lunedì 21 luglio 2025

C'era una volta il Patriarcato

Questo post vuole essere il completamento di un altro post, dal titolo molto simile ('C'era una volta il Matriarcato'), che avevo pubblicato circa un anno fa.
L'argomento è sicuramente delicato, ma, proprio per questo, più viene approfondito e meglio è.
Il testo, dal tono leggero e brillante, ma scientificamente impeccabile, è tratto dalla pagina Facebook “Scienziati, filosofi e altri animali”.
LUMEN


<< Mi è stato chiesto se il patriarcato è un fenomeno lamarckiano (eredità dei caratteri "culturali" acquisiti) o darwiniano. In pratica se la dominanza (l’aspirazione alla d.) del sesso maschile nell’uomo è filogenetica o culturale.

Dal punto di vista “storico”, il momento in cui c'è stata la differenziazione dei ruoli e della taglia/forza tra i sessi è stato quello dell’uomo cacciatore-raccoglitore, cioè prima che diventassimo stanziali per allevare/coltivare.

Si devono difendere i raccolti e le case (?), ma difendersi ogni giorno da bestioline come i grandi felini, i nostri principali predatori, e altra grande fauna carnivora, era un pelo più impegnativo, fisicamente. Anche acchiappare bestie enormi per mangiarle senza farsi ammazzare, richiede più prestanza fisica rispetto a coltivare il cibo o mungere animali domestici e ucciderne qualcuno ogni tanto con tutto comodo.

Nei siti paleontologici occupati da grandi felini ci sono mucchi di ossa umane, praticamente tutte di individui di sesso maschile. Le donne le lasciavano a casa: puro patriarcato.

E’ successo che l'evoluzione ha premiato i gruppi sociali nei quali le femmine, preziosissime perché erano il vero limite riproduttvo e per l'altissimo investimento parentale (gravidanza e allattamento), non si esponevano mai a rischi, venivano strenuamente difese da grossi, forzuti e pure un po' 'coglioni' maschi, dal punto di vista riproduttivo decisamente più sacrificabili.

Coglioni abbastanza da affrontare degli smilodon o equivalenti [grossi felini dai denti a sciabola - NdL] armati di asce e lance di pietra, abbastanza da affrontare bufali, mammuth e altra merce letale con le stesse armi per procurare il cibo.

Femmine e cuccioli erano i raccoglitori, e se c'era pericolo si rintanavano; ai maschi, più spendibili, i rischi: cacciare e difendere il loro prezioso investimento genetico. Ha senso, ha vinto quella strategia, prendetevela con l'evoluzione, a monte, perché ha inventato i sessi separati e le differenze fisiche tra i sessi -> divisione e specializzazione dei ruoli, che pare aver funzionato.

Quindi è vero che è un fenomeno a radice biologica ed è basato sulla maggior forza fisica dei maschi, non è corretto farlo risalire alla fase stanziale (villaggi, comunità, “società”), è precedente; quando si è passati alla fase agricola la grossa differenza di taglia e forza c'era già e anzi si è ridotta, dicono i reperti fossili.

Altro discorso: socialità ed ecologia comportamentale comparata. La faccio breve altrimenti è un macello: tra orche ed elefanti l'animale "alpha" è sempre una femmina, una matriarca. 

Tra i lupi all'atto pratico si parla di "coppia dominante", perché il maschio esercita il suo status con i maschi e la femmina con le femmine. Nelle uniche due specie di felini sociali (quasi), leoni e gatti domestici, i maschi, mediamente più grossi (gatto) e parecchio più grossi (leone) non solo pestano le femmine e si appropriano anche del loro cibo, le ammazzano pure, se capita.

Infine le due specie di primati più vicine a noi. Tra gli scimpanzé il patriarcato va alla grande, maschi, più grossi e forzuti, comandano e quando capita picchiano le donne senza ritegno. La difesa, la gestione delle risorse comuni e le "guerre" sono compito loro. Tra i bonobo, distanza genetica di un capello, è il contrario o quasi.

