giovedì 16 dicembre 2021

Il piacere della Poesia

Questo post è dedicato alla poesia ed al piacere impareggiabile che essa ci regala quando leggiamo dei versi che ci toccano nel cuore.
Diceva Goethe che: “Si dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche canzone, leggere una bella poesia, vedere un bel quadro, e, se possibile, dire qualche parola ragionevole.”
E, come precisava la scrittrice Michela Stefani: “Non c'è bisogno di aver studiato per leggere le poesie. Basta sentirle. Amarle. Io le leggo perché mi aiutano a vivere. Perché, come ha detto lei, parlano di noi e come noi. Anzi, come vorremmo parlare noi.”
Purtroppo la poesia non è più molto di moda, anche per colpa del modernismo che ha reso (apparentemente) inutile la bravura tecnica dell'artista. Ma il sentimento poetico è dentro di noi e, pertanto, non morirà mai.
Le considerazioni che seguono sono di Gaia Baracetti, blogger e scrittrice eclettica, autrice non solo di saggi e di romanzi, ma anche di libri di poesie.
LUMEN


<< Come accade a molti altri che scrivono poesie, ho la sensazione di non esserne completamente in controllo e di essere letteralmente investita da un’ispirazione che potrebbe venire come non venire (infatti può benissimo darsi che non ne scriva mai più), per cui potrei anche dirvi con sincerità che il merito di queste poesie che vengono da non so dove e non del tutto da me è della Musa e non mio, e che quindi non mi sto nemmeno vantando se non di aver avuto l’onore temporaneo di un dono misterioso. (...)

Un sacco di gente, quando dico che ho scritto poesie, mi risponde: “non mi piace la poesia.” Io non ci credo. Se c’è una cosa che non può non piacere in toto, questa è la poesia.

È come dire “non mi piace la musica” – quello che stai dicendo è che non stai tutto il tempo a seguire le nuove uscite, ad andare a concerti o a scaricare canzoni, ma non ci credo che non hai mai ballato, mai cantato una ninna nanna o un coro da stadio o uno slogan a una manifestazione o un inno in chiesa o qualsiasi altra cosa. È impossibile.

Stessa cosa per la poesia. Il problema è la definizione. Se per poesia si intendono quelle poche frasi incomprensibili e palesemente autocompiaciute di sconosciuti autori del dopoguerra e adolescenti presuntuosi, bè, quella roba lì non piace neanche a me.

Ma la poesia è uno dei metodi fondamentali dell’espressione linguistica umana. Il rap è poesia. Le canzoni di De Andrè sono poesia. I cartelloni della laurea nelle cerimonie del Nord Italia [usanza che personamente non conosco - NdL] sono poesia. Buona parte dei testi sacri sono poesia.

La poesia è un modo di usare la lingua al tempo stesso concentrato e infinitamente espandibile. Una parola ne contiene infinite. Una metafora può essere interpretata in tanti modi. Questa è la forza della poesia.

La poesia migliore, come secondo me l’arte migliore, ha un suo significato, una sua bellezza, immediati. Non serve essere un professore di letteratura o storia dell’arte per emozionarsi nel leggere Dante o nel vedere un quadro di Caravaggio. C’è poi, però, una possibilità senza fine di interpretazione di ciò che va oltre la prima impressione che rende queste opere veramente grandiose.

Possiamo parlare della “selva oscura” come immagine immediata e potente che suggerisce sgomento, smarrimento e paura, ma anche scrivere un intero libro sul significato culturale della foresta nell’immaginario occidentale (tra l’altro questo libro esiste ed è meraviglioso).

Il fatto che gran parte della poesia e dell’arte figurativa contemporanea non siano immediatamente comprensibili, ma richiedano sin da subito una spiegazione critica, è una gran tragedia e uno dei motivi per cui la gente non le apprezza più. Ma l’arte che piace al popolo resta, nella forma ad esempio dei testi delle canzoni o dei film o serie.

La poesia fa uso non solo delle ambiguità e stratificazioni di una lingua, ma anche dei suoi suoni. Per quanto mi riguarda, una poesia senza assonanze, consonanze, rime e allitterazioni è come una canzone senza melodia (cioè, non una canzone).

