domenica 24 settembre 2023

Utilità (e limiti) dei Testi Sacri

I Testi Sacri, da un punto di vista storico-politico, sono stati degli importanti strumenti di coesione e controllo sociale, e come tali hanno indubbiamente dei notevoli punti di forza; ma hanno anche, inevitabilmente, dei punti di debolezza.
Ce ne parla Marco Pierfranceschi in questo pezzo, molto interessante, tratto dal suo blog Mammifero Bipede.
LUMEN


<< Il capostipite dei moderni sistemi di comunicazione di massa sono i cosiddetti 'Testi Sacri'. I Testi Sacri formalizzano le convenzioni collettive rispetto alle modalità di relazionamento sociale rafforzandole per mezzo di una cornice teologica. Semplificando molto: se si seguono gli indirizzi proposti si ottiene di assecondare le volontà della/e divinità, di conseguenza la collettività di cui si fa parte funzionerà meglio e il singolo individuo guadagnerà una ricompensa nell’aldilà.

Gli indirizzi veicolati dai Testi Sacri sono, tipicamente, una serie di norme comportamentali funzionali alla sopravvivenza ed alla prosperità di piccole popolazioni, spesso operanti ai livelli minimi di sussistenza: non essere aggressivi con gli altri membri del gruppo, collaborare senza conflitti, mettersi a disposizione per opere della collettività, rispettare le istituzioni religiose e ‘temporali’, agire con saggezza, reprimere i comportamenti istintivi (con particolare riguardo al sesso non finalizzato alla riproduzione) e difendersi dalle comunità rivali.

Nelle società illetterate queste istruzioni vengono veicolate con cadenza regolare, quotidiana o settimanale, nel corso di apposite cerimonie, durante le quali i testi sacri vengono letti, commentati, ed i loro contenuti trasmessi alla comunità, con l’obiettivo di alimentare un immaginario collettivo condiviso. Ad integrare e supportare la comunicazione orale contribuiscono le arti figurative, attraverso raffigurazioni iconografiche collocate nei luoghi di culto, dalle quali vengono in genere tratte raffigurazioni semplificate che finiscono ad arredare le abitazioni private.

Questo sistema di condivisione culturale ha funzionato perfettamente fino a tempi relativamente recenti, fungendo da collante sociale per le civiltà del passato. La gestione dei contenuti ed il controllo sull’ortodossia delle interpretazioni tendono a concentrarsi, col passare del tempo, nelle mani di una cerchia ristretta di alti sacerdoti.

Modifiche, correzioni ed integrazioni ai testi obbligano a lunghe discussioni e non di rado conflitti. L’occasionale emergere di punti di vista divergenti, in grado di frammentare l’ortodossia dell’interpretazione e con essa il potere della casta sacerdotale, viene fermamente contrastato, ed in casi estremi represso nel sangue e bollato col termine ‘eresia’.

Il testo sacro rappresenta sostanzialmente il mezzo (medium, in latino) utilizzato per far convergere opinioni diverse, concordare linee d’azione condivise e risolvere le dispute. In cambio di questa funzione ‘mediatrice’ i rappresentanti dell’istituzione religiosa godono di uno status elevato e ricevono contributi tali da garantirne la sussistenza, la manutenzione dei luoghi di culto, le scuole di formazione e via dicendo.

L’intero processo di gestione, conservazione, diffusione ed esercizio della cultura condivisa comporta inevitabilmente dei costi, che ricadono sulla collettività. Necessariamente, nel momento in cui si instaura il classico meccanismo di trasferimento di ricchezza da una parte della popolazione ad un’altra, il confine di quanto sia giusto e necessario trasferire alla struttura di governo diventa oggetto di contesa: chi è tenuto a dare, cercherà di dare meno del dovuto, chi riceve cercherà di ottenere più di quanto gli spetti.

Tipicamente si producono due correnti di pensiero. Per alcuni la casta sacerdotale è tenuta ad esibire ricchezza, come rafforzativo della validità del messaggio veicolato, quindi paramenti appariscenti, luoghi di culto maestosi, coreografie ricercate. Per altri la necessità di veicolare un messaggio di tipo altruistico, l’unico in grado di fare da collante ad una collettività estesa, richiede l’esempio dato dalla rinuncia ai beni materiali, dall’uso di indumenti grossolani e dall’abitudine a pasti frugali.