Ho fatto solo qualche esempio per dire che non è che "il patriarcato" ce lo siamo inventati noi, è diffuso, normale, ha un suo perché evolutivo = Darwiniano, in partenza. Anche per noi.

Quindi, per quanto riguarda la biologia, l'etologia, la dominanza maschile non è la norma, ma non è un fenomeno raro, per niente. Si è evoluta con modalità darwiniane. Al solito nel nostro caso, animali culturali per eccellenza, non si può del tutto ignorare l'aspetto culturale e la degenerazione del fenomeno (come di tantissimi altri che ci riguardano) a livelli di complicazione mai visti. (…)

[Il patriarcato, quindi,] c'è, anche se in occidente oggi non è istituzionalizzato, ma anzi è condannato; è debole ma non è defunto, a livello sociale e individuale, strisciante ma c'è.

E' comunque niente confronto a quello dei regimi teocratici arabi (che, è fondamentale tenere ben presente, sono tutti roba recente, prima non era affatto così). E' a matrice culturale e la forza fisica non c'entra un accidente: è una delle varie e vaste devianze che ci caratterizzano come specie. Ma qui si esce dal mio campo e si entra in altri (psicologia, sociologia etc.) e io non mi sento di pontificare.

La mia idea, ma è proprio un'idea, è che il patriarcato umano "moderno" esista perché gli uomini, stringi stringi, hanno paura delle donne. Il sistema non consiste nel tenerle in condizioni di inferiorià, ma nel farle il lavaggio del cervello dalla nascita convincendole del fatto che è giusto e naturale così, in modo da non correre rischi.

Nei paesi di cui sopra sono le donne a volersi coprire come mummie, a ripudiare le figlie che rifiutano le regole, a portarle a subire infibulazione. Sempre a mio parere, è solo questione di tempo, il fenomeno perde forza ogni giorno, e finirà. E la famigerata globalizzazione ha e avrà una parte del merito, in questo.

Morale della favola: se ci si riferisce all'ultimo mezzo millennio, in particolare al periodo tra rinascimento e illuminismo, il patriarcato è culturale, anche se la matrice è biologica; se si parte dalla preistoria, è nato prima delle prime forme di "civiltà", quando ancora gli antenati vagavano per savane e foreste spostandosi da una caverna all'altra; oltre al fatto che non è per niente una prerogativa umana, facciamocene una ragione. >>

SCIENZIATI, FILOSOFI E ALTRI ANIMALI

30 commenti:

  1. L'attuale demonizzazione del patriarcato è stato probabilmente un effetto indesiderato della precedente spinta all'emancipazione femminile, quest' ultima voluta esclusivamente dal potere capitalista.
    Bisogna tornare agli anni 20 con Bernays e le sue "torce della libertà" (https://it.wikipedia.org/wiki/Torches_of_Freedom).
    All'epoca i produttori di tabacco avevano a disposizione solo il 50% del mercato potenziale di fumatori poiché per le donne era sconveniente fumare in pubblico ma lo facevano solo di nascosto.
    Allora i grandi capitalisti del tabacco incaricarono Bernays di inventarsi qualcosa per cambiare la situazione.
    Fu così che tramite una marcia scenografica le donne furono rese socialmente accettate di fumare in pubblico.
    Da lì è stato un crescendo.
    La donna se ha disposizione un lavoro può comprarsi una propia auto, consumare la propria benzina, comprarsi tutti i vestiti e le borsette che vuole.
    Insomma l'emancipazione femminile ha raddoppiato il numero di consumatori e quindi il guadagno dei vari padroni del vapore in giro per il mondo occidentale.
    La gente, sia maschi che femmina pensa di essere "libera", che quello che hanno sia stato il frutto delle loro "dure" battaglie.
    Niente di più sbagliato. Gli è stato concesso. E qualsiasi cosa è stato concesso può essere tolto dall' oggi al domani...
    Dal libro di Bernays, Propaganda:

