giovedì 8 settembre 2022

Oro Blu

Oltre all'oro nero (il petrolio) e all'oro rosso (il rame), un'altra metafora cromatica molto nota è quella dell'oro blu, con riferimento all'acqua dolce.
La quale costa poco e viene generalmente snobbata nei discorsi politici, ma solo perchè, sino ad oggi, è sempre stata abbondante e di facile accesso.
Ma questa situazione potrebbe anche peggiorare, visto che nessuna abbondanza può essere per sempre, e forse lo sta già facendo.
Al problema dell'acqua dolce ed alle sue prospettive future, non particolarmente rosee, è dedicato il post di oggi, che riporta l'opinione di diversi autori
LUMEN



ACQUEDOTTI
Non piove, non nevica d’inverno, i fiumi sono vuoti, gli invasi calano, i sindaci si scervellano per inventare soluzioni, razionamenti, regole.
Di colpo si discute animatamente sull’uso che facciamo dell’acqua. (...) E questa è una parte del problema, su cui molti riflettono.
Poi c’è l’altra parte: su dieci litri d’acqua che entrano nella nostra rete di distribuzione, quattro vanno persi, oltre il quaranta per cento, perché la rete è un colabrodo, gli investimenti non si sono fatti, l’acqua piovana non viene sfruttata, gli sprechi sono enormi, la politica non fa il suo mestiere.
Insomma, può risultare irritante l’accorato appello al risparmio e alla frugalità liquida se chi dovrebbe garantire l’approvvigionamento se ne fotte alla grande, non investe, non decide nuovi invasi, non sistema le condutture.
ALESSANDRO ROBECCHI


PREZZO DELL'ACQUA
(Dobbiamo) ricordarci che l’acqua dolce è scarsa e preziosa. E dunque, vale per l’agricoltura come per tutti gli altri usi, il suo prezzo deve crescere e allinearsi al suo valore intrinseco e ciascun utilizzo deve pagare il costo marginale che la sua domanda aggiunge al sistema.
Il prezzo deve crescere per riflettere soprattutto i costi di ripristino dell’ambiente da cui l’acqua viene prelevata e degli ecosistemi e i mancati usi da cui viene distolta.
Affermare che l’acqua deve essere gratis per tutti equivale a dire che può essere usata e sprecata da chiunque e a piacimento.
DONATO BERARDI (LA VOCE INFO)


RIFORESTAZIONE
Bisognerebbe fare qualcosa di serio per riportare la situazione idrica e meteorologica a quella che era una volta.
A parte la lotta contro le emissioni di gas serra, c'è una questione di riforestazione e di cura del suolo in modo tale che non si perda immediatamente la pioggia che arriva -- con tutti i danni che fanno le piogge intense.
Ma questo è complicato, costoso, e richiede tempo.
UGO BARDI


ACQUA E PRODUZIONE
Ho trovato una interessante tabella in cui viene calcolata la quantità di acqua necessaria per produrre alcuni b.eni di consumo: 25 litri, per esempio, per una patata, 2.400 per un hamburger, 2000 litri per fare una maglietta di cotone.
E perché dovrebbe fregarcene qualcosa? Perché se usiamo male l’acqua succedono disastri ambientali come, in casi estremi, quello del lago di Aral.
E in generale una tabella come questa, per quanto approssimativa, ci aiuta a riflettere sulle conseguenze di un’azione banale come comprare una maglietta -conseguenze che avvengono spesso così lontano che non le vedremo mai a meno che non andiamo a guardare.
GAIA BARACETTI


