venerdì 16 luglio 2021

Sovrappopolazione: domande e risposte – 5

Obiezioni e risposte sul tema della sovrappopolazione, in un testo dell'associazione Umanitamtam (quinta parte). LUMEN.


<< 18) “Meglio 5 figli istruiti che uno scarsamente alfabetizzato!”

Questa obiezione è frutto della curiosa formulazione di ipotesi a senso unico, come se non ci potesse essere una famiglia con un bambino ben istruito o una famiglia con 5 figli somari e insensibili ai temi ecologici. In realtà anche queste sono ipotesi possibili: non c’è alcun motivo di supporre che i genitori di piccole famiglie educhino peggio i loro figli.

Quindi ha senso solo confrontare l’impatto ambientale delle due famiglie supponendo che l’educazione dei figli sia la stessa. Semplicemente 5 persone inquinano più di una. E se da adulti i figli ripetono lo stesso comportamento dei genitori, nel primo caso avremo un nipote, mentre nel secondo caso avremo 25 nipoti, con un impatto ambientale 25 volte maggiore.

 

19) “I poveri hanno solo la prole come ricchezza! Non possiamo stigmatizzarli!”

Non si tratta di stigmatizzarli, ma di risolvere un problema che affligge prima di tutto loro stessi. È possibile farlo attraverso l’educazione alla razionalità nella pianificazione familiare e attraverso l’educazione all’uso degli anticoncezionali.

Quanto a quest’ultimo aspetto, è comprensibile (di nuovo, non si tratta di una stigmatizzazione, ma di una constatazione) che fra le persone meno istruite la cultura dei contraccettivi sia poco diffusa, e che al tempo stesso sia impossibile arrestare su larga scala uno dei pochi passatempi disponibili. È quindi fra l’altro una buona forma di beneficenza finanziare la distribuzione di contraccettivi nei paesi poveri.

Il fatto che i poveri siano portati a pensare di avere solo la prole come ricchezza evidenzia il bisogno di un cambiamento. In effetti pensando ai paesi sottosviluppati di solito si ha in mente questo tipo di scenario (più o meno veritiero, a seconda della nazione considerata):

i figli non costano quasi nulla, perché non vanno a scuola e anzi sono utili perché aiutano nell’agricoltura

il sistema pensionistico non esiste o è molto carente e quindi i figli sono i soli che aiuteranno i genitori quando saranno vecchi

la mortalità infantile è alta, quindi conviene fare molti figli sperando che almeno alcuni di loro sopravvivano.

È ingiusto che i più poveri si vedano costretti alla strategia di fare figli in quanto strumenti per avere una vecchiaia serena o una manovalanza a basso costo. E oltre a essere ingiusto provoca il problema della sovrappopolazione (che va di pari passo con una maggiore povertà delle generazioni successive) e lo fa molto più che in passato: poiché la mortalità infantile, negli ultimi decenni si è abbassata, molti più figli raggiungono l’età della riproduzione, quindi abbiamo non un semplice aumento di persone, ma un aumento di persone che generano altre persone.

La diminuzione della mortalità infantile è stata la principale causa dell’esplosione demografica. È stato ed è un fattore che ampiamente compensa e anzi di gran lunga sovrasta la relativamente piccola diminuzione dei figli per ogni coppia. Alla triste e dannosa strategia dei figli come strumenti, è certamente preferibile la ricerca di un sistema scolastico che garantisca a tutti i bambini e ragazzi una buona istruzione, un buon sistema pensionistico e delle politiche di welfare per i meno abbienti.


20) “I contraccettivi presentano svantaggi ambientali e sanitari!”

Vero, i contraccettivi chimici (pillole, iniezioni, cerotti) possono dare problemi di salute. Danno anche problemi ambientali in quanto gli impianti di trattamento delle acque reflue (quando presenti) hanno difficoltà a farli scomparire, e sembra che la fauna dei nostri fiumi e laghi ne sia già vittima, in particolare gli anfibi (in cui sono stati notati cambio di sesso e altre anomalie dello sviluppo).