    "La manipolazione consapevole e intelligente delle abitudini e delle opinioni organizzate delle masse è un elemento importante nella società democratica. Coloro che manipolano questo meccanismo invisibile della società costituiscono un governo invisibile che è il vero potere di governo del nostro paese. Siamo governati, le nostre menti sono plasmate, i nostri gusti formati, le nostre idee suggerite, in gran parte da uomini di cui non abbiamo mai sentito parlare. Siamo dominati da un numero relativamente piccolo di persone che comprendono i processi mentali e i modelli sociali delle masse. Sono loro che tirano i fili che controllano la mente del pubblico, che imbrigliano le vecchie forze sociali e escogitano nuovi modi per vincolare e guidare il mondo."

    E intanto il potere, quello vero, gongola, visto che per la prima volta nella storia, I' 1% degli americani detiene una ricchezza superiore a quella dell' intera middle class.
    E' normale che il grande capitale voglia tenerla impegnata con baggianate totali tipo il femminismo, i diritti LGBTQ, il cambiamento climatico.
    L'importante è concentrarsi sempre sul conflitto orizzontale e mai su quello verticale.

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    1. Caro Gian,
      non conoscevo la vicenda della 'marcia per il fumo' e ti ringrazio di averla citata.

      Purtroppo la propaganda delle elites funziona bene perchè trova terreno fertile nei nostri desideri più profondi.
      La vita sociale, infatti, ci costringe a grandi rinunce che mal sopportiamo, ma la libertà individuale, che tanto desideriamo, può essere dannosa per la coesione sociale.
      Siamo quindi sballottati tra queste due spinte, che ogni società cerca di mantenere in equilibrio, senza mai riuscirci davvero.

      Oggi il pendolo è chiaramente nella direzione di una maggiore libertà individuale, ma la crisi ambientale potrebbe ben presto riportarci indietro.
      Vedremo.

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    2. La società che si è costituita, basata principalmente come hai detto tu sulla libertà individuale, oltre a illuderci di poter essere e diventare tutto ciò che vogliamo, ci bombarda di stimoli e aspettative.
      Il risultato é che ci siamo completamente dimenticati di cosa sia la parola sacrificio e i progetti a lungo termine, come mettere su famiglia.

      Oggi non è che i giovani non possano far figli, non vogliono fare figli. E non vogliono far figli per due fondamentali ragioni.
      Primo, sono sessualmente liberi. È venuta quindi meno la pressione culturale e sociale a sposarsi e ora maschi e femmine sono liberi di selezionare il partner come se fossero su un negozio on-line alla ricerca di quello migliore.
      Due, le donne invece sono economicamente emancipate e quindi non devono più dipendere dallo stipendio del marito, hanno denaro per divertirsi e prolungare ad oltranza la ricerca del maschio alfa. E’ venuta meno quindi anche la pressione (necessità) economica a sposarsi.

      Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Natalità in declino terminale e consumismo spasmodico e compulsivo.
      Però come fai notare non può durare ancora a lungo.

      Di sicuro la miseria annunciata dall'agenda 2030 farà andare fuor di testa molta gente, soprattutto gli assuefatti di aperitivi, viaggetti e instagram, ma il progetto deve andare avanti e ci penseranno i manganelli a ridurre e impedire sommosse e rivolte violente.
      Aggiungiamo poi l'aumento delle spese militari che taglieranno ulteriormente il welfare e la probabile economia di guerra causa conflitto con la Russia e il manganello sarà davvero necessario.

      Passare dal capitalismo consumistico ad una nuova forma di società era auspicato anche dagli studiosi di LTG dell' MIT, ma con un tale numero di persone ciò comporterà molte manganellate e molto dispiacere prima di raggiungere un nuovo equilibrio nella società del 2060/2070.

