giovedì 5 dicembre 2024

Pensierini – LXXX

DISCRIMINARE
Uno dei messaggi sociali più ripetuti e martellanti di questi ultimi anni è che non bisogna mai discriminare nessuno.
Il precetto è sicuramente improntato alle migliori intenzioni ed appare condivisibile, ma solleva un problema importante.
Perchè 'discriminare' vuol dire 'scegliere', e la nostra vita è fatta continuamente di scelte, ripetute ed inevitabili, sulle persone e sulle cose.
Posso acquistare il prodotto X o il prodotto Y, e quando scelgo X sto discriminando il fabbricante del prodotto Y.
Posso decidere di avere un rapporto di amicizia (o di lavoro, o sentimentale, o quel che volete voi) con la persona X o con la persona Y, e quando decido di scegliere la persona X sto discriminando la persona Y. E così via.
Come se ne esce ?
Una soluzione ottimale, con le persone, forse non esiste, ma è possibile usare una prudente 'via di mezzo'.
Una via che ci invita ad evitare le discriminazioni a priori, cioè per categorie, ma ci consente di continuare a scegliere (e quindi inevitabilmente a discriminare) tra le singole persone, dopo averle conosciute.
E questo, senza dover dare nessuna spiegazione né giustificazione, perchè ogni scelta è una semplice manifestazione della nostra autonomia.
LUMEN


LA GUERRA IN SINTESI
I potenti fanno fare la guerra, perchè ne hanno un tornaconto.
I violenti fanno la guerra, perchè gli piace.
Gli ingenui vanno in guerra (da volontari) per esaltazione ideologica.
Tutti gli altri, invece, la guerra la subiscono soltanto, perchè non possono fare diversamente.
LUMEN


LA SCOMMESSA DI PASCAL
A proposito della famosa scommessa di Pascal circa l'esistenza di Dio, c'è una considerazione importante da fare, che non riguarda soltanto gli atei.
Ed è questa: anche se Dio esistesse, non potrebbe essere quello che ci raccontano le varie religioni, perchè, essendo tutte irrimediabilmente contraddittorie, sono anche inevitabilmente false.
Ne consegue che, se volessimo onorare Dio, non sapremmo in base a quel regole farlo, salvo che non decida lui stesso di comunicare direttamente con noi.
Ma se questo non succede, Lui non potrà mai condannarci per l'eternità (alla pena dell'inferno o altre simili), perchè non avremmo nessuna colpa nei suoi confronti.
Con buona pace di Pascal.
LUMEN


RINUNCIARE
Una delle battute più famose dell'Amleto di Shakespeare è quella in cui il principe dice al suo più caro amico: “Vi sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante non ne sogni la tua filosofia”.
La frase è diventa (giustamente) famosa e viene citata spesso per indicare i limiti della conoscenza umana.
A me però non piace, perchè trasmette un senso di impotenza, di resa, di rinuncia ad investigare la natura ed il mondo in cui viviamo.
Ora, io posso accettare senza problemi la rinuncia ad 'agire', perchè vi sono molte situazioni in cui questo è difficile, inutile o controproducente, ma non posso accettare a priori la rinuncia al sapere ed alla conoscenza.
Forse la frase aveva un senso nel '600, quando la scienza era ancora agli albori, ma oggi non ce l'ha più.
LUMEN


MONDO VARIO
Si dice comunemente che 'il mondo è bello perchè è vario', ed è vero (che sia vario; che sia anche bello se ne può discutere).
Ma se le manifestazioni sono molto diverse, tutte sono legate allo stesso meccanismo: la gente vuole essere appagata e felice, e per essere felice deve fare qualcosa per sentirsi superiore.
Però i modi e le forme in cui questo può realizzarsi sono incredibilmente varie e questo spiega le mille differenze tra le persone.
Qui si vede, tra l'altro, la differenza, socialmente importantissima, tra chi cerca la superiorità con la bontà e chi con la cattiveria, chi con l'intelligenza e chi con la stupidità, chi con la conoscenza e chi con l'ignoranza.
Ma alla base c'è sempre lo stesso meccanismo antropologico.
LUMEN

36 commenti:

  1. Amleto

    Caro Lumen, io quella frase non la intendo come "rinuncia ad agire", ma piuttosto come un invito alla prudenza, a non credere di possedere la verità, di aver capito tutto. E poi comunque la ricerca è continuata, continua tuttora, continuerà sempre necessariamente. Insomma, "Adelante, Pedro, con juicio".

