giovedì 10 febbraio 2022

Vangeli e misteri - 3

I misteri, le imprecisioni e le contraddizioni dei Vangeli canonici, nell'analisi di un grande esperto come Bart Erhman (terza ed ultima parte).

LUMEN


<< Dov’era Gesù il giorno dopo il suo battesimo?

In Matteo, Marco e Luca – i cosiddetti Vangeli Sinottici – Gesù, dopo il suo battesimo, se ne va nel deserto dove viene tentato dal diavolo. Marco in particolare è abbastanza chiaro sulla questione, perché afferma, dopo aver raccontato del battesimo, che Gesù partì “immediatamente” per il deserto.

E Giovanni? In Giovanni non c’è nessun resoconto di Gesù tentato dal diavolo nel deserto. Il giorno dopo che Giovanni Battista ha testimoniato che lo Spirito è sceso su Gesù come una colomba al battesimo (Giovanni 1:29-34), egli vede di nuovo Gesù e lo dichiara essere l’Agnello di Dio (Giovanni è esplicito, affermando che questo è avvenuto “il giorno dopo”).

Gesù inizia quindi a radunare i suoi discepoli intorno a sé (1:35-52) e si lancia nel suo ministero pubblico compiendo il miracolo di trasformare l’acqua in vino (2:1-11). Quindi dov’era Gesù il giorno dopo? Dipende da quale Vangelo si legge.[…]


I racconti della risurrezione

In nessun punto le differenze tra i Vangeli sono più chiare che nei racconti della risurrezione di Gesù. […] Ci sono moltissime differenze tra i quattro racconti, e alcune di queste differenze sono discrepanze che non possono essere facilmente (o mai) riconciliate. […]

Permettetemi qui di sottolineare quanto ho affermato nel mio libro “Gesù non l'ha mai detto”: non abbiamo gli originali di nessuno di questi Vangeli, solo copie fatte dopo, nella maggior parte dei casi molti secoli dopo. Queste copie differiscono tutte l’una dall’altra, molto spesso nei racconti della resurrezione di Gesù. Gli studiosi devono determinare cosa dicevano gli originali sulla base di questi manoscritti successivi. In alcuni punti le decisioni sono abbastanza semplici; in altri c’è molto dibattito.

Su un aspetto in particolare dei racconti della resurrezione c’è poco dibattito: sembra che i dodici versi finali del Vangelo di Marco non siano originali ma siano stati aggiunti da uno scriba di una generazione successiva. Marco concluse il suo Vangelo a quello che ora è 16,8, con le donne che fuggono dalla tomba e non dicono a nessuno quello che hanno visto. Io accetto il consenso degli studiosi sul fatto che i versetti 16:9-21 furono un’aggiunta successiva al Vangelo.

Chiarito questo dettaglio, cosa possiamo dire delle narrazioni della risurrezione nei quattro racconti canonici? Tutti e quattro i Vangeli concordano sul fatto che il terzo giorno dopo la crocifissione e la sepoltura di Gesù, Maria Maddalena andò alla tomba e la trovò vuota. Ma praticamente su ogni dettaglio non sono d’accordo.

Chi andò effettivamente alla tomba? Fu Maria da sola (Giovanni 20:1)? Maria e un’altra Maria (Matteo 28:1)? Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e Salome (Marco 16:1)? O le donne che avevano accompagnato Gesù dalla Galilea a Gerusalemme – forse Maria Maddalena, Giovanna, Maria madre di Giacomo e “altre donne” (Luca 24:1; vedere 23:55)? La pietra era già stata rotolata via dalla tomba (come in Marco 16:4) o fu rotolata via da un angelo mentre le donne erano lì (Matteo 28:2)?

Chi o cosa videro lì? Un angelo (Matteo 28:5)? Un giovane uomo (Marco 16:5)? Due uomini (Luca 24:4)? O niente e nessuno (Giovanni)? E cosa fu detto loro? Di dire ai discepoli di “andare in Galilea”, dove Gesù li incontrerà (Marco 16:7)? O di ricordare ciò che Gesù aveva detto loro “mentre era in Galilea”, che doveva morire e risorgere (Luca 24:7)?

