Perchè tante cose possono cambiare nel tempo, ma la geografia dei luoghi rimane, salvo casi eccezionali, sempre la stessa.
Per questo, quando si parla di politica internazionale, si parla spesso di geo-poltica, alla quale è dedicato il post di oggi, con le riflessioni di alcuni autori tratte dal web.
LUMEN
Non potendo avere un Ordine Mondiale universalmente riconosciuto o imposto, stabilito da un Sovrano e garante con la forza e l’autorevolezza di arbitro sovraordinato a tutti gli Stati, l’unica soluzione realistica è accettare la pluralità del mondo e circoscrivere, riconoscere alcune aree omogenee o spazi vitali – per dirla con la geopolitica, Carl Schmitt o più recentemente Samuel Huntington: l’Europa, gli Stati Uniti, l’America latina, la Russia, la Cina, l’India, il sud-est Asiatico, l’Africa, il Medio Oriente o civiltà islamica, l’Australia.
Le grandi aree naturalmente possono essere intese diversamente, ma queste dieci ci sembrano le più indicative, a loro volta suddivise in altre aree minori. L’ordine mondiale non può che essere governato da rappresentanti di queste dieci realtà principali.
MARCELLO VENEZIANI
IL RITORNO DEL NAZIONALISMO
L’identitarismo nazionale e culturale dei vari fronti geopolitici, da quello russo all’afghano, dal vietnamita all’indiano, dall’iraniano all’ungherese, dal giapponese al brasiliano, farà il suo ingresso anche all’interno dell’Unione Europea, contrapponendosi anche qui all’Anglo-globalismo ormai in ritirata irreversibile ed anche ad ogni nuova eventuale forma di Globalismo, che potrebbe questa volta arrivare dall’Estremo Oriente rosso, con la possibile benedizione del Vaticano universalistico, di fazioni dell’elite finanziaria e militare occidentale e di Davos.
La partita tra Identitari e Globalisti sarà lunga e secolare, è appena iniziata.
SITO di SOLLEVAZIONE
IMPERI E CONFINI
I grandi imperi sono fragili perché le loro dimensioni li pongono dinanzi all’alternativa tra la tirannia e la frammentazione. Se gli Stati Uniti sono in una condizione eccezionalmente felice è, innanzi tutto, per le frontiere.
Ad est e ad ovest, due immensi oceani. A nord un Paese amico che, per certi versi, è la replica degli Stati Uniti. E comunque nessuno dei due ha interesse ad invadere l’altro. A sud un Paese, come il Messico, che se fosse annesso agli Stati Uniti gli procurerebbe più guai che vantaggi. E infatti il vecchio progetto è quello di erigere un muro per difendersi dai migranti in partenza da esso, un po’ come la Cina a suo tempo costruì la Grande Muraglia.
GIANNI PARDO
DE-GLOBALIZZAZIONE
Il decadimento quali/quantitativo dell’input energetico e gli effetti nocivi connessi con la crescente entropia mondiale renderanno le strutture economiche e sociali particolarmente complesse sempre meno sostenibili.
Ciò significa che la de-globalizzazione che sta ora prendendo le mosse, accelererà e diverrà una tendenza inarrestabile nei prossimi decenni.
Prima di festeggiare, consideriamo però che, se con la globalizzazione ci siamo fatti parecchio male, con la de-globalizzazione ci faremo peggio.
JACOPO SIMONETTA
LA CINA DI OGGI
La Cina di oggi è una grande potenza che, a differenza della Russia, non affama la propria popolazione pur di armarsi, ma è abbastanza ricca per avere il burro, i cannoni, e anche le vacanze all’estero.
Il livello di vita, dai tempi di Mao, si è moltiplicato non so più per quale cifra. Ha la serenità della belva che siede al top della scala alimentare. Ed oggi ha già mangiato.
Certo, deve tenersi buoni gli Stati Uniti, perché sono una grande potenza economica, militare e tecnologica. Ma soprattutto perché sono buoni clienti. Anzi, insostituibili clienti.
Né la Cina ha difficoltà, in questo. Perché è estremamente pragmatica. Persegue i suoi scopi con estremo realismo. Non cercherà mai di ottenere ciò che è molto costoso, perché tiene costantemente conto del dare e dell’avere.
All’Europa qualcuno ha potuto illustrare l’impresa delle Crociate come qualcosa di doveroso; la Cina, se fosse stata in Europa, avrebbe chiesto: “E io che ci guadagno?”
GIANNI PARDO
MONDO MULTIPOLARE
Ritengo molto edulcorata la visione che presenta un quadro ‘Occidente vs resto del mondo’. Il quadro semmai è ‘Occidente vs Cina vs Russia vs Resto del mondo’.
Ho la seria impressione, da episodi come questa guerra [in Ucraina] e la condotta di Cina e Russia in Africa, che il ‘mondo multipolare’ di cui si riempiono in tanti la bocca sia lo stesso prima, con la differenza che le 'porcherie' prima prerogativa esclusiva degli USA, ora sono estese a qualche altro pesce grosso.
IGOR GIUSSANI