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    1. Caro Sergio, è possibile che il significato della frase sia quello che intendi tu, nel qual caso mi trovo d'accordo.
      Ho provato a guardare un po' in rete, ma non ho trovato una interpretazione univoca.
      Ci vorrebbe un esperto di Shakespeare tra i miei 25 lettori...

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  2. Pascal

    Sul fatto che la scommessa di Pascal sia ridicola non ci piove. Quanto al buon Dio, be' che dire che non sia già stato detto? "Timor Dei, initium sapientiae" era o forse è ancora lo slogan del potere religioso. La variante civile suonava: "Credere, obbedire, combattere", slogan che poteva far benissimo suo anche la Chiesa: credere in Dio e in me papa come suo rappresentante, obbedire (certo, logica conseguenza), combattere fino a immolarsi per me papa e la mia Chiesa (il cristiano è o era "miles Christi").
    Ma la Chiesa si rinnova (cantava Gaber), è vero: ormai è certo, l'inferno non esiste. Stranamente è sparito anche il paradiso, il papa non parla più della salvezza dell'anima, dice che bisogna salvare il pianeta, interessante. Diceva il buon Sartre, ateo: "L'enfer, c'est les autres". Credo che Sartre e l'attuale papa siano finalmente d'accordo: tutto si gioca su questa Terra, che può essere inferno e paradiso.

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    1. << Stranamente è sparito anche il paradiso >>

      Hai ragione e questo mi stupisce molto.
      Va bene dimenticare il purgatorio, che è un posto noioso, va bene dimenticare l'inferno, che fa paura ai fedeli (con il rischio che scappino), ma il paradiso dovrebbe continuare ad essere il centro di tutto.
      Misteri della propaganda...

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    2. Secondo me i vertici del Vaticano l'hanno capita, nell'aldilà non crede quasi più nessuno, dunque purgatorio inferno e paradiso addio. Aboliti anche i Dieci comandamenti, a parte rubare ai preti (su non uccidere la discussione è aperta, per il momento vale ancora). In compenso sono stati inventati nuovi peccati, gravi, gravissimi, ma non si dice più mortali che è un po' antiquato e ricorda l'aldilà. I nuovi peccati sono non accogliere i migranti, inquinare, non fare abbastanza per il bene comune, contestare l'otto per mille.

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    3. Hai ragione, sono sparite moltissime parole del lessico religioso tradizionale.
      Anche 'peccato mortale' fa parte della categoria e la cosa mi stupisce, perchè, quando ero bambino, il termine funzionava, faceva davvero paura.
      Ma forse è proprio la 'paura' che non è più di moda.

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  3. Mondo vario

    Fermo restando che io non sono tanto d'accordo con la tua teoria che la felicità dipenda dal sentirsi superiori, mi ha colpito questa tua affermazione: "tra chi cerca la superiorità con la bontà e chi con la cattiveria". Ciò significa o significherebbe che ha anche chi fa del bene disinteressatamente in fondo lo fa o lo farebbe per sentirsi superiore agli altri. Be', ti concedo che c'è del vero in questo, anche se poi questo senso di superiorità che ricavo nel far del bene si riduce alla soddisfazione di aver fatto una cosa buona e giusta. Però la soddisfazione c'è, anche se scusabile: io sono più buono di altri, degli altri, e perciò superiore, la mia autostima si rafforza.

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    1. C'è un detto popolare che conferma perfettamente questa mia convinzione: "La mano che dona sta sempre più in alto di quella che riceve".

      Mi sembra che esista un passo evangelico in cui si invita a fare la carità di nascosto, senza ostentarla.
      Ma quanti lo rispettano ? Ben pochi !
      E nella logica evoluzionista è giusto così: essere (o sembrare) generosi da un vantaggio sociale notevole: perchè farlo di nascosto ?

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    2. Si direbbe che Gesù inviti a non sentirsi superiori, a fare una buona azione per intima convinzione che non deve inorgoglire chi la fa. D'altra parte è bene e giusto dare il buon esempio, la società stessa invita a dare il buon esempio e premia per es. i cavalieri della strada. E i premiati per quanto dissimulino sensi di superiorità si sentono gratificati (e talvolta ci guadagnano pure soldi).

