Quarto appuntamento con il cinema, con la recensione di altri 3 film famosi, scelti tra i mei preferiti. I testi sono tratti dal sito MYMOVIES.IT
LUMEN
IL PADRINO
<< Il Padrino si pone nella storia del cinema come un pietra miliare. Un capolavoro a cui tendere, da cui apprendere un modo di fare cinema oggi, ahimè abbandonato.
L'elemento di fondo è la PASSIONE! Una passione viscerale del regista verso la sua creatura, una passione incondizionata da parte di un cast di attori senza precedenti nella storia, una passione eccezionale da parte dello scrittore che ha fornito la trama del film.
Dai commenti [del regista] emerge l'amore che il regista ha riversato nel film. Parlo di cura dei dettagli, parlo di uno chef che cura la sua migliore portata da far recensire ai critici, con la più totale attenzione agli ingredienti, alla cottura, a tutto ciò che fà di una creazione un'opera d'arte. Perchè di arte si tratta quando si parla del Padrino.
Cosa occorre ad un film per essere un capolavoro? Semplice, una grande sceneggiatura, un grande regista, un grande cast. Presto detto, un romanzo splendido di Puzo, un regista sopraffino e un cast composto dalla divinità del cinema Marlon Brando (Pacino dirà di lui: "recitare con Marlon era come recitare con Dio"); Al Pacino (che se Brando era Dio, può essere considerato senza blasfemia, il figlio); un Robert Duvall magistrale, Diane Keaton splendida, Cazale azzeccatissimo, ma come scordare James Caan e tanti altri!
E' un capolavoro perchè fornisce un quadro fedelissimo della realtà di quegli anni, crea un atmosfera ed un convogimento unici, che fanno parteggiare per i "cattivi" che lo spettotore è indotto a vedere come amici, quasi famigliari! Insomma, musiche di Rota e del padre di Coppola, eccezionali, ambientazioni perfette, ricostruzioni storiche ineccepibili! >>
<< Madornale successo di pubblico per quello che è un indiscusso capolavoro del cinema, primo di una saga che fece risplendere nel firmamento di Hollywood il magistrale Brando e lanciare Pacino, inquietante e al tempo stesso bravissimo.
Tutto in questo film è passato alla storia: il cast stellare, la sequenza finale del battesimo in cui la festeggiata è nientemeno che Sofia Coppola, figlia del regista, il tema musicale di Nino Rota, la “cultura” mafiosa, gli ambienti siciliani. Anche se vederlo e apprezzarlo non significa stare dalla parte della malavita. Ebbe 3 Oscar: film, regia, M. Brando. >>
SCENT OF A WOMAN
<< Super-capolavoro , semplicemente ! Una pellicola da una trama intensa e passionale che mostra un paradosso affascinante in cui due parti opposte convivono essenzialmente l'una su l'altra.
Il magistrale Al Pacino , alias " vecchia volpe " Slade , nonostante non possa vedere con gli occhi, guarda comunque il mondo con le percezioni, l'esperienza, la furbizia, la scaltrezza e una buona dose di malizia e metaforicamente apre la strada del mondo all'ingenuo, impacciato, un pò imbranato, ma puro e buono di cuore Charlie Simms, il quale a sua volta diventa gli occhi reali del colonnello Frank, che lo conducono e guardano per lui dove lui ovviamente non può.
L'uno insegna con durezza le regole della vita e la malizia all'altro, i piaceri dell'umo e i vizi , la bellezza poetica e carnale della donna che come una musa ispira la sua vita con il profumo che inebria i suoi sensi, e condivide la sua preziosa fornendo anche utilissimi consigli.
Da parte sua, Charlie mostra all'uomo l'integrità morale di una persona che anche se giovane e in una situazione di disagio " non si vende ", che ha dei principi che formano veramente il carattere e che (non di meno !) gli darà una ragione per continuare a vivere, facendolo illuminare di tutta la sua luce e traendolo fuori dal buio e freddo baratro della depressione dandogli speranza. >>
<< Grandissimo capolavoro del regista Martin Brest ed eccellente interpretazione di Al Pacino, che solitamente viene associato all' immagine del gangster, in questo film l' attore dimostra di avere capacità straordinarie riuscendo a compiere con assoluta bravura la parte del cieco, facendola sembrare quasi facile, ma come sempre, non allontanandosi più di tanto dalla parte del "duro".
