venerdì 9 ottobre 2020

Gesù e la spada – 1

Un famosissimo passo del Vangelo di Matteo recita: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. »

Il passo ha sempre messo in imbarazzo gli esegeti ortodossi della Chiesa, che, in genere, ne danno la seguente (patetica) giustificazione: La frase non va interpretata in senso letterale, perché altrimenti risulterebbe in contraddizione con altri insegnamenti di Gesù, come ad esempio il "Porgi l'altra guancia" o il “Chi di spada ferisce di spada perisce”. In senso metaforico, vuole indicare che la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada”.

Ma il Gesù storico e la violenza sono davvero incompatibili tra loro ? O la vera mistificazione risiede nel mite personaggio buonista tramandato dai Vangeli ? 

Il post di oggi, scritto da Niico Valerio per il sito Salon Voltaire, sostiene proprio questa seconda ipotesi, richiamandosi alle teorie elaborate in merito da Luigi Cascioli.

LUMEN


<< «La Storia ha insegnato quanto ci abbia giovato quella favola su Cristo» (Historia docuit quantum nos iuvasse illa de Christo fabula), scriveva Leone X dei Medici, papa dal 1513 al 1521, in una lettera al Cardinale Bembo, grande umanista. Una frase drammaticamente cinica e rivelatrice, ma ben fondata a quanto risulta dagli studi.

E non basta: almeno altri due Papi, uno dei quali grandissimo, andarono molto oltre. Il Vangelo insegna più menzogne che verità, era solito dire, due secoli prima, papa Bonifacio VIII (1235-1303): il parto di una vergine è assurdo; l’incarnazione del figlio di Dio è ridicola; il dogma della transustanziazione è una pazzia. Le quantità di denaro che la favola di Cristo ha apportato ai preti è incalcolabile [lo storico Giovanni Villani nella sua famosa "Cronaca" scritta durante il Giubileo a Roma nel 1300].

Ed ecco che cosa scriveva l’ambasciatore spagnolo in Vaticano, Mendoza, su Paolo III, papa dal 1534 al 1549: «Spingeva la sua irriverenza [il Pontefice] fino al punto di affermare che Cristo non era altri che il sole, adorato dalla setta Mitraica, e Giove Ammone rappresentato nel paganesimo sotto la forma di montone e di agnello.

Spiegava le allegorie della sua incarnazione e della sua resurrezione mettendo in parallelo Cristo e Mitra. Diceva ancora che l'adorazione dei Magi non era altro che la cerimonia nella quale i preti di Zaratustra offrivano al loro dio oro, incenso e mirra, le tre cose attribuite all'astro della luce.

Egli sosteneva che la costellazione della Vergine, o meglio ancora d'Iside, che corrisponde al solstizio in cui avvenne la nascita di Mitra, erano state prese come allegorie per determinare la nascita di Cristo, per cui Mitra e Gesù erano lo stesso dio.

Egli osava dire che non esiste nessun documento valido per dimostrare l'esistenza di Cristo, e che, per lui, la sua convinzione era che non è mai esistito».

Che cosa c’è dietro queste gravissime, quasi incredibili, ammissioni fatte in segreto da due altissimi esponenti della Chiesa, probabilmente risapute e date per scontate da secoli tra gli altissimi “addetti ai lavori” del Cristianesimo e del Cattolicesimo in particolare, ma sempre nascoste al popolo credulone, dell’assoluta mancanza di prove storiche della reale esistenza in vita di Gesù?

Ebbene, un “cristologo” davvero fuori del comune si era messo in testa di capire e di analizzare le Sacre Scritture solo in base alla logica, alla ragione, all'intelligenza. Aveva studiato per decenni sulla scorta di tutti i documenti possibili e di una stringente razionalità quanto fosse vera quella cinica frase papale. E scoprì un vaso di Pandora: manomissioni di testi, sostituzioni di personaggi storici, pure e semplici invenzioni, e ogni altro genere di imbrogli che stanno dietro alla “creazione” del personaggio storico “Gesù di Nazareth”.