Inoltre gli involucri dei preservativi (in plastica o alluminio) ci mettono molto tempo a degradarsi in natura. La sterilizzazione chirurgica pone comprensibili problemi di accettazione, dato che ha conseguenze definitive (o reversibili con un nuovo intervento).

Ma non usare contraccettivi oggi porta a conseguenze peggiori, cioè un aumento della popolazione che prima o poi dovrà avere una limitazione. Se questa limitazione verrà limitata in futuro, quando il numero di esseri umani sarà molto maggiore di adesso, dovranno essere usati molti più contraccettivi di quanto necessario oggi.

È senz’altro necessario non rinunciare ai contraccettivi, ma promuovere la ricerca scientifica per eliminare o attenuare più possibile i problemi della contraccezione, essendo questa di fatto assolutamente necessaria; con questo non concordano cattolici e militanti di altre religioni, la cui speranza è convincere miliardi di persone ad avere rapporti sessuali solo quando si vuol fare figli, il che è con tutta evidenza pura utopia.


21) “È una questione privata: lo Stato non deve interferire!”

Il numero di abitanti di una nazione o di un pianeta sono questioni non solo private, ma con tutta evidenza anche collettive, dato il peso delle conseguenze. Ma anche volendola trattare come una questione solamente privata si dovrebbe eliminare l’attuale coinvolgimento dello stato attraverso politiche fiscali e sociali.

In molti stati i contribuenti sono obbligati ad aiutare le famiglie con più figli con assegni familiari, agevolazioni per le mense e riduzioni della tariffe per vari servizi pubblici. L’istruzione dei figli è gratuita indipendentemente dal loro numero in una famiglia. Quindi più figli una famiglia ha, più i contribuenti sono costretti a pagare per loro l’istruzione.

Ciò dovrebbe far pensare ala necessità di una certa moderazione; di sicuro è necessario non aggiungere all’infinito altre forme di vantaggio per le famiglie numerose. Ridurre, come sarebbe opportuno fare, determinati incentivi, non significa coinvolgere lo stato in maniera maggiore, ma minore.

È assurdo che su una Terra dove l’umanità ha raddoppiato la sua forza lavoro in soli 45 anni, gli stati prelevino tasse per incentivare la nascita di più figli, penalizzando invece chi ne ha pochi. Né logica né giustizia hanno a che fare con gli obiettivi di chi vuole incentivare la fertilità. >>

UMANITAMTAM

(segue)


23 commenti:

  1. Tutto ciò che pensa e scrive UMANITAMTAM è sensato, ragionevole, penso che siamo tutti d'accordo, c'è poco da commentare, rettificare, aggiungere.
    Ma chi legge questi testi?
    Si dice che se tutti gli abitanti del pianeta ambissero a uno standard di vita come il nostro una Terra non basterebbe (non ricordo se ci vorrebbero 1,5 Terre o due o tre). Calcoli precisi non ne so fare, ma penso che la situazione sia ormai fuori controllo (la mia è solo una sensazione, ma condivisa da gente informata, intelligente e che ispira fiducia). Ci sono è vero anche voci contrarie come quello svedese recentemente scomparso, non ricordo il nome, mi sembra Rolin, che diceva il contrario (nessun pericolo di sovrappopolazione, anzi), con tanto di numeri e di grafici.
    Intanto fra 12-13 anni ci sarà un miliardo di più di persone su questa Terra.
    Ma ci si rende conto che cosa significhi un MILIARDO in più di persone? Una quasi Cina o India in più, e a breve (12-13 anni). Una cosa semplicemente pazzesca. Ma i padroni del vapore sono ottimisti, ciò che conta è la crescita economica, l'innovazione, l'auto elettrica. E ovviamente più gente che compri tutte le schifezze che si producono. Io resto dell'avviso che il problema dei problemi, il problema che sta al fondo di tutti gli altri problemi,
    sia il numero eccessivo di coloro "che sono chiamati al tavolo della vita" (Paolo VI Montini).
    Ma sembra che le elite o almeno certe elite vedrebbero di buon occhio una riduzione sostanziale della popolazione mondiale (mi sembra anche Gates).
    Ecco, riponiamo allora la nostra fiducia e speranza in queste elite illuminate e lungimiranti. Ma come riusciranno nell'impresa di stabilizzare prima e ridurre poi il numero dei voracissimi sapiens?