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    3. E' curioso, però, che i fedeli sono invitati a fare la carità ai bisognosi, ad aiutare il prossimo anche privandosi del proprio, mentre Dio, che è onnipotente e potrebbe creare ogni cosa dal nulla, non sembra impegnarsi molto.

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    4. Carina, ma blasfema. Meriteresti qualche tratto di corda.
      Però è vero, mannaggia, questo deficiente non s'impegna. Tratto di corda anche per me naturalmente.

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  4. Pascal, la malattia, la scommessa, la paura che fa 90..

    La connerie (sciocchezzuola) del nostro Biagio credo possa essere ricondotta alla malattia che gli si manifestò portandolo alla tomba pochi anni appresso, mettendo in defaillance il connubio vincente mens sana in corpore sano....

    Ovvero alcuni suoi pensieri forse troppo arditi potrebbero aver insospettito qualche curato di alto rango, configurandosi il pericolo di sconfinamento in campo eretico, onde ragion per cui il Pascal fece marcia indietro, accreditandosi ai loro occhi come cristiano obbediente ed osservante
    compitando un coacervo di immonde e retrive fregnacce del tipo: gli ebrei uccisero cristo per cui iddio avrebbe dovuto sterminarli tutti, eccetera eccetera...

    Nella Francia del '600 si poteva finire al patibolo per molto meno.

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    1. Odifreddi narra che Pascal battè una giorno la testa, credo cadendo, e dopo non fu più lui, il genio matematico. Non so se sia vero, ma non credo che Odifreddi se lo sia inventato.

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    2. << Nella Francia del '600 si poteva finire al patibolo per molto meno. >>

      Era comunque molto diverso da oggi.
      Non si potevano assolutamente toccare né il Re né la religione.
      Ma per il resto si poteva ridere di tutto.
      Diciamo che il 'politicamente corretto' era più semplice.

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  5. @ Sergio

    In genere Odifreddi (da buon matematico) è piuttosto preciso nelle sue affermazioni.

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  6. Io opto per la malattia posto risulterebbe il Pascal affetto da tisi cronica e congenita, portatore inoltre, nel finale di sua vita, di alcune masse tumorali all'addome, coacervo di mali che lo portarono alla morte a 39 anni Malaticcio fin da giovane, non credo andasse a cavallo ma bensì in carrozza. Comunque sia, colpo in testa o malattia, forse non era più in cervello quando scrisse della famosa scommessa, ancor di più quando diceva aver avuto una folgorazione notturna che lo avrebbe portato ad una totale commistione, compenetrazione col divino. Seguono pagine di pura e nera follia, che si possono leggere nei Pensieri edizione Einaudi, mi sembra.

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    1. Io ho naturalmente in biblioteca i Pensieri di Pascal, ma non li ho mai letti, si vede che non ero motivato pur avendo letto da ragazzi alcuni bellissimi pensieri di Pascal sull'infinito. In effetti è un'opera che non si cita mai, al contrario dei magnifici Saggi di Montaigne. E Voltaire rideva dei Pensieri (certo che Voltaire era un po' carogna in genere, voleva persino la condanna a morte di Rousseau). Che mondo, e LUI lassù sta a guardare (le stelle di Cronin?).

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    2. In verità Pascal attinse a piene mani dai pensieri di Montaigne.

      Tornando al presente, attendo con ansia il parere illuminato del tuttologo prezzemolino Odifreddi circa l'impiego più corretto del guanciale o della pancetta nel confezionamentodella carbonara.

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    3. Non posso dire di conoscere i pensieri di Pascal, ma ce n'è uno (il n. 553) che ho sempre trovato molto affascinante. Non vero (come tutti i pensieri religiosi) ma affascinante.
      Dice: «Tu non mi cercheresti se non mi avessi già trovato». Molto poetico.

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    4. Mi dispiace, non lo trovo affatto poetico, è illogico: se l'avessi già trovato non mi metterei a cercarlo, dice la mia piatta ragione. Immagino che il senso sia: tu sapevi che io esistevo, ma non mi conoscevi ancora personalmente e adesso mi hai trovato. Ma non sono certo che voglia dire proprio questo. Qui Pascal ha voluto fare l'originale, ma per me non c'è molto riuscito, mi dispiace. Io ho letto qualcosa di meglio nei Pensieri.

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    5. Per esempio ?
      Mi piacerebbe leggerne qualcuno, se ne hai voglia.