Quest’uomo era Luigi Cascioli (nato a Bagnoregio, 1934), bella figura di uomo onesto, indipendente, idealista, laico, coltissimo, originale libero pensatore e anticlericale, scomparso a Roccalvecce di Viterbo nel 2010 all’età di 76 anni.

L'avvincente saggio di Cascioli, La favola di Cristo, è un bel dono che l'erudito viterbese ci lascia in eredità (e da questo abbiamo tratto le sconcertanti testimonianze dei due Papi), l’unico che dimostra effettivamente, con centinaia di documenti, compresi i manoscritti di Kimberth Qumran o "del Mar Morto" (1947), che tale personaggio semplicemente non è mai esistito, non tanto come nome, perché un Joshua era comunissimo, ma "quel Joshua", cioè come insieme costruito a posteriori di brandelli di episodi "storici" e d'una intera impalcatura fantasiosa di attribuzioni spirituali o addirittura "divine".

Si dimostra anche che il famoso passaggio su Gesù dello storico ebreo Giuseppe Flavio fu chiaramente interpolato (infatti è in evidente contrasto con altri passi) dai Cristiani successivamente, come anche gli Atti degli Apostoli, quando ormai i Cristiani erano il potere assoluto ed erano regolarmente dediti alla censura, alla mistificazione e alla falsificazione delle fonti. Del resto, perfino due Papi lo hanno ammesso in conversazioni private o lettere ad amici.

«Molti studiosi - scriveva Voltaire - si mostrano sorpresi per il fatto di non trovare nello storico Giuseppe Flavio alcun cenno di Gesù Cristo; tutti gli specialisti infatti sono d’accordo oggi che il breve passaggio in cui se ne fa cenno nella sua Storia è interpolato.

Eppure il padre di Giuseppe Flavio avrebbe dovuto essere uno dei testimoni di tutti i miracoli di Gesù. Giuseppe era di schiatta sacerdotale, parente della regina Marianna, moglie d’Erode…

Flavio si diffonde in particolare sulle azioni di questo principe Erode, tuttavia non dice una parola né della vita né della morte di Gesù; questo storico che non nasconde alcuna delle crudeltà d’Erode, non parla affatto del massacro di tutti i fanciulli, da lui ordinato, quando apprese che era nato un re dei giudei…

Non parla affatto della nuova stella che sarebbe comparsa in Oriente dopo la nascita del Salvatore; fenomeno meraviglioso, che non sarebbe dovuto sfuggire a uno storico così illuminato com’era Giuseppe.

Non una parola, inoltre, sulle tenebre che avrebbero coperto tutta la terra in pieno mezzogiorno e per tre ore alla morte del Salvatore; sulla gran quantità di tombe che si sarebbero scoperchiate in quell’istante e sui giusti che sarebbero risuscitati».

Insomma, gli studi condotti in modo critico e neutrale portano inevitabilmente a ritenere che a questo fittizio personaggio sia stato dato il nome di Gesù, insieme a tutta una serie di "eventi memorabili" creati per l'occasione attingendo alle più diverse leggende e biografie, solo nel II secolo "dopo Cristo" dai Padri di una Chiesa ormai dominante che non aveva più motivo per essere insieme rivoluzionaria e spiritualista, ma aveva bisogno di un mito più “terreno”, di un personaggio in carne ed ossa da dare in pasto ai fedeli, e anche d’un eroe “buonista” e non-violento da venerare.

Secondo la stringente critica filologica, semantica e storica di Cascioli (che inizia dall’origine, cioè dalla Bibbia, di cui dimostra l’assoluta infondatezza) si dovette, perciò, creare dal nulla un “Dio in Terra”, confezionando su misura una nascita miracolosa, troppo simile a quelle di tanti altri Dei quasi-uomini dell'epoca – efficace pendant al “Dio nel cielo” che ormai aveva avuto successo.