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    3. Difficile dire che tipo di società potrà venire dopo il capitalismo, ma io non lo darei ancora per morto, e nemmeno per moribondo.
      Nella sua storia il C. ha già saputo superare numerose crisi, adattandosi di volta in volta ai cambiamenti.
      Non per nulla Shumpeter aveva elaborato il concetto di 'distruzione creativa'.

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  2. Caro Gian, i tuoi lunghi commenti qui sopra, ma anche nel post precedente, mi lasciano perplesso e scontento. È proprio come dici tu - ma anche Lumen - "che ormai è troppo tardi"? Ma allora tanto vale discutere ancora, siamo f...ti, non c'è più niente da fare. Le tue osservazioni sono pertinenti e anche giuste, ma lo stesso ... deprimenti ("è troppo tardi"). Invece è necessaria qualche proposta positiva, come sarebbe "svegliarsi". Tu ti sei svegliato, dici, ma dove vuoi andare da solo? Ma siamo o saremmo sul Titanic, dici, inutile illudersi. Andare a fondo con la magra soddisfazione di aver capito come stanno davvero le cose? No, qualcosa si può ancora fare, almeno lo spero (ma lo scrivo con forti dubbi).

    Io ho votato FdI e la Meloni sperando che avrebbero fermato l'invasione, si parlavo persino di blocco navale davanti alla Libia. E apprendo ora che Meloni e soci vogliono fare entrare 500'000 africani o asiatici o marziani NEI PROSSIMI TRE ANNI. Ma, ciliegina sulla torta, questi arrivano coi documenti in ordine, bella consolazione. E poi nei successivi tre anni un'altra infornata di 500'000 o 1'000'000? Io Meloni non la voto più, anche se riconosco che ci ha saputo fare (a farsi voler bene da tutti, anche da Trump, brava, una scaltra lec...lo). Certo che poi un primo ministro come la Schlein ... lasciamo perdere.

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    1. Caro Sergio, capisco la tua reazione, ma mi viene difficile pensare a qualcosa di utile che noi possiamo fare a livello Macro.
      Forse possiamo fare qualcosa (entro modesti limiti) a livello Micro, cioè nelle nostre vite personali, ma non di più.
      Quando approfondisco l'opera dei grandi pensatori, mi accorgo che sono spesso eccellenti nella fase analitica, cioè di comprensione della realtà, ma poi desolatamente incapaci nella fase propositiva (uno per tutti: Marx).
      Come ha detto qualcuno, l'uomo è un legno storto che non può essere drizzato.

      Quanto alle capacità dei nostri governanti, io resto convinto che, in una democrazia, la classe politica non ha la funzione di decidere (se non nei dettagli), ma solo quella di ubbidire, ovviamente alle famigerate elites economiche.
      Quindi, le differenze personali restano irrisorie.

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    2. Caro Sergio, quando scrivo o faccio notare certe cose non lo faccio come se fossi "calato dal cielo". Fino a 6/7 anni fa ero anche io un "credente" di politici e governanti vari.
      Poi inizio a mettere in fila vari avvenimenti, dichiarazioni, e capisco che, in fondo, è tutta una grande farsa.
      Come possiamo pensare di eleggere un governo sovranista quando non siamo più sovrani di questo paese dal lontano 3 settembre 1943?
      Siamo semplice una colonia dell' impero americano, nient' altro. E in realtà lo siamo stati anche prima, però sotto l'impero britannico. O pensiamo che Garibaldi fece tutto da solo? Che la Royal Navy era in rada a Marsala coi cannoni spiegati perché si trovava lì di passaggio? O pensiamo che la parata della Legione Britannica in Via Toledo a Napoli fu fatta per caso?
      Ovviamente sui libri scolastici trovi il nulla cosmico su questi argomenti però storici di fama nazionale che vanno anche in tv la storia vera te la dicono, su YouTube, non in tv. Strano eh?
      A questo mondo o mangi o vieni mangiato, è la dura legge della natura.