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  2. Una domanda a cui non ho trovato finora risposta. Credo che tutte le specie animali, compresi i primati, vadano in estro una o due volte all'anno. Il sapiens sapiens invece è in estro tutto l'anno, copula tutti i giorni, e le femmine sono ricettive ogni mese. Dicono che i bonobos copulino continuamente, ricorrano ai rapporti sessuali per ridurre tensioni e dirimere liti, ma l'attività sessuale non fa esplodere il loro numero.

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  3. In effetti la vita sessuale della nostra specie è molto particolare.
    Alcuni sostengono che ormai la funzione "sociale" del sesso è diventata più importante di quella riproduttiva, come dimostra il fatto che i rapporti espressamente volti alla procreazione sono una esigua minoranza.

    Questo - ovviamente - è possibile grazie alla totale padronanza ei metodi contraccettivi, il che rappresenta una ottima notizia sulla strada della riduzione demografica.
    Purtroppo ci sono ancora troppe persone che remano contro.

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    1. Ma ciò non spiega il fatto che le femmine del sapiens siano praticamente sempre fertili, tutto l'anno. Dev'essere successo qualcosa nell'evoluzione. Cosa e quando non lo so. Comunque per la Chiesa il rapporto sessuale deve «sempre» essere aperto alla vita in osservanza del piano di Dio. Così Elio Sgreccia buonanima, cardinale, che ad ogni innovazione (pillola ecc.) diceva sempre «niet». Il massimo che concedeva era Knaus-Ogino e Billing, ma non incondizionato.

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    2. << Dev'essere successo qualcosa nell'evoluzione. Cosa e quando non lo so. >>

      C'un saggio belissimo, scritto da una donna (Elaine Morgan), che prova appunto a spiegare queste anomalie: si intitola "L'origine della donna" ed è molto ben scritto.
      Adesso non ce l'ho sottomano e, a memoria, non ricordo i dettagli, ma forse sul web puoi trovare qualcosa.

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    3. Ho ordinato e pagato l'e-book. Come va tutto veloce oggi, fin troppo.
      Potrò comunque cominciare subito la lettura, sono curioso.

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    4. Sono sicuro che i piacerà. In passato gli avevo dedicato anche qualche post.

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  4. C'è anche chi la pensa diversamente da noi, che anzi ci considera dei cretini al cubo. Vedere i commenti di Anonimo, un nostro caro conoscente, intelligente e colto, ma un po' burbero e solito a prendere a pesci in faccia tutti. A volte però trovo che esagera proprio: qui ci consiglia nientemeno di suicidarci, che è proprio la solita osservazione degli imbecilli quando avanzi l'ipotesi che forse siamo troppi ("e allora cominicia tu a levarti di mezzo").
    Comunque chi vuole può godersi le intelligenti menate di Anonimo:

    http://unuomoincammino.blogspot.com/2021/07/2-mq-al-secondo.html#comment-form

    P.S. Intelligenti menate: absit iniuria. Anonimo è fuor di dubbio una persona intelligente e colta. Ho scritto menate perché ama diffondersi nel sito accogliente di UUIC che lo sopporta con santa pazienza, anzi forse gli è grato: la cultura di Anonimo dà un po' lustro al suo blog.

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    1. :)
      Da tempo non ho più tempo per scrivere pagine con spessore, il mio diario è più diario che mai. Ora commento da furbofono salendo il sentiero verso casa.
      Il signor Nessuno non ha figli, è crescitista, poiché la decrescita ottenne qualche attenzione in alcune sinistre, egli, col suo antagonismo anticompagnesco, l'ha come fumo negli occhi.