Pare infatti che prima di questa “creazione” biografica, Gesù fosse stato proposto come “disceso dal cielo all’età di 30 anni”. I sapienti cristiani provvidero, perciò a creare dal nulla, ma anche ad adattare, interpolare e falsificare documenti preesistenti. >>

NICO VALERIO

(continua)

7 commenti:

  1. La storicità di Gesù è generalmente ammessa anche da studiosi non credenti o atei. Tutto quello che sappiamo di lui è tratto dai quattro vangeli canonici (ma di vangeli ne circolarono a dozzine prima della fissazione del canone). Altri particolari li troviamo negli Atti degli apostoli e nelle lettere apostoliche. Si attribuisce grande valore anche ad alcuni passaggi di autori romani (Tacito, Plinio), di Giuseppe Flavio e qualche altro, ma si tratta invero di "quisquilie e pinzillacchere", non certo di prove della sua esistenza.
    Non ho letto Cascioli e non ho molta voglia di seguirlo nelle sue argomentazioni: mi mancano le conoscenze per le verifiche.
    Lo stesso sono in grado di formulare alcune congetture in merito all'esistenza, passione e morte nonché resurrezione di Gesù in base a ciò che ho letto e appreso finora. Centinaia di milioni di cristiani non ne sanno più di me. Ritengo probabile che questo poveruomo sia veramente esistito e abbia fatto una triste fine in croce. Un episodio minore della storia ebraica, un "fait divers" come mille altri che però ha assunto dimensioni incredibili nella storia dell'umanità (ma non per gli ebrei). Non è difficile trovare spiegazioni di questo stupefacente fenomeno che non si può ancora considerare definitivamente superato visto che i credenti sono ancora milioni (i cristiani sarebbero addirittura più di un miliardo). Penso però che in un non lontano futuro (forse già fra un paio di generazioni, ma forse sono troppo ottimista) la gente si chiederà come sia stato possibile credere in tutte queste fesserie. Il fatto è che la religione è stata un elemento costitutivo di ogni civiltà di cui nessuno dubitava, nemmeno un genio (Dante non dubita un istante della realtà dell'inferno). La religione era come l'aria che si respirava. Oggi non lo è più per molti.
    "Non possiamo non dirci cristiani", hanno detto agnostici o atei famosi (Croce, Russel). Ma qual è l'essenza del cristianesimo? Il famoso "ama il prossimo tuo come te stesso". Si direbbe però che in due millenni di cristianesimo questa massima sia stata applicata solo sporadicamente e a livello individuale. È poi davvero possibile amare il prossimo come se stessi? In tutti gli esseri viventi prevale l'istinto di sopravvivenza. E le persone credenti che si sacrificano per gli altri? Lo fanno in genere in vista del "grande affare", la salvezza dell'anima.
    Elsa Morante diede una accattivante interpretazione dell'ama il prossimo come te stesso. Secondo lei la massima era da intendere così: ama il prossimo tuo PERCHÉ te stesso. Dunque se vedo nel mio prossimo me stesso come in uno specchio sarò portato naturalmente ad amarlo. Chissà se la Morante ha applicato sempre questa massima come la intendeva lei.

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    1. << Ma qual è l'essenza del cristianesimo? Il famoso "ama il prossimo tuo come te stesso". >>

      Caro Sergio, questo comandamento - che è effettivamente uno dei più importanti del cristianesimo - è frutto, a mio avviso, di un equivoco storico.
      Come il comandamento "non uccidere" era relativo - in origine - ai soli ebrei, così il "prossimo tuo" era costituito - all'epoca - dai vicini dello stesso villaggio o della stessa tribù.
      Quindi prendersi cura di loro era un comandamento perfettamente naturale, compatibile con le spinte genetiche.

      E' stato poi Paolo, con la diffusione del messaggio cristiano a tutti gli uomini, che ha portato all'attuale significato mondialista.
      Il quale però, come hai notato giustamente tu, ha sempre avuto una applicazione molto sporadica e simbolica.