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    6. Per es. questo, spero che te la cavi col francese:

      "Mais si notre vue s’arrête là, que l’imagination passe outre ; elle se lassera plutôt de concevoir que la nature de fournir. Tout le monde visible n’est qu’un trait imperceptible dans l’ample sein de la nature. Nulle idée n’en approche. Nous avons beau enfler nos conceptions au-delà des espaces imaginables, nous n’enfantons que des atomes au prix de la réalité des choses. C’est une sphère infinie dont le centre est partout, la circonférence nulle part. Enfin, c’est le plus grand caractère sensible de la toute-puissance de Dieu que notre imagination se perde dans cette pensée."

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    7. Poscritto

      "C’est une sphère infinie dont le centre est partout, la circonférence nulle part."

      Questa frase letta mezzo secolo fa mi era rimasta impressa, ma non sapevo dove trovarla. Mi è bastato battere "nulle part" che il motore di ricerca mi ha subito trovato e comunicato il passaggio delle Pensées in cui si trovano queste due paroline. Pazzesco, ma questo è solo l'inizio, con l'IA ne vedremo delle belle, dicono che ci leggerà nel pensiero (e se del caso, se saremo considerati sovversivi pericolosi, ci eliminerà).

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    8. Me la sono fatta tradurre dal Google e credo di averla capita.
      E' molto poetica, ma il riferimento a Dio se lo poteva risparmiare.
      Spiegare una cosa complessa e misteriosa (l'Universo) con una ancora più complessa e misteriosa (Dio) mi sembra ben poco utile.

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    9. Eccotene una più terre terre, di massime o aforismi pascaliani, credo riadattata da un aforisma di Montaigne:

      "Il purosangue che vince la carriera rientra nella stalla e mangia lo stesso fieno, nella stessa mangiatoia del ronzino al suo fianco che è arrivato ultimo".

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    10. Bella. Ma può valere solo per i cavalli. Non certo per gli uomini.

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    11. La frase pascaliana sull'Universo è un "calco" tratto dal filosofo e teologo tardo-medievale N.Cusano, anche brillante matematico e da qualcuno considerato uno dei Padri del Pensiero occidentale moderno.

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    12. Pure copiata ? Povero Pascal...

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    13. Pascal pure disse:

      Molti dicono il mio libro, il mio trattato, la mia teoria, quando in realtà nel loro libro, nel loro trattato, nella loro teoria vi è più dell'altrui che del loro "

      Onesto, o no?

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    14. Onesto e azzeccato.
      È un concetto che vale un po' per tutti.

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    15. Dunque Biagio non è tutto da buttare ... Però questo, siamo onesti, è davvero un pensierino. Quelli di Lumen invece sono più interessanti, stimolanti, moderni, attuali (ma non montarti la testa, eh!).

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    16. Promesso.
      Posso almeno ringraziare ?

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  7. Discriminare
    Infatti la cultura filosofico-politica di orientamento laico-liberale invita a evitare il più possibile le generalizzazioni aprioristiche (tanto care a tutti i dogmatismi ideologico-politico-religiosi compreso il Femminismo...) e a sfoezarsi di valutare i comportamenti dei singoli Individui, peraltro ciascuno di qs ultimi classificabile entro MOLTEPLICI e DIVERSIFICATE categorie. Saluti

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    1. Purtroppo la valutazione per categorie è molto diffusa perchè è comoda.
      E ci sono situazioni in cui non c'è il tempo materiale per approfondire le cose a livello individuale.
      Ma purtroppo non c'è nulla da fare: la valutazione per categorie è dentro di noi, perchè fa parte delle euristiche di sopravvivenza elaborate dall'evoluzione.

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    2. Indubbiamente la valutazione per categorie prefissate a volte è quasi inevitabile: si pensi ad es. alle rilevazioni statistico-sociologiche! I guai incominciano quando qs categorie (o identità o strutture) "collettive" vengono ASSOLUTIZZATE e il tuo comportamento viene valutato esclusivamente non in base a cio' che hai fatto ma a quel che sei (es. tipico: la demonizzazione del Maschile tout court ad opera dei Movimenti femministi): un approccio che si presta ad abusi di vario tipo (compreso quello giuridico)...

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    3. Sono d'accordo con te.
      Un conto sono le indicazioni di massima, un conto sono le demonizzazioni a prescindere.

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