      La maggioranza della popolazione ha però una predisposizione alla negazione molto forte ed è sempre alla ricerca di una via d'uscita.
      Ero anche io tra questi.
      Può essere confortante pensare che il collasso avverrà solo ad altri e loro bene o male "tireranno avanti". Lo riscontro anche nei miei amici universitari a cui ho tentato in 6 anni di fargli capire l'andazzo ma niente.
      Ad esempio uno è in cassa integrazione da un anno e ormai a rischio di licenziamento e lavora in un' importante azienda che fornisce componenti al settore auto. Aevoglia a dirgli che il settore auto a livello globale ha piccato nel 2018 ed è in discesa da allora mentre in Italia ormai stiamo assistendo alla dismissione dell'intera filiera.
      Niente, l'illusione del "io mi salverò" è troppo forte. Forse quando batterà la faccia contro la dura realtà si sveglierà.
      Un altro carissimo amico lavora in una realtà metalmeccanica leader in Europa e mi ha confidato che il proprietario gli ha detto: "non ho mai visto una situazione di crisi come questa da 30 anni, a breve sarò costretto a far fuori il 50% degli uffici".
      Ehi mai sentito parlare di fine della crescita?

      Purtroppo la storia avrebbe dovuto insegnare che nessuna civiltà umana è durata per sempre. Hanno raggiunto un apice, si sono espanse fin dove potevano sfruttando le forme di energia che avevano ai tempi (schiavi, bestiame, legna) e poi sono collassate, eppure continuiamo a ripetere gli stessi errori.
      Perché? Semplicemente a causa della nostra natura di ottenere di più per "noi stessi" a scapito di tutto il resto, una tendenza naturale per ogni specie.
      Un leone affamato esiterebbe a uccidere e mangiare l'ultimo esemplare di gazzella rimasto se potesse catturarlo?
      Le renne dell'isola di San Matteo avrebbero smesso di riprodursi e ridurre il consumo di licheni e piante, prima di superare il limite di sostentamento massimo? No, la storia ci dice che non l'hanno fatto. Si sono estinte dopo essersi riprodotte a dismisura e aver mangiato tutto il cibo presente sull'isola.

      Non credo che gli esseri umani possano mai vivere una vita in armonia con il resto della natura, perché non credo ci sia affatto dell'armonia nella natura. È la sopravvivenza del più forte, e alla domanda di prima del leone rispondo: sì, il leone affamato mangerà l'ultimo esemplare di gazzella disponibile al mondo, e poi si estinguerà a sua volta.

      La gente non vuole credere alla semplice conclusione che la civiltà umana sia un processo che ha il solo scopo di aumentare l'entropia, e che quando i materiali e l'energia vengono dissipati il più possibile, il processo cessa.
      È un processo fisico, governato dalle leggi della fisica, che si riscontra anche nelle stelle, nelle tempeste, negli ecosistemi e nei singoli organismi viventi. Perché mai dovremmo fare eccezione?
      Forse perché non si riesce ad accettare che, in fondo, non c'è chissà quale grande significato o scopo nella vita, ma tutto ciò che fa è semplicemente aumentare l'entropia, un processo naturale dell'universo, nient' altro.

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    3. Sul rapporto tra l'Uomo e l'Entropia, ovvero tra la nostra vanitosa presunzione ed i limiti spietati dell'universo, aveva scritto un saggio l'astro-fisico francese F. Roddier, a cui avevo dedicato anche un post, molto tempo fa.

      Se pensi che ti possa interessare, lo trovi qui:
      https://ilfenotipoconsapevole.blogspot.com/2014/02/ecce-homo.html

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  3. @ Lumen

    Nel post precedente hai scritto in un commento:

    "Per sostenere il ciclo economico occorrono sempre più consumatori e per mantenere il sistema pensionistico occorre una piramide demografica con molti giovani."