Poi, le donne dicono ai discepoli ciò che hanno visto e sentito (Matteo 28:8), o non lo dicono a nessuno (Marco 16:8)? Se lo dicono a qualcuno, a chi lo dicono? Agli undici discepoli (Matteo 28:8)? Gli undici discepoli e altre persone (Luca 24:8)? Simon Pietro e un altro discepolo senza nome (Giovanni 20:2)?

Cosa fanno i discepoli in risposta? Non hanno risposta perché Gesù stesso appare loro immediatamente (Matteo 20:9)? Non credono al donne perché sembra essere “un racconto ozioso” (Luca 24:11)? O vanno alla tomba per vedere con i propri occhi (Giovanni 20:3)? […]

Un punto in particolare sembra essere inconciliabile. Nel racconto di Marco le donne sono istruite a dire ai discepoli di andare ad incontrare Gesù in Galilea, ma per paura non dicono una parola a nessuno su questo. Nella versione di Matteo ai discepoli viene detto di andare in Galilea per incontrare Gesù, e lo fanno immediatamente. Egli appare loro lì e dà loro le ultime istruzioni. Ma in Luca ai discepoli non viene detto di andare in Galilea. Viene detto loro che Gesù aveva predetto la sua resurrezione lui mentre era in Galilea (durante il suo ministero pubblico).

E non lasciano mai Gerusalemme – la parte meridionale di Israele, una regione diversa dalla Galilea, al nord. Il giorno della risurrezione Gesù appare a due discepoli sulla “strada di Emmaus” (24:13-35); più tardi quel giorno questi discepoli raccontano agli altri ciò che hanno visto, e Gesù appare a tutti loro (24:36-49);
poi Gesù li porta a Betania, alla periferia di Gerusalemme, dà loro le istruzioni e ascende al cielo.

Nel volume successivo di Luca, Atti, ci viene detto che ai discepoli viene infatti esplicitamente detto da Gesù dopo la sua resurrezione di non lasciare Gerusalemme (Atti 1:4), ma di rimanere lì fino a quando non ricevono lo Spirito Santo il giorno di Pentecoste, cinquanta giorni dopo la Pasqua. Dopo aver dato le sue istruzioni, Gesù ascende al cielo. I discepoli rimangono a Gerusalemme fino alla venuta dello Spirito Santo (Atti 2).

Ed ecco così la discrepanza: se Matteo ha ragione, che i discepoli vanno immediatamente in Galilea e vedono Gesù ascendere da lì, come può avere ragione Luca quando afferma che i discepoli rimangono a Gerusalemme tutto il tempo, vedono Gesù ascendere da lì, e lì rimangono fino al giorno di Pentecoste? […]


Cosa disse il centurione quando Gesù morì?

Anche in questo caso la risposta può sembrare ovvia, specialmente per coloro che ricordano la grande epopea biblica sul grande schermo, La più grande storia mai raccontata, e le parole immortali del centurione interpretato da John Wayne: “Veramente quest’uomo era il Figlio di Dio”. E questo è, infatti, ciò che il centurione dice nel Vangelo di Marco (15:39).

Ma vale la pena notare che Luca ha cambiato le parole. Nel suo racconto il centurione dice: “In verità quest’uomo era innocente” (23,47). Ci sono sempre stati interpreti che hanno voluto insistere che si tratta della stessa cosa: certo che se è il Figlio di Dio è innocente. Ma le parole sono diverse e hanno significati diversi.

Se un potenziale criminale viene dichiarato “non colpevole” dal tribunale, non è certo la stessa cosa che essere dichiarato Figlio di Dio. Il centurione ha detto entrambe le cose? Si potrebbe dire di sì se l’obiettivo fosse quello di conciliare i Vangeli, e quindi creare ancora una terza versione della scena, a differenza di Marco o Luca. Ma probabilmente è meglio considerare perché il successivo Luca potrebbe aver cambiato le parole.

