domenica 24 marzo 2024

Punti di vista - 36

NEGAZIONISTI CLIMATICI
In quasi due decenni non sono riuscito ancora a capire gli scettici, negazionisti (…) del cambiamento-riscaldamento climatico e, in generale, della crisi ecologica di Homo sapiens.
A parte l'ovvia constatazione che questa crisi mette di fatto in discussione l'attuale assetto socio-economico (consumismo e crescita) ed ecologico (invasività umana) globale, e quindi suscita le paure di tutti, conservatori e progressisti.
Secondo me non c'è nulla di male ad avere un po' di paura. Per evitare di agire sotto il solo effetto della paura si deve studiare però, non si può affidare le proprie decisioni a chi dice ciò che ci piace di più.
Mentre questo sembra proprio il criterio con cui la maggior parte delle persone si affida nel considerare i temi ambientali, energetici e socio-economici. Questo non mi piace, quindi deve essere sbagliato (e qualcuno che lo afferma lo trovi di sicuro). Questo mi piace, quindi deve essere vero (come sopra).
LUCA PARDI


CULTURA CINESE
La Cina classica (...) è stata caratterizzata da una visione del mondo molto diversa da quella occidentale.
La filosofia greca, cioè la radice stessa del pensiero occidentale, comincia confondendo metafisica e scienza. In altri termini, cercando la spiegazione del mondo.
In Cina invece sin dal primo momento non si hanno né eccessive curiosità per spiegare il mondo – e infatti la scienza fa ben pochi progressi, per millenni – né eccessive curiosità per le grandi domande: c’è un Dio? Qual è il destino degli uomini? Gli uomini hanno un’anima? E via dicendo.
Il grande problema della Cina non è né scientifico né economico, è etico: l’ideale non è la verità, la vittoria, la salvazione, ma – molto più semplicemente – la saggezza. Il saggio deve essere moderato, tollerante, sorridente, sensibile alla bellezza della natura e dell’arte. (...)
Il grande ideale della Cina è l’arte del vivere. Con questa ricetta si può certo vivere felici, ma si rischia di essere dominati da chi la polvere da sparo (inventata dai cinesi) non la usa per i fuochi d’artificio ma per gli archibugi e i cannoni.
GIANNI PARDO


LE NUOVE ENCLAVES
La disomogeneità della crescita nelle diverse aree (e popolazioni) planetarie genera la creazione di spostamenti di massa, migrazioni, formazione di 'enclaves' all'interno delle megalopoli.
Enclaves che tendono a preservare le specificità etniche e culturali e che vanno tanto più strutturandosi, quanto più si assiste alla scomparsa delle Nazioni, intese come territorio di pertinenza di certe etnie e culture delimitato da confini tradizionali. (...)
Le enclaves determinano convivenze di culture ed etnie diverse sullo stesso territorio, aumentando i rischi di conflitti all'interno delle megalopoli. Le diversità culturali persistono e a volte si rafforzano per la convivenza stretta ed esplodono in determinate contingenze storiche, come si può vedere ad esempio nella società nord americana.
AGOBIT


TRA FASCISMO E LENINISMO
L’Italia fascista fu tra i primi paesi europei a riconoscere l’Unione Sovietica.
Poco prima, Mussolini e Lenin si erano contesi l’eredità e le spoglie del filosofo rivoluzionario Georges Sorel, morto in Francia nel 1922. Entrambi esuli rivoluzionari in Svizzera, si racconta che Lenin e Mussolini si siano incrociati a una lezione di Vilfredo Pareto a Losanna. (…)
I comunisti italiani si riconobbero tutti nel solco di Lenin, in testa Gramsci, e al fascismo rimproverarono piuttosto di essere un totalitarismo incompiuto perché si era compromesso con il capitale, la monarchia e la chiesa. (…)
Gramsci paragonò il falso capo Mussolini al vero duce Lenin, con la sua benefica dittatura del proletariato e dei soviet, che definì cesarismo progressivo.
MARCELLO VENEZIANI


RISPETTARE LE NORME
Nella nostra cultura tipicamente si stabilisce una norma, si definiscono le pene per chi non la rispetti, e poi si sta a guardare cosa succede. I ‘buoni’ rispettano la regola, i ‘cattivi’ la infrangono.
Se i ‘cattivi’ sono in abbondanza, o si ingenerano proteste, un successivo governo o un’autorità di livello superiore potrà ammorbidire o abrogare la norma.
Non c’è l’idea che le decisioni collettive debbano riguardare il benessere della società, e che per questo motivo sia necessario che la collettività le adotti compattamente.
Resta questa idea condivisa di ‘libertà individuale’ per cui se la legge non ti piace la infrangi, e se vogliono punirti ti devono prima cogliere sul fatto. 
E che l’autorità disponga [certo] di mezzi e strumenti per contrastare l’evasione delle norme, ma se questi mezzi non sono sufficienti o adeguati, pazienza, vuol dire che la norma non si riesce a far rispettare.
È talmente normale ed accettato che se sei ‘bravo’ la norma la evadi, che chi ci riesce è visto con ammirazione.
MARCO PIERFRANCESCHI

5 commenti:

  1. A proposito del rispetto delle norme, Pierfranceschi fa una acuta osservazione di ordine lessicale, prendendo spunto dal verbo inglese TO ENFORCE, utilizzato proprio in questo ambito.
    << Un singolo verbo italiano per tradurre l’inglese ‘to enforce’ non esiste. Il significato viene ricostruito attraverso un giro di parole. Il più calzante è: ‘organizzare modalità tali da imporre il rispetto di una legge/norma/regolamento’.
    Non già ‘imporre’, quindi, ma proprio ‘organizzare’. Questo vuoto concettuale, secondo me, riflette un errore di fondo nell’approccio complessivo della nostra cultura ai processi di soluzione dei problemi. >>

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  2. Negazionisti climatici

    Riflessioni opportumamente ispirate ad un ambientalismo laico (non-ideologico) ragionato e scientificamente fondato, a differenza di certo ambientalismo non meno aprioristico, fanatico e tetragono del negazionismo climatico (e demografico) stesso.

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    1. Purtroppo il fanatismo esiste dappertutto ed è una caratteristica quasi antropologica, indipendente dalla materia del contendere.
      E siccome col fanatismo non si ragiona, la sua presenza può rovinare qualunque buon argomento.

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  3. Nessuno si occupa o preoccupa to enforce, ovvero far rispettare una semplice norma che aiuterebbe la difesa del nostro habitat, un circoscritto terrario-acquario, norma appunto segnatamente a protezione della pozzanghera dove siamo ristretti..

    Mi riferisco, nello specifico, agli orrendi condominii galleggianti, pomposamente chiamati navi da crociera, sospinte da vetusti motori a nafta che spargono più combustile incombusto nelle acque, di quanto riescano a trasformare in forza motrice. Sostituire i motori inquinanti nooo?Ce ne sono migliaia, a zonzo per i mari.... E noi dovremmo convertirci all'elettrico, mentre loro....

    The fish smells starting from the head, il pesce puzza dalla testa. Preferisco la versione italica.

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    1. Anche io non ho simpatia per le crociere, che mi sembrano delle vacanze finte.
      Ci lamentiamo della folla e degli spazi stretti della città e poi andiamo a cercare un posto simile anche in vacanza.
      Mah...

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