giovedì 11 agosto 2022

Ambiente ed Energia: un equilibrio difficile

Ambiente ed energia sono sempre stati legati in modo profondo sin dall'inizio della civiltà umana. Ma mai come oggi il loro rapporto è diventato ancora più inestricabile, in quanto alla fame sempre crescente di energia va di pari passo il degrado semrpe più rapido dell'ambiente.
Quelle che seguono sono le riflessioni di alcuni esperti sulla situazione attuale.
LUMEN



ENERGIE ALTERNATIVE
Alcuni autori come Gail Tverberg ritengono che la REI (Industrial Electric Renewable) e il Nucleare siano semplicemente estensioni dei combustibili fossili. In breve, sono sistemi che possono fornire energia extra ma solo se sono disponibili combustibili fossili.
Ed è un fatto che né il REI né il modello nucleare hanno mai completato il loro ciclo di vita (che comprende l'estrazione, la lavorazione, i processi di fabbricazione, l'assemblaggio e l'installazione, la manutenzione e, infine, lo smantellamento dei materiali) utilizzando solo energia rinnovabile o nucleare: il fatto è che molta energia fossile finisce sempre per entrare nel processo.
Inutile dire che completare il ciclo di vita con la sola energia rinnovabile/nucleare è teoricamente possibile: la domanda è sapere come funziona nella pratica.
Nel mondo reale, usare solo energia rinnovabile o nucleare in questi processi può aumentare enormemente i costi energetici, al punto che i sistemi che ne derivano cessano di essere fonti di energia e diventano pozzi di energia, cioè in tutto il processo si perde più energia di quella prodotta.
ANTONIO TURIEL


IL PICCO DELL'AGRICOLTURA
E’ possibile (anche se non certo) che il 2019 sia stato il picco della produzione agricola e industriale.
Se fosse così, probabilmente intorno al 2030 comincerà un decremento demografico guidato soprattutto dalla contrazione dei servizi sanitari internazionali, malnutrizione, siccità, sommosse e dal disperato tentativo dei paesi del “Nord del Mondo” di arginare le decine, se non centinaia di milioni di persone che cercheranno scampo in zone già ampiamente sovrappopolate ed impoverite.
Certo, ci saranno differenze importanti a seconda dei paesi e delle classi sociali, ma il quadro di riferimento generale lascia poco spazio per ipotesi diverse dal momento che, se anche volessimo finalmente fare qualcosa di utile, sarebbe in gran parte troppo tardi.
JACOPO SIMONETTA


GAS NATURALE
Chiaramente, il governo non considera il clima una priorità. Non solo non fa nulla di sostanziale, ma peggiora le cose, per esempio programmando il ritorno al carbone, notoriamente la sorgente di energia più sporca di tutte.
Peggio ancora sta facendo l’Unione Europea che sta programmando di classificare il gas naturale come una “sorgente rinnovabile”.
Per chi non lo sapesse, il gas “naturale” è formato principalmente da metano fossile che è un gas serra molto più potente dell’anidride carbonica. Le inevitabili perdite nell’estrazione e nel trasporto rendono il gas naturale uno dei fattori principali nel riscaldamento globale.
Classificarlo per legge come “rinnovabile” è un po’ come falsificare la data di nascita sulla carta di identità per sembrare più giovani.
UGO BARDI


VIVERE COL SOLE
Negli ultimi decenni, ci siamo abituati a usare l'energia ogni volta che lo desideriamo. Ciò mette a repentaglio una rapida transizione, poiché l'abbinamento dei nostri attuali modelli di consumo alla fornitura rinnovabile richiederebbe un'enorme quantità di stoccaggio.
Nel dibattito sulla transizione, questo è spesso considerato l'ostacolo chiave per raggiungere un sistema energetico privo di fossili. (Ma) per salvare un clima ospitale, i nostri modelli di consumo non sono scontati.
Possiamo e dobbiamo ripensare fondamentalmente al modo in cui utilizziamo l'energia. Seguendo il corso del sole, proprio come fanno i girasoli, possiamo programmare le nostre attività più energivore intorno a mezzogiorno e in estate, riducendo al minimo la domanda di notte e in inverno.
HARALD DESING


COSTI ENERGETICI
L’aumento – in questo momento è praticamente il raddoppio – dei costi dell’energia, riverbera su tutte le attività economiche. Non è una cosa temporanea che finirà quando finisce la guerra in Ucraina (sperando che finisca presto). E’ una tendenza strutturale che è cominciata prima della guerra e durerà ancora per molto tempo.
E non te la cavi semplicemente abbassando il termostato del riscaldamento di casa, come il governo ci ha raccontato. Nemmeno per idea: un privato cittadino può anche decidere di starsene al freddo indossando due paia di calzini di lana, ma non puoi far funzionare dei macchinari industriali usando dei calzini di lana.
La produzione industriale richiede energia e molte attività che potevano dare dei profitti con un certo costo dell’energia non hanno più senso con i costi attuali, molto più alti.
UGO BARDI

7 commenti:

  1. A proposito dei limiti dell'energia nucleare, che ogni tanto ritorna di attualità come soluzione 'amica' dell'ambiente, tutto è già stato detto da tempo.
    Per chi volesse approfondire, richiamo un vecchio post del maggio 2011, le cui considerazioni restano attuali ancora oggi.

