venerdì 13 dicembre 2019

Punti di vista – 14

NUOVA DEMOCRAZIA
L'esternalizzazione dei poteri dalle democrazie parlamentari ai mercati (e in generale alle dinamiche economiche) ha reso deboli i partiti e i parlamenti, quindi le persone non credono più che i partiti e i parlamenti possano davvero modificare il reale facendo i loro interessi.
Quindi ci si affida sempre di più a un capo assoluto sperando che lui - proprio in quanto assoluto, sciolto da vincoli, discussioni, parlamenti etc - abbia i muscoli per fare quello che le democrazie non riescono più a fare.
Le ideologie hanno fallito, hanno tradito, le loro declinazioni parlamentari si sono annacquate e scolorite fino al nulla, le loro possibilità di migliorare le nostre vite si sono ridotte infinitamente, quindi ci resta solo il Capo bravo e buono a cui affidarci, in cui sperare.
Di qui il passaggio graduale, ma visibile, dalle democrazie alle "democrature".
ALESSANDRO GILIOLI


EURO SOMMERSO
La Francia rinunciò ai suoi poteri nella maggior parte delle colonie africane negli anni ’60, (…) [ma li compensò] con la formulazione del Patto Coloniale Francese (CFA), uno strumento votato a perpetuare la natura parassitaria dell’era coloniale.
Quel che spicca in questo patto è la richiesta a questi paesi di usare una moneta comune (il Franco CFA), controllata direttamente dalla Banca Centrale Francese a Parigi.
Questa moneta era agganciata al Franco Francese, e nel 2002 con l’introduzione dell’euro, venne agganciata all’euro stesso.
Ciò significa che quattordici paesi africani non hanno una politica monetaria indipendente. Non hanno il diritto di determinare i dettagli di quanta moneta viene distribuita nella loro economia o di rivalutare la loro moneta a piacimento.
Tutte le decisioni di politica monetaria vengono controllate da Parigi.
N. R. MAKENA


L’ALTRA GUANCIA
Sicuramente non bisogna insegnare a porgere l’altra guancia perché, se questa fosse la regola, nella savana non si salverebbe nessuno.
Bisogna insegnare non tanto a porgere l’altra guancia, quanto a non dare il primo schiaffo. “Noi siamo animali sociali, e se tratterai male il prossimo, il prossimo tratterà male te: la cosa non ti conviene”.
Ecco una lezione etologica che è, nello stesso tempo, morale e fondata.
GIANNI PARDO


ADDESTRAMENTO MILITARE
E' risaputo che fare violenza agli altri, magari uccidere, è una azione che per il 90% delle persone e oltre va contro tutti i "principi" con i quali si viene educati e si è abituati nella sopracitata "civile convivenza".
Il risultato è che durante le guerre del passato la maggior parte dei soldati sparava di proposito per non colpire nessuno. Dopo che la cosa fu studiata in lungo e in largo, si addivenne a due principi base.
Primo, esiste una minoranza di persone per cui uccidere non è difficile e una ulteriore minoranza per cui è addirittura divertente. Questi vengono adibiti, da che mondo è mondo e in tutti gli eserciti e schieramenti (...) ad incarichi speciali, dove è richiesto di uccidere, chiunque, comunque, senza battere ciglio. Come se fosse una cosa "normale".
Poi c'è l'addestramento che funziona meglio tanto più è "estremo" nel senso della de-strutturazione della personalità per poi ri-strutturarla con degli automatismi ripetitivi per cui poi si uccide come reazione meccanica ad un certo stimolo, senza che ci sia tempo e modo per la censura razionale di intervenire.
Le persone condizionate in questo modo sono adibite a quelle operazioni dove non è richiesta autonomia di pensiero indipendente ma semplice forza d'urto, tipo fanteria di prima linea.
E' la ragione per cui i soldati oggigiorno faticano a riadattarsi alla "vita civile", non è tanto l'esperienza della guerra ma il condizionamento a reagire istintivamente col massimo della violenza senza pensare.
L.C.


FACEBOOK
Quello che mi dà fastidio di Facebook è che asseconda uno dei lati peggiori dell’essere umano, e cioè l’esibizionismo.
Pensatori più adatti di me hanno già commentato sull’effetto di queste vetrine virtuali, sul bisogno di apparire e quasi vendersi come merce in un negozio.
Perché devo sentire il bisogno di raccontare ogni minuzia della mia vita quotidiana su Facebook o Twitter?
A cinquecento persone interessa veramente che ho fatto una torta, litigato con un collega, o bevuto troppo la sera prima?
Peggio ancora: perché dare in pasto i dettagli più privati della propria vita a chicchessia?
GAIA BARACETTI

6 commenti:

  1. A proposito di Facebook e della spinta all'esibizionismo, senz'altro fondamentale nella nostra specie, mi viene da pensare che anche la partecipazione a certi cortei, movimenti e manifestazioni pubbliche - tipo le sardine o i venerdì di Greta - rispondano in parte alla stessa sollecitazione.
    E quindi, quando si conta il numero dei partecipanti ad un evento di questo genere, per valutarne il vero significato politico, bisognerebbe fare una buona tara.

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    1. P.S.- Ovviamente, anche tenere un blog è una forma di esibizionismo. :-)

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  2. Esserci (partecipare a una bella ammucchiata) è un po' esistere, anzi sentirsi forti, dalla parte della ragione. Non può non piacere. Anche stare insieme allo stadio. L'uomo è un essere gregario, come le pecore che vanno dietro al capobranco. È irresistibilmente attratto dalla massa (deve essere persino una legge fisica, vedi i pianeti). Ricordo le esequie di papa Wojtyla: Roma invasa, arrivarono da ogni angolo d'Europa. I partecipanti diventavano protagonisti, c'erano anche loro al grande evento (e giù con "santo subito"). La massa attira irresistibilemente. Sarai pure una sardina, ma tutte insieme le sardine hanno il peso di un capodoglio.

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  4. Caro Sergio, sicuramente l'uomo è un animale sociale dei più tipici.
    Però l'approccio dei singoli individui alla moltitudine, il loro rapporto con la folla, è sicuramente molto variabile.

    Senza scomodare le situazioni più estreme, considerate patologiche, come la demofobia (timore dei luoghi affollati) o l'autofobia (timore della solitudine), ciascuno di noi ha un livello ottimale di socialità molto personale.
    C'è chi esce di casa solo per stare tra la gente di un centro commerciale, e chi può rinunciare ad uno spettacolo che gli piace solo per l'eccessivo assembramento di spettatori.
    Per fortuna, a questo mondo, c'è posto per tutti.

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  5. A proposito dell'Euro coloniale, è notizia di oggi che la Francia ed un certo numero di paesi africani hanno deciso di abbandonare il vecchio Franco CFA per un nuovo sistema monetario.
    Si tratterebbe però ancora di una valuta unica, il che può far pensare ad un semplice intervento di facciata.

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