Per Luca era importante sottolineare che Gesù era completamente innocente delle accuse contro di lui. In Giovanni, per esempio, come in Luca, per tre volte Pilato cerca di liberare Gesù dichiarandolo innocente (a differenza di Marco). E alla fine lo fa anche il centurione. I romani sono tutti d’accordo sull’innocenza di Gesù. Chi è allora colpevole della sua morte? Non i romani, ma le autorità ebraiche, o il popolo ebraico stesso. >>

BART ERHMAN

5 commenti:

  1. In merito ai racconti della resurrezione (pacificamente considerata come l'evento cardine di tutto il cristianesimo), Erhman evidenzia giustamente le notevoli contraddizione tra i diversi vangeli.
    Ma oltre a questo, si ha la sensazione di una aggiunta posticcia e postuma, abbastanza maldestra, ad una narrazione preesistente che NON la comprendeva.
    E, come diceva San Paolo, senza resurrezione "vana è la nostra fede".

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    1. Basti pensare che la conclusione del vangelo di Marco (versetti 9-20) manca nei più antichi manoscritti - il Vaticano e il Sinaitico del IV-V sec. - e nelle versioni siriaca, coptomeridionale e armena. Il versetto 9 recita: "Risorto il mattino del primo giorno della settimana, Gesù apparve dapprima a Maria di Magdala, dalla quale aveva scacciato sette demoni." Si tratterebbe di un'aggiunta (fino al versetto 20 compreso).

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    2. Questa, in effetti, è l'ipotesi più accreditata dagli studiosi. Da Wiki:

      << Marco 16:9-20 sono gli ultimi dodici versetti del Vangelo secondo Marco nei quali, dopo l'episodio della tomba vuota narrato in Marco 16:1-8, sono narrate le apparizioni di Gesù ai discepoli dopo la sua risurrezione.
      Questi dodici versetti (...) sono ormai considerati e ritenuti un'interpolazione non autentica e successiva alla stesura, dalla quasi totalità degli studiosi.
      In effetti questi ultimi dodici versetti mancano da tutti i manoscritti più antichi e il loro stile è molto differente da quello tipico di Marco, suggerendo che si tratti di un falso storico; un'aggiunta postuma a Marco, indebitamente attribuita all'evangelista. >>

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  2. COMMENTO di GPVALLA

    La questione del finale del vangelo di Marco è ben nota, già evidenziata fin dai tempi di san Gerolamo e di Eusebio. I manoscritti forniscono inoltre anche un finale alternativo, noto come "finale breve", ed esistono anche altre varianti.
    È un problema interessante, ma non mi pare di particolare importanza per quanto attiene il contenuto della fede cristiana, ed in particolare l'affermazione della resurrezione. È vero che quello di Marco è il vangelo più antico, ma nel Nuovo Testamento la resurrezione è proclamata - sinteticamente - già nella prima lettera di Paolo ai Corinzi, ritenuta anteriore al vangelo di Marco. E Paolo ne parla come di un insegnamento che ha ricevuto; del resto né Marco né Paolo hanno conosciuto Gesù.
    Come avevo accennato, e come Erhman documenta, il punto fondamentale mi pare piuttosto che - a parte il rinvenimento della tomba vuota - dalle affermazioni del Nuovo Testamento sia impossibile ricostruire un quadro coerente delle vicende successive alla morte e sepoltura di Gesù: ognuna delle fonti riporta fatti diversi, avvenuti in luoghi diversi.
    E senza la resurrezione, cade tutto.

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    1. Caro Beppe, ti confesso che, dal punto di vista 'storico' (cioè di narrazione dei fatti relativi a Gesù), ho sempre considerato le lettere di San Paolo ad un livello inferiore a quello dei 4 Vangeli.
      Ma forse il mio è solo un errore di prospettiva.

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