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  5. Punto 21)
    E' interessante e amaramente eloquente il fatto che chi appunto di fronte al problema dell'esplosione demografica umana globale afferma che lo Stato non deve interferire trattandosi di questione privata ... in quelle aree che faticosamente/finalmente hanno raggiunto un tasso di fecondità in equilibrio con le risorse ivi ragionevolmente disponibili PRETENDE a gran voce che il medesimo Stato (nazionale) INTERFERISCA ECCOME promuovendo forsennatamente la natalità e premiando sciaguratamente le famiglie numerose... Saluti

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  6. Io sono sempre stato un fautore dello Stato leggero. Ma il livello della popolazione è sicuramente uno dei campi che deve assolutamente monitorare per poi, se necessario, intervenire.
    Possibilmente nel verso giusto...

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    1. Ma intervenire come? Questo è il punto. Alla cinese non è possibile e non vedo nemmeno come lo Stato possa favorire o incoraggiare la denatalità o almeno la stablizzazione della popolazione. In Italia e nel primo mondo il tasso di natalità è calato "naturalmente". Adesso per far fronte all'allarmante calo (che Chiesa, demografi, economisti e politici chiamano "inverno demografico) abbiamo aperto le frontiere al mondo intero. Ma secondo Anonimo è un'operazione studiata a tavolino dalle elite apolidi per cancellare Stati e nazioni.
      Il piano Kalergi - che non è una balla, vedi il suo "Praktischer Idealismus" - prevedeva appunto la cancellazione degli Stati europei e la sostituzione etnica.

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    2. Caro Sergio, la prima cosa che uno Stato serio deve fare è decidere quanta popolazione vuole nel suo territorio e tenere monitorate le cifre.
      Poi, se la popolazione è inferiore (storicamente è successo anche questo) cerca di aumentarla con una immigazione intelligente; se invece è superiore cerca di ridurla con metodi il più possibile indolori.
      E ce ne sono: per esempio cercando di evitare le gravidanze indesiderate, oppure con la leva fiscale.
      E poi, alla peggio. resta sempre il sistema cinese che sarà anche discutibile, ma è pur sempre migliore di tanti altri (guerre, carestie, pulizia etnica, ecc.).
      Insomma, se si decide di procedere nel senso giusto, qualcosa si può fare sicuramente.

      P.S. - L'unknown di cui sopra sono sempre io (misteri dell'informatica).

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    3. Replica che mi piace. Sì, in effetti qualcosa si può o si potrebbe fare. Mi piace che salvi un po' anche il metodo cinese: con qualche aggiustamento occidentale ci può stare perché a mali estremi occorrono estremi rimedi (se no è guerra totale: della natura contro gli umani e degli umani contro altri umani).
      Evitare gravidanze indesiderate e leva fiscale: buone idee (entrambe applicate dai cattivi Cinesi). Significa però educazione sessuale che a qualcuno non piacerà (penso soprattutto ai religiosi), e la leva fiscale è un'arma a doppio taglio perché colpisce anche ingiustamente i troppi figli oltre che i genitori incoscienti.
      L'arma migliore per evitare il peggio (i dieci o quindici miliardi di voraci esseri umani) resta comunque un buono standard di vita ovvero il benessere diffuso. Ma gli attuali otto miliardi sono probabilmente già troppi. Come assicurare a tutti uno standard di vita decente come il nostro senza far collassare il sistema? Senza dimenticare che anche nella "ricca" Italia e UE ci sono eserciti di poveri o di gente che sbarca appena il lunario (in Svizzera sono classificate povere mezzo milione di persone su una popolazione di 8,5 milioni). Il tempo stringe e siamo probabilmente fuori tempo massimo. Ma non facciamo i castrofisti, gli apocalittici: facciamo coraggio, speriamo, crediamoci - come diceva la Merkel ("wir schaffen das" - ce la faremo) mentre dichiarava guerra alla Germania ("keine Obergrenze für Flüchtlinge" - nessun tetto massimo per i profughi), dichiarazione dettale dalle ... elite apolidi.