La funzione di mediazione svolta dai Testi Sacri richiede che essi possano avallare un ampio ventaglio di opzioni. Questo viene realizzato inserendo all’interno del testo stesso fonti diverse, con orientamenti anche molto dissimili. Nello specifico, il Testo Sacro è obbligato a contenere tutto e il contrario di tutto, in modo da poter supportare una determinata linea di azione semplicemente scegliendo il brano più calzante.

Questo è già un esempio di 'Processo di Inganno', perché l’autorità religiosa supporta l’idea che la linea d’azione stabilita discenda da una precisa indicazione del Testo Sacro, il che la renderebbe incontestabile, tuttavia quell’indicazione rappresenta unicamente la porzione di Testo Sacro scelta dal mediatore, sacerdote od altro, ed è giocoforza strumentale al risultato desiderato.

L’inappellabilità della fonte divina, unita alla flessibilità dell’accesso ad una varietà di testi, contenenti indirizzi diversi, consente ai Testi Sacri di svolgere la funzione di mediazione tra gli interessi dei potenti e le aspirazioni delle popolazioni, manipolando queste ultime.

Non sorprende, perciò, che uno stesso Testo Sacro, la Bibbia Cristiana, affermi in alcune parti (Vangelo) la totale ed indiscutibile sacralità della vita umana, ma si presti altrettanto, in altre scritture più antiche, a giustificare guerre di conquista (le Crociate) o la persecuzione dei malati di mente (Inquisizione). I redattori del testo, fin dall’antichità, avevano ben chiara la sua funzione di controllo sociale e la necessità di contenervi l’intero ventaglio di opzioni necessarie a gestirla.

L’avvento della modernità mette in crisi questo modello millenario di trasmissione del sapere. Da un lato il pensiero scientifico e l’ascesa del razionalismo minano gravemente la convinzione diffusa di una possibile ricompensa ultraterrena per i sacrifici operati nel corso della vita mortale, dall’altro l’invenzione della stampa a caratteri mobili e la diffusione della carta, e con essi il ritorno ad un’alfabetizzazione di massa ed alla libera circolazione delle idee, consentono la messa in discussione dell’autorità delle istituzioni religiose e, come diretta conseguenza, delle forme di governo aristocratiche con le quali queste avevano finito col condividere una relazione simbiotica. (...)

Si sviluppa [così] una competizione per l’egemonia culturale. Da un lato le istituzioni religiose e l’aristocrazia, armati di Testi Sacri fissi ed immodificabili, considerati dettati direttamente dalle divinità e testimoniati da un esercito di sacerdoti, fedeli, aristocratici e sovrani per ‘diritto divino’. Dall’altro la nuova classe borghese, tecnocratica e pragmatica, arricchita dai commerci coloniali ed armata di libri e giornali in grado di veicolare idee nuove ed in continua evoluzione.

In questa contesa si ravvisa un’importante asimmetria tra i due strumenti comunicativi: mentre i Testi Sacri, come già detto, risultano obbligati a contenere tutto ed il contrario di tutto, prestando il fianco a diverse contraddizioni, i neonati Pamphlet possono focalizzarsi su un unico principio, un’unica idea, e svilupparla fino alle conseguenze più radicali, in ciò esibendo un esempio di rigore e coerenza.

Nel momento in cui si sviluppa un’alfabetizzazione diffusa e la società viene travolta da un ribollire di nuove idee e filosofie, ognuna di queste è oltretutto in grado di trovare supporto in una specifica porzione del Testo Sacro, di fatto derivandone una presunta sacralità per l’intera neonata architettura ideologica.

In buona sostanza la guerra alle ‘eresie’, combattuta per secoli dalla Chiesa Cattolica grazie ad un potere centralizzato e militarmente armato, finisce con l’essere perdente nei nuovi contesti culturali, dominati dalla libera circolazione delle idee ed avvantaggiati dallo sgretolamento del controllo verticistico della Chiesa conseguente alla diffusione del Protestantesimo. >>

MARCO PIERFRANCESCHI

18 commenti:

  1. Pierfranceschi aggiunge una curiosa annotazione relativamente alla cultura islamica.
    Secondo lui, il mondo islamico ha seguito una diversa parabola in quanto << una semplice ma fondamentale differenza di calligrafia ha rallentato per secoli la diffusione della stampa a caratteri mobili e la circolazione di nuove dottrine filosofiche e sociali. >>

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  2. Pienamente condivisibile. Vale la pena di aggiungere che a conclusioni per molti versi analoghe erano giunti (voces clamantes in deserto...) già nella 2ª metà del Seicento R.Simon e B.Spinoza, acuti e coraggiosi iniziatori dell'applicazione di un rigoroso metodo storico-critico anche all'esegesi dei testi biblici.