La trama fa scoprire un Frank Slade sempre diverso, che cambia grazie al rapporto con Charlie Simms. Il ragazzo trasmette la sua sensibilità e la sua pura ingenuità al tenente, che a sua volta insegna quelli che sono invece i suoi valori, ed è cosi che nasce tra i due un rapporto, che all' inizio sembrava quasi impossibile.
La riunione con i parenti, la guida della Ferrari, il discorso finale e il ballo del tango, sono tutte scene stupende rese indimenticabili da un Al Pacino al meglio della sua forma. Il protagonista riesce a superare una fase depressiva causata sia dalla dura vita passata nell' esercito, sia dalla perdita della vista.
Grazie alle sue due passioni: al primo posto la donna e al secondo, ma con grande distacco, la Ferrari, trova ancora la forza per andare avanti. I sensi, la sua esperienza, la furbizia e "il profumo" sono il nuovo originale modo per Slade di guardare il mondo.
La trama non è originalissima, ma non cade mai nella banalità. I dialoghi sono originali, in particolar modo il già citato monologo finale, che fa intendere quanto i due personaggi si siano legati. Nel complesso, un film da non perdere. >>
IL CASO THOMAS CRAWFORD
<< Thriller di eccellente fattura, Il Caso Thomas Crawford, fa tornare in grande spolvero il genere "giallo vecchio stile", senza puntare su una messa in scena particolarmente originale, ma concentrando le proprie attenzioni sulla costruzione della storia e sui colpi di scena che accompagnano l'indagine del giovane Ryan Gosling, costantemente messo alle strette dal diabolico piano orchestrato da un Hopkins gigione come non mai.
Proprio la "sfida" tra i due talenti (Gosling conferma di essere un giovane di grande valore) costituisce il piatto forte del film, esaltato a dovere dalla sceneggiatura, che mette in bocca ad Hopkins delle battute di incredibile cinismo e sapido humour noir.
Gregory Hoblit, onesto artigiano, si mette a servizio dello script e firma una pellicola che, finalmente, non necessita di sofisticate trovate visuali per attrarre l'attenzione dello spettatore ma tiene col fiato sospeso il pubblico ponendogli la classica domanda: come riuscirà il buono (ma lo è davvero?) a incastrare il cattivo della situazione?
Appassionante dal primo all'ultimo minuto, per quanto forse non teso come avrebbe potuto essere, Il Caso Thomas Crawford è una bella ed insperata sorpresa. >>
<< Trama e atmosfere che catturano. Grande interpretazione di Gosling, capace di rendere credibile e profondo il cambiamento della condizione e motivazioni del detective, da rampante avvocato attratto dai soldi a procuratore che mette in gioco il suo futuro pur di "mettere un paletto nel cuore di un cattivo", mosso prima dalla motivazione di vincere il duello con l'Antagonista della sua vita, quello che l'ha sconfitto in modo imprevedibile, in un caso che appariva dall'esito scontato, e poi mosso da una motivazione più alta, religiosa, per la Giustizia.
Ambiguo e capace anche, alla fine, di inquietare lo spettatore quando trae il vantaggio decisivo proprio dall’atto più malvagio del criminale che ha fatto staccare la spina alla moglie; ciò che darà al procuratore la possibilità (che è la chiave di volta legale della vicenda) di processarlo di nuovo grazie alla modifica del reato imputabile (da tentato omicidio a omicidio).