Ogni tanto leggo a voce alta i miei poeti preferiti, e mi ritrovo a cantare. Le loro poesie sono come degli spartiti, in cui al posto delle note (per cui serve uno strumento) ci sono le lettere (per cui basta una voce umana), e io leggendo le lettere così come loro hanno inteso mi ritrovo a imitare il canto degli uccelli, creo atmosfere, mi allargo o rimbalzo o rallento e alle volte infine scoppio a piangere.

Per questo io credo che la poesia sia fondamentalmente intraducibile. Andrebbe letta nella lingua originale, altrimenti se ne perde almeno metà.

Quando uno che non sa il polacco mi dice che “gli piace” una poetessa polacca, io penso che quello che sta veramente dicendo é: mi piace come quel traduttore cerca di rendere in prosa spezzettata le poesie di quell’autrice, o: se queste poesie sono così belle tradotte, chissà cosa dev’essere l’originale!

Ma se davvero tu sei convinto di aver letto le poesie di quella poetessa non conoscendo la lingua in cui sono scritte, mi dispiace, non hai capito cos’è la poesia. >>

GAIA BARACETTI

18 commenti:

  1. Provo a dire la mia riguardo alla poesia. Che cosa è, qual è l'essenza della poesia? Si può creare poesia con il linguaggio, ma non ritengo il linguaggio essenziale. Associo il concetto di poesia ad altri concetti: rivelazione, incanto, felicità che non sono necessariamente legati alla parola. Poetici possono essere suoni, immagini, paesaggi. Ma senza rivelazione, incanto e felicità non c'è poesia, piuttosto la prosa quotidiana, il linguaggio comune con cui ci esprimiamo e comunichiamo necessariamente per vivere e sopravvivere. Ma una vita solo o esclusivamente prosaica mi pare priva dell'essenziale, della poesia appunto. Da non associare al piacere che può essere volgare. Una composizione di parole, suoni e colori può piacermi, anche molto, ma non è per forza poesia. Potrei dire che la poesia è un'altra dimensione, non quella comune in cui ci muoviamo per forza di cose. Non possiamo non essere almeno un po' materialisti, dobbiamo fare soldi, guadagnarci il pane, ciò che significa anche o soprattutto fatica. Ma speriamo almeno ogni tanto di "esser presi per incantamento e posti in un vascel che ad ogni vento pel mare andasse, al voler vostro e mio."

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  2. Il filosofo tedesco Gadamer disse verso la fine dei suoi giorni (morì ultracentenario): ci salverà la parola di un poeta. Suona bene, ma forse è troppo pretendere o sperare la salvezza da una parola, per quanto ispirata. Formula per formula, preferisco quella attribuita a Dostoevskij: la bellezza ci salverà. Che purtroppo spesso non vediamo più, presi come siamo dalle incombenze del quotidiano. Quando poi la bellezza non la distruggiamo (per es. con le orrende pale eoliche con cui vogliamo produrre energia per continuare a deturpare paesaggi e la vita stessa).

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  3. Ho letto delle poesie di Gaia che non sono state per me rivelazione, incanto e felicità (può anche essere dipeso dalla disposizione del momento). Ma di nuovo: con le parole, con l'uso e la manipolazione del linguaggio si possono ottenere risultati interessanti, sorprendenti, piacevoli - ma non siamo ancora nel regno della poesia.

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  4. È sicuramente raccomandabile leggere le poesie nell'originale (se si conosce la lingua!). Ma non sarei così pessimista quanto all'intraducibilità della poesia in un altra lingua. Sembra che la poesia di Puskin "A ***" [Ricordo il meraviglioso istante] sia una delle più belle della poesia russa. Non conoscendo il russo l'ho letta in tante traduzioni che mi sono piaciute, alcune di più altre meno. Ho provato persino a tradurla in tedesco ... dall'italiano (e trovo la mia traduzione tedesca almeno passabile). Traduttore, traditore, si diceva una volta e vale forse spesso anche oggi. Ma ci sono traduzioni congeniali, in versi e in prosa.
    Alcune parole o espressioni di una lingua non hanno un perfetto equivalente in un'altra. Penso a "Heim" in tedesco da cui "Heimat" che si può tradurre con patria, ma non è la stessa cosa (in tedesco esiste anche "Vaterland", la terra dei padri, che corrisponde al nostro concetto di patria). Ma Heimat e Vaterland non sono la stessa cosa. E la "saudade" portoghese-brasiliana non è nostalgia. Ma tutto sommato non sono poi tante queste espressioni tipiche e quasi intraducibili.