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    1. Eppure, nonostante la profondità di analisi raggiunta della critica testamentaria, che ha ribaltato moltissimi concetti religiosi tradizionali, la Bibbia ed i Vangeli continuano ad avere i loro seguaci 'testuali'.
      Anche se il recente modernismo socio-buonista di Papa Francesco è la migliore dimostrazione della loro imbarazzata consapevolezza.

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  3. Il libro di Enoch è il più "passabile", fra i cosiddetti testi sacri. Non a caso la Chiesa non lo riconosce. Accostarsi ai testi sacri tout court, implica il famoso sacrificium intellectum, ovvero molto spesso limitarsi a masticare senza digerire. La genesi si può leggere, molto meno fantasiosa del big bang, alcune parabole evangeliche sarebbero da denuncia penale.

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    1. Conosco benino il Vangelo, ma ben poco la Bibbia (troppo ponderosa), che però rappresenta una delle fonti storiche della cultura occidentale, e quindi non dovrebbe essere ignorata neppure da un ateo come me (ma i primi ad ignorarla sono proprio i cristiani).
      Ti chiedo pertanto se vuoi raccontarci qualcosa di più sul libro di Enoch e perchè, secondo te, non è stato inserito nel canone.

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  4. Credo non sia riconosciuto neanche dall'ebraismo, e comunque tale Enoch, disceso pro tempore in terra, non si limitava a precetti di fede o morali, ma insegnava pure agli umani cose pratiche, per migliorare la loro vita. Io ne lessi alcune parti, un sunto, roba facilmente reperibile in rete. Richiamato in cielo, là rimase senza promesse di ritorno. Vi sono poi altre cose, come gli angeli che prendono le figlie degli uomini, eccetera....Forse questo testo è stato accantonato perché, pur con un linguaggio volutamente arcano, rivela la vera origine umana, ovvero esseri ibridati per scopi diversi, da visitatori provenienti da altri quadranti, oppure da altre sfere rotanti, secondo la convinzione di ciascuno....

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    1. Grazie della risposta.
      Però, stando al testo ebraico, questo Enoch in che rapporti sarebbe con il Dio Javhe ?
      Un aiutante, un semidio, un profeta ?
      La sua figura poteva in qualche modo confliggere con l'unicità di un Dio monoteista (il che spiegherebbe forse l'esclusione dal canone) ?

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  5. Esatto, aiutante particolare, speciale di Geova, una specie di viceré, ché tutto un dio da solo non può fare. Finito il suo mandato non morì il nostro Enoch, ma fu assunto in cielo, a tempo indeterminato, dato che non si è più rivisto.... tutto peraltro confligge contro il monoteismo, la madre di tutte le panzane.

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    1. Il solito paradosso del Dio (teoricamente) onnipotente, che però ha bisogno di aiuto.
      A cominciare dai fedeli più esaltati, ben lieti di fare per Lui tutto il lavoro sporco.

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  6. Religione oppio dei popoli, una delle poche cose giuste dette dal quel grassone askenhazi di Karl Marx. Oppio, droga, roba vecchia, mischiata alle fregnacce, alla paura degli inferi, narcotizza
    il popolo. La compagnia delle Indie non fu certo fondata per il te o la noce moscata....

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    1. Sarebbe un discorso troppo lungo, ma Marx ci aveva azzeccato per parecchie altre cose, almeno a livello di analisi.
      L'importanza fondamentale dell'economia e dei mezzi di produzione nella storia dell'umanità sono concetti validissimi ancora oggi.
      Purtroppo lui non era un vero sociologo, ma un rivoluzionario, e quando è passato dall'analisi storica della società (corretta) al progetto politico (ingenuamente assurdo) si è incartato miseramente.