GHIACCIAI TIBETANI
Con le temperature che aumentano 4 volte più velocemente che in qualsiasi altro posto in Asia, l'altipiano tibetano potrebbe presto perdere gran parte dei sui ghiacciai e permafrost, alterando le forniture di acqua in tutta l'Asia, dicono alcuni scienziati cinesi.
Da tempo famoso come “il tetto del mondo”, l'altipiano tibetano ha più o meno la dimensione dell'Europa occidentale e fornisce acqua a quasi 2 miliardi di persone in Asia come fonte di diversi grandi fiumi, compresi Yangze, Mekong, Saluen (Gyalmo Ngulchu), Indo, Brahmaputra e Fiume Giallo.
Ma a causa dell'impatto del cambiamento climatico, i ghiacciai si stanno ritirando rapidamente, le praterie si stanno a loro volta ritirando man mano che la desertificazione si espande, le precipitazioni della regione sono diventate irregolari, nei grandi fiumi i livelli delle acque stanno crollando e il permafrost sta fondendo.
La fusione dei ghiacciai tibetani, la più grande massa di acqua dolce congelata al di fuori delle regioni polari, è collegata a molte conseguenze ambientali localmente e globalmente, comprese le ondate di calore in Europa, secondo alcuni studi.
I funzionari cinesi stimano che il Tibet abbia il 14,5% della massa totale dei ghiacciai del mondo. Mentre ci sono teorie diverse su cosa stia causando la fusione dei ghiacciai, i ricercatori sono concordi che il ritmo sia impressionante.
YESHI DORJE

7 commenti:

  1. Altro che crescita, crescita, crescita

    Alcuni mesi fa vidi sul canale culturale franco-tedesco Arte una trasmissione sull'acqua. Ci sono rimasto. Uno apre il rubinetto e attinge quanta acqua vuole: acqua in abbondanza e quasi a costo zero. A costo zero? Affinché l'acqua pulita e sperabilmente potabile esca dal rubinetto c'è a monte un'opera colossale. In parte, ma solo in piccola parte, è acqua di sorgente, ma il resto ... Basti pensare che per rifornire di acqua la città di San Gallo in Svizzera bisogna pompare acqua dal lago di Costanza che accoglie tutte le schifezze delle città sulle sue rive. E per rendere l'acqua passabilmente potabile ci vuole energia, tanta energia.

    Praticamente tutte le città e villaggi della Svizzera sono collegate a depuratori (che non esistevano prima della seconda guerra mondiale). Questa rete di depuratori è costata qualcosa come 50 miliardi di franchi. Ovviamente per far funzionare i depuratori ci vuole energia, tanta energia. E se per disgrazia la rete dei depuratori non funzionasse (per mancanza di energia o guasti) - buona notte, altro che covid! In breve tempo dilagherebbero colera e altre malattie infettive.
    La nostra civiltà poggia su basi fragili, come vediamo proprio di questi tempi (crisi energetica e alimentare, siccità ecc.).
    La gente apre il rubinetto e tira lo sciacquone con cui si libera delle schifezze, ma siamo a posto, abbiamo i depuratori ...

    P.S. Posso sbagliarmi, ma mi sembra che in Italia metropoli con milioni di abitanti come Milano, Roma e Napoli non abbiano depuratori. Be' a Napoli va tutto in mare (e poi ci si lamenta del vibrione delle cozze).

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  2. P.S. Da quando ho visto quella trasmissione sull'acqua ci penso sempre. L'acqua è davvero preziosa, senza non si può vivere, saremmo perduti. Forse ci voleva proprio la siccità quest'anno perché ce ne rendessimo conto. E penso anche più spesso ai depuratori. Su Wikipedia c'è un lunghissimo articolo sull'argomento, veramente impressionante: per rendere l'acqua di scarico di nuovo potabile ci vuole proprio la mano di Dio. Pensateci, altro che "fonti alpestri" dannunziane ("han bevuto profondamente a fonti alpestri / che sapor d'acqua natia resti nei cuor esuli [dei pastori] a conforto").

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    1. Caro Sergio, quello che mi indispettisce di più è il fatto che, nonostante le buone intenzioni, restiamo ancorati ad un concetto economicista della vita, per cui è soltanto il prezzo a dare un valore alle cose.
      L'acqua viene sottovalutata perchè costa poco, e quindi la sprechiamo malamente in tanti modi (dai mille buchi della rete idrica, alla incosciente commistione di acque bianche ed acque nere), senza porci nessun problema, salvo che nei periodi critici di particolare siccità.
      L'acqua è importante, anzi fondamentale, come dici giustamente tu, per cui dovrebbe costare di più anche solo per farla rispettare dalla gente.