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  5. Alexandr Puskin

    A ***

    Ricordo il magico istante:
    Davanti mi eri apparsa tu,
    Come fuggevole visione
    Genio di sublime bellezza.

    Nei disperati miei tormenti,
    Nel chiasso delle vanità,
    Tenera udivo la tua voce,
    Sognavo i cari lineamenti.

    Anni trascorsero. Bufere
    Gli antichi sogni poi travolsero,
    Scordai la tenera tua voce,
    I tuoi sublimi lineamenti.

    E in silenzio passavo i giorni,
    Recluso nel vuoto grigiore,
    Senza più fede e ispirazione,
    Senza lacrime, né vita e amore.

    Tornata è l’anima al risveglio:
    E ancora mi sei apparsa tu,
    Come fuggevole visione,
    Genio di sublime bellezza.

    E nell’ebbrezza batte il cuore
    E tutto in me risorge già –
    E la fede e l’ispirazione
    E la vita e lacrime e amore.

    (trad. di Giovanni Giudici)

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  6. Una versione in prosa della stessa

    Ricordo il meraviglioso istante: davanti a me apparisti tu, come una visione fugace, come il genio della pura bellezza.

    Nei tormenti di una tristezza disperata, nelle agitazioni di una rumorosa vanità, suonò per me a lungo la tenera voce, e mi apparverso in sogno i cari tratti.

    Passarono gli anni. Il ribelle impeto delle tempeste disperse i sogni d'una volta, e io dimenticai la tua tenera voce, i tuoi tratti celestiali.

    Nella mia remota e oscura reclusione trascorrevano quietamente i miei giorni senza deità, senza ispirazione, senza lacrime, senza vita, senza amore.

    Ma venne dell'anima il risveglio: ed ecco di nuovo sei apparsa tu, come una visione fugace, come il genio della pura bellezza.

    E il cuore batte nell'inebriamento, e sono per esso risuscitati di nuovo e la divinità e l'ispirazione, e la vita, e le lacrime e l'amore.

    (trad. di Ettore Lo Gatto)

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  7. Ettore Lo Gatto in versi

    Ricordo quel meraviglio istante
    in cui apparisti a me con la vivezza
    d'una prima visione balenante,
    qual genio di purissima bellezza.

    Nell'abbandono d'una angoscia atroce,
    nella chiassosa vanità puerile,
    sonò a lungo la tenera tua voce
    e vidi in sogno il volto tuo gentile.

    Passaron gli anni. Venti tempestosi
    dispersero i miei sogni, ed io gli accenti
    obliai della voce tua armoniosi
    e i celestiali tuoi lineamenti.

    Del mio esilio nelle fosche brume,
    si trascinaron lentamente l'ore,
    senza l'ispirazione, senza un nume,
    senza vita né lacrime né amore.

    L'anima si riveglia. A me davante
    sei riapparsa in tutta la vivezza
    d'una prima visione balenante,
    qual genio di purissima bellezza.

    E il cuore batte nell'esaltazione
    e son per me risuscitate l'ore
    della celestiale ispirazione,
    e la vita e le lacrime e l'amore.

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  8. Caro Sergio, la poesia è, in fondo, un mezzo mistero della mente umana e, da buon razionalista, pur apprezzandola in molte sue espressioni, preferisco non approfondire.
    Se mi passi una perifrasi un po' irriverente, direi che la poesia è " un apostrofo rosa tra le parole 'm'illumino d'immenso' ".