In realtà il detective aveva fatto di tutto per contrastare quell’atto, ma l’inquietudine rimane perché il personaggio all'inizio aveva rivelato anche la sua estrema abilità nell'usare forme di inganno non banali. In conclusione, film bello perché capace di inquietare, mettere in dubbio lo schema apparente della realtà, farci chiedere se le cose stanno veramente come sembra. >>
LUMEN
IL PADRINO
<< Il Padrino si pone nella storia del cinema come un pietra miliare. Un capolavoro a cui tendere, da cui apprendere un modo di fare cinema oggi, ahimè abbandonato.
L'elemento di fondo è la PASSIONE! Una passione viscerale del regista verso la sua creatura, una passione incondizionata da parte di un cast di attori senza precedenti nella storia, una passione eccezionale da parte dello scrittore che ha fornito la trama del film.
Dai commenti [del regista] emerge l'amore che il regista ha riversato nel film. Parlo di cura dei dettagli, parlo di uno chef che cura la sua migliore portata da far recensire ai critici, con la più totale attenzione agli ingredienti, alla cottura, a tutto ciò che fà di una creazione un'opera d'arte. Perchè di arte si tratta quando si parla del Padrino.
Cosa occorre ad un film per essere un capolavoro? Semplice, una grande sceneggiatura, un grande regista, un grande cast. Presto detto, un romanzo splendido di Puzo, un regista sopraffino e un cast composto dalla divinità del cinema Marlon Brando (Pacino dirà di lui: "recitare con Marlon era come recitare con Dio"); Al Pacino (che se Brando era Dio, può essere considerato senza blasfemia, il figlio); un Robert Duvall magistrale, Diane Keaton splendida, Cazale azzeccatissimo, ma come scordare James Caan e tanti altri!
E' un capolavoro perchè fornisce un quadro fedelissimo della realtà di quegli anni, crea un atmosfera ed un convogimento unici, che fanno parteggiare per i "cattivi" che lo spettotore è indotto a vedere come amici, quasi famigliari! Insomma, musiche di Rota e del padre di Coppola, eccezionali, ambientazioni perfette, ricostruzioni storiche ineccepibili! >>
<< Madornale successo di pubblico per quello che è un indiscusso capolavoro del cinema, primo di una saga che fece risplendere nel firmamento di Hollywood il magistrale Brando e lanciare Pacino, inquietante e al tempo stesso bravissimo.
Tutto in questo film è passato alla storia: il cast stellare, la sequenza finale del battesimo in cui la festeggiata è nientemeno che Sofia Coppola, figlia del regista, il tema musicale di Nino Rota, la “cultura” mafiosa, gli ambienti siciliani. Anche se vederlo e apprezzarlo non significa stare dalla parte della malavita. Ebbe 3 Oscar: film, regia, M. Brando. >>
SCENT OF A WOMAN
<< Super-capolavoro , semplicemente ! Una pellicola da una trama intensa e passionale che mostra un paradosso affascinante in cui due parti opposte convivono essenzialmente l'una su l'altra.
Il magistrale Al Pacino , alias " vecchia volpe " Slade , nonostante non possa vedere con gli occhi, guarda comunque il mondo con le percezioni, l'esperienza, la furbizia, la scaltrezza e una buona dose di malizia e metaforicamente apre la strada del mondo all'ingenuo, impacciato, un pò imbranato, ma puro e buono di cuore Charlie Simms, il quale a sua volta diventa gli occhi reali del colonnello Frank, che lo conducono e guardano per lui dove lui ovviamente non può.
L'uno insegna con durezza le regole della vita e la malizia all'altro, i piaceri dell'umo e i vizi , la bellezza poetica e carnale della donna che come una musa ispira la sua vita con il profumo che inebria i suoi sensi, e condivide la sua preziosa fornendo anche utilissimi consigli.
Da parte sua, Charlie mostra all'uomo l'integrità morale di una persona che anche se giovane e in una situazione di disagio " non si vende ", che ha dei principi che formano veramente il carattere e che (non di meno !) gli darà una ragione per continuare a vivere, facendolo illuminare di tutta la sua luce e traendolo fuori dal buio e freddo baratro della depressione dandogli speranza. >>
<< Grandissimo capolavoro del regista Martin Brest ed eccellente interpretazione di Al Pacino, che solitamente viene associato all' immagine del gangster, in questo film l' attore dimostra di avere capacità straordinarie riuscendo a compiere con assoluta bravura la parte del cieco, facendola sembrare quasi facile, ma come sempre, non allontanandosi più di tanto dalla parte del "duro".