    Dunque crescita economica e demografica sono o sarebbero indispensabili e se italiani e occidentali in genere (compresi sudcoreani, giapponesi, australiani) di figli non ne hanno più o non abbastanza per sostenere il ciclo economico è giocoforza importare manovalanza dall'estero.
    Ma il capitalismo ha davvero bisogno di una crescita demografica illimitata? Secondo me non necessariamente. Il capitalismo tende alla massimizzazione del profitto - il profitto è il suo scopo primario, non la promozione del bene comune.
    I limiti ambientali frenano però l'espansione o la crescita economica, tanto che Severino - che non era sicuramente un comunista - intravedeva già trent'anni fa la fine del capitalismo in quanto il tasso di profitto era destinato a diminuire - tendenzialmente fino allo zero - per la necessità di salvaguardare l'ambiente.
    Ma tornando alla demografia. Anche in presenza di una popolazione stabile, il capitalismo potrebbe comunque sempre reinventarsi proponendo nuovi prodotti e creando nuovi bisogni, non dovrebbe limitarsi all'amministrazione dell'esistente, indipendentemente appunto da una crescita demografica.

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    1. Caro Sergio, hai sollevato un problema molto delicato.
      Io sono un semplice profano, ma non credo che il C. possa sopravvivere senza la crescita,
      Perchè se anche si riuscisse ad avere una popolazione stabile, si dovrebbe comunque aumentare il consumo di risorse naturali per offrire ai consumatori merci sempre più nuove, moderne e innovative.

      Come dice la mia famosa teoria, noi vogliamo sempre di più, per cercare di essere superiori agli altri; ed è questo che ci frega.

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  4. Il capitalismo? Libera volpe in libero pollaio.
    Che Guevara

    Potenza della sintesi, a volte bastano due righe....per contro il nostro Che era spietato verso i nemici che a volte giustziava personalmente. Il "paradiso " che lui e compagno Fidel prefiguravano era un esperimento di regimi comunisti vicino agli USA, considerato che Cuba ospita una enorme base militare americana, ergo un possedimento americano sotto traccia , il tutto sulle spalle dello sventurato popolo cubano. La crisi del 1961, ovvero i presunti missili sovietici sull'isola, si risolse a tarallucci e vino,ed i marinai sovietici tornarono a casa ebbri di birra, salsicce e patatine

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    1. Bello l'aforisma del Che.

      Quanto al fatto che Cuba sia diventata comunista credo che sua stato un errore madornale degli USA, che hanno sottovalutato il pericolo della ribellione contro Batista.
      E l'hanno pagata cara per decenni.

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  5. Non mi è mai stato del tutto chiaro per quale/i motivi/i il Patriarcato sia brutto & cattivo "a prescindere" e invece altrettanto "a prescindere" il Matriarcato (suprema icona femminil-femminista) sia bello & buono!
    E poi avere un rango socio-politico piu' alto normalmente significa avere non solo diritti ma anche doveri, non solo onori ma anche oneri, non solo potere decisionale ma anche pesanti responsabilità... Saluti

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    1. Il Patriarcato ha la 'colpa' di non accettare la parità tra i sessi.

      Però è vero quello che dici circa le maggiori responsabilità.
      I latini dicevano: cui commoda, eius et incommoda.
      Ma non sembra questo l'oblbiettivo di molte femministe.

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    2. ""De facto" ancora meno del P. e' il Matriarcato ad accettare la fantomatica Parità dei sessi poiché esso postula la SUPERIORITÀ intellettuale e morale del Principio femminile che quindi è chiamato a governare tout court il mondo ... al di là delle competenze e del merito che (in un'ottica liberaldemocratica) dovrebbe essere essenzialmente INDIVIDUALE.

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    3. Certamente..
      Se si parte da un presupposto di prevalenza sessuale, sia esso maschile o femminile, siamo già lontani dal principio di parità.

      Mi pare però che la moderna società liberale, avendo superato entrambi i principi 'di parte', sia - sotto questo aspetto - abbastanza equilibrata.