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  9. Quanto al problema della traduzione io, nel mio piccolo, la penso come Gaia.
    Secondo me la poesia per essere tale, deve possedere necessariamente rima, ritmo e metrica.
    Per questo non mi piace la poesia moderna, con i versi totalmente liberi; e per conseguenza non mi convince neppure la poesia tradotta, che non può mantenere le prerogative linguistiche del testo originario.
    Può mantenere il senso ed il singificato, ma solo quello.

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  10. La poesia, è esperienza dell'assoluto. E chi scrive, non usa il linguaggio, lo vive. È diverso. La società la teme, la poesia fa paura perchè va oltre l'apparenza, smaschera. Ci mostra chi siamo, non chi vorremmo essere. E questo non piace. Si cerca di edulcorarla, di attenuarne gli esiti. Ecco allora i rinfreschi, i the letterari, le colazioni con l'autore. Fatiche inutili, fate girare la voce.

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    1. Mi piace questa definizione: la poesia è esperienza dell'assoluto. Cioè della verità. Nel momento in cui la poesia ci tocca sentiamo di essere nel vero. E non abbiamo bisogno di altro.

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    2. Anche per questo, a volte, risuta difficile capire davvero una poesia.
      Perchè l'assoluto dell'autore può essere diverso da quello del lettore.

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  11. Commento di Lumen

    Grazie Agostino, direi che hai colto nel segno dicendo che la poesia ci mostra quello che siamo davvero nel nostro intimo. Questo vale per tutte le arti istintive.
    Resta da chiedersi in che modo la padronanza della tecnica poetica possa modificare e non solo migliorare l'opera dei grandi poeti.
    Tu che ne pensi ?

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    1. In questo campo io non credo personalmente esistano tecniche che ci possano migliorare e ho compassione per i tanti corsi di "scrittura creativa" che creano illusioni al solo scopo di far soldi. Ai partecipanti del Lab. di Narrazione (gratuito e aperto a tutti) che guido da anni dico che ognuno di noi ha dentro di sé dei ritmi e dei toni. Si tratta di dare loro voce e questo è possibile con un paziente lavoro di scavo e di ricerca fatto di incontri: incontri con i libri e i loro autori. Quando leggiamo qualcosa che è in sintonia con la nostra sensibilità, questo qualcosa è un modello che portiamo con noi, più o meno inconsciamente. Ciò che leggiamo ci aiuta a dare voce alle immagini che attraversano il nostro pensiero, a trasformare i nostri toni e ritmi in vocali e consonanti.

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    2. << Ai partecipanti del Lab. di Narrazione (gratuito e aperto a tutti) che guido da anni... >>

      Complimenti. Deve essere un bell'impegno per te, ma deve dare anche delle grandi soddisfazioni.

      Comunque sono d'accordo con te che prima di scrivere bisogna avere letto; e più cose si sono lette e meglio si può scrivere.

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  12. "Cos’è la poesia della vita? Ce lo dice lui [Vittorio Rossi]: “è la poesia delle cose difficili, senza di lei la vita è una contabilità idiota”; “la perdita più grande è stata la meraviglia” e aggiunge: “questa perdita è un segno di vecchiaia, forse adesso si nasce vecchi”. “Il sale della vita, il gusto della vita viene dai misteri, non dalla conoscenza”. Continuo a parafrasare le sue parole: la poesia ha odore di cielo, è una forma di preghiera; abita in un posto segreto dell’uomo e ti dona altri occhi, altri orecchi, forse è una forma di energia raggiante, come le onde elettromagnetiche. Forse è il soffio di Dio, dice sempre lui. E ora c’è bisogno urgente di lei, l’uomo è in pericolo."

    Da un articolo di Marcello Veneziani dedicato a Vittorio Rossi:

    http://www.marcelloveneziani.com/articoli/riscopriamo-la-poesia-della-vita/

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  13. Commento di Lumen

    Un po' troppo pindarico per i miei gusti.
    Leopardi è molto più concreto di così, eppure raggiunge le vette più alte della poesia.

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  14. https://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/lantica-poesia-giapponese-ci-parla-quasi-italiano-1998757.html

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