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    2. Se invece cerchiamo l'essenza "storico-politica" del cristianesimo, la frase più significativa potrebbe essere questa: "date a Cesare quel che è di Cesare e date a Dio quel che è di Dio".

      Questo principio, infatti, consente il massimo della speranza per i fedeli che fanno una vita misera e tribolata, con il massimo di controllo sociale a favore delle elites.
      I primi si contentano della speranza senza fare rivoluzioni, i secondi assecondano la devozione individuale per mantenere lo status quo.

      Non stupisce pertanto che il Cristianesimo sia diventato - in breve tempo - il culto preferito dagli imperatori romani ed abbia poi dominato la scena occidentale per 2 millenni.

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    3. Effettivamente il mio prossimo non può essere che quello della porta accanto, non l'intero genere umano o l'umanità, assurdo. Anche nell'era tecnologica attuale, che ci permette di sapere ciò che succede dall'altra parte del mondo e di intervenire, la presenza o la vicinanza fisica del nostro prossimo è decisiva. Immani tragedie come lo tsunami del 2004 in Indonesia colpiscono un attimo, ma poi pensiamo ai fatti nostri e magari anche al vicino (ma vicino vicino).
      Quella frase famosa di Gesù: "non gettate le perle ai porci" è fraintesa.
      Con porci Gesù designa i non ebrei ...

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    4. << Quella frase famosa di Gesù: "non gettate le perle ai porci" è fraintesa. Con porci Gesù designa i non ebrei ... >>

      Appunto.
      E questo conferma una volta di più che tra il profeta ebreo Gesù ed il cristianesimo ecumenico di San Paolo c'è una differenza notevole.
      D'altra parte, senza il salto sociologico di Paolo (dal piccolo popolo ebraico all'umanità intera) il cristianesimo non avrebbe mai potuto comquistare il mondo.

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    5. Sì, però nei vangeli trovi anche affermazioni di Gesù "paoline", come: "Andate e predicate il vangelo, chi crederà si salverà, chi non crederà sarà dannato" (cito a memoria). Dunque gli apostoli sono stati investiti da Gesù di una missione universale.
      Ma probabilmente questa orribile e scandalosa affermazione di Gesù (che fa dubitare fortemente della sua natura divina ...) non è autentica.
      Forse saprai che i detti di Gesù sono suddivisi dagli "esperti" in: assolutamente autentici (ipsissima verba), probabilmente autentici, attribuitigli ma non sicuri, quasi sicuramente falsi, certamente non autentici ecc. Come vedi bisogna relativizzare «in illo tempore dixit Jesus». Fra parentesi, ho letto che Gesù minaccia ben settanta volte l'inferno nel vangelo di Matteo (alla faccia del Gesù buono e misericordioso). Però ti confesso che il "ridimensionamento" di Gesù un po' mi dispiace. Bergoglio non lo considera più Dio e figlio di Dio, seconda persona della Trinità ecc. Dice persino: "Ecco, in questa occasione Gesù fa un po' lo scemo." Quando mai un papa si è espresso così? Te lo immagini Pio XII che dice una cosa simile?

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    6. << Forse saprai che i detti di Gesù sono suddivisi dagli "esperti" in: assolutamente autentici (ipsissima verba), probabilmente autentici, attribuitigli ma non sicuri, quasi sicuramente falsi, certamente non autentici ecc. >>

      In effetti la critica neo-testamentaria (soprattutto per merito dei protestanti e degli atei) ha fatto passi da gigante e da quando si proclamava che ogni sillaba dei vangeli era sicuramente "verbo divino", ne è passata di acqua sotto i ponti.

      Sull'argomento possiedo un bellissimo libro di Bart Ehrman intitolato "Gesù non l'ha mai detto" che fa proprio il punto su questi problemi, con uno stile chiaro e semplice adatto anche ai non esperti.
      Se non lo hai ancora letto, te lo consiglio vivamente.

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