      Ah, lo "sconosciuto" sei tu? Ce n'è uno anche da Agobit che saresti dunque tu.

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    4. No, non sono io.
      Si tratta di una indicazione generica inserita da Google quando non riconosce l'utente (o per un errore, come nel mio caso, o perchè l'utente stesso non vuole farsi riconoscere).

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    5. Non ho mai capito né tanto meno avuto risposta sul contrasto della guerra migratoria (fenomeno decisamente violento, tra i più cruenti per gli invasi, a medio e lungo termine) con metodi indolori.
      Immagino non abbiate mai visto le azioni di vera e propria violenza/guerriglia ai confini di terra (e.g. Ceuta, confine bulgaro, greco) e di attacco diretto alle guardie di frontiera che tentano di difenderlo.
      Poi noi abbiamo marina e guardia costiera che invece di difendere i confini fanno da scafisti. Mah.

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  7. A proposito di immigrazione intelligente. Fino agli Anni Ottanta in Svizzera entrava solo chi aveva un contratto di lavoro e se perdeva il lavoro e non aveva mezzi di sussistenza doveva fare le valigie. Innegabile la durezza del sistema, ma tutto sommato logica. In occasione della crisi petrolifera del 1973 si persero qualcosa come 300'000 posti di lavoro e molti Italiani furono costretti a rientrare in patria e lo fecero senza drammi e proteste, del resto inutili.
    Con l'attuale immigrazione incontrollata dal mondo intero (abbiamo cosiddetti profughi afghani, pakistani ecc.) non so come finirà, anzi finirà sicuramente male. Accoglienza, accoglienza, integrazione - berciano i sinistri. Ma ci si integra soprattutto col lavoro e come possiamo, come possono i sinistri e il papa garantire lavoro al mondo intero quando ci sono milioni di Italiani che non ce la fanno? Non c'è lavoro per gli autoctoni e non ce ne sarà per i "nuovi Italiani" di Avvenire e Manifesto. Comunque la situazione è ormai fuori controllo anche qui da noi che stiamo ancora relativamente bene.

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    1. L'esempio della Svizzera mi sembra perfetto.
      Questo è probabilmente il modo migliore di gestire il problema; altrimenti, con il tempo, si ottengono soltanto problemi e complicazioni.

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    2. "L'esempio della Svizzera mi sembra perfetto."

      Era perfetto - fino agli Anni Ottanta, come ho scritto. Ormai entrano cani e porci come in Italia. Chi mette piede in Svizzera basta che invochi asilo è a posto, si è sistemato per il resto della sua vita (a spese della comunità). È evidente che il diritto d'asilo andrebbe riformato. Secondo il diritto internazionale CHIUNQUE si presenti e chieda asilo ha diritto all'esame della sua richiesta (che costa parecchio ai contribuenti - interprete, assistenza giuridica, medica, vitto e alloggio ecc. ecc.). E anche se non ottiene l'asilo non puoi rispedirlo a casa perché non ha i documenti e il paese d'origine si rifiuta anche di riprenderlo perché non ci sono accordi al riguardo. Se non è guerra questa! Il diritto d'asilo era previsto per situazioni di emergenza riguardanti singoli e pochi individui o anche piccoli gruppi, non già per fare invadere un paese da milioni d'individui in cerca di una vita migliore. Tanto vale aprire le frontiere e sciogliere l'esercito (che ci sta ancora a fare? a esportare la democrazia a Kabul?).

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    3. Oltretutto il c.d. 'diritto d'asilo' ha un sapore vagamente razzista-paternalista, perchè presuppone la superiorità morale della civilità occidentale rispetto alle altre.
      Quindi, l'ipotesi di rivederne i principi sarebbe più che doverosa.

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    4. La Svizzera è una mostruosa costipazione umana, con un deficit ecologico orribile.

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