Io
sono un tipo tranquillo e pacifico, ed anche, in linea di massima, un
sincero pacifista, ma sulla legittima difesa mi trovo in sintonia con
Lorenzo Celsi, di cui riporto alcune brevi considerazioni
sull’argomento (dal suo blog). Lumen
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Un signore ha sparato ad un ladro albanese con precedenti, già
espulso nel 2013, introdottosi in casa sua e l'ha ucciso [il
post è dell’ottobre 2015 - NdL].
Articoloni sui giornaloni, dibattiti televisivi. Io faccio due
domande:
a
- Se partiamo dal presupposto che l'uso delle armi è sempre
illecito, perché si possono legalmente detenere? Viceversa, se si
possono legalmente detenere armi, perché non si possono adoperare?
Non mi rispondete con una scemenza come l'idea che le armi abbiano
solo la funzione di deterrente, cioè che si debbano solo mostrare,
ma non usare per lo scopo per cui sono progettate, cioè fare a pezzi
la gente.
b
- Tutte le discussioni del mondo non tengono conto di una
constatazione elementare: lo stato mentale in cui si trova una
persona che affronta un intruso in casa propria non è quello di un
filosofo che specula sull'essere e sul divenire, è lo stato mentale
di un animale minacciato nella sua tana, con le spalle al muro.
Il
tipo di lotta che si scatena in quelle condizioni non ha regole e
mezze misure, non è un incontro sportivo, è una guerra, una lotta
ancestrale per vivere o morire. Quindi, che senso ha andare ad
esaminare gli eventi, cosa si sarebbe potuto fare o non fare?
Eccesso
di legittima difesa. Chi misura di quanto si è esagerato? E' chiaro
che soppesare gli eventi con distacco, in un'altra sede, offre un
quadro completamente diverso rispetto alla percezione che ha una
persona che si sente minacciata. Possiamo discutere sul fatto che la
percezione della minaccia sia più o meno adeguata o sul fatto che
sia abnorme. Ma con che criterio lo possiamo stabilire?
Guardavo
prima le fotografie di un soldato israeliano che viene aggredito da
un uomo con un coltello e un suo commilitone che interviene per
difenderlo. Qualcuno pensa che quel soldato si sia fermato a valutare
quanto letale avrebbe dovuto essere la sua reazione? O ha
semplicemente puntato il fucile e abbattuto l'aggressore in modo
convulso, istintivo?
Su
Internet ci sono non so quanti filmati in cui ufficiali di Polizia
americani scaricano decine di proiettili sui "sospetti" e
noi pretendiamo che un signore senza alcun addestramento, nella
condizione di non potere fuggire di fronte ad un intruso
potenzialmente pericoloso, segua la procedura dello "altolà chi
va là"?
Per
cui, va bene che chi di dovere indaghi su eventuali abusi ma secondo
me è una di quelle situazioni totalmente irrazionali dove cercare
una logica, una ragione, è solo un esercizio di stile.
Io
non voglio avere un'arma perché l'unica ragione per possedere
un'arma è per usarla. Ma conosco qualcuno che dopo avere ricevuto
delle visite notturne in giardino, ha dormito con un piccone di
fianco al letto. Anche usando un piccone si fanno dei danni mica da
ridere. >>
<<
Il punto che vorrei sottolineare è che il concetto di "legittima
difesa" è privo di senso. In sostanza si fonda sulla idea che
tu devi reagire nella esatta proporzione del danno che ti viene
arrecato. Se uno ruba in casa tua tu dovresti rubare in casa sua, se
uno ti picchia con un bastone tu dovresti dargli col bastone, solo se
uno ti spara tu gli puoi sparare a tua volta, ovviamente solo dopo
che questi ha esploso il primo colpo.
Quindi,
se una persona detiene un'arma da fuoco, sa che l'unico caso in cui è
legittimato ad usarla è quando qualcuno gli spara addosso con
un'arma analoga. Se per ipotesi ti venisse contro un tizio con un
bastone e tu gli sparassi, sarebbe sempre "eccesso di legittima
difesa".
Per
inciso questo modo di pensare non si applica solo alle regole della
convivenza civile ma viene spesso usato anche per definire le
cosiddette "regole di ingaggio" dei militari. Capita
infatti che i soldati incaricati di "pacificare" un certo
luogo siano autorizzati ad usare le armi solo se vengono attaccati
direttamente con le armi.
La
conseguenza è che se vedono qualcuno che compie un qualsiasi
crimine, di fatto non sono autorizzati ad intervenire se non con
manganelli e lacrimogeni, strumenti poco adatti in certi contesti per
dissuadere dei massacratori. Ci sono stati casi famosi in cui
premesse illogiche hanno condotto ad esiti privi di senso, per
esempio la disastrosa missione in Somalia. >>
<<
La "giustizia" [penale] ha due caratteristiche:
1
- è discrezionale. Cioè a seconda di chi ti giudica ed a seconda di
chi conosci, chi sei, la giustizia segue un corso completamente
differente.
2
- rispecchia la "morale" di un dato momento. Nel nostro
specifico catto-comunista il criminale, a maggior ragione se
straniero, è vittima delle circostanze che lo vedono emarginato da
una società ingiusta ed egoista. La vittima invece è colpevole di
essere ingiusto ed egoista perché non accoglie il criminale in un
abbraccio, oltre ad essere colpevole a prescindere del crimine di
possedere dei beni e in generale di razzismo imperialista.
La
maggior parte dei ladri sono pluri-pregiudicati e gli stranieri
spesso rimangono sul territorio nazionale anche dopo il decreto di
espulsione, oppure ritornano. E' risaputo che molti di questi vengono
in Italia perché sanno che possono beneficiare di una legislazione e
di una prassi giudiziaria particolarmente favorevole. >>
LORENZO
CELSI