Come
il cristianesimo mondiale annovera, tra le sue icone moderne, la
famosa Madre Teresa di Calcutta, così i fedeli italiani hanno
trovato un nuovo oggetto di culto nell’altrettanto noto (almeno in
Italia) Padre Pio di Pietralcina.
Ed
anche in questo caso – guarda la combinazione – si tratta di un
personaggio molto discusso e chiacchierato, come ci racconta questo
interessante articolo di Davide M. De Luca, tratto dal sito ‘Il
Post’.
LUMEN
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Padre Pio nacque col nome di Francesco Forgione nel 1887. Entrò in
seminario a 16 anni e dopo essere diventato frate cappuccino – cioè
di ispirazione francescana, semplificando molto – si guadagnò una
notevole fama di guaritore. Finché era in vita, San Pio fu quasi
sempre guardato con sospetto dalle gerarchie vaticane e per lungo
tempo venne considerato una specie di impostore.
Ma
al momento della sua morte, avvenuta il 23 settembre 1968 nel
convento di San Giovanni Rotondo dal quale non si era quasi mai
allontanato, Padre Pio era il sacerdote più popolare d’Italia e
l’unico azionista del più grande ospedale del sud Italia. Nel
frattempo era anche passato indenne attraverso accuse di rapporti
intimi con alcune sue collaboratrici e di frode, e attraverso
sospetti di aver avuto a che fare con uomini d’affari parecchio
controversi.
Per
i suoi molti sostenitori, Padre Pio fu sempre perseguitato
ingiustamente. Il suo processo di canonizzazione è proseguito
lentamente e soltanto nel 2002 papa Giovanni Paolo II, già
gravemente malato, lo proclamò santo. Oggi i dubbi su San Pio
sembrano in gran parte dimenticati dall’opinione pubblica
cattolica. Eppure pochi anni fa un libro che divenne in breve tempo
un caso letterario riaprì il dibattito su San Pio.
Nel
2007 Sergio Luzzatto, professore di storia moderna all’università
di Torino, pubblicò il libro “Padre Pio. Miracoli e politica
nell’Italia del Novecento. La verità sul frate delle stimmate”
in cui erano contenuti nuovi indizi che sembravano corroborare la
tesi della frode. Luzzatto è stato il primo storico ad avere pieno
accesso ai documenti che la Chiesa raccolse negli anni su Padre Pio.
Nella
sua ricerca Luzzatto trovò un foglietto scritto da Padre Pio in cui
lui chiedeva a una sua amica di procurargli in segreto “due o
trecento grammi di acido fenico”, una sostanza in grado di tenere
aperte le ferite come quelle che padre Pio aveva quasi sempre sui
palmi delle mani: le cosiddette “stimmate” – cioè
fondamentalmente dei buchi nelle mani identici a quelli che secondo i
Vangeli Gesù Cristo subì sulla croce, e che fra i cattolici si
associano comunemente alla santità – che insieme al suo carisma e
alla sua fama di guaritore gli avevano procurato un seguito immenso.
All’epoca,
come succede ancora oggi, la Chiesa Cattolica era molto prudente nel
riconoscere accadimenti miracolosi, che se smentiti o smascherati
come frodi rischiavano di esporla alle critiche e accuse di
complicità. Il Vaticano inviò ispettori e condusse indagini diverse
volte nel corso della vita di Padre Pio. E spesso i risultati furono
poco favorevoli al frate di San Giovanni Rotondo.
Che
Padre Pio trafficasse con acidi e sostanze chimiche, il Sant’Uffizio
(l’organo della chiesa allora incaricato di indagare sui fenomeni
ritenuti soprannaturali) lo sapeva fin dagli anni Venti. Due
testimoni, interrogati dal vescovo di Manfredonia, uno dei più
irriducibili critici di Padre Pio, riferirono che in passato Padre
Pio aveva fatto richiesta di simili sostanze, spesso chiedendo
esplicitamente che la loro consegna fosse nascosta ai confratelli che
abitavano con lui.
Questi
indizi emersero durante le prime indagini che furono ordinate dalla
gerarchia vaticana non appena Padre Pio iniziò a diventare famoso
come guaritore, negli ultimi anni della Prima guerra mondiale; un
periodo in cui a causa della guerra e dell’epidemia di influenza
spagnola la fede cattolica aveva avuto un’improvvisa rinascita.
Alcune
ispezioni compiute nel 1920 furono particolarmente severe: Padre Pio
venne interrogato più volte dagli inviati del Sant’Uffizio proprio
a proposito dell’acido fenico. Pio spiegò che aveva ordinato le
sostanze chimiche per disinfettare alcune siringhe e per fare scherzi
agli altri frati. (…) Ma le spiegazioni non convinsero gli
inquisitori inviati da Roma e papa Pio XI ordinò che il frate
venisse sospeso dal servizio.
