Che cosa
sono i “Servizi Eco-Sistemici” ? Secondo la icastica definizione
dell'autore di questo post sono “tutto ciò che ci mantiene in vita”: e
quindi, per esempio, l’energia, l’acqua, l’aria, il cibo, il
clima, e molte altre cose, che interagiscono continuamente tra loro e
con gli esseri viventi.
Si
tratta di equilibri molto importanti, ma anche molto delicati, dei
quali abbiamo una conoscenza ed una consapevolezza non sempre
adeguate.
A
questo argomento sono dedicate le riflessioni di Jacopo Simonetta, in
questo lungo post, diviso in 2 parti per comodità di lettura.
LUMEN
<<
Al netto di qualche ricercatore e di pochi professionisti, nessuno in
fondo sa cosa siano i servizi eco-sistemici e nemmeno gli interessa
saperlo. (…) Perché? Una risposta parte, credo, dalla struttura
del nostro sistema nervoso.
Mi
risulta che il nostro cervello riesca a processare circa 500 bit al
secondo, mentre gli organi di senso ne inviano parecchie migliaia,
che già sono una minima parte dell’informazione presente intorno a
noi. Per evitare un blocco per “overflow”, ci sono dunque dei
filtri che selezionano le informazioni più urgenti prima che sia
raggiunto il livello cosciente. Una funzione questa presente in
tutti gli animali e che evolve coi tempi della biologia, dunque
centinaia di migliaia di anni.
Da
sempre le informazioni più urgenti sono quelle che riguardano
oggetti in movimento. Per i nostri avi qualcosa che si muove era
qualcosa che potevi mangiare, o qualcosa che ti poteva mangiare.
Per noi è magari un’auto che ci viene addosso, ma resta il fatto
che prestare attenzione a ciò che si muove è generalmente
interessante, spesso salubre. Di qui la nostra attenzione agli
animali assai più che alle piante ed alle piante più che alle
pietre. Di qui il successo degli you-tuber, assai più che degli
scrittori. Il successo dei videogiochi, ecc.
Siamo
perfettamente adattati a individuare opportunità a minacce
impellenti, quando si muovono, mentre siamo quasi del tutto disarmati
quando le opportunità e le minacce vengono da qualcosa di
scarsamente visibile, poco rumoroso e/o molto lento.
Il
problema sorge dal fatto che non sempre l’urgenza coincide con
l’importanza e qui arriviamo ai servizi eco-sistemici. Non ci
facciamo mai caso, addirittura ci viene difficile osservarli anche
quando vogliamo, perché sono qualcosa che il nostro cervello
automaticamente elimina dal flusso di bit come “rumore di fondo”.
Con ragione, perché sono lì da sempre e, su scala globale, finora
pressoché immutati. Il guaio è però che non saranno lì per
sempre e che non sono immutabili. Non a caso, cominciamo ad
accorgerci di essi adesso che hanno cominciato a venire meno.
Per
fare un’analogia, le persone che vivono vicino ad una cascata o ad
un’autostrada non odono il rumore dell’acqua o del traffico, ma
si allertano immediatamente se per qualche ragione quel suono così
abituale cambia o vien meno.
I
servizi eco-sistemici sono così: ti accorgi di loro solo quando non
ci sono più. Ci succede un poco come a quelli che si accorgono
della moglie solo quando se lei ne è andata; solo ma senza moglie si
può vivere, senza servizi eco-sistemici no. E difatti, se andiamo a
studiare le civiltà scomparse, troviamo che sempre, sottostante la
crisi che le ha travolte, c’è stato un consistente venir meno dei
servizi eco-sistemici.
Dunque
cosa sono? Tutto ciò che ci mantiene in vita.
Per
esempio energia, acqua, aria, cibo, clima non sono prodotti del
nostro ingegno e del nostro lavoro, bensì del funzionamento degli
ecosistemi di cui siamo parte. Ingegno e lavoro contano, ovviamente,
ma nella misura in cui riescono ad estrarre qualcosa di utile dal
funzionamento della biosfera. Vale a dire che i servizi
eco-sistemici sono il risultato complessivo di una miriade di
costanti interazioni fra organismi viventi, rocce, acqua, aria ed
astri celesti che conosciamo solo in modo molto parziale.
Vediamone
meglio alcuni:
Energia
Quasi
8 miliardi di noi vivono su questo pianeta dissipando l’energia
messaci a disposizione dagli ecosistemi. Per le fonti fossili
(petrolio, gas e carbone) si tratta del prodotto della fotosintesi in
ere geologiche passate; biomassa e cibo sono invece prodotti della
fotosintesi attuale. La luce del Sole viene filtrata da un’atmosfera
che è il risultato di miliardi di anni di fotosintesi e, senza
questi filtri, ben poco di vivente ci sarebbe sulle terre emerse.
Annualmente
consumiamo l’energia fossile accumulatasi in molte centinaia di
migliaia di anni di foto-sintesi del passato oltre a circa il 50%
della biomassa prodotta dalla fotosintesi attuale. A far data dall’
“Overshoot day” consumiamo anche quota parte del capitale di
biosfera che ci fornisce quell'energia, riducendone quindi la
produzione. Un po’ come qualcuno che ogni anno spenda più di quel
che guadagna, attingendo ad un capitale ereditato degli avi.
Acqua
A
scuola ci insegnano che l’acqua è una risorsa rinnovabile perché
ricircola costantemente fra il mare e la terraferma. Vero, ma
allora come mai in quasi tutto il mondo la portata di fiumi e
sorgenti diminuisce; le falde acquifere sono più o meno depresse
ovunque? Semplice: perché ne pompiamo in mare più di quanta non
riesca a tornare indietro e, contemporaneamente, smantelliamo pezzo
per pazzo il sistema che porta la pioggia nell'entroterra. Il ciclo
dell’acqua infatti funziona a condizione che vi siano degli
ecosistemi funzionanti, in particolare foreste, laghi e paludi,
altrimenti le precipitazioni diventano scarse ed irregolari.