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  6. Vorrei che le donne avessero potere non sugli uomini, ma su loro stesse.
    Mary
    Woolstonecraft

    La guerra fra I sessi fa comodo al potere, il solito noioso trito e ritrito dividi et impera....Recentemente tale attrito fu estremizzato dalle elites, convincendo le donne a lavorare per diventare anch'esse formichine consumatrici. Emancipazione suo generis.

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    1. La 'guerra fra i sessi' viene da molto più lontano, e cioè da quando l'evoluzione ha diviso gli individui in maschio e femmina, con un diverso ed asimmetrico meccanismo riproduttivo.
      Poi, certo, il potere ne ha approfittato. Ma solo a livello culturale.

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  7. La nera profezia di Tremonti: "Spariranno pensioni e sanità"
    La prospettiva di Giulio Tremonti per il futuro economico del Paese non è rosea, tanto che l'ex ministro prospetta il cosiddetto "autunno democratico"

    https://www.ilgiornale.it/news/interni/nera-profezia-tremonti-spariranno-pensioni-e-sanit-2513361.html

    Vado un attimino fuori tema, ma manco più di tanto perché in realtà è tutto collegato, giacché la fine del patriarcato e il dilagare del femminismo implicano maggiore denatalità che causerà, come fa notare Tremonti, la scomparsa di pensioni e sanità pubblica.
    Ogni giorno che passa penso, da 30enne, che senso abbia continuare a lavorare e sbattersi se la mia generazione non avrà un futuro.
    Vabbè che ho imparato ad essere un artista come disse Thomas Bernhard, ma tra non molto più che un artista servirà diventare, mi si perdoni l'anglicismo, un prepper...

    “Così ogni giorno diventa un inferno per noi, che ci piaccia o no, e ciò che pensiamo, se ci pensiamo, se abbiamo la necessaria freddezza e acutezza mentale, diventa sempre qualcosa di meschino, basso e superfluo in ogni caso, che ci deprime per tutta la vita nel modo più sconvolgente. È un'arte "sopportare l'insopportabile e non percepire ciò che è spaventoso in quanto tale, come spaventoso".

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    1. << la fine del patriarcato e il dilagare del femminismo implicano maggiore denatalità che causerà, come fa notare Tremonti, la scomparsa di pensioni e sanità pubblica. >>

      Questo, tecnicamente, è vero, ma senza una significativa riduzione della popolazione, si cade in una situazione ancora peggiore, quella di un degrado ambientale irreversibile.
      E' questa la tragedia: se fai più figli sistemi una cosa, ma ne rovini un'altra; mentre se fai meno figli ti capita esattamente l'inverso.

      In occidente, il Patriarcato è morto di morte naturale, per effetto del benessere economico e della conseguente spinta sociale all'individualismo.
      Ma non è sparito in tutto il mondo.
      E se la crisi ambientale dovesse riportare indietro l'orologio della storia, il Patriarcato potrebbe tornare alla ribalta anche da noi.

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    2. P.S. - Non lo dico per piaggeria, ma una profondità di analisi come la tua, a soli 30 anni, è una cosa molto rara. Dovresti esserne orgoglioso.

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    3. Grazie Lumen, anche se devo ammettere che raggiungere un certo livello di conoscenza e discernimento ormai sembrano più delle maledizioni per me =)

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    4. Più sai, più soffri (Ecclesiaste). Ma come fai a non voler sapere? Si può fare lo struzzo sperando che non ci succeda niente, ma una persona appena appena normale vuole sapere. Senza dimenticare che sapere è potere.

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    5. Esatto.
      Per vivere bene 'senza sapere' ci vuole una fortuna sfacciata.
      Ed è meglio non farci troppo conto.

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  8. Mentre mi associo a Lumen nel congratularsi con Gian, debbo rilevare la pervicacia pessimistica di tale Tremonti già ministro,uso a sciorinare catastrofiche previsioni non realizzatesi allo stato , sorta di. corvo parlante che metterebbe in guardia i pensionati, per dirne una, sulla volatilità del loro modesto valsente, ignaro, Il nostro, che spesso accadono avvenimenti che coinvolgono interi quadranti terrestri, sovente una via mezzo fra ciò che speravamo e quello che temevamo.