La
sospensione fu ritirata nel 1933 e quando nel 1939 diventò papa Pio
XII, il culto di Padre Pio venne per la prima volta apprezzato e
incoraggiato dal Vaticano. Negli anni del fascismo la sua fama crebbe
ulteriormente. Maria José di Savoia, moglie dell’erede al trono
Umberto, si fece fotografare con lui nel 1938, e in quegli anni Padre
Pio fu visitato da molti altri personaggi importanti come re e
gerarchi fascisti.
I
rapporti di Padre Pio con il fascismo sono un altro punto controverso
della sua carriera. Secondo i suoi sostenitori, non fu mai un
“complice” più di quanto lo fosse il resto della Chiesa, e in
alcune occasioni fu critico verso il regime. Secondo altri, pur non
essendo un vero fascista, strinse accordi soprattutto con i dirigenti
del partito fascista locale. Di certo c’è che le prime due
biografie sul frate vennero stampate dalla casa editrice ufficiale
del partito fascista.
Dopo
la guerra, Padre Pio iniziò la costruzione della Casa sollievo della
sofferenza, quello che nel giro di pochi anni sarebbe diventato
l’ospedale più grande di tutto il sud Italia: ne era l’unico
azionista e per dispensa papale unico proprietario della struttura e
delle migliaia di donazioni che riceveva.
L’ospedale
e le fortune di Padre Pio finirono coinvolte in casi di truffa e
altre operazioni poco trasparenti, ma Padre Pio in persona non fu
accusato di essere corrotto, e nonostante fosse un uomo molto ricco
continuò a vivere nella cella del convento di San Giovanni Rotondo,
circondato dalla cerchia di fedeli che lo seguiva oramai da decenni.
Proprio
alcuni di questi fedeli, un gruppo di quattro donne che erano tra i
suoi più stretti collaboratori, divennero la causa di un altro
scandalo fra gli anni Cinquanta e Sessanta. Padre Pio venne
registrato di nascosto mentre parlava con alcune di loro e dalla
registrazione sembrò che scambiasse con loro delle effusioni
sessuali.
Il
caso fu riferito a papa Giovanni XXIII, che aveva già sentito
diverse critiche nei confronti del sacerdote e che da sempre era
scettico sulla sua figura. Il papa definì Padre Pio “un idolo di
stoppa” e in un appunto preso nel 1960 scrisse che i dubbi attorno
alla sua figura facevano pensare a «un vastissimo disastro di anime,
diabolicamente preparato, a discredito della S. Chiesa nel mondo, e
qui in Italia specialmente».
Il
caso specifico, però, si sgonfiò presto. I difensori di Padre Pio
spiegarono che quei suoni non erano altro che il rumore di un
energico baciamano da parte delle fedeli. Il sacerdote, dissero,
aveva oramai 75 anni e difficilmente si sarebbe potuto impegnare in
“altre attività”.
Giovanni
XXIII continuò a restare scettico nei confronti del frate, ma non
portò avanti altre punizioni o indagini nei suoi confronti. Il suo
successore, Paolo VI, gli fu invece molto più favorevole, mentre
Giovanni Paolo I, diventato papa dieci anni dopo la morte del frate,
fu in qualche misura più freddo nei confronti del suo culto.
In
altre parole, le fortune di Padre Pio in Vaticano sembravano seguire
l’inclinazione dei papi. Quelli più aperti e modernisti
considerarono quasi sempre il frate come una specie di “idolo”,
nel migliore dei casi, o come un truffatore, nel peggiore. I papi più
legati alla religione popolare e carismatica videro in lui e nel suo
culto un modo per diffondere il messaggio della Chiesa.
Padre
Pio morì di morte naturale il 23 settembre 1968: aveva 81 anni. >>
DAVIDE DE LUCA
Un commento fulminante di Mario Guarino sul nostro personaggio:
RispondiElimina<< Da vivo la Chiesa lo definì ufficialmente un impostore.
Da morto è stato subito beatificato e a tempo di record santificato. Un altro miracolo postumo di padre Pio?
No: è il fiume di miliardi originato dalla leggenda del frate miracoloso, un enorme business che ha lavato l'impostura e ha fatto assurgere il frate di Pietrelcina alla santità. >>
Non posso che condividere.
Di fronte a casi come questo, avverto il bisogno di ricordare ed elogiare la saggezza delle Chiese cristiane riformate, che (ben consapevoli dei grossi rischi legati al 'culto della personalità') hanno pressoché azzerato la venerazione per Santi, Beati, ecc.
RispondiEliminaSono d'accordo.
EliminaMa, vedi, i protestanti sono dei monoteisti veri.
I cattolici rimngono, con tutta evidenza, dei politeisti camuffati.
Altrimenti come avrebbero potuto conquistare l'impero romano, che era politeista nel senso più profondo del termine ?