La trama fa scoprire un Frank Slade sempre diverso, che cambia grazie al rapporto con Charlie Simms. Il ragazzo trasmette la sua sensibilità e la sua pura ingenuità al tenente, che a sua volta insegna quelli che sono invece i suoi valori, ed è cosi che nasce tra i due un rapporto, che all' inizio sembrava quasi impossibile.
La riunione con i parenti, la guida della Ferrari, il discorso finale e il ballo del tango, sono tutte scene stupende rese indimenticabili da un Al Pacino al meglio della sua forma. Il protagonista riesce a superare una fase depressiva causata sia dalla dura vita passata nell' esercito, sia dalla perdita della vista.
Grazie alle sue due passioni: al primo posto la donna e al secondo, ma con grande distacco, la Ferrari, trova ancora la forza per andare avanti. I sensi, la sua esperienza, la furbizia e "il profumo" sono il nuovo originale modo per Slade di guardare il mondo.
La trama non è originalissima, ma non cade mai nella banalità. I dialoghi sono originali, in particolar modo il già citato monologo finale, che fa intendere quanto i due personaggi si siano legati. Nel complesso, un film da non perdere. >>
IL CASO THOMAS CRAWFORD
<< Thriller di eccellente fattura, Il Caso Thomas Crawford, fa tornare in grande spolvero il genere "giallo vecchio stile", senza puntare su una messa in scena particolarmente originale, ma concentrando le proprie attenzioni sulla costruzione della storia e sui colpi di scena che accompagnano l'indagine del giovane Ryan Gosling, costantemente messo alle strette dal diabolico piano orchestrato da un Hopkins gigione come non mai.
Proprio la "sfida" tra i due talenti (Gosling conferma di essere un giovane di grande valore) costituisce il piatto forte del film, esaltato a dovere dalla sceneggiatura, che mette in bocca ad Hopkins delle battute di incredibile cinismo e sapido humour noir.
Gregory Hoblit, onesto artigiano, si mette a servizio dello script e firma una pellicola che, finalmente, non necessita di sofisticate trovate visuali per attrarre l'attenzione dello spettatore ma tiene col fiato sospeso il pubblico ponendogli la classica domanda: come riuscirà il buono (ma lo è davvero?) a incastrare il cattivo della situazione?
Appassionante dal primo all'ultimo minuto, per quanto forse non teso come avrebbe potuto essere, Il Caso Thomas Crawford è una bella ed insperata sorpresa. >>
<< Trama e atmosfere che catturano. Grande interpretazione di Gosling, capace di rendere credibile e profondo il cambiamento della condizione e motivazioni del detective, da rampante avvocato attratto dai soldi a procuratore che mette in gioco il suo futuro pur di "mettere un paletto nel cuore di un cattivo", mosso prima dalla motivazione di vincere il duello con l'Antagonista della sua vita, quello che l'ha sconfitto in modo imprevedibile, in un caso che appariva dall'esito scontato, e poi mosso da una motivazione più alta, religiosa, per la Giustizia.
Ambiguo e capace anche, alla fine, di inquietare lo spettatore quando trae il vantaggio decisivo proprio dall’atto più malvagio del criminale che ha fatto staccare la spina alla moglie; ciò che darà al procuratore la possibilità (che è la chiave di volta legale della vicenda) di processarlo di nuovo grazie alla modifica del reato imputabile (da tentato omicidio a omicidio).
In realtà il detective aveva fatto di tutto per contrastare quell’atto, ma l’inquietudine rimane perché il personaggio all'inizio aveva rivelato anche la sua estrema abilità nell'usare forme di inganno non banali. In conclusione, film bello perché capace di inquietare, mettere in dubbio lo schema apparente della realtà, farci chiedere se le cose stanno veramente come sembra. >>