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  7. COMMENTO di SERGIO

    Ma come nascono questi benedetti - o piuttosto maledetti - testi sacri? Immagino che all’inizio ci sia qualcuno (Mosè, Gesù, Maometto, Budda ecc.) che ha delle visioni o rivelazioni a cui qualcuno crede, sia per l’ascendente del visionario che per opportunismo. È una piccola cricca che imporrà le sue leggi al popolo bue o ingenuo. Ma poi la tal visione o rivelazione si consoliderà e sarà da tutti accettata come “la” verità (assoluta, trascendente ecc.). È insomma come l’aria che si respira e che nessuno oserà mettere in dubbio. Dante è un genio (almeno poetico) ma crede fermamente nella vita eterna, nel giudizio universale, nell’inferno e paradiso, la verginità di Maria e via corbellando. Non poteva far altro, lo Zeitgeist s’impone anche alle persone intelligenti. Tommaso d’Aquino, che sapeva ragionare, sostiene che è indubitabile che la Bibbia sia la parola di Dio (perché sente che non credere alla parola di Dio rivelata farebbe crollare tutte le sue Somme). Figuriamoci se un Pinco Pallino qualsiasi avesse osato dubitare delle verità rivelate, rischiava anche la pelle.
    Ci vuole un cambio di paradigma, un’autentica rivoluzione, per spazzar via credenze anche millenarie. Umanesimo, Rinascimento e Illuminismo avevano già intaccato i fondamenti del cattolicesimo, le scoperte scientifiche specie dell’ultimo secolo hanno poi assestato il colpo finale alla nostra religione. I preti di oggi, a cominciare dal prete sommo, non credono più alle panzane del cristianesimo. Lo dicono pure, credendo di salvarsi il culo, ma le loro sono battaglie di retroguardia, la guerra è perduta. La scienza ha vinto, lo ha ammesso anche Bergoglio che ha raccomandato caldamente il vaccino. Niente messe, processioni, tridui e novene: fidatevi piuttosto della scienza, ha detto.

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    1. Caro Sergio, i testi Sacri possono nascere in modi molto diversi.
      A volte sono palesemente opera di un certo autore, che li ha scritti (Joseph Smith per il 'Libro di Mormon') o dettati a voce (Maometto per il Corano).
      Altre volte sono stratificazioni storiche delle leggende di un popolo, di autori vari e non sempre conosciuti (La Bibbia), oppure raccolte e narrazioni fatte da terzi, perchè l'autore effettivo non aveva scritto nulla (I Vangeli per Gesù, i libri su Buddha).

      La loro origine, però, non è così importante, perchè quello che conta è il valore ed il significato che si sono sviluppati nel tempo e che sono opera da un lato delle elites religiose e dall'altro dell'elaborazione 'mistica' da parte dei fedeli.
      Insomma un misto di storia e di leggenda, in cui è difficile districarsi.

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    2. Quanto al fatto che Scienza abbia ormai vinto la contesa, ci andrei molto, ma molto piano.
      Il pensiero magico e la mentalità tradizionale sono duri a morire, e se è vero che il Cristianesimo si trova in difficoltà, ci sono molte altre religioni tradizionali che se la passano benissimo.

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    3. COMMENTO di SERGIO

      Caro Lumen,
      grazie per le precisazioni. Resta il fatto che a un certo punto o a partire da una certa epoca un testo viene considerato da tutti o quasi tutti “sacro” (intoccabile, non criticabile, rivelato ecc.).
      Che il pensiero magico e religioso non sia ancora completamente superato è certo (l’islam è una religione viva, al contrario del cristianesimo).
      Ma ci sono anche altre religioni e credenze che resistono. La nottata non è ancora passata (per fare il verso a Eduardo de’ Filippo - “adda passà a’ nuttata”).

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    4. A proposito dell'Islam, che ha una visione molto tradizionale dei rapporti sociali, non potrebbe avere una qualche attrazone per chi apprezza questa visione sociale, ma non riesce più a trovarla nel cristianesimo moderno ?
      La differenza sembra abissale, lo ammetto, ma le conversioni avvengono già nella pratica, ed in genere avvengono verso di loro e non viceversa.

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  8. I furbi orientano le vele al vento principale, favorevole, hai visto mai?
    E comunque ragazzi, io non ravviso niente di sacro nella "creazione" dell'uomo, roba di laboratorio e, di conseguenza i libri cosiddetti sacri sono niente altro che dei manuali di istruzioni, per i padroni e per i servi, con la differenza che i servi, cioè noi, sono così idioti da sopportare, a volte a cuor leggero, dolori e ambasce, come qualcosa di dovuto, a loro
    spettante, vuoi per peccati originali primigeni, vuoi per espiazione di marachelle compiute in "affacci" precedenti sulla ribalta del teatrino...Copione ridicolo. Più profondo quello di Toto' Peppino e la Malafemmena....

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    1. << I furbi orientano le vele al vento principale, favorevole, hai visto mai? >>

      Se sei un uomo, ed hai nostalgia dei vecchi tempi in cui gli uomini comandavano e le donne ubbidivano, l'Islam è quello che fa per te.
      Per le donne, ovviamente, è diverso. Molte però si convertono per potersi sposare con un islamico (all'amore non si comanda).

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