L’intervista
virtuale di oggi ha come vittima il dottor Mauro Biglino, grande
conoscitore dell’ebraico antico e della Bibbia, il quale, dopo aver
lavorato come traduttore per le Edizioni Paoline, è giunto a
conclusioni opposte da quelle della dottrina tradizionale.
Biglino
ha deciso quindi di scrivere una serie di libri sull’argomento, nei
quali sostiene che l’Antico Testamento non parla di un Dio
soprannaturale e, per conseguenza, non può essere considerato un
Libro Sacro.
L'intervista
è tratta - con alcune modeste variazioni - dal sito Difesaonline; le domande originali sono di Alessandro Rugolo.
LUMEN
LUMEN
– Dottor Biglino, voi siete partito da un'ipotesi, che è diventata
poi una metodologia di ricerca: “fare finta che…”. Potete
spiegarci in cosa consiste questo metodo ?
BIGLINO
- Significa partire da un dato di fatto incontrovertibile: e cioè
che della Bibbia - o sarebbe meglio dire delle Bibbie - non sappiamo
nulla. Non sappiamo chi le ha scritte, quando le ha scritte (non
abbiamo certezze neppure su una sola riga), come siano state scritte
in origine, come fossero lette (visto che le vocali non esistono).
Sappiamo solo che quelle che leggiamo noi oggi sono certamente
diverse da quelle scritte nei secoli visto che le cambiavano
continuamente.
LUMEN
– Quindi ?
BIGLINO
– Quindi, data questa premessa, il metodo da me utilizzato è
quello di “fare finta” che le cose che leggiamo siano quelle che
furono (non sappiamo da chi) scritte in origine e che quando gli
autori scrivevano una certa cosa volessero proprio dire quella.
Perché se, nella totale ignoranza in cui vaghiamo, affermiamo pure
di “sapere” che quando scrivevano una cosa ne volevano dire
un’altra, non facciamo altro che aggiungere incertezza ad
incertezza, il che non sarebbe un problema se da quelle incertezze
non si pretendesse di ricavare verità assolute e indiscutibili.
LUMEN
- “Fare finta”, quindi, sarebbe quindi l’unico atteggiamento
intellettualmente onesto con quell’insieme di scritti ?
BIGLINO
– Esattamente. Io dunque “faccio finta” che il testo vada
inteso, molto semplicemente, in senso letterale e vedo che cosa ne
scaturisce, senza alcuna pretesa di verità. Faccio finta che. la
Bibbia e anche altri testi antichi siano stati scritti sotto forma di
cronaca, per cui ciò che vi è scritto va compreso lasciando da
parte le interpretazioni religiose posteriori.
LUMEN
- In questo modo la Bibbia diventa fonte di informazioni preziose e
particolarmente sconvolgenti. Ma perché la Bibbia non parlerebbe di
Dio?
BIGLINO
– La mia affermazione deriva dal fatto che nell’ebraico biblico
non esiste neppure un termine che abbia senso e significato di Dio
così come inteso nella religione occidentale, che è stata costruita
mutuando quel concetto dalla filosofia greca, neoplatonica in
particolare. Il termine non esiste perché nell’antico pensiero
israelitico non esisteva neppure il concetto, e tutto il contenuto
biblico documenta come quei testi parlino di un gruppo di individui
(elohim) tra i quali Yahweh non era che uno dei tanti: quello cui era
stata affidata dal comandante (Elyon) la famiglia di Giacobbe e non
l’intero popolo ebraico, come erroneamente si ritiene.
LUMEN
– Abbiamo detto che non esiste una sola Bibbia, ma innumerevoli.
BIGLINO
– Sì. Le diverse religioni che utilizzano la Bibbia come testo
sacro (cattolica, copta, ebraica, ecc.) hanno elaborato ognuna
diverse Bibbie. In alcune sono riconosciuti come autentici alcuni
libri, in altre no. Anche le varianti sono notevoli, dal canone
ebraico a quello cattolico, da quello protestante a quello ortodosso
fino a quello copto o samaritano.
LUMEN
– Poi c’è il problema delle imprecisioni.