Il
meccanismo è complesso e ancora non del tutto compreso, ma in
sintesi, l’acqua che evapora dal mare ripiove in mare, salvo una
percentuale che piove sulle zone costiere. Se qui viene intercettata
e trattenuta dalla vegetazione e dalle paludi, rievapora e piove più
verso l’interno e così via. Altrimenti se ne torna presto in mare
e amen.
I
fiumi rappresentano il “troppo pieno” di questo sistema, le falde
acquifere sono invece le riserve che possono tamponare le
fluttuazioni temporanee, a condizione di non venire prosciugate e/o
inquinate. La tecnologia e l’energia fossile ci permettono di
andare a pompare riserve sempre più profonde, dimenticate dal tempo,
ma meglio ci riesce di fare questo, più alteriamo irreparabilmente
il ciclo, spostando acqua dalla terraferma al mare, senza che possa
poi tornare.
Certo,
questo è solo uno schema e si applica in modo molto di verso a
seconda delle regioni e delle stagioni, ma resta sempre valido il
fatto che quando la portata dei fiumi diminuisce, significa che
abbiamo già superato la soglia di pericolo. L’unica cosa
intelligente da fare sarebbe ridurre i consumi ed aumentare foreste e
paludi. La cosa più stupida è pompare di più e più in
profondità, anche se può essere molto redditizio. >>
JACOPO
SIMONETTA
(segue)
Com'è tutto complicato! Non ci ho capito molto e mi sento frustrato, inadequato. Dobbiamo fidarci degli esperti, ma sappiamo per esperienza che gli esperti non sempre sono tali o all'altezza. Forse l'IA, i supercomputer, potranno calcolare meglio i dati e le varianti e ci permetteranno di sopravvivere. Mi viene in mente l'irrorazione a gocce delle coltivazioni in Israele: di acqua non ce n'è molta, bisogna perciò risparmiarne senza compromettere le colture, cosa apparentemente fattibile. E così per tanti altri aspetti. Calcoli e ricalcoli che magari funzioneranno. Intanto bisognerà pensare a come nutrire i dieci miliardi prossimi venturi (penso già entro il 2050). Ci saranno acqua e cibo sufficienti per tutti? Ma anche lavoro. Forse sì, anzi magari i dieci miliardi staranno meglio di noi troppo pessimisti. Ma sarà un mondo diverso da quello che abbiamo conosciuto. E come sarà la vita fra soli cento anni e poifra mille o magari un milione di anni? Domande oziose e stupide forse.
RispondiEliminaCaro Sergio, certo che è tutto molto complicato, ma per millenni l'umanità non ha mai dovuto preoccuparsene, perchè la popolazione mondiale era minima e l'equilibrio degli eco-sistemi era garantito dalla natura.
EliminaAdesso invece viviamo in una situazione nuova, che sarebbe solo paradossale se non fosse anche tragica: abbiamo aumentato le nostre conoscenze di questi meccanismi ed elaborato le tecnologie per intervenire, ma non sappiamo più come fare perchè l'eccesso di popolazione ci ha posto delle sfide impossibili.
Vogliamo la botte piena e la moglie ubriaca, come dice un pessimo proverbio, ma questo non è possibile.
"Vogliamo la botte piena e la moglie ubriaca, come dice un pessimo proverbio, ma questo non è possibile."
RispondiEliminaIn che senso? Non so a cosa ti riferisci. Perché pessimo proverbio? Lo trovo invece calzante per indicare appunto le contraddizioni in cui si dibattono un po' tutti (ti sbagli: io non mi dibatto in contraddizioni - direbbe Lorenzo). La traduzione in francese di questo proverbio è: volere il burro e il soldino del burro. In svizzero tedesco: volere il panino e (tenersi) il soldino del panino.
Fra parentesi: ti sei mai chiesto cosa significhe davvero il proverbio italiano (cioè a cosa serve una moglie ubriaca)? Io non lo sapevo, finché una fisioterapista olandese me l'ha spiegato - e ho capito! Io pensavo invece che una moglie ubriaca si poteva anche tranquillamente picchiare!
Caro Sergio, il concetto espresso dal proverbio italiano è chiarissimo e perfettamengte calzante per queste situazioni, così come lo sono l'omologo francese e tedesco.
EliminaI latimi dicevano: 'cui commoda, eius et incommoda'.
Ho definito pessimo il proverbio italiano perchè inquadra i rapporti coniugali (sessuali nella fattispecie) in una luce abbastanza squallida. Tutto qua.
P.S. - Un proverbio che invece è proprio pessimo di suo, in quanto paradossale, è quello che dice: "O bere o affogare".
EliminaE questo per il semplice motivo che l'affogare consiste proprio nel bere (troppa) acqua.
Ma forse sono io che sto cavillando. :-)
Non conoscevo questo modo di dire che mi sembra strano, incomprensibile. Mi è venuto subito in mente come alternativa o mangi questa minestra o salti dalla finestra, ma forse non è la stessa cosa.
RispondiEliminaIn effetti sembra esserci una piccola sfumatura di differenza.
EliminaHo dato un'occhiata sul web e ho trovato queste due diverse spiegazioni:
O bere o affogare = essere costretti a scegliere fra due soluzioni ugualmente spiacevoli.
O mangi la minestra o salti la finestra = convincere qualcuno a fare una determinata cosa facendogli capire che non ha alternative.