo so.

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  4. In realtà quando parlo di "opportunismo" mi riferisco al concetto di "desiderio" in quanto fenomeno inconscio, è il tema del desiderio che Lacan/Recalcati esprimono come “desiderio dell’Altrove", una attrazione verso la pienezza. E non dubito che Urbano II potesse anche essere interiormente convinto di quel "Dio lo vuole!".

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    1. Quindi, perdona l'eventuale approssimazione, una sorta di dualismo ragione/istinto ?
      La consapevolezza dei limiti terreni, contrapposta al desiderio di un infinito trascendente ?

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