BIGLINO
– Bisogna considerare anche che la Bibbia, anzi, le Bibbie, sono
dei testi tradotti e ritradotti, modificati nel tempo per far fronte
a nuove esigenze o perchè alcuni concetti non erano più adatti alla
società del tempo. Inoltre, la Bibbia sembra essere stata elaborata
sulla base di testi più antichi sumero-accadici e fenici. E così
scopriamo che quando nella Bibbia dei giorni nostri leggiamo Dio,
Signore o Yahweh, non stiamo leggendo ciò che era scritto in origine
ma ciò che nel tempo, le varie Religioni, hanno voluto che noi
leggessimo.
LUMEN
– E cosa c’era scritto in origine ?
BIGLINO
- La prima considerazione riguardo i nomi di Dio è sulla pluralità,
nella Bibbia i nomi che sono stati tradotti con il termine Dio sono:
Elyon, Elohim, El, Eloah, Yahweh. Il primo termine, Elyon, è
normalmente tradotto con "l'Altissimo". Ma sulla base delle
conoscenze dell'ebraico antico e dell'uso che si è fatto del
termine, si può contestare la traduzione ed affermare che con Elyon
si faceva riferimento ad un superiore gerarchico e non ad un
"Altissimo" in senso religioso.
LUMEN
– Una bella differenza!
BIGLINO
- Elyon sarebbe dunque un Capo, il capo degli Elohim, tra i quali
aveva diviso i territori sotto la sua influenza, assegnando un
territorio e una famiglia da controllare ad ognuno dei suoi più
fidati Elohim. Tra gli Elohim ve n'era uno di nome Yahweh, il quale,
come pure gli altri suoi colleghi Elohim, era un capo militare, un
comandante che guidava una famiglia di esseri umani, Giacobbe e i
suoi discendenti, per compiere i suoi voleri che, quasi sempre
consistevano nel fare la guerra ai vicini e nello sterminarli!
LUMEN
– Quindi, secondo voi, Elyon e gli Elohim, e quindi anche Yahweh,
erano solo dei capi militari. Potremmo definirli dei conquistatori ?
BIGLINO
- Erano e si sono comportati, a tutti gli effetti, come dei
normalissimi conquistatori/colonizzatori: si sono spartiti i
territori e poi hanno pure combattuto tra di loro per incrementare
potere e ricchezza. La Bibbia ci parla in particolare, quasi in via
esclusiva, di uno di loro e dei suoi diretti rivali che nomina anche
espressamente: contro Yahweh combattevano ad esempio i suoi colleghi
antagonisti Kamosh, Milkom, ecc. che governavano su famiglie
strettissimamente imparentate con quella di Israele: ne erano i
cugini primi.
LUMEN
– Ma, spesso, l’ordine dato da Yahweh era quello di sterminare
quei “parenti” (Madianiti, Amalekiti, ecc.) per prendere i loro
beni e le loro terre.
BIGLINO
– In effetti, l’Antico Testamento è un vero e proprio libro di
guerra e, a ben vedere, uno dei libri più immorali mai scritti nella
storia dell’umanità: stermini, genocidi, furti, assassini,
femminicidi, infanticidi selettivi, rappresentano la normalità del
comportamento di quel presunto dio che per fortuna dio non è.
LUMEN
– Ma questi conquistatori da dove provenivano?
BIGLINO
- Non so dire da dove provenissero, i testi biblici giunti fino a noi
non ce lo dicono anche se, nel salmo 24, si fa riferimento a due tipi
di porte, la seconda delle quali, stando al significato letterale dei
termini, si apre su un luogo “non conosciuto” ed era utilizzata
da Yahweh con il suo kavod (termine che dovrebbe indicare un mezzo di
trasporto).
LUMEN
– La Bibbia sarebbe quindi un libro di guerra.
BIGLINO
- In effetti, chiunque abbia letto la Bibbia non può non essere
stato colpito dalla crudeltà di Dio e del suo popolo. Io stesso
ricordo che da piccolo non riuscivo a capire come si potesse
predicare la pace universale sulla base di ciò che leggevo nella
Bibbia. Non capivo allora e non lo capisco ora, nonostante tutto.