      E lo stesso vale per l'energia.
      Tutto quello che incide sulla qualità e l'equilibrio dell'ambiente dovrebbe costare molto, in modo da essere utilizzato con coscienza e parsimonia.
      Se poi i prodotti industriali finiscono per costare di più, meglio, ne sprecheremo di meno, facendo semplicemente riparare quelli che adesso buttiamo via con incosciente noncuranza.
      Ma la mentalità economicista è ormai talmente diffusa, che non ci rendiamo nemmeno conto delle sue distorsioni.

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  3. COMMENTO di GP VALLA

    Condivido appieno le considerazioni di Robecchi: quando il 35-40% dell'acqua immessa negli acquedotti va perduta, è prioritario ripararli o ricostruirli. Ma ciò non avviene - almeno in Italia - per i soliti motivi: non ci sono i soldi, il debito pubblico brutto, ce lo chiede l'Europa (recte: ce lo impone la UE) etc.
    Intanto l'acqua pubblica viene svenduta alle multinazionali, che beninteso, non faranno alcuna manutenzione, ma solo massimizzeranno gli utili (ponte Morandi docet): tanto agiscono in regime di monopolio di fatto.
    In compenso i cittadini sono chiamati dalla propaganda a tenere comportamenti "virtuosi" al grido di "sporco è bello", "viva la puzza": Fulco Pratesi che si vanta di non fare mai la doccia e di azionare di rado lo sciacquone...
    Insomma, la solita tecnica ripugnante di colpevolizzare le vittime per nascondere i responsabili e i profittatori.
    Per tutto questo mi pare inaccettabile la proposta di Berardi di aumentare il prezzo per diminuire "gli sprechi", che segue la stessa logica di punire gli utenti.
    Più in generale, quando si tratta del soddisfacimento di bisogni primari, indispensabili per condurre un'esistenza dignitosa (e l'acqua è tale), dovrebbe essere bandito qualunque approccio liberistico, basato su presunte regole di mercato, che finiscono per riassumersi in "chi è ricco ha accesso all'acqua, chi è povero no".
    L'acqua deve essere pubblica e gestita con l'unica finalità di assicurarne il godimento a tutti i cittadini. E se è necessaria molta energia per soddisfare tali esigenze (come !sottolineato da Sergio), ebbene, che la si usi. A che cos'altro dovrebbe servire, di più importante?

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    1. Caro Beppe, su quale sia la gestione migliore dell'acqua ho solo dei dubbi e nessuna certezza.
      Se è pubblica e costa poco, come ora, abbiamo i limiti ed i difetti che ben conosciamo; se diventasse privata e costasse di più, andremmo incontro ad altri e diversi problemi.
      Anche in questo caso - com'è tipico dei 'beni comuni' - siamo sbalottati tra il menefreghismo pubblico e l'avidità privata.
      Forse un ragionevole compromesso sarebbe di mantenere la gestione pubblica, ma aumentarne un poco il costo.

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  4. COMMENTO di GP VALLA

    Aggiungo queste ultime note, un po' fuori tema.
    *****
    Per concludere, ampliando l'orizzonte: in questi ultimi anni sembra evidenziarsi nella politica europea una costante tendenza ad agire - paradossalmente - per peggiorare le condizioni di vita dei cittadini: Greta, il New Green Deal e il Fit for 55 ("mangiate bacherozzi"), le restrizioni Covid, la crisi idrica (appunto), la guerra in Ucraina con le sanzioni e l'inflazione... insomma: povertà, fame, freddo, guerra e pestilenza.
    Un complottista potrebbe pensare che le oligarchie vogliano proprio sterminarci.

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    1. Non credo che ci vogliano... sterminare (anche se forse hanno capito che siamo troppi, ma non sanno come fare).
      E' più probabile che abbiano compreso che la crisi ambientale ci porterà, inevitabilmente, ad un forte peggioramento delle condizioni di vita e ci vogliano semplicemente.. abituare. ;-)

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