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    1. Io Tremonti non lo capisco, ogni volta che leggo un suo articolo o intervista dopo mi chiedo: ma che c... dice? Annuncia sempre sfracelli, ma di ricette o proposte manco l'ombra. Un uccellaccio del malaugurio o uno jettatore. Non lo leggerò più, non mi perdo niente. Mi sembra che sia stato anche un ministro, beato lui, avrà un vitalizio.

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    2. @Mauro b. grazie.

      @Sergio, occhio ad aspettarsi soluzioni dai politici, perché, di solito, "la causa principale dei problemi sono le soluzioni".
      A volte i vari politici in un rigurgito di onestà intellettuale le cose come stanno te le dicono.
      Purtroppo dal lato demografico non possono offrire soluzioni, penso che la frittata ormai è fatta, ma a quanto pare il nostro non è un caso isolato nella storia.
      L’antropologo inglese J. D. Unwin pubblicò nel 1934 “sex and culture” dove affermava che, secondo lui, man mano che le società si sviluppano diventano più sessualmente liberali, accelerando l'entropia sociale della società, diminuendo così la sua energia "creativa" ed "espansiva".
      Sostanzialmente le culture che hanno abbracciato la totale libertà sessuale crollano nel giro di tre generazioni (e quindi 70/80 anni) venendo conquistate militarmente o assimilate.
      L’occidente ha iniziato questo processo negli anni 60 circa, quindi siamo a circa al 70% del processo.
      C’è solo da chiedersi se ci sarà una conquista militare o una conquista di tipo culturale, vedi islamizzazione.
      Io a questo punto, vedendo l'andazzo, propendo per la seconda.

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    3. "L’occidente ha iniziato questo processo negli anni 60 circa, quindi siamo a circa al 70% del processo."

      Ma è stato indotto, dunque programmato, o è stato l'esito di un processo naturale? (il benessere materiale promuove l'edonismo, come ai tempi dei Romani). Poi è arrivata anche la pillola. Poi anche la promozione dell'omosessualità, sostenuta persino dalla Chiesa cattolica, sempre più gay e filoislamica (offre spazi per il ramadam). Difficile non pensare a un piano. Ma poi ti dicono che questa è paranoia, saremmo omofobi e islamofobi (la Chiesa partecipa alla giornata mondiale contro l'omotransfobia - una volta masturbarsi era peccato mortale, adesso invece anche inc... va benissimo "se uno cerca Dio").

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    4. @ Gian
      Propendo anche io per la conquista da fertilità differenziale: molto efficiente e poco pericolosa (per i conquistatori).

      @ Sergio
      Penso che sia una conseguenza del benessere, che rende possibile l'edonismo individualista.
      Quindi, quando finiranno le vacche grasse, potrebbe ritornare tutto come prima.

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  9. A proposito della 'cultura' maschile (con o senza patriarcato), Uriel Fanelli la vede così:

    << Noi uomini siamo stati educati. E non nel senso soft e terapeutico in voga oggi, ma nella forma dura e strutturante dell'imprinting culturale.
    Fin da bambini, quando ci mettevano in mano camioncini, betoniere e trattori (...) non ci stavano solo offrendo un giocattolo. Ci stavano addestrando.
    Ci stavano dicendo, a bassa voce ma con costanza mantrica, che la nostra vita sarebbe ruotata attorno al lavoro, alla produttività, alla fatica. Giocavamo, letteralmente, al mestiere.
    Ci dicevano che saremmo dovuti diventare indipendenti, autonomi, economicamente solidi, assertivi e, se possibile, vincenti.
    Non c’era spazio per varianti: era la norma. Un destino così naturale da non sembrare nemmeno un'opzione, ma una legge fisica.
    L’alternativa? Essere considerati dei falliti — una categoria sociale che non gode esattamente di indulgenza, né maschile né femminile. >>

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