LUMEN
– Parlateci ancora degli Elhoim.
BIGLINO
– Gli Elhoim erano degli esseri particolari, che vivevano molto a
lungo, da cui deriva la traduzione di "Eterno", riferita
Dio. Ma non erano davvero immortali. La Bibbia è chiara su questo:
gli Elohim vivevano molto a lungo, ma morivano come tutti gli uomini
(salmo 82).
LUMEN
– Immagino che questo passo costituisca un problema serio per gli
esegeti monoteisti.
BIGLINO
– Molto serio. E quindi, per tentare di ovviare a questa palese e
inaccettabile incongruenza, in quel passo specifico gli esegeti danno
al termine “elohim” il significato di “giudici”, mentre per
tutto il resto sostengono che significhi Dio, anche se è plurale.
LUMEN
– Che dire di più? Grazie dottor Biglino e buona lettura a
chiunque voglia avvicinarsi ai vostri libri.
BIGLINO
- Grazie a voi.
Ecco cosa scrive Gianfranco Ravasi su Avvenire a proposito del "Signore degli eserciti" protagonista della Bibbia:
RispondiElimina<< Il preteso Dio degli eserciti è sempre per la nazione che ha la migliore artiglieria e i migliori generali. Il lugubre Gott mit uns, il blasfemo "Dio con noi" dei nazisti, dovrebbe far riflettere su tutte le infami strumentalizzazioni a cui sono sottoposti i simboli e le idee religiose (ultimo da noi anche il crocifisso).
È stato spiegato da tempo che la locuzione biblica Jhwh sebaot, "Signore degli eserciti", non rimanda tanto alle armate ebraiche quanto piuttosto a un'immagine marziale applicata a Dio per celebrare la trascendenza e la signoria cosmica: nella fattispecie gli "eserciti" sarebbero gli angeli e le costellazioni celesti. >>
Come vedete, dopo aver detto le cose come stanno (miracolo !), il nostro si esibisce in una imbarazzante giravolta per giustificare l'ingiustificabile.
Per chi si accontenta.
COMMENTO DI SERGIO (inserito da me per motivi tecnici)
RispondiEliminaHo letto con divertimento questa intervista.
Che dire? Che guazzabuglio! Eppure per
millenni gli ebrei e poi i cristiani hanno
preso sul serio le cose in parte francamente
disgustose contenute in quel libro, il
Vecchio Testamento. Oggi persino studiosi
ebraici sostengono che un personaggio
chiave come Mosè non è in realtà mai
esistito! Ma i lettori e studiosi della Bibbia (sicuramente
non molti visto che la maggioranza era
analfabeta) si accostavano a quel libro
tremanti perché lo consideravano sacro.
Persino un Tommaso d’Aquino arriva
ad affermare che la Bibbia è indubitabilmente
la parola di Dio. Anche i geni non
possono sottrarsi allo Zeitgeist imperante
(senza dimenticare che opporsi alle
idee imperanti imposte dal potere può
essere molto pericoloso!).
Una volta Massimo Cacciari disse che
aveva letto la Bibbia per intero una
decina di volte, più tante altre letture
parziali. Che imbecille! Ma questo fine
teologo leggeva anche lui la Bibbia in
ginocchio, anche se ha di Dio una strana
idea (è arrivato a dire che forse anche
il Male è in Dio - il che ha anche una
logica: se è onnisciente e onnipotente
è all’origine di ogni cosa, compresa
Auschwitz).
Odifreddi, invece, si divertiva a provocare gli uomini di chiesa dicendo che era diventato ateo dopo aver letto un libro.
EliminaEd alla ovvia domanda "Quale ?", rispondeva con un sorriso: "La Bibbia".
COMMENTO DI SERGIO
RispondiElimina"In effetti, l’Antico Testamento è un vero e proprio libro di guerra e, a ben vedere, uno dei libri più immorali mai scritti nella storia dell’umanità: stermini, genocidi, furti, assassini, femminicidi, infanticidi selettivi, rappresentano la normalità del comportamento di quel presunto dio che per fortuna dio non è. ”
Ma come ha potuto l’umanità fino a oggi
considerare sacro, parola di Dio, un libro
osceno come il Vecchio Testamento
che il direttore di Avvenire considera
parte integrante della Rivelazione
(si è espresso così un paio di giorni fa)?