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  2. Il complesso & complicato rapporto fra Ambiente ed Energia (e indirettamente Economia) costituisce forse il principale tema/problema contemporaneo su scala planetaria. Dispiace che molto/troppo spesso venga analizzato prescindendo completamente (per motivi di varia natura...) dal tema/problema della crescita demografica & della sovrappopolazione umane. Saluti

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    1. In effetti quello della popolazione fuori controllo è il problema principale che condiziona tutto e che dovrebbe essere affrontato prima di tutto il resto.

      Eppure il calcolo teorico della popolazione sostenibile non è difficile: basta prendere il totale dell'energia producibile in un anno da fonti totalmente rinnovabili e dividerlo per il consumo pro capite relativo ad un tenore di vita ragionevole.
      Il risultato sarà il livello massimo della popolazione mondiale compatibile con l'ambiente.
      Ma quando si passa dalla teoria alla pratica sembra di entrare in un film di fantascenza: chi mai potrebbe realizzare davvero un obbiettivo simile ?

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  3. Jacopo Simonetta

    Terrificanti queste considerazioni che si concludono con un "è ormai troppo tardi". Che dobbiamo allora fare, cosa è ancora possibile fare per evitare il peggio o addirittura il collasso e la fine? O forse qualcuno, qualche gruppo o paese sfuggirà o sopravvivrà alla catastrofe e potrà passare il testimone dell'umanità a nuova progenie?
    Eppure la crisi o le crisi attuali (epidemie, guerra, inflazione, fame ecc.) dovrebbero farci aprire gli occhi: i prossimi 10-12-15 miliardi di esseri umani avranno bisogno innanzi tutto di cibo e acqua (e non di ponti sullo stretto e altre corbellerie).

    " le decine, se non centinaia di milioni di persone che cercheranno scampo in zone già ampiamente sovrappopolate ed impoverite"

    E che facciamo: accogliamo tutti come esige quel coglione di papa massone e ricchione? Già le migliaia di cosiddetti profughi che da decenni invadono l'Italia ci mettono in crisi.
    La Nigeria avrà fra qualche decennio una popolazione superiore a quella dell'UE, qualcosa come 700 milioni.
    E che dicono le elite? Credono davvero di essere al sicuro?
    O puntano su virus più micidiali per ridurre la popolazione mondiale? Sono dei malthusiani, strillano i cattolici.

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    1. E' molto probabile che le elites credano di essere al sicuro, altrimenti si muoverebbero in modo diverso.
      Oppure stanno davvero pensando di fare qualcosa per ridurre la popolazione mondiale, ma non ne parlano ancora, per ovvii motivi.

      Tempo fa, avevo letto un libro di avventura, intitolato RAIMBOW SIX, che mi aveva colpito molto, in quanto ipotizzava per l'appunto l'utilizzo di un virus mondiale a fini demografici (che poi. però. falliva).

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  4. COMMENTO di GP VALLA

    IL PICCO DELL'AGRICOLTURA

    Francamente non mi è chiaro il concetto di "picco dell'agricoltura".
    Si fa riferimento alla produzione assoluta dei prodotti agricoli, come sembrerebbe dalle parole di Simonetta? Ma, in tal caso, perché la produzione dovrebbe diminuire, dato che si tratta di beni rinnovabili?

    In ogni caso, c'è chi sta alacremente operando perché la "profezia" si avveri: la nuova strategia Farm to fork (F2F) della Unione Europea, parte del New Green Deal, prevede entro il 2030 la riduzione del 50 % dei pesticidi chimici, la destinazione del 25 % dei terreni agricoli alle produzioni "biologiche" e la riduzione del 10 % dei terreni agricoli. Il risultato - è stato stimato - sarà una diminuzione del 12% della produzione agricola, con la conseguenza che la UE, da esportatrice diventerà importatrice di generi alimentari. Inutile aggiungere che provvedimenti così devastanti sono stati presi senza alcun coinvolgimento né tanto meno approvazione da parte dei cittadini europei.
    Oltre a ciò il governo olandese sta anche cercando di obbligare molti piccoli agricoltori a chiudere gli allevamenti e a cessare l'attività col pretesto di eccessive emissioni di rifiuti azotati.
    E ancora: le sanzioni alla Russia potranno determinare difficoltà nell'approvvigionamento di fertilizzanti in Europa.
    È facile fare profezie, quando poi si fa tutto il possibile perché si avverino.
    Honni soit qui mal y pense, ma sembra proprio che i governi (o per lo meno quelli UE) stiano deliberatamente cercando di ridurre alla fame i propri cittadini.
    Nel frattempo Bill Gates è diventato uno dei massimi proprietari di terreni agricoli d'America, e le grandi multinazionali si apprestano a spartirsi gli immensi terreni agricoli dell'Ucraina, che Zelensky intende privatizzare, nonostante la contrarietà della stragrande maggioranza della popolazione.
    Nessuna correlazione...

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    1. Caro Beppe, il 'land grabbing' (l'accaparramento di terreni agricoli in nazioni estere) è una pratica molto diffusa nel nuovo millennio (lo fa anche la Cina in Africa) e può essere considerata la versione moderna del vecchio colonialismo
      Ma le conseguenze pratiche, in caso di crisi alimentare, potrebbero essere devastanti.

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