Certo il Nuovo Testamento presuppone
il Vecchio e forma con esso un binomio
inscindibile.
Ma sarebbe ora di passare oltre, cioè
di non considerare più sacri testi
antichi di autori sconosciuti e pieni
di cose strane o per noi non più accettabili.
Reperti di un passato in gran parte
ignoto.
La storia, o se si preferisce la Storia
con la maiuscola, non è altro che
una storia, un racconto pieno di
lacune. Non sapremo mai come si
sono svolti davvero i fatti narrati
in queste storie, solo in parte verosimili.
Queste storie piene di lacune possono
esserci lo stesso utili o perfino necessarie
per orientarci o sono per lo meno interessanti.
Ma assolutamente vere non sono, non
possono essere.
Le leggi della fisica invece governano
il mondo da una eternità e condizionano
le nostre vite - come possiamo constatare
ad ogni istante.
<< Certo il Nuovo Testamento presuppone il Vecchio e forma con esso un binomio inscindibile. >>
EliminaTu dici ?
Io avrei qualche dubbio al riguardo.
Secondo me, moltissimi cristiani (soprattutto i cattolici) conoscono (benino) il Vangelo e quasi per nulla la Bibbia; ma non ne sentono assolutamente la mancanza.
Certo la Bibbia viene citata spesso nei Vangeli, ma quasi sempre sotto forma di profezia avverata, allo scopo di dare maggior prestigio e veridicità alle parole ed agli atti di Gesù.
Il che, oltretutto, portava a frequenti forzature ed approssimazioni (il dogma della verginità di Maria, per esempio, viene proprio da una profezia della Bibbia riportata in modo maldestro).
COMMENTO DI SERGIO
RispondiEliminaSulla scarsa o persino nulla conoscenza della
Bibbia da parte di moltissimi cattolici (azzardo:
la stragrande maggioranza), ma anche dei
protestanti (accreditati di migliori conoscenze),
non ci piove. Nemmeno io ho letto il VT
per intero (che palle i Numeri). Tuttavia
mi sembra logico che il direttore di Avvenire,
ma penso anche il papa, insistano sull’unità
di VT e NT: ancora oggi negare quest’unità
risulterebbe troppo contraddittorio, inaccettabile.
Ma domani, o comunque ben presto (20-30-50-100
anni), quando il cristianesimo sarà stato
superato o annacquato nella religione universale
in fieri, non si affronteranno più tali questioni
(VT e NT costituiscono o no una unità?),
dimenticate o considerate anticaglie.
Küng e Bergoglio se ne strafottono
della Trinità e della verginità di Maria,
proposizioni presentate a Nicea e
dichiarate dogmi, verità rivelate e
fondamentali del cristianesimo.
Il diavolo e l’inferno sono ormai
dimenticati (meglio così direi).
Come ti confermerà anche il coltissimo
Ravasi che persino un ateo come Melis
avrebbe ben visto sul soglio di Pietro,
appunto per la sua cultura (con una
persona colta si può sempre conversare
piacevolmente).
<< con una persona colta si può sempre conversare
Eliminapiacevolmente. >>
Questo è sicuro.
La cultura, peraltro, porta a farse delle domande, perchè non serve solo ad imparare ma anche a dubitare.
E quindi mi chiedo come facciano i Monsignori, la cui cultura (non solo teologica) è sicuramente notevole, a scansare quelle più scomode.
COMMENTO DI SERGIO
Elimina"E quindi mi chiedo come facciano i Monsignori, la cui cultura (non solo teologica) è sicuramente notevole, a scansare quelle più scomode."
Come fanno? Oh bella, grazie all'istinto di sopravvivenza. Funziona sempre e benissimo, appunto d'istinto. Tu fai una domanda scomoda? Non la sentono o fraintendono, e non sono perciò imputabili. Primum vivere ...